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Autore: Lady_Erato    15/01/2017    0 recensioni
Isaac ha lasciato Beacon Hills da diverso tempo. Non crede che tornerà mai dal branco. Decide di trasferirsi da New York in una nuova città. Nuova vita, nuovi amici... nuovo amore o nuovi nemici? Chi sta avvelenando gli animali del Yellowstone Park ? Tutto ciò ha un legame con il soprannaturale ?
Possibile variazione rating in futuro.
Possibile OOC
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chris Argent, Derek Hale, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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New York non faceva per lui, per questa ragione si era spostato nel Montana a Livingston.

I grandi grattacieli, i taxi, i tappeti di auto, i rumori assordanti non facevano per lui.
Aveva lavorato per mesi in una caffetteria ad Hell’s Kitchen, aveva un appartamento con due coinquilini ad Halerm.
Gli mancava l’aria, le campagne intorno a Beacon Hills, il bosco, le strade libere.
Correre per Central Park era rischioso: troppe telecamere e soprattutto troppe persone in giro, ma del resto la Grande Mela è la città che non dorme mai.
White Sulphur Springs era simile a casa sua, ma non lo era.      
Non apparteneva a nessun posto senza il branco.

##

Quando scese dalla corriera, l’aria fredda sembrò abbracciarlo e quel momento di falsa felicità provocò una strana sensazione in lui : si sentiva spaesato come una foglia bruna staccata dal proprio albero dal vento gelido dell’autunno.
Quella non era casa sua,ma poteva accontentarsi. Non sapeva quando e semmai sarebbe tornato a casa.
La cittadina era completamente imbiancata. Sembrava un paesaggio da cartolina.

Essendo una di quelle località dai climi rigidi e dal lento tasso di crescita demografica, fu abbastanza facile trovare un’abitazione a buon mercato cercando sui giornali per due giorni.
Il termine “a buon mercato” potrebbe farvi pensare ad un appartamento con topi e muffa sotto ogni trave, ma non fu questo il caso.
Isaac riuscì ad affittare una villetta stretta e già arredata, su due piani, in periferia a ridosso del bosco per soli seicento dollari al mese !
Certo, non era una reggia, ma era un letto caldo e un bagno tutto suo, una cucina senza topi e aveva addirittura un giardino.
Aveva abbastanza soldi da parte, per cercare lavoro con calma, ma lui non era il tipo da prendersela troppo comoda.
Da molto tempo sentiva di vivere in uno stato se si può dire di ansia: aveva un forte peso al cuore come se un kanima vi ci fosse aggrappato con i lunghi artigli curvi.
 
‹‹So che lei è un agente immobiliare, ma la città è piccola, conosce per caso qualcuno che cerca un cameriere, centralinista,apprendista o un tuttofare ? ››. L’agente immobiliare sorrise dall’altro capo del telefono.
‹‹Vai da Morgan alla “Zanna Bianca”, è un diner a quindici minuti a piedi da casa tua, digli che ti mando io ››.
 
E così in un sabato sera si davanti a quella porta in vetro e ferro grigio chiaro.
All’interno del locale c’era il più totale caos.
I tavoli al lato erano completamente pieni, gli sgabelli al bancone tutti occupati e a servire c’erano solo due camerieri  ed una donna di età matura dietro al lungo ripiano in acciaio verde acqua.
Sembrava che qualcuno avesse riprodotto un girone infernale in quel posto.

Il mannaro varco la soglia con cautela, facendo caso agli sguardi curiosi degli abitanti che avevano riconosciuto tra loro un forestiero.
Si fece strada verso il banco rispettando pazientemente la fila.
Dietro la cassa c’era un omone dalla pelle d’ebano, dall’aria tutt’altro che minacciosa.
‹‹Salve, sto cercando il signor Morgan, mi manda Miranda dell’agenzia immobiliare ››.
Il signore lo studiò per un attimo a braccia conserte.
‹‹Il signor Morgan è morto 10 anni fa ragazzo! ››.
Miranda l’aveva preso in giro? Ma a che pro ?!
Da una porta color canarino, accanto a quella doppia a vento color bianco avorio della cucina, uscì una signora sui settanta, dai capelli bianchi perfettamente cotonati, e delle mani perfettamente smaltate a sistemarli.
Squadrò Isaac da dietro degli occhiali a farfalla color lilla, in tinta con lo smalto.
‹‹Ti sei perso tesoro? ››.
Nessun tono di ostilità, forse un po’ di stizza accuratamente velata.
Isaac sapeva riconoscere un capo quando ne vedeva uno e si rivolse alla signora con il tono più educato e sicuro che avesse mai usato.
‹‹Mi manda Miranda dell’agenzia immobiliare, cerco lavoro ››.
L’anziana  gli sorrise quasi materna.
‹‹Ah, tu devi essere Isaac! Miranda mi ha avvertito che saresti passato,ma vedi caro, non ho bisogno di un nuovo impiegato ››
.
Il mannaro abbassò lo sguardo deluso sorridendo tristemente con le mani nelle tasche dei suoi jeans grigi.
Alzò lo sguardo deciso a non demordere.
‹‹La prego, farò qualsiasi cosa ! Non mi ammalo mai, posso spostare qualsiasi cosa, memorizzare qualsiasi ordine, lavorare a qualsiasi ora››.
La signora sembrò rifletterci un po’, mentre l’omone scuro dietro di lei ascoltava sinceramente interessato ed intorno a loro nessuno sembrava badare alla conversazione.
‹‹Anche il sabato sera ragazzo ? ››.
Isaac annuì vigorosamente facendo muovere la chioma fulva.
‹‹Va bene caro, sei assunto. Inizi domani mattina alle sei per il turno della colazione, finisci alle undici. Vedi di arrivare puntuale. No alcool in corpo, no droghe, no flirt con i clienti sul posto di lavoro, chiaro ? ››.
Si strinsero la mano ed Isaac notò quanto quella della sua principale fosse calda.
‹‹Sono undici dollari l’ora e poi tenerti le mance, dovrai portarmi i tuoi documenti così posso metterti in regola››.
‹‹Non se ne pentirà Missis-››
‹‹Miss tesoro. Io sono Candace Morgan, sorella di James Morgan e cofondatrice di questo posto. L’omone dietro a me è Thomas Perry, qui si occupa della cassa e della sicurezza, domani conoscerai gli altri prima del turno››.
Il ragazzo annuì per la milionesima volta registrando ogni informazione nella sua testa, poi gentilmente salutò e si girò per uscire dallo Zanna Bianca.

##

Poteva affermare con piacere che quella era stata una giornata davvero produttiva.
Rientrò in casa, camminando per sul selciato in pietre nere del giardino che circondava la sua casa.
Quel posto iniziava a piacergli, magari un giorno l’avrebbe sentito pienamente come suo.
Aprì il portone scuro ed entrò.
Era quasi elettrizzato all’idea di iniziare a lavorare il giorno dopo.
Quelle persone gli avevano fatte una buona impressione.
In un certo senso il sorriso di Candace le ricordava quello di Deaton, così sincero.
Il suo cellulare squillò e notò con piacere che era Chris.
‹‹Argent ! Come stai? ››.
Lo sentì armeggiare con qualcosa dall’altra parte della cornetta.
‹‹Tutto bene Isaac, tu? Hai già qualche piano per sistemarti? ››.
‹‹Non ci crederai mai! Ho una casa arredata e pago seicento dollari al mese, comprese le bollette ! Fa parte di un piano per il popolamento del territorio,sai. Ho anche trovato lavoro presso un diner... ››.
L’uomo rise con la voce profonda : ‹‹Addirittura un lavoro ?! Sei stato rapido ragazzo! Sono molto fiero di te. Mi raccomando tieni sempre gli occhi aperti, lì sei solo››.
‹‹Non ti preoccupare Chris, andrà tutto bene... Spero. Ma non mi chiami solo per questo, vero? ››.
‹‹Emh, mi conosci, ahahahah ! Ho un problemino con la TV che mi hai fatto riportare a Beacon Hills quando siamo andati via da Chicago e tu sei andato a New York! ››
‹‹Chris Argent, cacciatore dalla fama mondiale, non sa usare un televisore al plasma! ››.

##

Dopo un’ora di videochiamata con il cacciatore alla ricerca di eventuali fili staccati o messi in entrate sbagliate, finalmente l’apparecchio infernale riuscì a trasmettere i vari canali.
‹‹Isaac, mi raccomando –gli ripeté il più anziano per la decima volta- sta attento. Non so se ci sia un branco o un clan di cacciatori nella tua zona, ma mi informerò e gli riferirò di starti alla larga se non vogliono il sottoscritto sotto casa con un arsenale da far impallidire qualsiasi esercito››.
Il ragazzo sospirò esausto: ‹‹Chris davvero, non c’è bisogno, farò il bravo››.
‹‹Ho promesso di starti vicino, ragazzo, e noi Argent manteniamo sempre la parola››.
‹‹Buonanotte cacciatore››.

##

‹‹Ho promesso di starti vicino, ragazzo, e noi Argent manteniamo sempre la parola››.
Era stata Allison a chiederglielo.
Ogni tanto qualche pensiero correva verso lei che, ovunque si trovasse ora, sicuramente vegliava sul branco da lì.
Isaac non era molto religioso, eppure se la immaginava volentieri su una nuvoletta con un ipod e qualche libro, in un abito rosa chiaro, il sorriso perfetto e quelle fossette sulle guance che l’avevano conquistato.
Allison era solo un ricordo.
Uno splendido, dolce e dolorosissimo ricordo.
Aveva capito diverso tempo dopo di non amarla. Il suo sentirsi solo l’aveva spinto a credere di esserne innamorato, ma era solo ingenuo e poi lei in realtà aveva sempre e solo amato Scott, il suo Alfa.
Sì alzò dal divano e salì al piano di sopra.
Da un cassetto dell’armadio in camera da letto tirò fuori un pigiama blu a tinta unita ed iniziò a spogliarsi.
Girandosi verso una cassettiera dove era posta una piccola tv, il suo occhio cadde su una foto incastrata nella cornice di uno specchio lungo.
Era stata scattata un giorno al lago.

Lui sorrideva felice in piedi sulla sabbia ed in costume con Erica, Boyd, poggiando il braccio sulla spalla di Scott che al suo fianco era vicino a Derek. Seduti davanti a loro c’erano Lydia, Styles ed Allison.
Tutti quei sorrisi gli diedero il colpo di grazia.
Prese l’immagine e la buttò in un cassetto, si gettò sotto le coperte, impostò la sveglia e finalmente si abbandonò alla stanchezza.
 
 
 
 
 
-.-.-.-.-.-.-.-
 
**Sorride imbarazzata**
Giuro solennemente :
-Pochi capitoli
-Aggiornamenti poco distanziati (con questa ff voglio impegnarmi seriamente!)
Lasciate una recensione per eventuali commenti, critiche, consigli (e minacce).

Al prossimo capitolo!
   
 
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