Be careful making wishes in the dark
~ Can’t be sure when they hit
their mark ~
03. You're poison runnin' through my veins
Non sempre ogni progetto va come previsto.
Esistono molteplici fattori che possono influenzare un evento in
percentuali anche differenti, ma Ambra odiava la matematica ed era
più semplice di mente. Ragionare secondo uno schema logico
di causa-effetto comportava meno sforzo: se attuava un qualcosa, doveva
accadere quello che si era aspettata accadesse.
Spesso era anche questione di fortuna. E la fortuna aiutava gli audaci,
come amava ripetersi – forse era per questo motivo che
tendeva a dare poco o nullo peso alle controindicazioni ed effetti
collaterali… In particolare, ripensandoci, non è
che le spiacesse più di tanto.
Ambra zittì il cervello, sospirando affannosamente.
Difficile chiamare quello un fastidioso effetto collaterale.
Impossibile, quando riusciva a immergersi così a fondo in
quelle nuove sensazioni che la paura di perdersi era già un
lontano ricordo. Ormai accoglieva di buon grado quella sorta di oblio:
sentiva caldo in tutto il corpo, scosso da brividi, il sangue correva
veloce e imporporava le sue guance non di imbarazzo – che era
svanito presto – e si trovava a spasimare, bramare, qualcosa
che entrambi avevano imparato ad ottenere giocando con
l’attesa.
In un primo tempo si era anche chiesta, rimproverandosi, quando avesse
perso il controllo della situazione: non aveva architettato che
innocenti bacetti, così, per passatempo, giusto
perché…
Lui era tornato a cercarla. Lui la voleva. Lui non la blandiva con
paroline dolci, ma le ritorceva contro lo stesso, amaro, veleno.
Kentin non era Castiel, ma le dava tutta l’importanza e
l’attenzione che desiderava. La viziava, in un certo senso,
in un modo diverso da quello che le riservava la propria famiglia.
Sentiva di essere speciale tra le sue braccia – quando
speciale non lo era affatto ai suoi occhi: se non
l’apprezzava come persona, almeno l’apprezzava per
il suo corpo.
Entrambi cercavano altro, ma quello era tutto ciò che
avevano ottenuto: conforto e pietà,
un’intolleranza reciproca non così insopportabile.
L’odio era da bambini, l’odio era per la nuova
studentessa che con quella sua finta faccia da santarellina si era
accaparrata il favore di tutti – il favore di Castiel.
Semplicemente, quando si ritrovavano nello scantinato, nel laboratorio
di chimica, o in qualsiasi altra aula vuota, la porta chiusa, nascosti
dai banchi o dal tramonto del sole, non c’era posto per le
preoccupazioni, per i problemi, per altri pensieri.
Così, quando lui alla fine chiamava il suo nome –
non quello di un’altra, non quello di lei –, Ambra
non poteva che rispondergli e cercarlo poi ancora.
Ancora.
E ancora.
Disperatamente. Come un tossico, era sempre l’ultima dose
– sempre.
E sempre l’ultima non era.
Ehi, gente! Sono un pelino in ritardo sulla mia tabella di marcia e… sì, ho la giustificazione pronta! xD
Tempo a parte, mi sono accorta che i capitoli sono da riscrivere quasi integralmente e questo mi impegna abbastanza… Be’, almeno ho cambiato POV u.u
Alla prossima!
Calime