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Autore: FairyCleo    16/01/2017    1 recensioni
“Vedo che la signora ha buon gusto…” – aveva detto il commerciante, avvicinandosi maggiormente a lei.
“Come?” – Bulma era trasalita, persa com’era nei suoi pensieri – “Ah, sì… Certo”.
Sollevando il capo, aveva avuto modo di osservare meglio l’uomo che aveva davanti. Era uno strano figuro, alto, dinoccolato ed estremamente magro, con la pelle color dell’ebano, la testa pelata e un singolare pizzetto azzurro che terminava in un ricciolo accuratamente acconciato che gli dava un’aria del tutto singolare. Persino la voce di quell'uomo era bizzarra, così come i suoi occhi gialli con le iridi allungate simili a quelle dei gatti. La cosa veramente strana, però, era che lei non lo avesse notato sin dall’inizio. Era come se fosse sbucato dal nulla, ma non era il caso di fare tanto la sospettosa e di farsi tutti quei problemi per un semplice mercante, no?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 20

Un’idea improvvisa

 
Erano trascorse diverse ore, ormai, da quando Goku e Gohan erano partiti a gran velocità, un po’ per andare in aiuto di Vegeta e un po’ per fermare quelle due piccole pesti di Trunks e Goten che, in un gesto avventato, si erano dirette senza alcuna remora verso il castello di Vickas per trarre in salvo un principe dei saiyan rimasto indietro senza un’apparente spiegazione logica.
L’attesa si era trasformata in una lenta e dolorosa agonia per chi era stato costretto a rimanere, soprattutto per Chichi e per Bulma, mogli e madri di chi aveva intrapreso la missione di salvataggio peggio organizzata della storia ma anche di chi, allo stesso tempo, era degno di tutta la fiducia esistente al mondo.
Anche se a fatica, erano riuscite a tenere la mente occupata prestando soccorso agli amici che erano stati liberati dalla prigionia di quel mostro di Vickas. Le donne erano quelle che avevano riportato le conseguenze più gravi, ma erano tutte giovani e forti, e Bulma era certa che con un po’di sano riposo e dopo essersi rifocillate, sarebbero tornate più in forma di prima. Certo, se avessero avuto del cibo e un posto più comodo della terra brulla dove posare i loro corpi affaticati sarebbe stato meglio, ma, per ora, avrebbero dovuto accontentarsi. Di certo, era meglio vederle dormire piuttosto che intente a mordere a sangue chiunque si trovasse alla loro portata e fosse di sesso maschile, ovviamente.
Il racconto di Crilin aveva terrorizzato le due donne, anche se Bulma aveva fatto di tutto per tentare di nasconderlo. Esattamente come Chichi, anche lei aveva temuto che quella sorta di maledizione potesse essere in qualche modo contagiosa e colpire anche loro, ma poi si era immediatamente ricreduta, dandosi della sciocca e della superstiziosa. Lei era una scienziata, una studiosa, e per quanto avesse visto e vissuto le avventure più incredibili mai narrate, per quanto avesse avuto a che fare con vampiri, alieni, fantasmi e divinità, avrebbe sempre continuato a cercare una spiegazione razionale per ogni cosa. E, analizzando sommariamente il colorito delle ragazze – che da pallido era tornato a essere di un rosa piacevolissimo – e udendo il ritmo ormai più regolare del loro respiro, era arrivata alla conclusione che stare a distanza da Vickas facesse loro solo del bene. Forse si sbagliava, forse no, ma sentiva che era proprio l’aura di quel mostro spietato ad averle in qualche modo infettate e, a quanto sembrava, nonostante fosse opprimente anche a quella distanza, stare lontane dalla fortezza era la soluzione più ovvia.
Crilin era distrutto. Lo erano anche Mr Satan e gli altri, ma il suo più vecchio amico cominciava ad accusare la stanchezza del periodo trascorso in prigionia. Continuava a stare seduto su uno spuntone di roccia, accanto alla sua famiglia, con il capo chino e le spalle curve, la mente persa chissà in quale pensiero, se di vendetta o di sollievo per il momentaneo “scampato pericolo”. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi e di aprire il suo cuore. Per questa ragione gli si era seduta accanto e gli aveva sorriso con gentilezza, attendendo che fosse lui il primo a proferire parola.
“Non servo a niente” – aveva esordito lui, con la voce rotta da un pianto ormai impossibile da trattenere e le spalle tremanti per lo sforzo di trattenere le lacrime – “Se un uomo non è in grado di proteggere i propri cari, se non è in grado di salvare sua moglie e sua figlia, qual è lo scopo della sua vita? Non ho potuto fare niente per loro, Bulma, niente. Come sono caduto in basso. Forse, sarebbe stato meglio se fossi morto subito!”.
Aveva nascosto il viso tra le mani, sprofondando nella vergogna e nella disperazione. Ormai, non gli importava neppure di mostrarsi in lacrime davanti a tutti. Era un debole, un codardo, un essere inutile. Quell’ennesima umiliazione non avrebbe cambiato l’opinione che aveva di se stesso e che di certo i suoi amici avevano di lui. Si vergognava, si vergognava come un ladro, forse anche di più! C18 e Marron non si meritavano un marito e un padre del genere. Avrebbe solo voluto sparire dalla faccia dell’universo e non farsi vedere mai più. Ecco, quella sarebbe stata l’unica cosa buona che avrebbe potuto fare in quella sua miserabile vita. E, forse, l’avrebbe fatto, se Bulma non avesse cambiato registro, assestandogli un sonoro ceffone e guadandolo con occhi pieni di furore.
“Stammi a sentire, ma quand’è che sei diventato così piagnucolone? Vuoi che ti ricordi di quella volta in cui ti sei allenato duramente per combattere contro Vegeta e Nappa? Vuoi che ti ricordi che hai quasi ucciso mio marito? Che sei venuto con me e con il piccolo Gohan sul pianeta Namecc e che hai avuto il fegato di metterti contro Freezer in persona? O che ti parli dell’aiuto che hai dato nello scontro contro Cell e del coraggio che hai dimostrato di avere persino contro quella belva di Majin-Bu? Ovviamente, senza offesa, Mr Satan!
Tu sei l’essere umano più forte che io conosca, Crilin! E tua moglie e tua figlia sono ancora vive grazie alle cure che hai riservato loro! Sono vive e stanno bene grazie a te! Certo, Vegeta, Goku e Gohan sono venuti in vostro soccorso, ma chi avrebbero salvato se tu non le avessi aiutate a sopravvivere? Se tu non le avessi coccolate e confortate quando avevano più bisogno? Hai sposato una cyborg! C18 si è innamorata di te, Crilin! Se avesse anche solo lontanamente creduto in tutte queste sciocchezze di cui parli, non lo avrebbe fatto. Lei ha visto chi sei realmente, sa cosa sei capace di fare! Conosce in te la bontà e lo spirito di sacrificio! E poco importa se non hai la forza di un alieno! Sei umano: ed è questo che ci rende grandi, che ti rende grande! Noi, semplici esseri umani, lottiamo e combattiamo al fianco degli dei!
E poi, davvero pensi che Vegeta o Goku non abbiano mai neanche un piccolo dubbio? Che anche loro non siano assaliti da attimi di sconforto? Bene, ti sbagli. Loro provano i nostri stessi sentimenti, le nostre stesse paure. Perché, nonostante tutto, hanno capito che è mille volte meglio essere umani. Dunque, smettila di piangerti addosso! O subirai la mia ira! E fidati, dopo aver vissuto con Vegeta per anni e anni, anche io ho imparato infallibili tecniche di attacco! E lo stesso vale per tutti i presenti in questa stanza! Saremo anche isolati, saremo pochi, ma non siamo stupidi! Abbiamo ancora tanto da dare e dimostrare! Perciò, rimbocchiamoci le maniche: Vegeta e gli altri torneranno presto, e avranno bisogno di noi”.
E, in effetti, quel discorso era realmente riferito a tutti i presenti, in primis a se stessa, che per un istante aveva creduto di impazzire di dolore e per colpa dell’attesa.
“Hai ragione” – aveva detto lui, sorridendo con lieve imbarazzo – “Hai perfettamente ragione. Hanno bisogno di noi. Non solo i nostri cari, ma anche Goku e gli altri”.
“Hai ragione. Avete ragione entrambi” – aveva aggiunto Chichi – “Non so ancora come faremo per fermare Vickas, ma per ora, dobbiamo cercare di essere d’aiuto, per quanto possiamo. Saranno tremendamente affamati, al loro ritorno. Povero Gohan, e poveri Goten e Trunks! Dobbiamo pensare a un modo per sfamarli! Dobbiamo sfamare tutti!”.
Sì. Dovevano dare da mangiare a tutti. Ma andare a caccia era fuori questione, così come intrufolarsi nuovamente nel villaggio alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Tutto era diventato troppo rischioso, tutto era troppo pericoloso per loro, e non potevano permettersi di dare altre preoccupazioni ai guerrieri saiyan che li stavano proteggendo. Goku, Vegeta e tutti gli altri avevano bisogno del loro sostegno, non di altri guai. Era la situazione più assurda a cui avessero mai fronteggiato, quella che stavano vivendo. Peggiorarla sarebbe stato da autentici irresponsabili.
“Sarà pure così” – era intervenuto Yamcha, che parlava fissando un punto impreciso davanti a sé. Stava stringendo con tanta forza i pugni da essere arrivato al punto di tremare, e un furore mai visto in lui prima sembrava che stesse per portarlo sul punto di esplodere – “Ma io comincio a essere stanco di pagare per gli errori dei saiyan”.
Un silenzio improvviso era calato sui presenti, rendendo improvvisamente quell’atmosfera rovente gelida come una notte d’inverno.
“Cosa?” – Crilin non credeva alle sue orecchie. Yamcha doveva essere impazzito.
“Hai sentito benissimo. Hanno sentito tutti. E sono in tanti a pensarla come me, anche se io sono stato l’unico a dirlo ad alta voce. Sono stanco di dover subire l’ira di mostri e guerrieri fortissimi che in realtà ce l’hanno con noi sappiamo chi. Negli ultimi anni, la Terra è stata in pericolo sempre e solo per colpa di una certa persona e…”.
“Stai forse dando la colpa dei mali del mondo a mio marito, Yamcha?”.
Se avesse potuto, se ne fosse stata capace, Bulma avrebbe incenerito il suo ex-fidanzato con lo sguardo. Come poteva aver espresso un pensiero così meschino? Come aveva osato!
“Capisco che tu sia ancora in collera con lui per ragioni personali, ma questo è un colpo troppo basso persino per te!”.
“Stai davvero tirando fuori un’altra volta quella storia, Bulma?”.
“Mi sembra che sia stato tu a farlo!”.
“Ragazzi… Sul serio, non mi sembra il caso di…”.
“TACI, CRILIN!” – lo avevano detto all’unisono, pietrificando il povero malcapitato che aveva provato a sedare quella lite sul nascere.
“Non puoi pensare sul serio quelle cose!”.
“Sì che posso! Possiamo tutti! I nostri peggiori guai sono iniziati da quando Vegeta è atterrato su questo pianeta! Abbiamo dovuto fronteggiare Freezer, poi Cell alla massima potenza, poi, sempre per colpa sua, Majin-Bu è stato liberato, e ora questo! Non ce la faccio più! Nessuno ce la fa più! Non siamo in grado di porre rimedio alla scelleratezza dei nemici di tuo marito! Noi siamo stanchi, Bulma! E prima o poi capirai di esserlo anche tu!”.
Non aveva neanche finito di parlare che un sonoro ceffone aveva arrossato la sua guancia, lasciandolo interdetto. Bulma lo aveva schiaffeggiato. Lo aveva realmente schiaffeggiato!
“Bulma…”.
“Non ti devi permettere! Nessuno di voi deve permettersi di fare simili pensieri o insinuazioni! Vegeta può anche aver sbagliato, in passato, ma è cambiato! Non è più quello di prima e non è giusto attribuirgli colpe che non ha! Davvero pensate che lui non rifletta mai su queste cose? Che lui non abbia mai neanche per un istante provato ribrezzo verso il se stesso che è stato in passato? Vegeta non è la macchina da guerra che tutti pensate che sia! È un bravo marito, un padre severo ma che sa anche essere gentile e che sa giocare con suo figlio! Vegeta sarà anche il saiyan che ha liberato Majin-Bu, ma è l’uomo che amo e che mi ama a sua volta e non permetterò a nessuno di voi di screditarlo o… o…” – ma non aveva finito di parlare, perché, improvvisamente, la povera Bulma si era accasciata al suolo, causando una crisi isterica alla povera Chichi e un principio di infarto a Crilin e al resto dei presenti.
Paradossalmente, il primo a prestarle soccorso era stato proprio Yamcha, che l’aveva sorretta poco prima che cadesse completamente a terra.
“Bulma… Bulma… Apri gli occhi! Devi aprire gli occhi! Bulma!” – le aveva dato dei leggeri schiaffetti sulla guancia nella speranza che l’aiutassero a riprendersi, ed era effettivamente stato in quel modo, perché la donna dai capelli turchini aveva poco dopo schiuso le palpebre, mugugnando leggermente qualcosa di incomprensibile.
“Ti senti bene, amica mia?” – Chichi le aveva preso la mano, stringendola con forza e gentilezza insieme – “Cosa ti è successo?”.
“Io… Non lo so… Improvvisamente, ha cominciato a girare tutto e… Ho tanta sete e tanto freddo… Fa così tanto freddo”.
Senza pensarci due volte, Yamcha aveva stretto la sua vecchia fidanzata più forte al petto, cercando di trasmetterle calore. Sapeva che, se Vegeta fosse arrivato, avrebbe rischiato la vita, ma in quel momento non riteneva che ciò fosse una cosa importante. Voleva solo che Bulma, la sua Bulma, stesse bene. E continuava a darsi dello stupido per essere stato probabilmente la causa di quel malore.
“Dobbiamo trovare un riparo più sicuro” – quella volta, era stato Mr Satan a parlare – “Come dicevi tu, Bulma, siamo esseri umani. Speciali, ma umani. E non possiamo stare qui per sempre”.
Sì, certo. Ma dove potevano andare? E Goku e gli altri come avrebbero fatto a ritrovarli? L’aura di Vickas era troppo immensa, così grande da coprire quelle altrui, non sarebbero mai stati in grado di raggiungerli!
“Ma-ma certo!” – aveva sussurrato Bulma, prima con debolezza, poi con maggiore forza – “Un riparo… Una casa… Una capsula!”.
“Una capsula?” – le aveva fatto eco Chichi – “MA CERTO! LA CAPSULA! Sei un genio, Bulma!”.
“Ma di cosa state parlando?”.
“Delle capsule costruite da Bulma, Yamcha! Le capsule prodotte dalla sua azienda!”.
“Sì, questo lo avevamo capito tutti. Ma dove pensi di trovare una capsula qui, adesso, con una casa all’interno?”.
“Se siamo fortunati, non troppo distante da qui!” – così dicendo, aveva preso Crilin per un braccio e lo aveva trascinato fuori, portandolo sull’orlo del precipizio e indicando un punto preciso che si trovava tra un mucchietto di alberi abbattuti e di cespugli aggrovigliati.
“Ma quello… Quello…”.
“Quello è un aereo della Capsule Corporation. O quello che ne resta. E, come ben sai, tutti gli aerei prodotti dalla Capsule Corporation hanno in dotazione un kit di sopravvivenza. Se siamo abbastanza fortunati, forse, non è andato distrutto durante la collisione. E, chi lo sa, magari laggiù, c’è qualcuno ferito che ha bisogno del nostro intervento. Non pensi sia nostro compito andare a controllare?”.
Lo aveva incastrato. Lo aveva incastrato eccome. Ma aveva ragione. Entrambe avevano ragione da vendere. Come sempre, del resto. Era inutile, le donne sarebbero sempre state un passo avanti a loro. E se doveva ringraziare Dio per la loro presenza sulla Terra, bè, non pensava potesse esserci momento migliore.
“Vado immediatamente a vedere, Chichi. Se la mia famiglia dovesse chiedere di me, puoi dire loro che tornerò presto” – e si era alzato in volo, scendendo poco dopo in picchiata verso i resti dell’aereo.
A Chichi non era rimasto altro da fare se non vedere il migliore amico di suo marito ridursi a un minuscolo puntino e pregare che le cose, per una volta, potessero andare come avevano sperato. E, nel veder riapparire Crilin un attimo dopo con un sorriso smagliante e una piccola scatola gialla in mano, non aveva potuto non sorridere a sua volta, Forse, dopotutto, ancora non tutto era perduto.
Continua…
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Eccomi qui, in perfetto orario!
Stento io stesso a crederci, eppure, sono stata puntuale. Mi dovete scusare per questo capitolo, ma non potevo proprio dimenticarmi di Bulma e gli altri! Le loro gesta sono altrettanto importanti. =)  Posso solo augurarmi che vi sia piaciuto!
Scusate anche per vari ed eventuali refusi. Quelli, purtroppo, sembra non manchino mai.
Che altro dire? Nel prossimo capitolo scopriremo cosa faranno Vegeta e il resto dei nostri amati saiyan!
Un bacino
Cleo
   
 
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