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Autore: Shirokuro    17/01/2017    1 recensioni
{ antemia centric | one-shot di 810 parole circa | introspettiva }
Immergersi in se stessa per riuscire a far immergere gli altri nelle sue perversioni era un'attività che portava con sé più magia di uno strato di acrilico che diventa ombre e luci, più di una sonata sotto la pioggia o dell'amore da bambini. Più magico di un bambino portato via da un Drifloon.
E per questo, nonostante amasse l'arte, la sua espressione preferita restava la scrittura.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antemia/Shauntal
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Dentro un nastro blu
   Ad Antemia piaceva l'arte. Ogni tipo di arte. Dalla scultura al cinema. Si dilettava nella recitazione, nel canto, nel disegno e coi suoi Pokémon gareggiava nel Musical di Sciroccopoli ogni tanto. Sfilava per le città consapevole di portarsi dietro il nome di tante sue creazioni che molti non capivano appieno, fendeva l'aria con le dita alla ricerca della musica che componeva ed infilzava senza pietà il cibo che cucinava, piccoli morsi di paradiso dentro la bocca di chi mangiava estasiato un altro lavoro eccelso del Superquattro eccentrico. Era discreta in ognuna delle attività che potessero ritenersi vicine all'arte come la si intendeva. Però, secondo lei, la maggior parte di quelle specialità era costrittiva, limitativa, troppo laboriosa.
   L'arte, come la si intendeva, portava prodotti che soddisfassero il senso estetico dell'artista e di chi poi assisteva all'esibizione della pellicola o della tela. Era un concetto molto vasto, che riusciva in qualche modo a portare e suscitare emozioni, a raccontare storie. Ma non abbastanza bene. Negli occhi di Antemia si riflettevano immagini distorte dalla sua fantasia, arrivavano i personaggi ma non le loro motivazioni che, se era abbastanza intelligente da farlo, doveva intuire ed interpretare. Sforzare il suo genio non era apprezzare un prodotto.
   Per quanto amasse riempire fogli bianchi di bozzetti dinamici ed onirici, la sua arte preferita era quella che riempiva le pagine di parole. Antemia non riteneva giusto imporre agli altri la sua espressione, non era corretto urlare in faccia ad un musicista che invece di usare metafore e rime accompagnate da una base dovesse imparare a tracciare lettere con la grafite sulle righe blu di un quaderno economico ed usurato, comprato per necessità alle nove di mattina nel negozio più vicino aperto in quel momento di ispirazione che aveva consumato gli ultimi tre quaderni che aveva in casa. Però non ci trovava nulla di male nello sminuire le altre espressioni.
   Il cuore della donna era il cuore di una scrittrice che credeva fermamente l'inchiostro nero fosse l'unico conduttore di emozioni. La tempera, il marmo, la voce, il corpo; erano tutti ottimi mezzi, ma tenevano dentro di loro l'animo del produttore. C'erano le loro ragioni, le loro creazioni, cercavano di incanalare nello spettatore i loro sentimenti ma non bastavano due attori, qualche tavola o cinque rime per farlo. Ci si poteva provare, ma non sarebbero mai stati gli stessi sentimenti che provava l'autore mentre ideava la sua opera. Non tutti riuscivano a precepire la sottigliezza di una critica nel dipinto di un fiore o l'amore di un regista attraverso i monologhi dei suoi protagonisti. Nemmeno un poeta riusciva: la poesia prima di venire compresa, veniva interpretata ed assumeva un valore personale per il lettore.
   Antemia era una persona abbastanza aggressiva, anche se non lo dava a vedere. Si sedeva alla sua scrivania, massacrata di macchie di inchiostro e fogli sparsi, ed imponeva alla carta di focalizzare l'attenzione di un futuro lettore su un concetto. In genere iniziava coi dati temporali. Deciso e trascritto che era la notte di un inverno di cento anni fa, lasciava che fossero gli occhi della sua immaginazione a guidarla nella descrizione del paesaggio innevato dietro la finestra di una casa malmessa persa nel nulla, illuminata solo dalla piccola fiamma al finale della coda di un Charmander chino su una sagoma distesa su un tappeto dai motivi geometrici, permetteva all'istinto di descrivere il tremolio della preoccupata figura che per permettere al lettore di immergersi nella vicenda improvvisamente ma a malavoglia si alzava, sorprendendo il Pokémon che stava al suo fianco, per poi dirigersi verso un armadio in legno nella penombra e moribonda appropriarsi dell'unica coperta al suo interno da aggiungere alla pila che la figura si era creata da sola per sopravvivere al freddo delle montagne sulle quali presto sarebbe sorta Roteolia.
   Concedeva al lettore di immaginare l'aspetto del suo personaggio fino ad una futura descrizione, ma lo costringeva a provare la curiosità dell'innocente Charmander ed il freddo ed il senso di solitudine di una macchia nera che si muoveva per una stanza quasi del tutto buia, lasciava intuire una volontà di vita e non la disperazione e l'arresa alla crudele aria gelida che la attanagliava. Il lettore di una storia si trovava incatenato alle frasi che andavano costruendo periodi ed infine vortici di vicende. Non scriveva necessariamente di azioni e non accompagnava la crescita dei personaggi. Antemia non scriveva per raccontare ma per trasmettere, anche a costo di infilzare con una lama fatta di punti l'anima di chi seguiva con lo sguardo le file di lettere.
   Immergersi in se stessa per riuscire a far immegere gli altri nelle sue perversioni era un'attività che portava con sé più magia di uno strato di acrilico che diventa ombre e luci, più di una sonata sotto la pioggia o dell'amore da bambini. Più magico di un bambino portato via da un Drifloon.
   E per questo, nonostante amasse l'arte, la sua espressione preferita restava la scrittura.


 
Soundtrack(s); kire carry on (miku hatsune), harajuku ihayoi (kyary pamyu pamyu). fuyu chi??? ma fuyu cosa???? ma pokémon de che?? ma cos'è efp? faN FICTION???? ma che parole mistiche, ma chi le conosce?
ok va bene, sono vivA SEZIONE DEI POKE'MON, TI SONO MANCATA, POPOLO?? se devo essere sincera, popolo, tu non mi sei mancato. non mi piacevi prima, non vedo perché dovresti piacermi ora. non entro qui da tipo sempre, non so nemmeno se andy black ed altri utenti che spuntavano a caso un anno e passa fa siano ancora vivi. però dopodomani sono ben 4 anni dalla mia iscrizione ad efp e mi pareva brutto non pubblicare sul fandom su cui ho iniziato (con una fan fiction sulla scrittura fra l'altro). Correva L'Anno 2013 Ed Ero Una Bambina Tenera E Carina adesso è il 2017, non c'è yaoi datato dal 2012 in poi che non mi sia passato per mano e sono depressa 24/7 (poi per un secondo mi ricordo che esiste la ragazza che amo e mi deprimo di nuovo rip). e nel frattempo ho pure scoperto l'idol hell e nulla, di quella Bambina non è rimasta nemmeno la B, però, carineria e bimbominkiaggine a parte, qualcosa di immutato è restato.
amo scrivere. ora per motivi più che altro tecnici non scrivo quasi nulla (e perlopiù scrivo roba nsfw commissionata da gente scema, v. lucy), quindi mi sono spostata verso il disegno in cui, a tentoni, mi destreggio. cerco un metodo alternativo alla scrittura per sfogare la mia frustazione e le mie emozioni. il problema è però che oggi ho preso matita e foglio e non sono riuscita a sfogare la mia necessità, non ci sono mai davvero riuscita. mi sono chiesta se davvero scrivere queste piccole riflessioni su personaggi appartenenti ad un franchise come i pokémon ed altre serie legate al panorama nipponico sia la mia unica liberazione, se mi basta davvero così poco ed allo stesso tempo necessito così tanto di incanalare in loro le mie turbe mentali. la risposta è . siano personaggi fittizi o meno, devo scrivere. il motivo non mi è chiaro, ho provato a picchiettarlo sulla tastiera (usurata e troppo dura) del mio vecchio a53b, finendo per sminuire le altre arti tramite l'ingenua violenza di antemia. non l'ho fatto perché penso davvero le altre arti siano inferiori alla scrittura; è uno sfogo, una riflessione, una personalissima opinione senza valore che però volevo condividere per far sapere che amo scrivere, scavando in me stessa, grattando la superficie e spiattellare il tutto in faccia ad u povero malcapitato di turno.
avrei potuto pubblicare una versione più lunga e completa, ma nessuno l'avrebbe mai letta quindi ccontinuerò a lavorarci per conto mio e se mai senitrò la necessità, ma non la sentirò, cancellerò questa versione e publicherò l'altra.
vi prego di perdonare l'eventuale e non voluto ooc, ho sempre avuto quest'immagine di antemia che però nessuno condivide con me quindi, che ne so, magari mi sbaglio io. questa fana fiction, infatti oltre che essere quanto detto prima è anche la mia visione d un personaggio in cui non posso far a meno di rispecchiarmi in buona parte.
spero abbiate gradito se siete veramente arrivati fin qua (congratz) e, forse, alla prossima!
   
 
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