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Autore: blueneighbourhood    17/01/2017    9 recensioni
Trovare l'amore in un programma televisivo per una persona che non credere al destino è pressoché impossibile, ma The Perfect Match non è un programma come gli altri.
Oppure, la Uomini & Donne AU di cui tutti avevamo bisogno.
[27K.]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno! Indovinate chi è tornato?! Ebbene sì, proprio noi!
Quest'AU meritava di vedere la luce perché il mondo meritava di averla. E quindi noi l'abbiamo scritta!
La storia contiene scene di bottom!Louis - perché come al solito io (Simona) non ho dato molta scelta a Christa (che ringrazio perché scrive sempre queste cose belle con me, si prende cura dello smut che io ho paura di scrivere, mi sopporta, mi vuole bene, etc).

La dedichiamo alla nostra amica Federica che voleva questa AU più di ogni altra persona che conosciamo, perché ci vuole bene e commenta sempre con noi questi programmi trash - tranquilli, lei ama anche i documentari su Netflix.

Speriamo di leggere recensioni positive (e non, non ci offendiamo) e potete trovarci soprattutto sui nostri twitter che sono @blaahsimmi & @burningraynes - buona lettura!




 
Trovare l’amore non è cosa semplice.
Farlo in un programma televisivo è anche peggio.

Trovare l’amore in un programma televisivo per un persona che non crede al destino è pressoché impossibile.

Ma
The Perfect Match non è un programma come tutti gli altri.

Perrie Edwards non è una ragazza comune ma questo lo si deduce facilmente dai boccoli color lavanda che le ricadono morbidi sulle spalle, illuminandole gli occhi azzurri come il cielo limpido di quella mattina.
 
Indossa la sua inseparabile pelliccia rosa – perché è quasi la fine di Dicembre  e il clima di Londra non è poi così clemente con i suoi cittadini in quel periodo dell’anno.
 
Sorseggia il suo tea al matcha tamburellando la punta delle unghie laccate di rosso contro la superficie metallica del tavolino al quale è seduta.
 
Come al solito, Louis arriva in ritardo.
 
Non dovrebbe sorprendersene ormai, così come non dovrebbe neanche tentare di fingersi offesa perché Louis è in grado di guadagnarsi un suo sorrisetto con una semplice battuta. E’ alquanto odioso quanto sembri facile per lui conquistare le persone.
 
“La finirai mai di arrivare in ritardo? Inizio a pensare che si tratti di una qualche malattia cronica arrivati a questo punto” lo punzecchia prendendo un sorso della sua bevanda ancora bollente.
 
“Mi vuoi bene comunque, però” ribatte lui con un sorrisetto tronfio stampato sul volto.
 
“Purtroppo sì” ammette lei semplicemente.
 
“Allora, come vanno le cose a lavoro?” chiede curioso prendendo un sorso di tè nero dalla sua tazza. E’ un delizioso bar che hanno scoperto da qualche settimana, e dove sono soliti fare colazione quando il lavoro glielo permette.
 
“Tutto bene – uhm – abbiamo quasi finito con le registrazioni della prima parte. Siamo alle puntate finali ormai, domani registriamo l’ultima con Sarah..”
 
“Sono sicuro che sceglierà Matthew” sentenzia il ragazzo sicuro lasciando cadere l’ennesimo cucchiaino di zucchero nella sua bevanda.
 
“Non dovrei dirlo a nessuno al di fuori dello studio ma tu sei tu e quindi... Sì mi ha detto che sarà la sua scelta” rivela
 
“SI!” esclama contento lui. “Che c’è?” chiede notando l’occhiata curiosa di Perrie. “Ho fatto il tifo per loro due dalla prima puntata, lo sapevo che avrebbe scelto lui” spiega soddisfatto.
 
“La scelta è abbastanza scontata, in effetti. Il suo percorso è stato abbastanza simile al tuo, in questo senso” dice arricciando il naso. “Sapevamo tutti quale fosse la tua preferenza, non eri poi così discreto a riguardo” confessa lei con un sorriso consapevole sulle labbra.
 
“Possiamo non parlarne?” domanda lui mentre un leggero rossore appare sulle sue guance, insieme ad una punta di malinconia nella voce.
 
“Sai, ancora non capisco perché tu non abbia detto la verità quando hai lasciato” riflette ad alta voce Perrie, e Louis non sa davvero quante altre volte ne hanno già parlato. “Hai fatto credere a tutti che fossi uno stronzo, che avessi trovato qualcuno al di fuori del programma quando sappiamo entrambi che non è la verità.” Louis ripensa a malapena alla sua esperienza a The Perfect Match perché ogni volta che lo fa si sente tremendamente in colpa e l’unica cosa che vorrebbe fare è fermare tutto e tornare indietro.
 
“Non potevo raccontare al mondo intero cosa stava succedendo, e continuo a non poterlo fare.” Sentenzia serio il ragazzo.
 
“A questo proposito – uhm – c’è una cosa che voglio dirti, non voglio che tu lo scopra dalla televisione” dice cambiando improvvisamente tono. “Da Gennaio, Harry sarà il nuovo tronista del programma” rivela tutto d’un fiato.
 
Louis non crede di aver capito bene.
 
Inarca un sopracciglio confuso. “Cosa?”
 
“Gliel’hanno proposto poco dopo la fine del tuo percorso e lui si è preso del tempo per pensare. Abbiamo già registrato qualche puntata, e ho pensato che tu dovessi-“
 
“Ha voltato pagina in fretta” è l’unico commento che si lascia scappare. È teso, confuso ed anche un po’ deluso. Pensava ci fosse qualcosa tra loro, qualcosa di reale; Louis sa di aver sbagliato ad abbandonare il programma in quel modo ma non riesce a nascondere il fastidio che quella notizia gli provoca.
 
“A cosa stai pensando?” domanda Perrie cercando di catturare la sua attenzione.
 
“A tutto e niente in realtà” confessa stringendo la tazza tra le dita con troppa forza, lo sguardo fisso nel vuoto. “Insomma, non è un po’ presto? So di aver lasciato il programma nel peggiore dei modi ma…” credevo di contare qualcosa per lui, vorrebbe dire ma si morde la lingua.  
 
“Lo sai come funzionano le cose, Lou” c’è una cosa che Perrie non ha mai ben digerito, nonostante lavori nella redazione di The Perfect Match fin dalla prima edizione: odia vedere finire delle potenziali relazioni – o meglio, non sopporta di vedere due persone completamente prese l’una dall’altra che non si scelgono. “Mi è capitato di parlare con lui una volta o due da quando…” finisce per schiarirsi la voce pur di non terminare la frase. “È ancora scottato da quello che è successo. Non so come farà ad uscire con altri visto che è ancora davvero preso da te, anche se non vuole ammetterlo”
 
“Perrie..” Louis vorrebbe rimproverarla, in qualche modo, vorrebbe dirle che le sue parole sono fuori luogo, che non dovrebbe dirglielo ma non riesce a non abbozzare un sorriso timido e compiaciuto quando la ragazza pronuncia quelle parole.
 
“Perché non torni per corteggiarlo?” la domanda lascia la sua bocca senza che lei ci abbia davvero riflettuto abbastanza; in questo, loro due sono piuttosto simili.  
 
Louis si prende un paio di minuti prima di risponderle. “Non credo sia una  buona idea.”
 
“Gli piaci molto, Lou, e non ha smesso di pensare a te, non lo dice ma lo sappiamo tutti lì dentro. Almeno quanto lui piace a te..” continua Perrie arricciando la punta del naso.
 
“Perché iniziare un nuovo trono, allora?”
 
“Perché è Harry. È giovane e ci ha pensato molto, e sono piuttosto certa che stia facendo tutto questo per ottenere una tua reazione, per quanto sbagliato possa essere” commenta seria. 
 
Louis resta in silenzio. L’idea che Harry possa fare tutto questo solo per farsi notare da lui, per ottenere una sua reazione lo lusinga, non riesce a mentire a sé stesso. Sa anche che quella di Perrie è un’idea davvero pericolosa.
 
Per Harry. Per lui. Per tutti in quello studio.
 
 Crede davvero che questa sia la peggiore idea del secolo in corso.




Harry non sopporta i cambi di turno a lavoro, crede che siano un enorme perdita di tempo — se questo ragionamento ha senso. Non osa lamentarsi, però, perché pensa che il suo capo ha avuto fin troppa pazienza con il suo andirivieni degli ultimi mesi.
 
Rientrare a lavoro dopo l’esperienza a The Perfect Match era stato piuttosto strano, soprattutto quando si accorgeva dello sguardo fisso dei suoi clienti su di lui, o dei commenti sottovoce delle signore sedute al bancone.
 
Quel Louis è stato proprio sciocco a farselo scappare.
 
Ma quello è il corteggiatore di The Perfect Match.
 
Erano i commenti più frequenti ma dopo un paio di settimane, ci aveva già fatto di nuovo l’abitudine.
 
E adesso si trova a lasciare di nuovo il suo lavoro — per lo stesso motivo.
 
Fortuna che il suo capo è anche il suo migliore amico.
 
Liam Payne ha la sua stessa età, si conoscono da quando entrambi ne hanno memoria. Si sono trasferiti insieme a Londra subito dopo il diploma, non hanno lavorato insieme fin dall’inizio, però, perché Harry ci ha provato davvero a proseguire i suoi studi: si era iscritto alla facoltà di lettere di Londra, senza ottener grandi risultati. Liam gli ha semplicemente offerto un lavoro di ripiego mentre cerca di capirci qualcosa del suo futuro.
 
Nel frattempo, ha deciso di ripresentarsi a The Perfect Match — come tronista questa volta.
 
“Ti manca molto, Haz?” la voce di Liam risuona nella stanza riscuotendolo dai suoi pensieri. 
 
È da circa mezz’ora che Harry è immerso nei suoi pensieri e si ritrova a passare un panno umido sullo stesso punto del bancone con fare distratto. “Uhm... Ho quasi finito” risponde cercando di tornare alla realtà. 
 
“È tutto okay? È da stamattina che sembri da un’altra parte con la testa” riflette ad alta voce il maggiore, muovendo alcuni passi verso di lui.
 
“Si è — va tutto bene” cerca di suonare convincente ma sa bene che può mentire a chiunque, ma non al suo migliore amico.
 
“Sei preoccupato?”
 
“Iniziano a trasmettere le puntate a metà gennaio, mi ha chiamato la redazione stamattina” rivela incerto.
 
“Qual è il problema?” domanda il ragazzo mettendosi a sedere sul bancone con una leggera spinta delle gambe.
 
“Non lo so, io —“ lascia andare il panno umido contro la superficie sospirando rumorosamente. Odia i suoi pensieri ultimamente. “Credi — credi che vedrà il programma?”
 
“Pensi ancora a lui, mh?”
 
“Non so smettere, Lì” confessa colpevole abbassando lo sguardo verso il pavimento.
 
“E — e sei sicuro di voler fare questa cosa?”
 
“No, ma devo provarci” rivela sincero. Ci sono cose che Harry ricorda perfettamente di quell’esperienza: il disappunto, la delusione, la rabbia ed i suoi occhi celesti feriti. Ha paura di provarle ancora ma, soprattutto, ha paura di non trovare la risposta alle sue domande. “Pensi che stia sbagliando?” domanda.
 
“Non penso che tu stia sbagliando, no! Però vorrei vederti sicuro di quello che stai per fare, però, e non credo che tu lo sia” riflette il più grande sistemando un lembo della sua camicia che ricade disordinatamente fuori dai suoi jeans chiari.
 
“Ho bisogno di fare questa cosa, Lì” Harry è sempre stato un tipo molto riflessivo, non è da lui fare qualcosa senza averci almeno pensato una decina di volte. La verità è che Harry non sa bene perché ha deciso di partecipare di nuovo al programma, c’è qualcosa che l’ha spinto ad accettare la proposta della redazione e vuole credere al suo istinto — almeno per una volta.




Louis tamburella con le dita sulla scrivania del suo ufficio, nervoso.

La sua pausa pranzo termina in 10 minuti, e tutto quello che ha ingerito è una caramella alla menta e mezza tazza di tea, che ormai fredda giace sul legno bianco, accanto alla tastiera del suo computer.

Fa un sospiro e si rigira il telefono tra le mani,  poi si decide a comporre il numero di cellulare di Perrie.

“Sono Perrie! Al momento non posso rispondere, lasciatemi un messaggio con il vostro numero di telefono dopo il beep e vi richiamerò.”

Louis sospira. “Hey Perrie, sono Louis! Volevo parlarti, ho delle domande riguardo quella cosa. Puoi richiamarmi appena ascolti il messaggio? Il mio numero lo hai.”

Appoggia il cellulare davanti a lui e si guarda intorno: aveva passato la mattinata a pensare all’eventualità di farsi vivo con Perrie, e quando ha preso coraggio gli era sembrato solo di star per commettere un enorme, gigantesco errore.

Il suo cellulare comincia a vibrare dopo neanche trenta minuti dalla sua chiamata. “Hey, Pez.”

Sa che Perrie, dall’altra parte del telefono, sta sorridendo. “Fammi tutte le domande che vuoi e avrai tutte le risposte che posso darti” dice allegra come al suo solito. Louis sospira, “sono un po’ di domande” confessa, e lei mormora un “mhm” di assenso, così il ragazzo prende a parlare.

“Ha detto che ha già cominciato, eh?” chiede e Perrie non esita a rispondere, “circa quattro settimane fa. Ha ristretto la scelta a due ragazzi, però” dice e lui annuisce, anche se sa che lei non può vederlo, “e quante volte sono usciti?”

“Tre volte con uno, quattro volte con l’altro. Questo è l'unico problema?” ribatte Perrie, e Louis ride. “Ti piacerebbe, eh Edwards?”

La ragazza sospira, “sono convinta che se tu ti presentassi in una registrazione, non ti manderebbe via. Abbiamo dovuto convincerlo molto per, uhm, prendere il tuo posto” confessa poi.  “Purtroppo è Jesy che si occupa di lui, lo sai! Però...”

“Però?” chiede Louis, ansioso. Perrie fa una pausa, “Louis, so che non dovrei dirtelo perché va contro il programma, però non penso che Harry sceglierà una delle persone sedute lì per lui, perché la sua testa è ancora a quando hai lasciato il torno.”

Louis fa un sospiro, “okay.”

Perrie fa un verso, simile ad uno squittio. “Davvero?”

“Sì. Io... Mi piaceva davvero. Piace, davvero” dice e Perrie rimane in silenzio per un attimo, per poi rispondere con un “lo so” convinto.
“Quindi? Come funziona, ora?” chiede poi Louis, guardando fuori dalla finestra del suo ufficio. “Fammi pensare,” dice Perrie che poi canticchia per qualche secondo, prima di rimanere completamente in silenzio.

“Devo parlare con gli altri della redazione ed Eleanor, ma penso che la cosa si svolgerà in questo modo,” dice sicura, “lunedì registriamo, puoi sicuramente venire già quel giorno. Non possiamo accennare nulla ad Harry, quindi la reazione che vedrai sarà del tutto genuina. In caso non dovesse essere delle migliori, possiamo sempre interrompere le riprese.”

“Hai detto che...” prova a dire Louis, ma Perrie lo interrompe. “So che cosa ho detto, ma sai meglio di me com’è Harry quando è nervoso.”

Louis sospira, così Perrie riprende a parlare. “Sicuramente ti chiederà di rimanere, devi metterlo in conto per il lavoro e... Il resto” esclama, “comunque sai già come funziona, non devo dirtelo io. Per quanto ne sappiamo, potrebbe decidere di andare via con te appena scendi le scale.”

“Dubito.”

Dall'altro capo del telefono, Perrie alza gli occhi al cielo, “ti invierò una mail più tardi, dopo aver parlato con gli altri. Ci vediamo lunedì?” chiede poi. Louis alza gli occhi al cielo, “a lunedì, Pez” esclama poi. Perrie gli manda un bacio attraverso la cornetta del telefono, e Louis attacca il telefono.

È molto poco convinto.




Lunedì arriva in fretta, e mentre Louis guida verso gli studi televisivi dove The Perfect Match viene registrato, un po’ spera che gli si buchino le gomme.

L’idea di rivedere Harry gli fa venire da vomitare: non c’è stato un giorno, nelle settimane dopo che è stato costretto ad abbandonare il programma, in cui non abbia pensato a lui.

Quando parcheggia, fa un respiro profondo e decide di scrivere un sms a Perrie. Credo di averci ripensato, digita appoggiando la testa al volante.

La risposta della ragazza arriva cinque minuti dopo, ed è lei che bussa al finestrino della macchina, sorridendo.

“Su Tomlinson,” dice quando Louis abbassa il finestrino, “iniziamo tra mezz’ora e dobbiamo farti cambiare e sistemare quei capelli. Dovresti dormire di più” esclama.

La verità è che Louis è l’unico che non pensa che Harry potrebbe essere felice di rivederlo.

Guarda Perrie in silenzio e decide di seguirla in silenzio, perché sa che ribattere sarebbe inutile.

La prima persona conosciuta che vede dentro gli studi, mentre Perrie lo accompagna in silenzio al camerino, è Eleanor. Lei lo abbraccia subito, e Louis nota come il suo profumo non sia cambiato nelle settimane in cui non si sono visti.

“La mia presentatrice preferita” esclama Louis e lei sorride, “come stai Lou?” chiede poi, con lo sguardo dolce. Il ragazzo alza le spalle, “ho la consapevolezza che potrebbe arrivarmi il trono di Harry in faccia, quindi abbastanza nervoso.”
Eleanor ride. “Stai tranquillo, c’è un motivo se abbiamo accettato la proposta di Perrie” dice, “andrà tutto bene. Ci vediamo in studio, mhm?” chiede e poi lo avvicina per baciargli una guancia, “in bocca al lupo” conclude prima di salutarlo e sparire girando l’angolo nel corridoio.

Perrie lo guarda. “Cosa ti innervosisce?” chiede.

“Il fatto che sicuramente mi avrà rimosso e non vorrà vedermi, e che ha già solo due persone qui per lui, e... Tutto, in realtà” dice sincero e Perrie scuote la testa, “cambiati e poi passa da Leigh per i capelli. Fidati di me, andrà tutto bene” dice la ragazza, e Louis fa un sospiro e prega Dio che sia vero.



Harry è certo che ci sia qualcosa che non va. Seduto sulla sedia al centro dello studio, tra Chloe che è l’altra tronista e Taylor, si sente osservato da Jade e Perrie dietro le telecamere alla sua destra. Sa che dovrebbe concentrarsi e guardare il video del suo appuntamento con David, ma proprio non riesce a concentrarsi.

In realtà non è che David gli interessi poi troppo, però è un ragazzo carino.

Quando il video finisce, Harry si volta a sorridergli.
“Allora,” dice Eleanor osservandoli entrambi, “è stato un appuntamento dolcissimo ma so che entrambi volevate dire qualcosa” esclama. Harry e David si guardano, e annuiscono. Il primo a parlare è proprio il corteggiatore.

“Harry è un ragazzo meraviglioso e gli auguro tutto il bene del mondo, però...” David si volta a guardarlo, “diciamo che questa settimana ci siamo rivisti in camerino e siamo entrambi d’accordo sul fatto che siamo certi che non ci piaceremo mai nel senso in cui il programma prevede.”

Harry annuisce, e prende a parlare, “lui è davvero dolce e sono certo che troverà quello che cerca perché se lo merita, però non abbiamo fatto click come avremmo dovuto, o onestamente... Come ho fatto con Jeremy” dice Harry sincero.

Eleanor annuisce, “quindi David si sta eliminando?” domanda, e David annuisce, “però non sono io che mi sto eliminando, è una scelta comunque” dice alzandosi.

Parte a salutare da Taylor, che sorride dolcemente al ragazzo. Quando è il suo turno, Harry abbraccia forte David e lo ringrazia, e si risiede mentre lui abbraccia Chloe e gli augura buona fortuna e poi saluta Nick che gli sorride.
David è così gentile che si avvicina a Jeremy e saluta anche lui, prima di andare ad abbracciare Eleanor e sparire dietro le tende blu che portavano nel backstage.

Taylor prende subito parola, “scusami El, ma se è così vuol dire per Harry è rimasta solo una persona” esclama, ma Eleanor scuote subito la testa. “Se Harry è d’accordo, potrei far scendere una persona” dice.

Nick ride, “Harry sei un gran rubacuori” scherza, ed Eleanor sorride prima di riprendere a parlare, “tuttavia, Harry, ci rendiamo tutti conto che il tuo trono è cominciato già da qualche settimana.”

Harry annuisce, e Taylor prende parola, “in effetti sarebbe il corteggiamento più veloce della storia” nota e Eleanor sorride, riprendendo a parlare. “Quindi volevamo tutti sapere se per te andava bene far scendere qualcun’altro.”

Harry sospira. Forse dovrebbe scappare a gambe levate da quello studio, perché è chiaro che la fortuna non è dalla sua parte quando entra lì dentro.

“Uhm,” si morde il labbro, “non vorrei mancare di rispetto a Jeremy, però mi sembrerebbe stupido uscire da qui con lui senza conoscerci davvero” esclama, “quindi perché no?” domanda e poi annuisce.

Eleanor gli sorride, e Harry di nuovo nota Perrie e Jade fissarlo dai lati dello studio. Quando la musichetta che caratterizza il programma parte, lui picchietta a ritmo sul bracciolo della sedia, e come ogni volta pensa alle volte che è stato lui a scendere le scale. Ma chiaramente non è importante ora, perché spera che da quelle scale scenda qualcuno che riesca a fargli dimenticare la persona per cui le percorreva.

Quando alza la testa, però, Harry pensa di essere finito in un brutto scherzo: Louis sta scendendo le scale sotto gli applausi del pubblico e nonostante l’ “oh” esclamato da Taylor, non riesce a distogliere lo sguardo. I capelli sono sempre ordinati in un ciuffo e nonostante abbia addosso semplicemente una maglietta e un paio di jeans grigi, Harry non può fare a meno di pensare che sia bellissimo, molto più di quanto lo ricordasse.

Si alza, perché da prassi deve salutarlo e nonostante prima di lui ci sia Chloe, il profumo di Louis gli riempie le narici ed Harry vuole scappare.

“Hey, riccio” sussurra Louis abbracciandolo, e Harry non riesce a dire niente e si rende conto della cosa solo quando Louis è seduto su una delle sedie bianche.

“Dunque...” esclama Eleanor, ma Grimmy la interrompe, “chi non muore si rivede” dice acido e Louis sorride. “Grimshaw, so di esserti mancato in queste settimane. Mi hanno detto che a Natale hai pianto, perché non c’ero io sotto il tuo albero” ribatte Louis, e Harry vorrebbe tanto non ridere alla battuta ma non riesce a non farlo.

Harry prende la parola. “Beh, tra tutti gli scenari nella mia testa questo è proprio quello che meno mi ero immaginato” dice sincero, ed Eleanor sorride.

Perrie e Jade lo guardano preoccupato, e a loro si è aggiunta anche Jesy che però li osserva seria.

“Louis, vuoi dire qualcosa o...” chiede Eleanor. Louis annuisce, “è inutile che io mi presenti, credo” dice, “però se devo rinfrescarti la memoria...”

“Non fare troppo il simpatico, potresti stare seduto lì ancora per molto poco” dice Harry, e Louis si passa la lingua sulle labbra, “ciao anche a te, Haz” dice e poi sospira.

Harry sa benissimo che anche Louis è nervoso, ma non riesce a fare a meno di voler essere molto acido nei suoi confronti. Eleanor si accorge della tensione, e così si rivolge a Jeremy che esclama un “ho già perso in partenza, quindi” molto più divertito di quanto dovrebbe e Harry dovrebbe davvero, davvero voltarsi a guardarlo ma solo l’idea di rivedere Louis gli fa sentire le farfalle nello stomaco.

Se ci fosse Liam, probabilmente gli tirerebbe un pugno.

“Non è vero,” si sforza di dire e Louis alza gli occhi al cielo. Taylor lo osserva, e lui le fa l’occhiolino.

Taylor è sempre stata dalla parte di Louis, in un modo o nell’altro.

“Perché hai deciso di tornare?” chiede Eleanor e finalmente Louis si fa serio. “Sono qui perché sono consapevole di aver fatto un grave errore l’altra volta, e di non essermi per niente spiegato come avrei dovuto. E soprattutto, di aver mancato di rispetto a tutti voi della redazione, e in special modo ad Harry che era il corteggiatore che mi interessava di più.”

“Ma hai lasciato il trono senza dare troppe spiegazioni” dice Taylor e lui annuisce, “e sono sicuro che se potrò rimanere darò tutte le spiegazioni del merito. Se Harry è d’accordo, ovviamente.”

Harry sospira, e guarda Eleanor che aspetta una risposta. “Prima di scegliere posso parlare con lui, alla fine della registrazione?” domanda e Eleanor cerca Jade con lo sguardo. Lei annuisce.

“Perfetto” esclama lei, e Jeremy alza gli occhi al cielo prendendo la parola. “Harry, onestamente non mi sembra giusto. Ti ha già preso in giro una volta e...”
“Amico, parla delle cose che conosci” lo mette in guardia Louis. Harry lo ignora, e decide di rispondere a Jeremy con un generico “tutti meritano una seconda possibilità, e non è neanche detto che Louis la avrà” che mette a tacere il ragazzo.

Quando Eleanor decide di passare a parlare di Chloe, Harry tira un sospiro di sollievo e ancora incredulo tenta di concentrarsi su altro.




Louis è nervoso.
 
Anzi, forse nervoso non è la parola giusta.
 
Rientrare in studio l’ha reso nervoso. Rivedere Taylor e Nick e le loro facce giudicatrici, l’ha reso nervoso. Rivedere Harry, poi, l’ha reso super nervoso.
Ora Louis è ansioso, e quando le telecamere entrano nel suo camerino, seguite da Harry che lo guarda curioso, lo è ancora di più.

“Allora...” esordisce Harry, sedendosi sul bracciolo del divano arancione all’interno della stanza. “Come stai?” chiede.

Harry è ancora più bello di quanto Louis ricordasse, e l’unica cosa a cui riesce a pensare è che non è giusto che sia così.

“Ho passato momenti migliori onestamente” dice sincero, “tu?” chiede a sua volta e Harry si passa la lingua sulle labbra, prima di rispondere un “tutto bene” poco convinto. Rimangono in silenzio a studiarsi per qualche secondo.

“È bello vederti” confessa Louis, e Harry alza lo sguardo incrociando i suoi occhi. “Perché sei venuto, Louis?” domanda poi secco e il ragazzo è sorpreso dal suo stesso tono di voce.

Louis, invece, è sorpreso dalla freddezza del ragazzo davanti a lui.

“Perché mi sono reso conto che avrei potuto fare le cose in modo diverso.”

Ed è la verità: Louis avrebbe voluto dire la verità ad Harry, ed è certo che se l’avesse fatto ora le cose sarebbero diverse. Sicuramente sarebbero una coppia, e una di quelle bellissime che si vedono solo nei film che fanno piangere sua sorella Fizzy e sa che Harry gli sarebbe stato vicino.

Ma è anche consapevole che chiedere certe cose ad una persona, all’inizio di una relazione, è troppo. Anche per qualcuno con un cuore grande come Harry.

“Lo hai già detto. Ma qual è la verità?” insiste Harry, e Louis sospira prima di riprendere a parlare, “la verità è che in queste settimane ho pensato molto a te, più di quanto mi piacerebbe ammettere” confessa. Harry non dice niente.

“E sono consapevole che ci metterai un sacco di tempo a fidarti di nuovo di me, ma non sono riuscito a cancellare tutto quello che c’è stato tra noi in poche settimane.”

Harry lo guarda, “ma hai lasciato il trono dopo otto appuntamenti con la scusa di...”

“So che cosa ho detto, e non era vero. Mi dispiace tanto, riccio.”

Harry alza gli occhi al cielo, “non chiamarmi riccio.”

“Perché?”

“Perché è un soprannome affettuoso e non dovresti essere affettuoso, perché altrimenti starebbe a dire che puoi rimanere.”

Louis lo guarda, speranzoso ed Harry scuote la testa. “Non ho ancora deciso, perché non so se sei sincero.”

Il riccio fissa Louis, che sospira. “La verità è che non ho lasciato perché tu non mi piacessi, ma perché...”

“Perché?”

“Non mi va di dirlo ora, in realtà. Però Harry, puoi chiederlo a chiunque qui dentro, tu mi piacevi davvero. Mi piaci, davvero. E so di meritarmi una seconda possibilità, perché so che saremmo grandiosi insieme.”

“Non giochi da solo, questo lo sai vero?”

“Jason non sarà un problema.”

“Si chiama Jeremy.”

Louis sorride, “non mi interessa come si chiama. Mi interessi tu.”

Harry lo guarda e fa un sospiro, poi si morde il labbro inferiore pensieroso. “Devo rifletterci.”

“Ma...”

Harry si alza, “non è un no, okay?” dice serio, “tra tre giorni registriamo di nuovo e ti darò una risposta.”

“Okay, riccio. Posso abbracciarti?” chiede e Harry un po’ titubante annuisce.

Quando Louis gli sussurra un “mi sei mancato” nell’orecchio, Harry si sente bene come non si sentiva da settimane.




L’ufficio quella mattina è stranamente silenzioso, fortunatamente. O almeno lo è fino a quando Niall non entra nel suo raggio visivo.
 
“Hai chiamato Reneè? La riunione di lunedì è stata rimandata a data da destinarsi, questo è un disastro!” entra nel suo ufficio senza tante cerimonie, lasciandosi alle spalle il tonfo della porta che sbatte contro il suo stipite.

Niall è decisamente diverso da lui: è irlandese, per prima cosa, e non ha bisogno di diecimila caffè prima di iniziare una conversazione, al contrario di lui. 

“Buongiorno a te, Horan” soffia rassegnato. Si passa una mano contro le tempie, ben consapevole della bufera di parole che il suo compagno di lavoro sta per vomitargli addosso.

“Dobbiamo assolutamente chiamare Reneé, Lou! Non possiamo permetterci che quella riunione venga rimandata!” esclama prendendo posto sulla sedia di pelle sistemata di fronte alla sua scrivania.

“Me ne sto occupando, l'ho chiamata stamattina ma scatta sempre la segreteria” rivela il ragazzo.

“Non poteva aspettare un paio di mesi prima di sposarsi?” esclama Niall passando due dita sotto il nodo della cravatta, allentandolo leggermente. Louis ricorda bene il giorno in cui aveva assunto Reneé come sua segretaria, tre anni prima, così come ricorda il giorno in cui gli aveva annunciato delle sue imminenti nozze due mesi prima.
 
Adesso era partita per il suo bellissimo viaggio di nozze, lasciandoli in balia del vento; avrebbe potuto assumere qualcuno per sostituirla temporaneamente e probabilmente sarebbe stata la cosa migliore per tutti, il problema è che Louis si fida soltanto di lei e preferisce svolgere le mansioni della sua segretaria al posto suo per un breve periodo di tempo, piuttosto che istruire qualcun altro.
 
Ma adesso che doveva tornare a registrare le puntate di The Perfect Match – ammesso che Harry accetti la sua richiesta – rende tutto più complicato.
 
Ha cercato di non pensare a lui negli ultimi giorni, ma l’attesa lo rende praticamente impossibile; è che Louis non sa davvero cosa aspettarsi da Harry, è sempre stato imprevedibile ed è probabilmente la cosa che più lo ha incuriosito di lui quando era lui quello sul trono tra i due.
 
“Louis, mi stai ascoltando?” la voce di Niall sembra calma, eppure Louis lo conosce così bene da notare una punta di agitazione.
 
“Si, uhm, è tutto sotto controllo, Niall, davvero. Me ne occuperò io quando risponderà alle mie chiamate” dice serio cercando di rassicurarlo, mentre si sistema sulla poltrona diventata improvvisamente scomoda.

Dannazione, Harry Styles.
 
“Niall, c’è una cosa di cui vorrei parlarti” comunica facendosi improvvisamente più serio; riesce a catturare la sua attenzione immediatamente perché lo vede inarcare un sopracciglio con fare confuso. “Torno a The Perfect Match, se Harry mi accetterà.”

La verità è che Louis non ha davvero programmato di non dire la verità a Niall: è che è successo tutto così velocemente che non ha davvero avuto il tempo di farlo. E poi, voleva esserne davvero certo prima di dirlo a tutti.

“Finalmente! Cosa aspettavi a dirmelo?” esclama sollevato il biondo sciogliendosi in una smorfia furba.

La bocca di Louis si apre in una O stupita. “Aspetta, tu lo sapevi?” domanda secco.
“Beh, ci sono diversi siti dove ragazze che assistono alla registrazione scrivono quello che è successo e...”

Niall.

Ma c’è una cosa che non gli torna. “Posso sapere perché leggi certe cose?” chiede arricciando le sopracciglia.

“Uhm, diciamo che quando ho scoperto che Harry era il protagonista, ero davvero curioso di sapere come sarebbe andata a finire” spiega lui accavallando le gambe e portando la caviglia destra sul ginocchio destro.

“Non posso credere a quello che sto sentendo” confessa lui sotto shock.

“Oh, andiamo! E’ divertente, e poi Harry è davvero un bravo ragazzo.” Commenta Niall sincero.

“Questo lo so, Niall” dice severo.

“Ma adesso si fa tutto più interessante” dice lui divertito. “Ho sempre fatto il tifo per voi due, non fartelo scappare di nuovo” confessa con un sorriso sghembo.
 
Per una volta, Louis è d’accordo con lui.




Quando entra in casa, Harry è psicologicamente sfinito.

La giornata non è andata esattamente come si aspettava, e vorrebbe tanto chiamare sua sorella Gemma e chiederle consiglio. Un consiglio che, lo sa benissimo, non seguirà perché in cuor suo ha già una decisione in testa. Se non fosse estremamente poco leale nei confronti di Jeremy e tutta la produzione, probabilmente nella sua testa la scelta è anche già stata fatta.

Non dovrebbe permettere a Louis di tornare nel programma per lui, e nella sua testa Harry ne è consapevole, così come è consapevole che se la prima volta non è andata bene, e la seconda volta non andrà meglio.

Nella testa sente già il tono preoccupato di sua madre e se si concentra riesce a vedere anche lo sguardo di disapprovazione di Gemma.
L’idea di essere umiliato da Louis una seconda volta non lo entusiasma, soprattutto perché ogni volta che col pensiero torna al momento in cui Louis, durante una registrazione, annuncia a tutti senza neanche un tremolio nella voce che aveva scelto di abbandonare il trono, ad Harry si chiudeva lo stomaco.

Quando Liam, Sophia e Gemma lo avevano spinto a presentarsi come corteggiatore a The Perfect Match, Harry non aveva la più minima intenzione di farlo. Primo, perché era convinto che sarebbe stata una perdita di tempo, secondo perché l’idea di andare in televisione non lo entusiasmava e terzo perché non credeva che fosse possibile prendersi una sbandata per qualcuno vedendolo per due ore massimo, due volte a settimana.

In più, Harry ne era sicuro, non aveva assolutamente bisogno di un ragazzo. Però poi aveva visto Louis, e ironia della sorte Harry aveva perso la testa per lui.

Decide di scrivere comunque a Gemma.

Hey Gems, come va?

Si sdraia sul divano, e prendendo il suo portatile dal tavolino nero che si trovava lì vicino.

Tutto okay, fratellino. Perché me lo chiedi? È la risposta di Gemma, ed Harry sorrise accendendo il computer.

Oggi durante la registrazione, David è andato via!

La risposta di Gemma è immediata. Mi dispiace, Haz! So che ti piaceva! Quindi hai scelto Jeremy?

Harry alza gli occhi al cielo, Louis è tornato al programma. Per me, credo.

La chiamata di Gemma arriva molto più tardi rispetto ai dieci secondi che Harry aveva preventivato.

“Come sarebbe a dire che Louis è venuto alla registrazione? Ci hai parlato?” chiede, senza neanche salutarlo. Harry sospira. “Certo che ci ho parlato, le ragazze della redazione ed Eleanor mi hanno chiesto se per me è okay, che rimanga come corteggiatore.”

“Cosa? Immagino tu abbia detto di no.”

Harry sospira, e Gemma riprende a parlare. “Harry...”

“Mi ha dato delle risposte convincenti, okay? E non ho ancora deciso.”

Stavolta quella a sospirare è Gemma. “Com’è andata?” chiede rassegnata mentre suo fratello dall’altro capo del telefono sorride, “è sempre uguale. Ha fatto in modo di sembrare più serio. Ed è ancora bellissimo” ammette.

“Harry, per amor del cielo. Jeremy è perfetto per te! Educato, bellissimo, fa un buon lavoro...”

Harry interrompe subito sua sorella, “non ho detto che tra tre giorni, alla prossima registrazione, sceglierò Louis! Solo che mi ha fatto piacere che sia venuto, e che si sia scusato. E poi comunque Jeremy lo conosco poco. E se in realtà è un serial killer?” chiede. Gemma ride, “fa il pediatra. Quante probabilità ci siano che sgozzi la gente?” domanda di rimando lei, ed Harry sospira.

“Quando corteggiavo Louis ero così concentrato su di lui che non mi sono neanche accorto che non provava davvero qualcosa per me. Non voglio fare lo stesso con Jeremy.”

Gemma non può che dargli ragione, “giuro che se fa ancora scherzi io...”

“Lo so, Gems. Grazie di aver chiamato. Ti voglio bene, non ti preoccupare, okay?” chiede Harry e sua sorella ricambia l’affetto e attaccano il telefono, con la promessa di Harry di chiamare loro madre per raccontargli tutto.

Harry è certo che seguirà il consiglio di sua sorella e chiamerà sua madre, ma è più forte di lui: entra sul sito ufficiale del programma, e già mentre digita theperfectmatch.com/episodes sa che il suo umore sta per diventare improvvisamente pessimo.

In più, quando clicca deciso sull’episodio in cui Louis comunica a tutti che se ne sarebbe andato senza scegliere, diventa anche triste.
Durante le vacanze di Natale, Harry aveva rivisto l’episodio più e più volte, senza darsi una motivazione per cui Louis aveva preso quella decisione. La verità è che anche durante l’episodio, non aveva dato una ragione poi così valida ed era rimasto molto sul vago.
Aspetta che si carichi l’episodio e sospira.

“Louis, ora dovremmo vedere il tuo appuntamento con Luke e poi quello con Harry, ma abbiamo già parlato molto stamattina e credo sarebbe meglio cominciare dalla tua comunicazione” esclama Eleanor.

Louis ha chiaramente la testa altrove, ma annuisce.

“Innanzitutto voglio dire che questa decisione non è presa con leggerezza, e che sono grato a te, Eleanor, per avermi dato questa possibilità! E poi ovviamente volevo ringraziare tutte le ragazze della produzione, e anche se chiaramente non ci stiamo poi così simpatici, Taylor e Nick, ma...”

Louis guarda Harry, e poi si volta verso Luke e Cameron, gli altri due corteggiatori.

“Siete veramente tre ragazzi meravigliosi. Bellissimi, e divertenti, ed educati e sono sicuro che troverete qualcuno adatto a voi, ma...”

Si volta verso Harry, “Haz, nell’esterna che avremmo dovuto vedere ora sono stato veramente bene. Tu sei praticamente perfetto” dice. Harry gli sorride, e poi lui si volta verso gli altri due corteggiatori, “Luke, Cam... Voi siete dolcissimi e sono stato veramente bene con voi.”

Eleanor cerca di sorridere.

“Tuttavia, non sono convinto che qui troverei quello di cui ho bisogno, e so che mi ci è voluto un mese e mezzo per capirlo e mi dispiace se ora penserete che vi ho solo fatto perdere tempo, ma ho preso la decisione di abbandonare il trono e lasciare spazio ad una persona che sicuramente ha le idee più chiare delle mie.”

Harry è spiazzato, e mentre Luke e Cameron si lamentano, lui non sa proprio cosa dire.

Parla solo quando Eleanor lo interroga.

“Io...” dice, “sono un po’ spiazzato, lo ammetto. Lui mi piace molto, ma di certo non possiamo trattenerlo qui con la forza, no?” chiede, “evidentemente non era interessato come pensavo.”

Louis si gira a guardarlo, “non è questo, Harry, è che...”

“Io, Luke e Cameron non siamo le persone con cui ti vedi tra un anno, ecco. L’hai già fatto capire.”

Harry chiude di scatto il computer, senza far neanche far arrivare il pezzo del video che guarda più spesso, ossia quello in cui Louis lo stringe per abbracciarlo mentre lo saluta e Harry odia il fatto che non riesca a pensare a molto altro nonostante dovrebbe essere molto poco interessato.

Prende in mano il cellulare.

Commetto un errore se gli dico che può rimanere? Scrive a Gemma.

La risposta arriva qualche istante dopo, ed è un sì. Harry sospira, e il cellulare si illumina di nuovo, ma è anche vero che faresti un errore più grande a dirgli che deve andare via, e scegliere Jeremy quando Jeremy non ti piace neanche la metà della metà di quanto ti piace Louis.

Harry sorride, ed esce dalla conversazione con la sorella per aprire quella con Jade.

Ho deciso, Louis può rimanere.

 
Tell me what I have to do tonight
Cause I’d do anything to make it right
Let’s be us again
 
Il suo rientro a casa è interessante, per metterla così.
 
Il portiere del suo palazzo lo aspetta con un sorriso diplomatico ed un pacco rettangolare tra le mani. Quando Louis riconosce il mittente, sale i piani che lo separano dalla porta di casa sua in poche falcate.
 
Lancia il suo cappotto nero distrattamente sul divano — insieme al porta-documenti prima di dirigersi verso il tavolo bianco della sua cucina estraendo il portatile dalla sua custodia. Scarta velocemente il pacco estraendo la fodera di un CD che inserisce velocemente dentro il suo computer.
 
La prima cosa che nota quando il suo lettore dvd lancia il video è che dura davvero poco, segna due minuti e mezzo circa e non sa davvero se sia un buon segno o meno.
 
Harry indossa una maglia nera con una camicia a quadri rossi e grigi lasciata aperta e ha una collana d’argento con una croce che si muove a ritmo dei suoi respiri sul suo petto; riesce ad intravedere l’ombra di un jeans scuro per via dell’inquadratura stretta su di lui. Ha un’espressione imperturbabile e i capelli sono lasciati morbidi lungo le sue spalle.
 
È bellissimo, ma non aveva bisogno di un videomessaggio per pensarlo.
 
Riesce perfino a notare il luccichio degli anelli che gli impreziosiscono le mani, rendendole ancora più attraenti di quanto non siano. Non dovrebbe focalizzarsi su certi dettagli ma a questo non vuole pensare; gli è mancato troppo per stare attento a certe etichette di comportamento.
 
“Ciao Louis! Mi sono preso qualche giorno per pensare a quello che mi hai detto l’ultima volta che ci siamo visti.” La voce di Harry piatta, calma ed è pressoché impossibile distinguere una qualsiasi emozione in essa. “Non sono sicuro di crederti, non ancora almeno, ma ho deciso di rispettare una promessa che ho fatto a me stesso molto tempo fa” si gratta la nuca con fare indeciso e sulle sue labbra appare l’ombra di un sorriso tutto d’un tratto. “Se ti conosco almeno un po’, so che vorresti sapere di cosa si tratta ma non te lo dirò, forse un giorno lo farò” accenna una smorfia soddisfatta e, se Louis ha imparato a conoscerlo a sua volta, è il suo modo di prendersi una piccola rivincita verso di lui.
 
Louis glielo lascia fare.
 
“Ho deciso di accettare la tua proposta” esordisce dopo alcuni istanti di silenzio e Louis è piuttosto sicuro che il suo cuore ha smesso di battere in quel preciso istante. “voglio accettarti come corteggiatore per ricominciare da zero, o forse per continuare a conoscerti. Chi lo sa, questo potrà dircelo solo il tempo. Non farmene pentire, Lou.”
 
Louis riesce a vedere un sorriso appena accennato sul suo volto prima che il monitor si faccia scuro, segnando la fine del video-messaggio. Pochi secondi dopo, anche lui ha un sorriso sincero stampato sulle labbra; la strada è lunga, lo sa bene, ma non vede l’ora di riprendere il loro viaggio esattamente da dove è stato interrotto.




Louis Tomlinson è un tipo concreto e determinato: gli piace avere le idee chiare e quando si mette in testa una cosa, è difficile che non raggiunga l’obiettivo prefissato.

Da quando Harry ha accettato la sua proposta, non ha fatto altro che pensare alla loro prima esterna. Vuole davvero ricominciare nel modo giusto e sta cercando di trovare l’idea geniale per rendere il loro incontro perfetto. Sa che ha molto da recuperare, così come sa di non essere l’unico a corteggiarlo ma spera che — da qualche parte — Harry abbia conservato il ricordo di ciò che c’era tra di loro, o meglio, di ciò che iniziava ad esserci tra di loro pochi mesi prima.

Chissà se Harry aveva pensato a lui durante quei mesi di lontananza, si ritrova a pensare spesso. Lui l’aveva fatto — più di quanto gli piacesse ammettere.

L’idea di portarlo a vedere una mostra nasce quasi per caso: è un pomeriggio come tutti gli altri in ufficio, e lui sta navigando nel web alla ricerca degli eventi più curiosi di Londra quando l’annuncio di una mostra attira la sua attenzione.

Portrait of the Artist indaga la rappresentazione degli artisti, nella forma del Ritratto, nel corso dei secoli.” — particolare, ma interessante, riflette tra sé e sé mentre continua a scorrere la brochure multimediale del sito. E’ proprio il tipo di eventi da Harry: lo immagina indossare abiti casual, ma non troppo; i capelli raccolti e un sorriso affascinato sulle labbra mentre si aggira tra i corridoi di un museo come un bambino quando entra in un Luna Park per la prima volta. 
Compone il numero della redazione quasi senza pensarci: ha finalmente trovato l’idea perfetta.
 
Tre giorni dopo, sono alla Queen’s Gallery ed Harry non crede di aver mai visto un posto così bello in vita sua.

“Come stai?” è la prima cosa che domanda il più piccolo per rompere il ghiaccio.

“Un po’ di nervosismo c’è…sai, non ero più abituato a queste cose” spiega Louis sinceramente.

“Eppure sei qui..” dice con tono distaccato e indeciso, Louis sa bene che non sarà facile riconquistare la sua fiducia ma non per questo ha intenzione di lottare meno.
 
“Eppure sono qui….Harry — uhm — io volevo ringraziarti per avermi dato un’altra possibilità” dice sincero, una punta di timidezza a macchiare la sua voce.
 
Harry arriccia il naso. “È stata una tua idea quella di venire qui?” domanda mentre percorrono i primi metri dentro la galleria d’arte, quasi ignorando le sue parole. La redazione ha iniziato a riprendere da un po’ ormai e Louis non crede di essersi ancora abituato alla presenza delle telecamere davanti a loro. Si sente un po’ a disagio — nonostante questa non sia la prima volta che si ritrova ad uscire con qualcuno accompagnato dalle telecamere — ma ci si abituerà di nuovo, presto o tardi.
 
Non crede, però, che si abituerà ad Harry molto presto: è semplicemente mozzafiato, nei suoi skinny jeans neri e una giacca di montone marrone. Porta i capelli sciolti, ma coperti da un cappellino nero non molto pesante.

“Si, ricordavo quanto ti piacesse l’arte..” confessa Louis con un sorriso tronfio mentre le guance di Harry si tingono appena di rosso. “E questo posto è strabiliante, ho pensato potesse piacerti.”
 
“È stato carino da parte tua..” commenta sincero per poi abbassare lo sguardo sulla brochure che gli è stata fornita all’ingresso del palazzo. Harry è decisamente teso accanto a lui, non muove un passo verso di lui, né cerca il minimo contatto — il che è comprensibile. Il fatto è che Louis muore dalla voglia di averlo più vicino. “Nella mostra potranno essere ammirati non solo autoritratti di artisti famosi come Leonardo Da Vinci, Rembrandt, Rubens, Artemisia Gentileschi, Lucian Freud e David Hockney, ma anche bellissime immagini degli stessi pittori, ritratti da amici, parenti, ammiratori e allievi.” — legge Harry con voce seria e chiara. “La mostra prende forma e si sviluppa attraverso una serie di temi, suddivisi in sezioni, che approfondiscono aspetti differenti della ritrattistica come il simbolismo, il realismo, il surrealismo o l’astrattismo, solo per citarne alcuni.“ Louis lo ascolta con attenzione mentre le telecamere si muovono lentamente seguendo il ritmo della loro passeggiata nella galleria. “Gli Autoritratti di Lucian Freud (1996) e David Hockney (2012) qui esposti, sono stati donati dagli artisti a Sua Maestà la Regina Elisabetta II in occasione della consegna dell’Ordine del Merito, un’importante onorificenza che riconosce agli artisti lodevoli servizi svolti nel campo della scienza, dell’arte, della letteratura e della cultura.“ conclude riavvolgendo le pagine della brochure su loro stesse e alzando gli occhi verso la sala.

La prima parte dell’esterna procede in maniera tranquilla e silenziosa, entrambi si limitano a passeggiare l’uno accanto all’altro osservando attentamente i quadri intorno a loro; Harry sembra davvero un bambino, i suoi occhi luccicano di curiosità e non fa che avvicinarsi ad ogni dipinto per squadrarlo con attenzione. Louis si limita ad osservarlo con un sorriso contento sul viso, l’arte non l’ha mai interessato così tanto eppure quella giornata rientra sicuramente nella top ten delle sue giornate preferite.
 
Il ritratto di Rembrandt è quello su cui si soffermano di più: occupa un angolo piuttosto vasto della sala, accanto ad esso vi è una riproduzione fotografica del suo dipinto più celebre — La ronda di notte —- hanno tempo per soffermarsi davanti ad esso insieme alle telecamere senza creare disagi al flusso di persone dietro di loro. “Ho letto una storia curiosa su uno dei suoi dipinti una volta..” 
 
“Credevo non ti interessasse l’arte..” lo provoca il più piccolo, in piedi accanto a lui, senza voltarsi verso di lui. Louis ricorda perfettamente il giorno in cui glielo aveva rivelato, era lo stesso in cui Harry gli aveva rivelato la sua passione per l’arte. Louis era scoppiato a ridere — rotolandosi sulla sottile coperta che li separava dall’erba ancora bagnata di rugiada. Era la loro seconda uscita ed Harry aveva avuto la brillante idea di organizzare una colazione alle nove del mattino, simulando un picnic.
 
“Vero, ma mi è sempre piaciuto curiosare” lo rimbecca l’altro con una smorfia furba ad illuminargli gli occhi. 

“Qual era la storia, comunque?” chiede l’altro voltandosi verso di lui. E’ la prima volta da quando è iniziata l’esterna in cui gli rivolge la sua completa attenzione: certo, ha notato le sue occhiate discrete di tanto in tanto ma continua a fare finta di niente.

“Riguarda proprio ‘La ronda di notte’ — Secondo chi gli commissionò quest’opera, si doveva raffigurare i sedici membri della Guardia Civica di Amsterdam insieme al loro comandante Frans B. Cocq e il luogotenente Van Rytenburgh.” Inizia a raccontare lanciando alcune occhiate al dipinto dell’artista di tanto in tanto. “Sta di fatto che Rembrandt non tenne conto dell’ordinazione e dipinse una scena assolutamente ed esclusivamente fantastica, ma senza membri della Guardia Civica. Tra le figure risplende di una forte luce magicamente una bambina, che Rembrandt aveva inserito arbitrariamente; nessuno riusciva a darsi una spiegazione del perché ci fosse tanta luce nel dipinto..” spiega ancora mettendoci tutta la convinzione possibile per attirare la sua completa attenzione. Harry sembra seguire il suo discorso, così si concede un sorriso tirato prima di riprendere il suo discorso. “Dopo gli opportuni restauri, la luce che illumina la scena avrebbe acquistato un nuovo significato rivelandosi essere quella del sole.” Rivela secco, Harry inarca un sopracciglio confuso. “Raccontano tutti di quanto il pittore fosse ossessionato dalla luce — ed il suo contrario, ovviamente, cioè l’ ombra, il buio. Egli dava all’una e all’altro il significato di spirito, di anima e non li considerava realistici come elementi. Unite insieme sia la luce che l’ombra rappresentavano per il pittore il grande mistero della vita e tutto quello che aveva cercato di trovare..” a quel punto, Harry era completamente rapito dalla sua spiegazione; potrebbe ascoltarlo per ore — pensa di riflesso mordendosi la lingua per evitare che quei pensieri scivolino via. “E’ stato lo scopo della sua vita e chissà…magari il suo obiettivo era proprio insinuarci il dubbio. Probabilmente non sapremo mai se la sua fosse una Ronda di notte o di giorno.”
 
Harry si lascia scappare una risata genuina. “Credo che dovremmo convivere con questo mistero..”

“Secondo me è giorno” soffia Louis muovendo un passo verso di lui. “Ma tu non dirlo a nessuno” dice a bassa voce rivolgendogli un’occhiata divertita. Harry lo osserva come rapito da lui, è facile ricordare cosa lo aveva affascinato di Louis all’inizio. C’è tanto in lui del ragazzo che aveva conosciuto pochi mesi prima — quello di cui si stava per innamorare, suggerisce la sua testa — ma c’è anche qualcosa di diverso, ed Harry è curioso di continuare a conoscerlo.
 
Louis è misterioso — oltre che innegabilmente bello. E’ una sfida continua, è tutto quello che Harry non cercherebbe in un ragazzo probabilmente; allo stesso tempo ha tutto quello che Harry vorrebbe avere al suo fianco, questo non riesce a negarlo a sé stesso. Poi c’è la paura: quella che non gli ha fatto chiudere occhio negli ultimi giorni, la stessa che non lo abbandona da quando ha accettato di farsi corteggiare da lui — la verità è che Harry è tremendamente spaventato all’idea di fidarsi ancora di Louis.

Continuano a camminare chiacchierando del più e del meno, seguiti dalle telecamere che non sembrano perdersi la benché minima occhiata tra i due — fino a quando non raggiungono la sala dedicata a Leonardo da Vinci. 
 
“Wow, è bellissimo” confessa Harry senza fiato fermandosi davanti al suo ritratto.
 
C’è una piccola panca dietro di loro, sulla quale Louis decide di sistemarsi incrociando le caviglie tra loro. Harry resta davanti al dipinto qualche minuto in più ma poi finisce per raggiungerlo; questa volta si siede accanto a lui e la distanza tra i loro corpi è minima.
 
Louis non riesce a non pensare che quella è probabilmente l’uscita più spontanea che hanno mai condiviso: nonostante il distacco iniziale, Louis vede quanto Harry sia felice di essere in quella galleria, sembra davvero a suo agio in quell’ambiente e, ad ogni minuto che passa, vede dei piccoli miglioramenti tra loro. E’ più rilassato accanto a lui ora, ha smesso di giocare con il bottone centrale del suo cappotto — Louis sa benissimo che quello è un suo tick nervoso, gliel’ha rivelato quando si sono conosciuti.

Osservano il dipinto in assoluto silenzio per qualche minuto prima che Harry riprenda la parola.   

“Non sono mai stato in Italia” commenta fissando distrattamente il dipinto.
 
Louis si volta a guardarlo. “Nemmeno io. Dove ti piacerebbe andare?” chiede curioso.
 
“Dicono che Firenze sia splendida, ma non nego che mi piacerebbe vedere anche Roma” spiega il più giovane con un sorriso affascinato sulle labbra, sembra pensare a qualcosa in particolare.
 
Harry si volta a sua volta, prima che lui risponda. “La città eterna..” soffia il maggiore puntando gli occhi nei suoi. “Sembra romantico..” commenta, Harry gli sorride per la prima volta e Louis non fa che pensare a quanto gli sia mancato il suo sorriso. “Potremmo andarci…ma dovrai scegliermi prima” dice con aria di sfida.

“Sei davvero convinto che arriverai fino alla fine?” chiede Harry stando al gioco.

Louis si passa la lingua sui denti prima di parlare “Mi piace pensarla così, sì” annuncia arricciando il naso.

“Lo sai che hai molto da recuperare, vero?” insiste il riccio sistemando una ciocca di capelli finita tra il colletto del suo cappotto ed il suo cappello. Louis sorride luminoso. “Noi siamo qui ora, però. Ricominciamo da qui?” decide di osare ancora un po’, così lascia scivolare il palmo della sua mano su quella di Harry, che riposa sulle sue gambe.

La avvolge intorno alla sua beandosi del calore della sua pelle: lo sente aumentare la presa alla ricerca delle sue dite ma il contatto dura soltanto un secondo, perché il minore prende a parlare subito dopo.

“No, iniziamo da qui.”



Harry non immaginava che rivedere la sua esterna con Louis sarebbe stato tanto difficile: se da una parte passare di nuovo il suo tempo con Louis era stato bellissimo, dall’altra parte, mentre sullo schermo scorreva la sua esterna con Jeremy, Harry non poteva fare a meno di chiedersi se poteva fidarsi di nuovo di Louis.

Sa bene che dovrebbe concentrarsi sull’esterna con Jeremy come si era concentrato su quella con Louis, ma proprio non ci riesce, così si gira proprio verso quest’ultimo dopo aver fatto un sorriso a Jeremy.

Louis, che è decisamente troppo ben vestito per essere un semplice registrazione, sta osservando l’appuntamento di Harry e Jeremy con attenzione. Il riccio riesce a notare che sta nervosamente tamburellando sulla sua coscia con le dita.

Harry prova a distogliere lo sguardo e riflettere sull’esterna di cui sicuramente dovrà discutere da lì a qualche minuto.

L’esterna con Jeremy non era andata così male come Harry prevedeva, anche se il ragazzo aveva voluto delle spiegazioni su parecchie cose, anche cose di cui Harry era un po’ imbarazzato a parlare – tra cui i suoi sentimenti per Louis. Jeremy aveva deciso di portarlo in un bellissimo ristorante a Notting Hill, e nonostante il tempo per l’appuntamento fosse limitato, erano riusciti a fare un brunch di tutto rispetto.
The Rum Kitchen era un ristorante in cui Harry non era mai stato, e nonostante fosse molto semplice si vedeva che era un posto abbastanza rinomato. Il cibo era buonissimo e il locale bellissimo, con dei grossi divani con dei fiori disegnati sopra, e i tavoli rossi con sopra delle candele.

“Sono rimasto un po’ spiazzato, se posso essere sincero con te” gli aveva detto Jeremy, e Harry davvero sta provando ad ascoltare quel pezzo di conversazione ma la sua mente vaga altrove.

Aveva fatto un errore a permettere a Louis di tornare? Probabilmente se ne sarebbe pentito presto.

Alza di nuovo la testa verso lo schermo per guardare l’appuntamento.

“Come mai?” aveva chiesto Harry, pur sapendo la risposta. “Perché onestamente non mi aspettavo che lo avresti fatto rimanere. Mi sento di aver già perso in partenza.”

Harry si gira a guardare Jeremy e gli sorride, poi guarda Eleanor che lo osserva curiosa e infine Taylor, che seduta al suo fianco ha proprio la faccia di una che non vede l’ora di parlare, poi si concentra di nuovo sulla sua figura nel filmato che dice a Jeremy un filo di verità.

“So che può sembrare strano ma la decisione non è stata presa a cuor leggero, Jeremy” dice l’Harry sullo schermo, “ci ho pensato ininterrotamente per ore e mi sono detto che se davvero gli interesso me lo dimostrerà, ma questo non vuol dire che tu in questo momento sia svantaggiato. Non ho dimenticato assolutamente niente dei nostri appuntamenti e soprattutto non ho dimenticato il fatto che Louis se ne sia andato dal trono senza una spiegazione... Solo non mi sono sentito di sceglierti perché sento che potremmo conoscerci ancora meglio.”

Il filmato finisce qualche secondo dopo, e Taylor prende subito la parola, voltandosi verso Louis. “Sarà difficile per te digerire di non essere la scelta, eh?” chiede facendogli l’occhiolino.

“Jeremy è dall’altra parte, Tay” dice subito Louis in risposta, sistemandosi meglio sulla sedia rossa e  sorridendo. Jeremy alza gli occhi al cielo, “ma non è fastidioso essere sempre così pieni di sé?” esclama sarcastico.

“No.”

Jeremy fa per dire qualcosa, ma Eleanor lo interrompe e prende parola. “Taylor, sai che non dovresti dire certe cose” la ammonisce ma la bionda si limita a borbottare qualcosa così Eleanor si concentra su Harry. “Vuoi dire qualcosa?” chiede.

Harry annuisce. “Semplicemente che sono stato bene con entrambi ma mentre uno dei due ha molta strada da fare per dimostrarmi qualcosa, l’altro è già a metà strada e...”

“Jeremy, Jeremy” canticchia Louis e Harry si morde l’interno della guancia per non sorridere. “Dicevo che l’altro è già a metà strada e nonostante io stia pensando a molte cose al momento, sto bene con entrambi.”
“Sai qual’è la cosa grave, El?” Grimmy interviene, e Louis sa già che dovrà preparare a difendersi. Eleanor gli fa segno di continuare a parlare. “La cosa più grave è che mentre la mia collega è convinta che Louis andrà via con la coda tra le gambe, io sono convinto al 100% che invece succederà l’opposto.”

Harry si volta a guardarlo, “non ne ho idea io, come puoi avercela tu?” chiede, “e comunque se posso permettermi, non è giusto nei confronti di nessuno dei due fare pronostici.”

Jeremy si gira verso Eleanor, che gli da la parola. “Io so di essere in svantaggio perché comunque è inutile negare che se Louis non avesse lasciato il trono, sarebbero andati via come coppia e sicuramente starebbero ancora insieme, però questo non vuol dire che io stia facendo qualcosa di sbagliato stando qui, o che Harry non mi piaccia, perché penso lui sappia già quanto sono interessato a lui e quanto mi piaccia.”

Harry annuisce, ma prima che possa dire qualcosa, Louis parla. “So di essermene andato e so che probabilmente sarebbe tutto diverso se non avessi fatto quello che ho fatto. Ma non sarei qui se i miei sentimenti per Harry fossero cambiati rispetto a quelli che erano settimane fa quando ho interrotto il trono. Non sono qui per le telecamere e potete chiedere a Perrie della redazione quanto io ci abbia pensato... In quanto ad Harry, spero che non abbia preso la decisione a cuor leggero perché...”

“Ci rimarresti male, Louis?” incalza Taylor. Louis annuisce, e Harry fa un sospiro.

“Beh, non dico che lo sto facendo perché chiunque mi conosca almeno un po’ sa che non sono il tipo, però... Forse dovresti mettere in conto quello che hai fatto, e venire qui o alle nostre esterne con un atteggiamento diverso.”

“Oh la la” scherza Grimmy. Louis guarda Harry, “se mi stai facendo venire qui per vendetta allora faresti meglio ad escludermi subito.”
Harry alza gli occhi al cielo, “non lo farei mai. Soprattutto per me stesso, ma anche per te e Jeremy” esclama. “Comunque l’esterna con Jeremy è stata piacevole e anche quella di Louis. Diciamo che da questa parte Lou è già avvantaggiato perché sa le cose che preferisco.”

Chloe si schiarisce la voce. “Comunque El, ogni persona qui si è fatta una sua idea e solo alla fine scopriremo chi ha ragione” dice l’altra tronista, accanto ad Harry. Lui si gira e le sorride, “beh, non posso che dare ragione a Chloe e comunque sia chiaro che l’ultima cosa che voglio fare è ferire qualcuno.”

Eleanor annuisce, e Loui si passa la lingua sulle labbra chiedendosi di nuovo se Perrie abbia fatto bene a spingerlo di nuovo a The Perfect Match.




Louis sa benissimo di essere fortunato: ha un lavoro che adora, degli ottimi amici, sta benissimo finanziariamente e soprattutto ha una famiglia che lo ama incondizionatamente.

“Tu hai fatto cosa?” chiede Fizzy incredula, seduta nella caffetteria del palazzo in cui Louis lavora. Il fratello le sorride.

“Perrie mi ha detto cose, e io ho riflettuto e mi sono chiesto perché non avrei dovuto farlo.”

Sua sorella lo guarda sempre più incredula. “Primo, perché sei risultato il più grande stronzo sulla faccia della terra. Secondo, perché Harry sicuramente avrà altri corteggiatori e tu arrivi a metà, come se ti fosse tutto dovuto. Terzo, perché potrebbe semplicemente prenderti in giro e tu ti ritroveresti col cuore spezzato di nuovo per colpa dello stesso ragazzo.”

“Non mi ha spezzato il cuore. Solo che mi piaceva, okay? Mi è dispiaciuto dover andare via” ammette Louis, “e comunque lo sto dicendo a te e stasera avviserò mamma perché domani va in onda la puntata in cui sono tornato.”

“Quante volte siete già usciti?” chiede Fizzy, “e comunque Lottie non se lo perdonerà mai, lo sai?”

Louis annuisce. “Comunque, dopo domani usciremo la seconda volta.”

Sua sorella beve un sorso di tea mentre lo guarda in silenzio e Louis sa benissimo che vuole dire qualcosa.

“Mamma ti ucciderà” è la cosa che gli dice poi. Louis annuisce, “lo so, per questo speravo che tu e Lottie foste dalla mia parte.”

La ragazza gli sorride, “certo che siamo dalla tua parte, Lou! Ma questo non vuol dire che sia una cosa intelligente. E se finirà male?” domanda e il ragazzo alza le spalle, “non potevo lasciare tutto com’era, Fiz. Non facevo altro che pensare a come sarebbe stato se non avessi dovuto lasciare e... Non sono il tipo di persona che riesce a lasciare le cose a metà.”

Fizzy pensa un lo so bene, che però non dice. “Lottie lo sa già? Sarà felicissima! È disperata all’idea di essere la causa di tutto. E la gente pensa ancora che tu te ne sia andato perché avevi conosciuto un altro...”

Louis morirebbe per le sue sorelle, però ammette che per qualche giorno era stato davvero arrabbiato con Lottie.

“Dove lo porti?” chiede poi Fiz. Louis finisce la sua tazza di tea, prima di rispondere che ancora non lo sa con certezza.

“Farai le cose per bene, questa volta?” insiste la ragazza, e Louis sospira. “Non lo so, hai intenzione di fare qualche danno anche tu? Di Daisy, Phoebe, Ernie e Doris posso ancora fidarmi” dice sarcastico, “e comunque anche prima stavo facendo le cose per bene.”
“Lo so, Lou. Scherzavo. Vedrai che andrà tutto esattamente come deve andare, ossia voi due. Insieme.”

Louis non sembra così convinto della cosa, così si limita a sorridere. “Prima o poi mi chiederà la vera ragione del perché ho abbandonato. Pensi che Lottie...” sua sorella lo interrompe, “mamma ormai sa tutto, Lottie è tornata alla sua solita vita e tutto si è sistemato. Non penso sarà un problema per lei.”

“Okay...”

“Vuoi dirmi qualcosa, Lou?” chiede Fizzy e Louis annuisce. “L’altro corteggiatore... Sembra piacergli davvero e sono usciti molte più volte rispetto a noi.”

“So che sei mio fratello e quindi potrebbe sembrare che io sia di parte, ma... Louis, tutto il RegnoUnito segue quel programma, okay? E tutti hanno visto come andavano le cose tra di voi. Se Lottie... Insomma, se non fosse successo quel che è successo, sono convinta che vivreste già insieme e sareste prossimi al matrimonio. Certe cose non si cancellano da una settimana all’altra, e anche se sono passati mesi sono convinta che il corteggiatore lo sappia bene. E dovresti saperlo anche tu... Sono così curiosa di vedere la puntata, domani non andrò a lezione.”

“Sappiamo entrambi che cercavi solo una scusa.”

“E tu me l’hai data. Miglior fratello del mondo.”

Louis ride, “quindi lo dirai tu a Lottie?” chiede poi. Fizzy annuisce, “ma tu lo dirai a mamma, che sarà ben più difficile da ammaliare.”

“Probabilmente in cuor suo sa già” esclama lui e sua sorella sorride, “è sempre dieci passi avanti a noi. E noi siamo sette, mi chiedo come faccia” dice, e poi seria “andrà tutto bene, Lou” conclude, e Louis prega Dio che sua sorella abbia ragione.



È
un mercoledì come tanti in quel di Londra ma quella sera, Harry è decisamente su di giri. 
 
“Un concerto dei The Script? Sul serio?” Harry vorrebbe riuscire a nascondere l’euforia nella sua voce ma non ci riesce poi così bene — sta ancora cercando di mantenere una facciata fredda e distaccata con Louis ma non crede di essere molto credibile.
Così come vorrebbe davvero non lasciarsi trasportare da lui in quel modo — solo, Harry non sa come fare: il problema è che Louis è davvero una bella persona, nonostante tutto. E’ impossibile non sorridere quando è nei paraggi, così come sembra impossibile non restare abbagliati dalla sua personalità.

Quindi si, Harry vorrebbe essere credibile quando dice che le cose non stanno tornando come prima ma come può convincere qualcun altro se è il primo a non crederci?

Louis annuisce sornione mentre raggiungono l’ingresso dell’O2 Arena di Londra. “Stai cercando di guadagnare punti viziandomi?” chiede il minore puntando gli occhi nei suoi.

È difficile per l’altro capire se si tratti di una semplice battuta o meno, così decide di rispondergli sinceramente. “No, in realtà ho pensato potesse essere carino andarci insieme. L’ultima volta eravamo entrambi qui senza saperlo” spiega ripensando al giorno in cui — chiacchierando del più e del meno — avevano scoperto di essere stati alla stessa data di un loro tour.

Tsé — il destino.

Harry resta in silenzio, ma poi finisce per arricciare il naso. “Non ho detto che non mi piaccia…” commenta con una smorfia divertita. “Essere viziato, intendo” specifica passandosi la lingua sulle labbra.

Ci sono tante cose che Louis ricorda del suo trono ed il suo video di presentazione è probabilmente uno dei ricordi più vividi che ha di quel periodo. Mi piace ricevere molte attenzioni dalla persona che mi piace — aveva detto sinceramente.

“Ah, sì?” i suoi occhi saettano in quelli di Harry, che continua semplicemente ad osservarlo con fare divertito. Tra di loro cala il silenzio — è diverso, però, dalle altre volte: sa di aspettative e di conquiste; nessuno dei due bada alle telecamere intorno a loro e agli sguardi divertiti dei membri della redazione — Louis non vorrebbe davvero averlo notato, ma tutti sembrano fare il tifo per lui da quando è tornato.

“Adesso entriamo, babe” soffia calcando l’accento su quel nomignolo ma non da il tempo ad Harry per reagire. “O vuoi perderti metà del concerto?” dice come se volesse rimproverarlo.

Il fatto che abbiano attorno delle telecamere ha i suoi svantaggi. Uno su tutti, è quello di aver ottenuto probabilmente i posti peggiori dell’intera O2: li hanno sistemati nell’angolo più lontano dal palco — in piedi, ma pur sempre nel parterre. La prima parte del concerto è trascorsa tranquillamente: Harry sembra divertirsi accanto a lui, non fa che cantare a squarciagola ogni canzone — un po’ come lui in fondo.

Sono arrivati a If you ever come back — una delle preferite di Louis.

And if you’re out there tryna move on but something pulls you back again / I’m sitting here tryna persuade you like you’re in the same room — Harry canticchia poi voltandosi di tanto in tanto a cercare i suoi occhi, seguendo perfettamente la voce di Dan.

“Non avrei mai pensato potesse succedere una cosa del genere” è uno dei commenti di Harry; parla fissando il palco sotto di loro, mentre Dan canta i primi versi della canzone. Louis è in piedi accanto a lui che gli rivolge la sua completa attenzione mentre parla.
“Cosa? Andare ad un concerto dei The Script di nuovo?” chiede curioso — sa benissimo che non è ciò di cui sta parlando ma vuole sentirglielo dire, almeno quella volta.

Durante tutto questo tempo, Harry è sempre rimasto distante: Louis lo vede avvicinarsi a Jeremy puntata dopo puntata e non sa davvero cos’altro fare per riconquistarlo. È arrivato a credere che Harry stia fingendo tutto il tempo e che in realtà sta solo cercando di rendergli le cose più difficili per testare la sua pazienza.

Ma Louis non è uno che molla.
 
“No, essere di nuovo insieme” dice portando sulle labbra di Louis un sorriso vittorioso.

“Mi sottovaluti così tanto?” lo provoca cercando i suoi occhi, Harry si volta verso di lui con una smorfia per nulla rassicurante. “Sei tu ad essere scappato la prima volta” gli ricorda, una punta di malinconia ad offuscare la sua voce.
 
Come potrebbe dimenticare?
 
“Lo so, e di questo mi dispiace molto” risponde sincero e con un pizzico di rammarico.
 
“Spero ne sia valsa la pena — qualunque fosse il motivo” ci sono momenti in cui la verità è sulla punta della sua lingua e preme per uscire fuori. Era una delle cose di cui si pentiva di più — essere andato via senza una vera spiegazione, aver lasciato credere a tutti chissà cosa; più di tutto, si pente di essere andato via senza aver scelto Harry.

Col senno di poi — Louis sa per certo che Harry sarebbe stato la sua scelta e se solo potesse tornare indietro, Louis non è certo rifarebbe tutto allo stesso modo.
 
“Non mi hai mai detto il perché, comunque..” suggerisce il ragazzo con fare distratto mentre la canzone scema accompagnata dagli strumenti della band.

“È vero, e meriti una spiegazione ma non adesso” dice facendosi improvvisamente più vicino a lui. Vede Harry inarcare un sopracciglio mentre le note di Never seen anything ‘quite like you’ si liberano nell’arena; Louis allaccia le sue mani sulla vita di Harry abbracciandolo. “Adesso voglio soltanto ballare insieme a te” suggerisce semplicemente, come fosse la cosa più normale del modo. Il più giovane abbassa lo sguardo su di lui, è palesemente sorpreso ma non si scosta; se si sforza un po’, riesce a vedere perfino l’ombra di un sorriso.

Louis decide di osare ancora, approfitta della sua sorpresa per nascondere il volto contro i suo petto. È investito subito dal profumo fresco del ragazzo, che non accenna ancora a muoversi contro di lui.

I wanna hold you more than hold when you stood in front of me — canta Dan facendolo sorridere contro la maglia di Harry perché sembra davvero parlare di lui in quel momento.

È sempre Louis a prendere l’iniziativa, accenna un passo con fare indeciso: Harry sembra riscuotersi, imita il suo movimento avvolgendo le braccia intorno al suo busto ed iniziano così a ciondolare lentamente nel loro piccolo spazio seguendo il ritmo della canzone. Ballano ed è la prima volta da quando è tornato al programma per Harry che Louis non pensa minimamente alle telecamere intorno a loro; perfino il più giovane sembra perso in quel momento, almeno fino a quando le sue mani non scivolano lentamente sulle sue braccia alla ricerca delle sue mani. Louis si ferma alzando il volto verso il suo quando sente le dita di Harry intrecciarsi dolcemente alle sue.
 
I suoi occhi verdi brillano di qualcosa che Louis non sa spiegare, è uno sguardo diverso da solito, più dolce e sincero che lo fa rabbrividire. 

When it’s right it’s more than right cause you feel it more than feel.

Louis vorrebbe davvero baciarlo — è questa la cosa, ma sa benissimo di non poter compiere quel passo; non ancora almeno.  Solo, Harry è lì, davanti a lui ed è davvero bellissimo quella sera e lui ha il disperato bisogno di baciarlo.

But I’ve never seen anything quite like you tonight

Si solleva sulle punte avvicinandosi al suo viso quanto più possibile. “Sei bellissimo stasera” soffia al suo orecchio strofinando la fronte contro la pelle morbida del suo volto; sente Harry stringere la presa intorno ai suoi fianchi e si ritrova a sorridere ad occhi chiusi.
Si ritrova a pensare che tornerebbe a The Perfect Match un milione di volte, solo per vivere quel momento.

Si separa da lui soltanto per guardarlo di nuovo negli occhi ed Harry indossa il suo sorriso più bello in quel momento. “Ti stai divertendo?” domanda il più grande senza distogliere gli occhi da suoi.

“Si” sussurra in risposta. Lo vede alternare lo sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra sottili un paio di volte ma decide di non fare battute a riguardo, non vuole andare troppo oltre quella sera. “Tu stai bene?” chiede ancora, ed è la prima volta da quando hanno ripreso ad uscire insieme che Harry gli pone una domanda simile.

Sono passate alcune settimane ormai dal suo ritorno eppure quella è senza dubbio l’esterna migliore: Harry sembra essere di nuovo a suo agio con lui e spera davvero che tutto quello che lui sta pensando in quel momento, sia lo specchio dei pensieri del più piccolo.
“Mai stato meglio” risponde sinceramente, un sorriso genuino sulle labbra; contemporaneamente, la canzone scema sempre di più lasciando spazio all’eco degli applausi e degli schiamazzi dei fan.
 
Oh these times are hard,
Yeah, they’re making us crazy
Don’t give up on me baby

Mezz’ora più tardi, le dita di Harry e Louis sono ancora intrecciate mentre il concerto termina sulle note di For the first time.



Harry trova sempre del tempo per fare visita a sua madre ad Holmes Chapel: non è poi così distante da Londra ed un paio d’ore di viaggio in macchina trascorrono in un battito di ciglia — perso com’è nei suoi pensieri.

Anne è una persona intuitiva. Sa bene che quando suo figlio torna a casa lo fa quasi sempre per due ragioni: gli manca la cucina di sua madre, oppure ha problemi di cuore.
In questo caso, si sente di scommettere sulla seconda opzione.
 
Nonostante questo, però, fa finta di niente per lasciare al figlio i suoi tempi: non le è mai piaciuto essere una madre troppo oppressiva, una di quelle che fa troppo domande e finisce per ottenere zero risposte.

Paradossalmente, però, Harry a volte (come in quel caso) sa essere davvero testardo ed è costretta a prendere l’iniziativa.  “Arriveremo a parlarne, prima o poi, o continueremo a far finta che la tua visita sia del tutto casuale?” domanda la donna avvolgendo la tazza bollente di té tra le sue mani.
 
“Dovrei ritenermi offeso da quello che hai appena detto, mamma” sbuffa il ragazzo stringendosi nella coperta di pile, quella che Anne gli fa trovare sempre piegata e sistemata perfettamente nella sua cameretta. 

“Oh, andiamo! Sappiamo entrambi qual è il motivo che ti ha portato qui, tesoro” afferma lei con tono carezzevole. Harry lancia un’occhiata colpevole al tappeto sotto i suoi piedi prima di risponderle. “Si vede così tanto?” domanda mordendosi il labbro inferiore.

“Vuoi una risposta sincera?”

“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda, mamma!” la rimprovera il figlio lasciandosi andare ad un sospiro pesante.
 
“Io credo che chiunque abbia notato quanto il suo ritorno ti abbia confuso” riflette la donna ad alta voce., “credo anche, però, che tu non fossi convinto delle opzioni che avevi già davanti a te..” aggiunge incastrando una mano tra i suoi capelli ricci massaggiandoli appena, come faceva quando andava ancora a liceo ed era teso per un test di matematica.

“Jeremy mi piace, mamma” Harry arriccia le sopracciglia come infastidito.
 
“Non sto dicendo questo, Harry” ribatte lei abbozzando un sorriso. “Sto solo dicendo che forse nessuno ti piace quanto ti piaceva Louis quando sei andato  in quel programma la prima volta” aggiunge argomentando la sua risposta.

Harry non riesce a darle torto, ma questo non lo dice ad alta voce. Se ne sta in silenzio, beandosi delle attenzioni di sua madre e concedendosi del tempo per riflettere davvero.

“In ogni caso, hai ancora del tempo per conoscere entrambi e decidere, no?”

Harry ritiene il tempo stia passando troppo in fretta e che non sia poi così tanto dalla sua parte.

L’aria di casa gli farà bene.
 
 
Harry è un cumulo di nervi e tensione, strofina le mani ininterrottamente sulla stoffa ruvida dei suoi jeans ma nemmeno quello sembra fermare i palmi delle sue mani dal sudare incessantemente.

“Allora, vogliamo iniziare da quella parte?” la voce di Eleanor risuona cristallina nello studio.

Louis — il nuovo tronista di The Perfect Match — è seduto di fronte a lui ed è bellissimo. Indossa una camicia blu, come il colore dei suoi occhi, abbottonata fino al collo e un jeans chiaro con un paio di adidas a completare il look. Ha i capelli sistemati in un ciuffo alto ed Harry crede di amare il modo in cui il colore castano dei suoi capelli si sposi con quello dei suoi, ma a quello non deve pensare adesso. E’ così diverso rispetto al video che ha visto di lui, decisamente meglio di quello che si aspettava ed Harry è felice di aver seguito il suo istinto a quel punto.


“Si — uhm — io mi chiamo Harry” esordisce schiarendosi la voce, poi lancia un’occhiata smarrita intorno a sé prima di parlare ancora.

“Ho 22 anni e lavoro in un bar di Londra insieme al mio migliore amico. Ho — ahem — scusatemi, sono un po’ agitato” sussurra imbarazzato, poi accenna un sorriso e sulla sua guancia sinistra appare un piccola fossetta.


Louis lo osserva mordendosi il labbro inferiore perché non pensava ci fosse qualcuno più nervoso di lui in tutto lo studio e invece quel ragazzo sembrava esserlo davvero. “Non preoccuparti, nemmeno io sono abituato a tutto questo..” dice frettolosamente rassicurandolo.

Il sorriso del più giovane si fa più ampio e Louis non crede esista qualcosa di più dolce. “Sono nato a Holmes Chapel, è una pic-“

“Davvero? Io sono di Doncaster, non sono poi così distanti” commenta il ragazzo euforico, Harry inarca un sopracciglio con fare confuso — gli è difficile credere che qualcuno conosca davvero Holmes Chapel.

“Ahem — mia madre vive ancora lì, io le faccio visita quando il lavoro me lo permette. Mia sorella, invece, vive a Dublino dove studia giornalismo…sono molto legato alla mia famiglia. Spero di incontrare la persona giusta prima o poi perché mi piacerebbe avere una famiglia mia un giorno — oh dio, scusami forse ho esagerato..”


Louis trattiene a stento una risata. “No, assolutamente! Mi piacciono i ragazzi che sanno cosa vogliono dalla vita, anche io sono molto legato alla mia famiglia quindi capisco come ti senti..” spiega il ragazzo sistemandosi una ciocca di capelli sfuggita dalla sua acconciatura.
“Uh” soffia Harry colto di sorpresa. “Beh, visto che ci siamo….mi piacerebbe avere anche un gatto, prima o poi!” esclama e lo studio esplode in una fragorosa risata, concedendogli poi un leggero applauso.

Il tempo a disposizione per il loro primo speed-date finisce. “Allora, Louis vuoi continuare a conoscere Harry?” domanda Eleanor segnando la fine della loro conversazione.


“Assolutamente, mi sembra una persona interessante” — ed è bellissimo, suggerisce la sua mente ma Louis riesce a mordersi la lingua abbastanza forte da non lasciare scappare quella confessione.

“Harry, tu cosa ne pensi? Vuoi rimanere?”

“Assolutamente, mi piacerebbe rivederlo!” asserisce sincero rivolgendo un’occhiata a Louis che annuisce verso di lui, concedendogli un sorriso genuino.

“Benissimo! Passiamo al prossimo speed-date, allora!” esclama la presentatrice costringendoli ad interrompere il loro gioco di sguardi.
Harry sorride ancora, però, quando torna a sedersi sulla sua sediolina rossa.




Louis aveva sempre pensato che, nel contesto di The Perfect Match, fare il tronista fosse estremente stancante a livello psicologico.

Tuttavia, da corteggiatore, cercare di non tirare un pezzo di studio in faccia a Jeremy stava iniziando a diventare molto difficile.

Del resto, Louis sa perfettamente di essere un tipo estremamente geloso, tanto che ogni volta che vede Jeremy anche solo toccare Harry, teme di diventare di qualche colore strano perché prova a trattenersi a non dire nulla che potrebbe turbare Harry.

L’idea per l’esterna successiva era venuta a Louis mentre guardava una foto sull’instagram di Harry. Sa bene che non dovrebbe farlo, per una serie di motivi tra cui il fatto che dovrebbe davvero pensare a concludere quel contratto per conto di Niall e non pensare ad Harry.

Giovedì, il giorno dell’esterna, arriva in fretta e nonostante il sole Londra è decisamente più fredda del solito.

“Buongiorno, dove mi porti?” chiede Harry appena scende dalla macchina. Abbraccia Louis velocemente, e quando si allontanano il più grande lo guarda inarcando le sopracciglia. “Sto bene, grazie! Tu, invece?” esclama sarcastico. Harry gli sorride. “Buongiorno, Louis! Come stai? Io sto bene, grazie” dice serio, e dopo qualche secondo conclude con un “dove mi porti?”

Louis ride, poi indica l’auto dietro di loro. Harry si gira a guardare l’auto, poi Louis. “Tua?” chiede e Louis annuisce, “non ti porterei mai fuori con una macchina rubata.”

“Vuol dire che hai rubato delle macchine, in passato?” chiede Harry, e Louis alza gli occhi al cielo, “Harold, Sali” gli ordina.

Una volta che la troupe ha sistemato una telecamera sul cruscotto dell’auto, Louis si mette al posto di guida, seguito da Harry che si mette in quello del passeggero.

“Dove andiamo?” chiede di nuovo il riccio, e Louis alza gli occhi al cielo, mettendo in moto la macchina. “L’altro giorno ero in ufficio e... Mi sono messo a guardare il tuo profilo Instagram e pensavo sarebbe bello accompagnarti a fare un tatuaggio, visto che ne hai molti e il marito della mia amica Lou ha uno studio dove ho fatto i miei, stiamo andando lì. Se per te va bene, ovviamente. La seconda opzione era lo zoo, ma...”

Harry si volta a guardarlo e sorride. “Mi va benissimo. Primo, perché incredibilmente stavo pensando ad un nuovo tatuaggio, e secondo perché conoscerò un tuo amico.”

Louis ride, “ho paura delle cose che potresti chiedere” ammette, e Harry alza le spalle, “lo scoprirai solo portandomi da loro. Io, invece, scoprirò quello che ascolti in macchina” prende un porta CD che era al lato del sedile e lo apre. “Jay Z, Beyoncé, Drake,” legge ad alta voce, “The Fray... Va già meglio, Tomlinson!” esclama, “Compilation di sigle di cartoni animati? Davvero?” chiede.

Louis ride. “Ti ricordo che ho dei fratelli più piccoli” esclama.

Quando uscivano, quando quello a corteggiare era Harry, Louis gli aveva parlato sepsso della sua famiglia. “Ernest e Doris, giusto?” chiede Harry. Louis annuisce, sorridendo perché Harry ricordava i loro nomi. Il riccio riprende a parlare, “me li ricordo tutti, credo. Lottie, Fizzy, Daisy e Phoebe. E tua madre si chiama Jay” esclama. Louis, fermandosi al semaforo, si volta a guardarlo e gli fa la linguaccia. “ Confermo, devo esserti proprio rimasto impresso.”

“Non sono io quello che stalkera l’altro su Instagram” risponde secco Harry. Louis alza gli occhi al cielo, ripartendo. “Touché.”

“Mi devi pensare molto spesso” nota ironico Harry, e Louis annuisce, “più di quanto dovrei. Il mio migliore amico lavora con me, e da quando sono tornato al programma sta facendo tutto il lavoro più grosso perché... Insomma” conclude e Harry allunga il braccio e gli prende la mano.

Dopo il concerto, le cose erano cambiate notevolmente. Da una parte, Harry aveva grandissimi dubbi sulla serietà di Louis, dall’altra, nonostante Jeremy gli piacesse, il ragazzo dagli occhi azzurri era un punto fisso nella sua testa.

“Ti ho pensato molto anche io” esclama poi, sincero e Louis sembra sorpreso. Harry riprende a parlare, “quando sei tornato non ero molto convinto di quello che stavi facendo, ma ammetto che mi hai fatto ricredere. Anche se ci sono parecchie cose di cui mi devi una spiegazione.”

“Lo so. Ma non oggi, okay? Lo farò, Haz. Te lo prometto” ribatte Louis, girando a destra all’incrocio.

Parcheggia dopo qualche minuto in cui Harry scherza sul fatto che Louis non sa guidare, o che va troppo piano per una città come Londra.

La macchina della redazione parcheggia dietro di loro dopo qualche minuto, e loro scendono. Harry si guarda intorno, e l’occhio cade proprio sul negozio: la vetrina dello studio è nera, mentre l’insegna col nome, Cloack and Dagger Tattoo è arancione.

“Non so se sono più eccitato all’idea di conoscere un tuo amico, o di tatuarmi” dice Harr. Louis alza gli occhi al cielo, “non dovresti essere contento di conoscere qualcuno che potrebbe umiliarmi in TV” dice e Harry annuisce, “invece sì” risponde, aprendo la porta del negozio.

Le presentazioni tra Tom, il marito di Lou, non tardano ad arrivare: i due vanno subito d’accordo, e Harry fa un sacco di domande a Tom. Gli chiede com’è Louis da ubriaco, com’è nella vita di tutti i giorni, e se è così bravo a giocare a calcio come dice. Tom è stranamente sincero: gli dice che Louis da ubriaco è molto divertente e che è l’anima della festa anche da sobrio, che farebbe di tutto per i suoi amici e la sua famiglia, che nell’appartamento del ragazzo sembra sempre che sia passato un uragano e che sì, è davvero bravo a giocare a calcio anche se tifa lo United, una squadra che Tom proprio non riesce a sopportare.

Quando è il momento di tatuarsi, Harry affianca Louis. “Che cosa ti tatui?” chiede curioso, ma Louis scuote la testa, “niente per me, riccio. Ho una riunione importante domani e l’idea di infilarmi la camicia dopo essermi fatto un tatuaggio non mi pare ottima” dice, “in quanto a te, Styles? Cosa hai deciso?” domanda.

Harry gli fa vedere un disegno che Tom ha fatto mentre parlavano. Louis era talmente nervoso all’idea che Tom potesse dire qualcosa di sbagliato, che non si era neanche accorto che stava disegnando.

“Una rosa?” esclama sorpreso, “come mai?” chiede. Harry scuote la testa, avvicinandosi a lui. Lo abbraccia, “non si chiede mai il significato di un tatuaggio, Tommo” gli sussurra nell’orecchio e il più grande gli circonda le braccia con la vita. “Questo gesto lo devo a qualcosa di particolare?” chiede. Harry annuisce, appoggiando il mento alla sua spalla. “Sei nervoso” nota poi, “non mi piace quando sei nervoso perché poi anche io sono nervoso e diciamo cose stupide e...” si allontana di un passo, “mi terrai la mano mentre faccio il tatuaggio?” chiede poi.

Louis annuisce, “sei così fifone?” chiede ridendo e Harry scuote la testa, “volevo solo una scusa che mi permettesse di tenerti la mano.”
Il più grande non fa in tempo a rispondere che Tom li chiama perché è pronto per tatuare Harry.

Dopo il tatuaggio, i due vanno in un bar poco distante.

“Soddisfatto?” chiede Louis siedendodi sulla panca vicino al tavolo beige del locale, “non hai neanche pianto troppo” scherza. Harry gli tira una gomitata, “non sei simpatico, Tomlinson” dice poi, “anzi, se posso essere onesto quasi non sento più il fastidio” spiega, “tu invece?” chiede.

Louis alza le spalle, “dipende molto dal momento” esclama sincero, “ma sicuramente se potessi tenerti la mano sarebbe molto meno doloros anche per me” scherza e Harry appoggia la testa sulla sua spalla. “Devo dirti una cosa, Louis.”

“Se questo è il momento in cui mi dici che vuoi eliminarmi, sappi che non è per niente carino.”

Harry sorride, “come se potessi liberarmi di te, uh?” chiede e Louis sospira, “è proprio questo il mio piano, Harold. Farti perdutamente innamorare di me fino a quando non avrai scelta se non arrenderti al fatto che dovrai sopportarmi per molto, molto tempo. Sta funzionando?” chiede e Harry si raddrizza, girandosi. “Non essere ingiusto nei confronti di Jeremy, queste domande sono molto, molto ingiuste perché sai benissimo che non mi sbilancerò.”

“Se lo dici tu.”

“Louis...”

“Cosa?” chiede il ragazzo. Il riccio alza gli occhi al cielo, “tu sei molto sicuro di te, Louis, è questo il tuo problema. Non ti sembra che io abbia messo da parte molto e che sia già molto per me che tu sia qui?” domanda. Louis sospira, “ti ho già detto che mi dispiace, Harry. Se potessi tornare indietro non lo rifarei mai, perché mi sono molto pentito per quello che è successo.”

“Ma non so cos’è successo, quindi come faccio a sapere che dici davvero?”

Louis tamburella nervosamente con le dita sul tavolo, “non me ne sono andato perché tu non eri quello che cercavo, o perché c’era un altro. Ma ci sono ancora cose che devo sistemare, prima che io possa dirtelo. Mi devi dare altro tempo Harry, ti prego” dice, e Harry si avvicina.

Per un attimo, pensa quasi di volerlo baciare, ma non lo fa. Si avvicina, e lo bacia sul naso. Louis gli mette la mano tra i capelli, pensieroso, e Harry si appoggia a lui. Rimangono così per qualche minuto, in silenzio.

“A che pensi, Haz?” chiede poi Louis. Harry alza le spalle, chiudendo gli occhi. “Che se non fossi tornato sarebbe decisamente tutto diverso e più chiaro, per me. Tu?” domanda.

“A quanto io voglia disperatamente baciarti.”

Harry sorride. “Non ancora, Tomlinson.”

“Lo so,” dice Louis, “ma presto. Ne sono certo” esclama sicuro, e Harry si allontana per guardarlo, e sospira. “Mi manderai al manicomio, Tomlinson e non sarà molto gentile da parte tua.”

“Ci andremo insieme, mio caro Styles.”

E Louis ne è più che certo.




La giornata di Harry era stata un inferno: aveva rotto un sacco di bicchieri a lavoro, Liam stava per strangolarlo e infine era dovuto arrivare fino agli studi dove The Perfect Match veniva girato in metro perché la sua macchina aveva deciso di non partire in più.
Insomma, in cuor suo, Harry sapeva che la registrazione della puntata sarebbe finita male e mentre tamburellava con le dita sopra il bracciolo color oro del trono.

Chloe accanto a lui ha appena comunicato che sceglierà la settimana successiva, e Harry si sente ancora più sotto pressione perché sa bene cosa succederà da lì a poco.

Eleanor si concentra su di lui dopo aver concluso con Chloe, e Harry diventa ancora più nervoso. “Allora... Giornata piena per Harry” scherza, e il riccio sorride e poi Eleanor gli chiede da chi vuole partire.

“Uhm... Louis” dice sicuro, e poi si volta verso di lui. Louis gli sorride ed Eleanor riprende a parlare, “voglio premettere che ad Harry è stata data la possibilità di fare un’esterna in più questa settimana e ha scelto di farla con Louis.”
Harry annuisce, “ho pensato che con Jeremy sono già uscito diverse volte prima che Louis arrivasse, quindi mi sembrava giusto farlo” dice, e nessuno in studio sembra troppo convinto.

Eleanor fa partire il video dell’esterna: la location l’ha decisa Harry, che consigliato da Liam ha deciso di portare Louis in un parco poco fuori Londra. Harry si convince che Louis è davvero bravo a giocare a calcio anche se viene preso in giro per le sue doti da calciatore. Parlano un sacco, durante l’esterna e una cosa che apprezza tanto di Louis è che non intavola mai il discorso su Jeremy, nonostante a volte faccia delle battutine.

La cosa di cui Harry si rende più conto mentre riguarda l’esterna è il fatto che vuole disperatamente baciare Louis. È consapevole di essere terribilmente attratto da Louis, e in cuor suo sa benissimo di non essere attratto da Jeremy nello stesso modo.

Il video dell’esterna finisce, e la prima persona a parlare è Taylor. “Devo essere onesta, Louis. Non pensavo che dalla tua partecipazione come corteggiatore ne sarebbe uscito qualcosa di buono.”

Louis ride, “grazie, credo” le dice sincero, “se posso essere sincero neanche io” conclude poi, e tutti ridono.
Harry però rimane serio, così Eleanor si rivolge a lui. “Non ti vedo convinto, Harry” dice e lui annuisce, “so cosa viene dopo l’esterna con Louis e quindi ho un po’ paura” ammette.

Eleanor gli sorride.

“Però l’esterna con Louis è stata veramente piacevole, so che lo dico da praticamente quando lo conosco, però lui è una persona stupenda e... Mi piace passare del tempo con lui. Stessa cosa vale per Jeremy.”

“Ma?”

“Non c’è un ma? Sono molto confuso, perché da una parte c’è una persona che conosco da tempo e che mi ha ferito abbastanza anche se ormai è il passato. Dall’altra c’è una persona che apprezzo, con cui sto bene ma che comunque so che si sta tirando indietro su molte cose, e probabilmente è per Louis, quindi... Sto riflettendo molto.”

Eleanor annuisce, “facciamo partire il filmato dell’esterna con Jeremy.”

Durante l’appuntamento, Jeremy lo porta nel suo appartamento, e nonostante Harry si senta un pochino a disagio, inizialmente, tutto procede per il meglio: parlano molto, purtroppo anche di Louis e nonostante Harry apprezzi che durante le puntate i due non si scontrino troppo, Jeremy si sente chiaramente molto minacciato da Louis.
Tuttavia, prima della fine dell’esterna finiscono a parlare dei loro progetti per il futuro, e Jeremy lo bacia. Harry deve ammettere che è un bacio piacevole, ma tuttavia non prova esattamente quello che dovrebbe provare.

Il riccio, in studio, non fa troppa attenzione al video e al fatto che la gente in studio stia applaudendo, ma si concentra su Louis dopo aver sorriso a Jeremy: il ragazzo ha le braccia conserte e un’espressione che non presagiva niente di buono.

A filmato finito, il primo a parlare è proprio Louis. “Eleanor, è un problema se esco per qualche minuto?” chiede. La ragazza scuote la testa, “non vuoi parlarne, però?” domanda, e Louis scuote la testa perché sa perfettamente che potrebbe dire qualcosa di cui si pentirebbe.

Si alza senza neanche guardare Harry, che senza pensarci due volte decide di seguirlo facendo un cenno con la testa ad Eleanor.

“Lou, aspetta un secondo” gli dice seguendolo e Louis scuote la testa senza smettere di camminare. Harry lo affianca.

“Mi puoi ascoltare, per favore?” chiede e il più grandesi volta a guardarlo, “non dovresti essere in studio a parlare del bacio del secolo?” domanda. Harry scuote la testa, “invece voglio parlare con te. Credo sia inutile discutere di quel bacio, Jeremy sa esattamente cosa penso.”

“Mi stai tenendo qui per qualche vendetta personale?” domanda secco Louis. Harry fa un espressione ferita, “pensi davvero questo?” chiede e l’altro annuisce, “ti avvicini a me, poi ti riallontani. Facciamo un passo in avanti e dieci indietro... Io non sono fatto per avere questo ruolo all’intero di questo programma, Harry.”

“Louis...”

“Sono oggettivamente troppo geloso, perché io ti vedo già come se tu fossi mio, capisci? E non intendo mio nel senso che mi appartieni, ma nel senso che immagino come sarebbe stare con Harry al di fuori di qui e venire qui e vedere che lo baci per me è...”

“Non hai il diritto di dire quello che stai dicendo, Louis. Spero tu te ne renda conto” esclama Harry nervoso, “se non fosse stato per te in questo momento probabilmente saremmo altrove e insieme. Sei tu che sei voluto tornare, non te l’ho chiesto io... Sono stato nella tua stessa posizione e so cosa provi ma non puoi pretendere che io ti scelga a cuor leggero come se fosse niente” dice, e Louis sospira.

“Allora forse è il caso che io vada via.”

Harry scuote la testa, “non ti permettero di andare di nuovo via da me come se niente fosse. Poi cosa farai, ti presenterai a casa mia chiedendomi la terza possibilità perché non c’è due senza tre?” domanda sarcastico e Louis alza gli occhi al cielo, “non posso credere che tu prenda tutto questo come un gioco.”

“Sai qual è la cosa che mi fa più rabbia, Louis?” esclama, “che hai rinunciato a noi già una volta con leggerezza e lo stai facendo di nuovo per uno stupido bacio.”

Louis alza le sopracciglia, “e perché non vuoi baciarmi?” chiede secco. Harry alza gli occhi al cielo, “sei un bambino.”

“Oh, davvero?”

“Voglio baciarti. Ma non posso farlo perché... Io non sono sicuro che sia una buona idea,” dice sincero, “torna in studio con me, Louis.”

“Non mi va.”

“Louis...” Harry si avvicina a lui, “se non torni dentro con me, puoi andare” dice, e sente che in studio stanno discutendo del fatto che ha completamente ignorato Jeremy in favore di Louis, ma non gli interessa come dovrebbe.

“Harry.”

“No Louis, io non accetto questo comportamento. Sei qui perché ho messo da parte tutto ma forse dovresti iniziare ad essere meno sicuro di te stesso perché non puoi pensare che io cancelli tutto quello che c’è tra me e Jeremy per questo.”

“Okay, ma ora non voglio tornare in studio. È un problema così grande per te?” chiede, e Harry annuisce, “perché ti comporti così?” chiede. Louis lo guarda e si mette a braccia conserte, “perché sono geloso e siccome sei stato nei miei panni dovresti sapere che cosa si prova.”

Touché, pensa Harry. “Il tuo problema è davvero che ho baciato Jeremy e non te?” chiede, “perché se ti fa stare meglio io posso baciarti anche ora.”

“Harry, torna in studio. Dammi qualche minuto, e rientro.”

Il riccio si arrende, ma la sedia rossa rimane vuota fino alla fine della registrazione.




Louis era un po’ nervoso all’idea di rivedere Harry: erano passati solo pochi giorni dalla registrazione dove aveva visto il bacio del riccio con Jeremy, e aveva riflettuto molto. Si è reso conto di aver reagito in una maniera un tantino esagerata, tuttavia le cose che aveva detto ad Harry erano vere: Louis era geloso in una maniera quasi imbarazzante.

Tuttavia, l’esterna di quel giorno per Louis è molto importante in quanto ho deciso di raccontare tutto ad Harry, e soprattutto ha deciso di presentargli la sua famiglia.

Fizzy, sua madre e le gemelle erano entusiaste all’idea di conoscere Harry, mentre Lottie era molto preoccupata, ma mai quanto Louis.

La sua famiglia è tutto per lui, e l’idea di far entrare Harry nella sua vita in un modo così importante significava davvero tanto.

In più, Harry avrebbe visto il suo appartamento, cosa che già da sola era motivo di preoccupazione per il più grande dei due.

La produzione aveva deciso di portare Harry direttamente al palazzo di Louis per non sprecare troppo il tempo delle riprese e quindi il ragazzo si trova sotto casa sua ad aspettare. La macchina blu di The Perfect Match si ferma davanti al palazzo dove vive alle 15 in punto, ed Harry scende da essa più bello che mai: ha addosso un paio di jeans neri strappati alle ginocchia e una camicia a fantasia floreale che dovrebbe essere decisamente più abbottonata.

“Hey, Lou” dice appena lo vede, “come va?” gli chiede. Louis gli sorride, “bene, tu?” domanda di rimando, ma la freddezza tra i due evidente.

Harry non risponde ma si avvicina e lo abbraccia, e Louis è sorpreso ma ricambia l’abbraccio, felice. “Pronto?” chiede poi, e Harry annuisce, chiedendogli dove si trovano.

“Il mio appartamento. Parliamo un po’, e poi... Sorpresa. O almeno, credo sia una sorpresa per te.”

Harry sorride, e Louis sa benissimo che sta facendo finta che tra di loro non sia successo nulla così come sa altrettanto bene che una volta entrati in casa ne dovranno parlare perché le cose potrebbero peggiorare.

“Mi hai cucinato una torta?” chiede Harry scherzando, mentre salgono in ascensore. “Che piano?”

“Dodicesimo. E comunque no, Harold, niente torta. Posso offrirti del tea, molta birra, dei cereali... Sono sicuro che ci sia anche della pizza surgelata. Io e la cucina siamo gli opposti, ormai dovresti saperlo.”

L’ascensore si ferma, e i due si ritrovano in un corridoio coi muri color panna, e Louis guida Harry fino alla porta marrone del suo appartamento. “Ho anche fatto venire la donna delle pulizie due giorni prima, per questa cosa. Ciao Julie, se ci stai guardando sappi che ti darò presto un aumento” esclama.

È Harry il primo ad entrare nell’appartamento, e si guarda intorno curioso. L’arredamento rispecchia molto Louis: il divano di pelle nero è al centro del salotto, la TV è appesa al muro bianco davanti ad essa. C’è un piccolo mobile sotto di essa, dove c’è una playstation con qualche gioco e molti DVD.

“Sai, ho immaginato molto come fosse il tuo appartamento e questo rispecchia molto quello che credevo” dice.

Louis gli fa fare un giro, e più vede Harry nel suo appartamento più pensa che sarebbe bellissimo vederlo lì sempre.

“Niente TV in camera?” chiede Harry sorpreso e Louis annuisce, “ce n’è una nella camera degli ospiti, ma è più per le mie sorelle. Solitamente quando vado a letto sono stravolto o leggo qualcosa sull’iPad quindi non ne ho bisogno” spiega. Il riccio sorride, “è una cosa molto positiva Tomlinson, molto.

Tornano in salotto e Harry si impadronisce del divano, sdraiandosi con la testa sulle cosce di Louis. “Allora, Tomlinson.”

“Cosa?”

“Ho due domande per te. La prima è la più semplice: perché c’è una statua di Spiderman nella camera degli ospiti?” domanda, “la seconda è... Parleremo di quello che è successo in puntata?”

Louis ride, accarezzandogli i capelli. “La statua me l’hanno regalata i miei colleghi per il mio compleanno qualche anno fa, è il mio supereroe preferito” spiega, “quello che è successo durante la registrazione è semplice: non mi piace Jeremy, non mi piace il fatto che tu sia confuso, ma soprattutto odio essere così disperatamente geloso, Haz.”

Harry sorride. “Mi dispiace che tu non sia tornato.”

“A me dispiace reagire in questo modo. Di solito non mi comporto così.”

Il riccio rimane in silenzio, per qualche secondo, poi si mette seduto e guarda Louis. “Sdraiati” gli ordina, e Louis confuso obbedisce, e Harry soddisfatto si sistema sdraiato sopra di lui. “Non c’è motivo di essere geloso, soprattutto considerato che Jeremy non lo è di te” esclama poi, e mentre lo dice decide che quel posto, su quel divano con le dita di Louis tra i suoi capelli, è il suo nuovo posto preferito nel mondo.

“Jeremy è fortuanto ada vere un carattere più calmo del mio, allora” ribatte Louis, e Harry sorride alzandosi appena finendo col guardare Louis. “Ti batte un sacco forte il cuore.”

“Lo so.”

“È una cosa buona?” chiede, e Louis annuisce. Harry si risistema con la testa sul suo petto, poi si allunga di qualche centimetro e gli da un bacio tra la mascella e il collo.

“Qual era la forse-sorpresa?” chiede poi. Louis gli accarezza la testa, “lo scoprirai tra circa una ventina di minuti. Ti piacciono i bambini, vero?” scherza e Harry annuisce. “Quindi possiamo stare così per altri venti minuti?” domanda speranzoso. La risposta di Louis è positiva, e per un attimo non sembra neanche che sia un appuntamento filmato per la TV.
 
Louis confessa ad Harry che conoscerà la sua famiglia qualche minuto prima che il campanello suoni, e nonostante il riccio sia estremamente nervoso, conquista sua madre e le sue sorelle in due minuti.

Phoebe e Daisy hanno praticamente gli occhi a cuoricino, Fizzy fa delle battute per metterlo a disagio a cui Harry risponde altrettanto scherzosamente. Ernest dorme nel passeggino, ma Doris decide che le ginocchia del riccio sono il suo nuovo posto preferito e si accoccola a lui ripetendo Harry di tanto in tanto. Lottie sta in disparte il più possibile.

Jay, nonostante sia la persona più buona del mondo, fa molte domande ad Harry. Gli chiede del suo lavoro, e delle intenzioni che ha con Louis e di quando ci sarà la scelta. Più di tutto, la donna, si diverte a mettere in imbarazzo Louis, mentre Harry si intrattiene facendo domande su Louis.

“E com’era quando era adolescente?” chiede. Johanna alza gli occhi al cielo. “Louis è sempre stato un bambino vivace, che si è trasformato in un adolescente vivace, che si è tramutato in un uomo vivace” dice lei, “ma non mi posso lamentare di lui, e neanche delle sue sorelle. Sono dei figli esemplari. E se posso permettermi, non ti pentiresti della scelta, se sceglierai Louis.”

Mamma...

Fizzy interviene, “non mi sento di dire che mamma si sbaglia, Harry” dice sorridendo, “Louis sa essere una vera spina nel fianco ma è il miglior fratello che avremmo mai potuto desiderare. Però non chiedergli mai aiuto nei compiti di matematica, perché è una schiappa coi numeri.”

“Confermo” dicono Daisy e Phoebe in coro.

Lottie è ancora in silenzio, nell’angolo del divano più lontano da Harry. Louis è seduto accanto a lei, e d’istinto le stringe la mano, supportivo, poi si avvicina a lei. “Posso parlarti un secondo?” chiede. La ragazza annuisce, e Louis fa l’occhiolino ad Harry, per poi andare in cucina per prendersi un attimo insieme a sua sorella.

“Che c’è, Lots?” le chiede subito, “non ti piace Harry? Speravo che...” inizia Louis, ma lei scuote la testa, “é un ragazzo adorabile. Ma l’averlo conosciuto mi fa sentire solo ancora più in colpa! Vedendovi insieme si capisce quanto io abbia rovinato tutto per te e mi dispiace davvero tanto, Lou. Perché mi parli ancora?” chiede, per poi nascondere il viso tra le mani. Louis le mette un braccio intorno alle spalle, “Lottie! Ormai è passato, okay? Era destino, e gliene parlerò e lui capirà. Okay? Dovresti fare il tifo per noi” scheraza, e Lottie annuisce.

“Mamma fa finta che non sia successo niente, parla di tutti voi come se foste i figli migliori del mondo e include anche me e...”

“Lotts, quello che è successo non è colpa tua, okay? Tutti abbiamo fatto delle scelte sbagliate! Al liceo io sono stato con delle ragazze!” scherza.

I due sentono gli altri ridere in salotto, e Louis per una ttimo si chiede cosa stiano dicendo, ma poi si concentra di nuovo su sua sorella. Lottie gli sorride, “e se dicendogli la verità non gli piaceremo più?” chiede. Louis scuote la testa, “se vuoi possiamo raccontargli tutto insieme” propone, e Lottie annuisce, “comunque continuerà a dispiacermi molto.”

Louis le da un bacio sulla testa, e sparisce in salotto tornando due minuti dopo seguito da Harry. Lottie gli sorride solo quando ilr agazzo si siede accanto a lei al tavolo della cucina. “Allora non mi odi” scherza il riccio, e Lottie scuote la testa, un po’ intimorita dal fatto che ci sono molte più telecamere nella stanza.

“Se ti odiassi Louis mi prenderebbe a calci, e poi dovrei fargli un grosso regalo al suo compleanno e... Nah, non ti odio” scherza Lottie, “però dovrei chiederti scusa.”

“Per cosa?” domanda confuso il riccio.

“Io sono la ragione per cui Louis ha lasciato il trono” esclama lei, visibilmente mortificata.

“Oh” esclama Harry, sorpreso. “Posso, uhm, posso sapere come mai?” chiede. Louis annuisce.

“Lottie andava al college vicino ad Orlando, e quando è arrivata negli Stati Uniti ha conosciuto un ragazzo che...” inizia a raccontare, ma sua sorella lo interrompe, “Lucas era un cretino, ma ero innamorata” dice. Louis annuisce, “in ogni caso, c’è stata una festa al campus e lui, essendo un cretino, ha deciso di distruggere, insieme a due suoi amici, delle proprietà dell’università. Lottie è stata punita al loro posto, con l’espulsione” spiega.

“Lottie...”

“Non avevo il coraggio di dirlo a mia madre, perché siamo sette e aveva lavorato duramente per permettermi di entrare in quel college ed ero nel panico, così ho chiamato Louis... Ha dovuto abbandonare il programma per tentare di farmi rientrare all’università e quando non ci è riuscito abbiamo trovato una soluzione. Sono stata ammessa ad una facoltà simile a Manchester, e ha spiegato tutto a mamma e... Mi dispiace tanto Harry, vedervi insieme oggi mi ha fatto capire quanto io abbia rovinato tutto per voi due! Siete perfetti insieme, e se non fosse stato per me a quest’ora probabilmente faresti parte della famiglia da mesi” dice. Harry non dice niente, ma abbraccia la ragazza in silenzio. “Non è stata colpa tua! Era destino che andasse in questo modo. E poi siamo qui, no? Non tutto è perduto.”

“Sono molto dispiaciuta lo stesso” dice. Harry le bacia una guancia, poi la guarda, “posso stare un secondo da solo con Louis?” le chiede e lei lascia la stanza annuendo, dopo aver abbracciato dolcemente Louis.

Quando rimangono soli, telecamere a parte, Harry fissa Louis per qualche secondo, prima di parlare. “Tu sei un...”

Sospira.

“Perché diavolo non me l’hai detto prima? Avevi mille modi di contattarmi” esclama, incrociando le braccia, “non so se voglio urlarti addosso, picchiarti, o baciarti perché ami così tanto la tua famiglia.”

Louis alza gli occhi al cielo. “Era complicato. Non sapevo cosa provavi per me, e non potevo permettere che mia madre venisse a sapere di Lottie prima del tempo. In più sapevo di essermi comportato male. Però hai ragione.”

“Su cosa?”

“Sul fatto che era destino. Noi due. Ci siamo ritrovati, no?” chiede e Harry annuisce, “grazie di avermi fatto conoscere la tua famiglia. Mi sono reso conto che per te è una cosa molto importante” dice Harry, “in più tua madre ha aspettato che tu te ne andassi per passarmi alcune tue foto da piccolo che conserverò con cura. Soprattutto quella di un piccolo Tommo nella vasca da bagno.”
Louis si passa una mano in faccia, “vorrei fare molte battute sul fatto che ci tenevi a vedermi nudo, ma mi rendo conto che questo non sia il momento adatto” dice, “torniamo di la?” domanda poi, e Harry annuisce.

È decisamente l’appuntamento più bello di sempre.



Chloe sceglie Josh: sono bellissimi, e innamorati. Harry si vergogna molto mentre Taylor gli passa un fazzolettino perché è commosso.
Quando passano a lui, dopo l’emozione della scelta della ragazza, mostrano prima l’esterna con Jeremy – che gli fa conoscere il suo migliore amico, portandolo nella piccola cittadina inglese dove è cresciuto, poi quella con Louis e la sua famiglia. Solo guardandosi nel video si accorge di quanto terribilmente si sia sentito al suo posto con loro.

“La redazione mi ha detto che hai una comunicazione da fare, Harry” dice la ragazza, e lui annuisce. “Ho deciso che alla registrazione di venerdì prossimo sceglierò anche io” annuncia e nota sia Jeremy che Louis muoversi sulla sedia, colpiti.

Harry è certo che farà la cosa più giusta.



Louis deve essere onesto con sé stesso: è nervoso — questo però non deriva dalle tantissime scadenze che la fine del mese comporta alla casa discografica per cui lavora.

Il fatto è che da quando Harry ha annunciato la sua imminente scelta, Louis non riesce a pensare ad altro. E’ sbagliato — lo sa bene — ma non riesce a focalizzarsi su qualcosa altro che non sia Harry e la possibilità di non uscire dal programma al suo fianco.

Louis aveva fatto una promessa a sé stesso, prima di iniziare The Perfect Match: non mettersi nei guai in nessun modo. Louis è un tipo piuttosto preciso e secondo i suoi calcoli era impossibile innamorarsi in un programma come quello. Il problema, ora, è che non ha messo in conto Harry.

Harry Styles e le sue fossette, la sua risata goffa e la sua camminata dannatamente sensuale.

E come succede nelle ultime settimane, è in ufficio ma non riesce a sbrigare le sue mansioni perché sta pensando ad Harry. Ha davvero bisogno di una pausa.

Perciò apre l’elenco dei suoi contatti nel telefono fino a trovare ciò che sta cercando.

“Pronto, Louis?” la voce di sua madre risuona cristallina dall’altro lato del telefono, sente un improvviso senso di calma diffondersi nel suo petto.

“Mamma..” soffia lasciandosi andare ad un sospiro pesante.

“Che succede, tesoro?” chiede lei capendo immediatamente dal suo tono di voce che qualcosa sta turbando il ragazzo.

“E se non mi scegliesse?” — Louis è sempre stato definito da tutti il mammone di casa; non sono capricci i suoi, o una costante ricerca d’attenzione da parte sua. In qualità di primogenito, è sempre stato abituato ad essere accanto a sua madre: a gioire con lei, a sostenerla nei momenti difficili e crescere i suoi fratelli minori insieme a lei. Il loro rapporto è sempre stato facile, sua madre è sempre stata un’amica e una sorella senza di lei. Lui non saprebbe davvero come fare senza di lei.
 
“Oh, tesoro. Non credo questa sia una possibilità” esordisce lei, sembra realmente convinta delle sue parole. “Non ero contenta del tuo ritorno in quel programma, sarò sincera con te, ma da quando vi ho visti insieme non posso non essere altrettanto sincera. Lui tiene tanto a te, tesoro, almeno quanto tu tieni a lui” spiega la donna con tono carezzevole di voce. “Perfino le tue sorelle hanno notato come ti guarda” aggiunge alla fine, Louis può sentire un sorriso nella sua voce.

“Sono felice di avergli detto la verità” rivela mordendosi il labbro inferiore nervosamente, mentre gira una matita fin troppo consumata tra le dita.
“È stata la cosa giusta, tua sorella Lottie non la smette di colpevolizzarsi per questo..” racconta sua madre.

“Deve smetterla di pensarlo..” si lamenta il ragazzo sospirando pesantemente.  
“Credo che avervi visti insieme la aiuterà, è stato un bel gesto da parte tua..” dice la donna sincera.

“Davvero?” 

“Credo che anche Harry l’abbia apprezzato” dice ancora, Louis sistema una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre sistema il telefono contro l’orecchio. 
“Se fossi rimasto, sarebbe stata la mia scelta” Confessa a sua madre, ed è come liberarsi di un enorme peso dal petto. “Ma se non io fossi la sua?” è sempre stato certo del loro percorso, fin dall’inizio, quando non riusciva ancora a vedere la luce alla fine del tunnel. Non può negare, però, che il suo diretto sfidante abbia giocato molto bene le sue carte e che abbiano instaurato un rapporto solido durante il loro percorso.

Per la prima volta nella sua vita, Louis non è sicuro di qualcosa. 
“Se non sarai la sua scelta, lo supererai e andrai avanti — come hai sempre fatto, Lou” lo rincuora sua madre e Louis pensa che vorrebbe davvero un suo abbraccio in questo momento.



Non è il disordine in casa sua a preoccupare Harry quella mattina: è sempre stato un tipo piuttosto preciso ed ordinato, dopotutto.

Il fatto è che Louis sarà a casa sua nel giro di poche ore ed Harry non crede di poter rallentare il battito furioso del suo cuore in nessun modo. Non riesce nemmeno a pensare al fatto che si trova davanti al palazzo dove il ragazzo lavora per fargli una sorpresa perché rischia che il suo cuore ceda da un momento all’altro.

Per fortuna, è accompagnato da alcuni ragazzi della produzione. ‘Andrà tutto bene, è un’esterna come un’altra, no?’ sussurra Jesy mentre cerca di rassicurarlo.

Fallisce miseramente, però, perché quella non è davvero un’esterna come un’altra. Quella è l’ultima esterna prima della sua scelta e col senno di poi un po’ si pente di averlo annunciato nell’ultima puntata registrata perché adesso non può avere ripensamenti e — se solo ci pensa — rischia un attacco di panico.

La verità è che Harry non vuole deludere nessuno dei ragazzi ma non ha altra scelta perché non fa che pensare ad uno dei due in particolare da qualche settimana. Non crede sia giusto andare avanti quando l’unica cosa a cui riesce a pensare è come sarebbe la sua vita al di fuori del programma con quella persona.

Quando entra nel suo ufficio — venti minuti più tardi — Louis è oltremodo sbalordito: nasconde il volto tra le mani per qualche istante ma questo non gli impedisce però di mettere su il suo sorriso migliore, anche se intimidito a causa degli occhi puntati su di lui, per Harry.

“Che cosa ci fai qui?” domanda alzandosi dalla sua poltrona in pelle per andargli incontro, lo abbraccia calorosamente e può benissimo sentire il suo profumo invadergli le narici. 

“Ti sei dimenticato della nostra uscita, per caso?” ribatte il più giovane puntando un dito contro il suo petto, una volta sciolto l’abbraccio.

“Ovviamente no” dice schioccando la lingua contro il palato. “Ma mi avevano detto che ci saremmo visti non prima oggi pomeriggio?” tenta arricciando le sopracciglia. 

“Invece, io sono qui per rapirti” rivela con un sorriso disegnato sulle sue labbra.

“Rapirmi?”

“Ho pensato che siccome è l’ultima esterna prima di — si, insomma, prima della fine. Volevo passare un’intera giornata insieme quindi ho chiesto alla redazione se fosse possibile allungare l’esterna” spiega e Louis vorrebbe soltanto soffiare via quel sorriso con un bacio.

Louis non riesce a spiegare la sua voglia di baciarlo: non è solo perché Harry è bellissimo e le sue labbra sembrano fatte per essere baciate, no. Non è solo attrazione fisica, c’è tanto altro che Louis non riesce nemmeno a spiegare perché la verità è che Louis è a corto di parole quando si tratta di Harry.

Sa anche che non dovrebbe sbilanciarsi in quel modo perché potrebbe rimanere davvero deluso da quell’esperienza ma Louis non è quel tipo di ragazzo: lui vive ogni momento al massimo, vive davvero.

Louis vuole vivere davvero Harry e spera davvero che il più piccolo prenda la decisione giusta nel giro di una settimana.
 
Sa per certo di essere la decisione giusta.  

“E dove mi porterai?” chiede il più grande incrociando le braccia al petto.

“Questa è una sorpresa, e lo scoprirai soltanto quando saremmo giunti a destinazione” afferma convinto il più piccolo. Lo vede mordersi il labbro inferiore dal nervosismo così gli afferra una mano tra le sue iniziando a disegnare dei piccoli cerchi sul palmo della sua mano.

Il movimento non sfugge alle telecamere della produzione che registrano tutta la scena con attenzione, ma nessuno dei due porge loro molta attenzione.

“Dovrei avere un motivo valido per lasciare l’ufficio, però” riflette ad alta voce, con aria di sfida.

Harry arriccia il naso prima di rispondergli. “Mettiamola così, è il mio modo per chiederti scusa per come sono andate le cose due settimane fa. È un valido motivo?”

Louis vorrebbe dirgli che non ha davvero bisogno di una motivazione perché lui è un valido motivo in partenza ma si trattiene dal farlo.

“Non hai niente di cui scusarti.. So che mi sono già scusato, ma ci ho pensato ancora e —  ho capito, non avrei dovuto reagire in quel modo, ho esagerato” confessa il più grande abbassando per un secondo lo sguardo verso il pavimento. È imbarazzato e pronunciare quelle frasi gli è costato più di quanto gli piaccia ammettere. “Ma non riesco a non essere geloso di te, sono stato me stesso e di questo non mi pento” aggiunge sincero  e l’ombra di un sorriso appare sulle sue labbra.

“Sono felice che tu sia rimasto, comunque” puntualizza Harry rivolgendogli il suo sorriso migliore, fossette e tutto il resto. “Allora, ti lascerai rapire da me?”

Louis crede sia successo dal primo momento in cui ha posato gli occhi su di lui, ma non ritiene sia il momento adatto per confessarglielo.



L’appartamento di Harry è esattamente come Louis lo immaginava: confortevole ma semplice nell’arredamento, con qualche quadro appeso qua e là e una miriade di fotografie sistemate in ogni angolo della casa.

Si trova a nord di Londra, non è molto distante dal suo ufficio ma è dal lato opposto rispetto al suo appartamento; Louis riesce perfettamente ad immaginarsi mentre lascia il suo ufficio dopo un’estenuante giornata di lavoro e trovare rifugio a casa sua, tra le sue braccia sarebbe anche meglio.

Dovrebbe smetterla di fantasticare in quel modo.

“Mi farai vedere tutte le foto di quando eri bambino?” domanda inarcando un sopracciglio soffermandosi davanti ad una foto di Harry — chiaramente adolescente — insieme a sua madre e sua sorella.

“Smettila” soffia passando accanto a lui e rivolgendogli un’occhiataccia e Louis ghigna divertito, sa quanto Harry odi parlare di quando era bambino.

Lo trova imbarazzante, dice; Louis pensa che sia semplicemente adorabile. 

“Andiamo, oppure non inizieremo mai” commenta poi fingendosi ancora offeso.

“Mi hai trascinato dentro un supermercato fino a venti minuti fa e non mi hai ancora detto che cosa faremo esattamente..” commenta Louis sarcastico ed Harry sghignazza perché sa quanto Louis non sopporta non sapere cosa succede.

“Lo scoprirai a tempo debito” gli rifila come risposta, guadagnandosi un sonoro sbuffo da parte del maggiore, che si limita a seguirlo nella sua cucina — come il resto della troupe del resto.

I minuti successivi vedono Harry aggirarsi nella stanza alla ricerca di utensili ed elettrodomestici vari, sotto lo sguardo attonito di Louis che non sa nemmeno i nomi della metà degli oggetti che Harry sta sistemando sul ripiano della cucina.

“Inizio ad essere spaventato” sussurra lanciando un’occhiata al più giovane. 

“Ho sistemato tutto quindi è giunto il momento di dirti che faremo una pizza” afferma Harry entusiasta. Entusiasmo che non coinvolge affatto Louis che sa perfettamente di essere una piaga in cucina, e ne va piuttosto fiero.

“Credo di non aver capito bene.”

“Ero certo che mi avresti risposto così” commenta il riccio passandosi una mano tra i ricci, poi raggiunge con due dita il polso sul quale riposa un elastico stretto nero, lo sfila portandolo tra i suoi capelli racchiudendoli in un bun disordinato.

È possibile che anche quel gesto sia affascinante? E’ davvero senza speranza.

“Io ti dico che non so cucinare e tu vuoi farmi preparare una pizza…” è il primo commento di Louis.

“E piantala, non ho detto che dovrai farla da solo” lo rimprovera Harry pizzicandogli un fianco e quando lo supera — diretto verso il ripiano principale della cucina —  gli rivolge un’occhiolino.

Louis continua a tenere le braccia al petto e un broncio sulle labbra. “Dai, Lou, sarà divertente vedrai..” afferma poi muovendo un passo verso di lui e avvolgendo le sue braccia lunghe intorno al suo busto.  

Inevitabilmente, Louis finisce per rilassarsi contro il suo petto. Nasconde il volto nell’incavo del suo collo, Harry lo sente quasi fare le fusa. “Non volevo metterti in difficoltà” commenta il riccio ad una spanna dal suo volto.
Louis alza gli occhi nei suoi, riesce a contare le sue ciglia da quanto sono vicini. “Però c’è qualcosa che non va ancora” riflette ad alta voce lanciandogli un’occhiata.

“Cosa?” domanda curioso il maggiore e se la sua mano si poggia casualmente sul suo petto iniziando a disegnare cerchi immaginari sulla sua felpa, questo è solo un dettaglio irrilevante.

“Non puoi cucinare conciato in questo modo..” — eh?

Louis lancia uno sguardo al suo completo grigio gessato. “Ehi! Questo completo vale davvero molto…” sussurra fingendosi offeso dalle sue parole.

“E ti sta anche molto bene” si lascia scappare Harry ad alta voce. Louis sorride sornione a quella battuta ed Harry si affretta a finire il suo discorso, senza curarsi delle chiazze rosse che stanno macchiando le sue guance. “Ma non credo che tu voglia coprirlo di farina ed impasto per pizza..” finisce per dire arricciando il naso. Sembra riflettere per qualche minuto prima di riprendere a parlare “Posso prestarti qualcosa di più comodo, se vuoi..” suggerisce Harry con tutta la naturalezza del mondo e Louis non può evitare il sorriso che nasce spontaneo sulle sue labbra.

Non vuole farlo, in realtà.
 
Alla fine, Harry riesce a trovare un paio di pantaloni neri ed una vecchia felpa grigia. Inevitabilmente, i suoi vestiti gli stanno davvero grandi ma portano il suo profumo e Louis vorrebbe cucirseli addosso e non toglierli più — questo pensiero, però, lo tiene per sé.

Harry, dall’altro lato della cucina, trattiene una risata quando lo vede entrare con quegli abiti indosso. Quella davanti ai suoi occhi, è probabilmente la visione più divertente degli ultimi anni. In realtà, lo trova estremamente adorabile ma questo decide di non dirglielo.

Schiarendosi la voce, prende l’iniziativa. “Iniziamo dalle cose semplici: tu ti occuperai semplicemente di tenere d’occhio l’impasto quando sarà nella planetaria” — è ovvio che Louis non sappia di cosa l’altro sta parlando ma annuisce facendo finta di nulla, avvicinandosi al ripiano.

“Che c’è?” domanda quando nota l’evidente imbarazzo di Louis davanti all’oggetto.

“Non so usarla” confessa il più grande abbassando lo sguardo sull’elettrodomestico tra le sue mani.

“Louis.”

“Che c’è? Ti ho detto che sono una piaga in cucina..”

“Come puoi non sapere come si usa una planetaria?” domanda muovendo un passo nella sua direzione.

“Harry, non sapevo nemmeno si chiamasse planetaria fino a due minuti fa” confessa facendolo scoppiare a ridere.

“Okay — uhm” esordisce sistemandosi accanto a lui. “Tiriamola fuori e ti spiego come funziona”

Louis segue le sue istruzioni, posizionando l’elettrodomestico accanto sul ripiano, non molto lontano dalla presa elettrica.

“Okay, adesso metti la spina nella presa” suggerisce il più piccolo, prendendolo chiaramente in giro. 

“Harry, se non la smetti giuro che me ne vado” lo minaccia serio il più grande.  

“Non oseresti.” Mormora in risposta a denti stretti.

“Mettimi alla prova” lo sfida voltandosi verso di lui, i suoi occhi bruciano nei suoi.

Harry si limita a non rispondere, si sistema semplicemente alle sue spalle — intrappolandolo tra il suo corpo e il ripiano in marmo della cucina. Lo sente irrigidirsi per qualche istante ma poi le sue braccia lo avvolgono quasi completamente, per raggiungere la planetaria davanti a loro, e il suo corpo si rilassa contro il suo. “Sono essenzialmente due le cose da sapere prima di azionare una qualsiasi planetaria..” inizia a dire portando le dita su una piccola rotella posizionata nell’angolo destro dell’oggetto. “Con questa, si regola la potenza della velocità delle fruste. Si inizia sempre con la velocità più bassa per evitare che l’impasto schizzi dappertutto e si va aumentando gradualmente” la sua voce bassa risuona calda e carezzevole contro il lobo del suo orecchio facendolo rabbrividire.

Gli sembra di sentire la punta del suo naso sfiorare la sua guancia di tanto in tanto — ma sicuramente lo sta immaginando.

“Questo qui sotto, invece..” soffia ancora portando le dita su un piccolo pulsante, quasi invisibile rispetto a tutto il resto. “Questo serve soltanto ad accenderla…non devi preoccuparti di niente, devi soltanto tener d’occhio l’impasto e farà tutto lei” — Louis è scettico. È davvero possibile che non debba davvero far nulla? È davvero così semplice?

Quando nota il prolungato silenzio da parte sua, Harry si sporge in avanti per lanciare uno sguardo al volto di Louis.

“Non era così difficile, eh?” suggerisce Harry con saccenza, mordendosi un labbro quando vede Louis alzare gli occhi al cielo.

“Ti odio” borbotta sotto voce. Quello che sente poco dopo è lo schiocco di due labbra calde contro la sua guancia. 

“Possiamo iniziare adesso?”

Louis non crede di essere mai stato così entusiasta di cucinare in vita sua.


Il risultato del loro esperimento in cucina non è proprio come Harry si aspetta: la pizza non poi così male, ma c’è di meglio. La verità è che Louis l’ha distratto più di quanto gli piaccia ammettere.

Ed ora che sono seduti sul suo divano con le gambe intrecciate e i loro corpi avvolti da un’enorme coperta, Harry pensa di essere dove ha sempre voluto essere.

I resti della pizza giacciono — ormai freddi — sul tavolo basso del suo salotto mentre sulla televisione scorrono le immagini di Notting Hill. Loro due, però, sembrano troppo interessati l’uno dall’altro per seguire a pieno il film: il braccio di Harry è sistemato intorno alle sue spalle mentre Louis è completamente nascosto contro il suo petto.

In tutta onestà, non ha mai capito cosa significasse stare bene fino a quel momento perché ora — stretto contro il petto di Harry — sa di star bene.

“Perché hai deciso di fare quest’esterna qui, a casa tua?” domanda Louis dal nulla alzando appena il mento per rivolgergli la sua attenzione.

Harry stringe la presa intorno al suo corpo. “L’altra volta mi hai portato a casa tua, mi hai fatto conoscere la tua famiglia e per me ha significato molto, anche se forse non l’ho dimostrato abbastanza..” riflette il più piccolo, sono così vicini che ad entrambi basta sussurrare per parlarsi. “Tu mi hai fatto entrare nel tuo mondo, ed io volevo farti entrare nel mio…”
“Mi piace..” soffia Louis ed Harry può sentire benissimo le sue mani sotto la coperta che afferrano la sua felpa per sistemarsi contro di lui.

“Potrei abituarmici, sai?”

Harry sorride mordendosi l’interno della guancia prima di parlare di nuovo. “Sai, questo sarebbe il momento perfetto per dirmi qualcosa prima della scelta” dice facendosi serio. Lo osserva un attimo, mentre attende la sua risposta e Louis sembra nato per indossare i suoi vestiti, sembra davvero piccolo mentre arriccia le maniche di tanto in tanto per evitare che le sue braccia spariscano all’interno della sua felpa. Lo trova adorabile, e bellissimo.

Louis intreccia le caviglie alle sue. “Io non credo di doverti dire qualcosa, è la tua scelta e nessuno di noi due dovrebbe dirti quello che vorrebbe sentirsi dire” dice con sincerità, mente il palmo della sua mano è risalito lungo il suo petto a giocare con i ganci della sua felpa.

“Io sono certo che tu sappia quanto bene potremmo stare insieme fuori da questo programma..”

Harry resta in silenzio, lo ascolta con attenzione perché sono davvero pochi i momenti in cui Louis riesce a parlargli a cuore aperto. “Forse è proprio questo a spaventarti..” riflette ad alta voce e la punta delle sue dita — come i suoi occhi — si ferma sul suo mento, come se fosse spaventato all’idea di raggiungere le sue labbra.

“Spero soltanto che tu faccia la scelta giusta perché io non vedo l’ora di viverti fuori da qui, Harry Styles” finisce col dire rubandogli il poco fiato che gli è rimasto nei polmoni.

“Chi dice che sia tu la scelta giusta?” domanda in un soffio abbassando il viso e raggiungendo quello di Louis, che sgrana appena gli occhi quando nota la sua vicinanza.
 
“Non lo dico, ne sono sicuro” ribatte convinto il più grande. “Sai, se avessi finito il mio trono mesi fa, saresti stato tu la mia scelta” confessa a bassa voce. “So che forse non è giusto dirtelo adesso ma volevo che tu lo sapessi, ecco” — In realtà, quelle parole si insinuano nella testa di Harry come un martello pneumatico. 

Nasconde il volto contro la coperta soffice all’improvviso, sperando invano che il rossore sulle sue guance svanisca velocemente. Harry ha sempre pensato a come sarebbero andate le cose se Louis non avesse lasciato il suo trono. Probabilmente sarebbero ancora una coppia, probabilmente no.
Ma poche cose nella vita accadono come le immaginiamo, o come speriamo.
Non si sente di fargliene una colpa, adesso che sa la verità.

“Sono stato bene oggi” sussurra il più piccolo cambiando improvvisamente argomento e puntando gli occhi nei suoi con un sorriso accennato.
“Potremmo stare bene ogni giorno..” lo corregge Louis con una smorfia furba sul volto.

Harry vuole baciarlo sul serio in quel momento.

Non è una stupida voglia, un capriccio del momento o una banale attrazione fisica.
Si sbilancerebbe troppo? Probabilmente si.

Harry sa benissimo che baciare Louis sarebbe completamente diverso rispetto al bacio di Jeremy qualche settimana prima.

Eppure ad Harry non importa: non gli interessa se tutta la nazione li vedrà nel giro di poche settimane, non pensa nemmeno alla possibile reazione di Jeremy o che siano circondati da una troupe e dalle telecamere perché Harry riesce a vedere solo Louis ora.

Louis e il suo sorriso timido. I suoi occhi blu. Le sue battute sarcastiche. La sua gelosia e il suo modo buffo di ridere ad alta voce.  

Vede Louis socchiudere gli occhi soddisfatto dal suo discorso, si lascia andare contro lo schienale del divano senza allontanarsi poi molto del suo corpo; le sue mani sono ancora intrecciate tra i ganci e la soffice stoffa della sua felpa e non sembra intenzionato a spostarle da lì molto presto.

Così chiude gli occhi e lo bacia.

Louis è immobile, all’inizio — le sue labbra sono decisamente più sottili delle sue ma non meno soffici. Le morde lievemente per ottenere una risposta dal ragazzo, che sembra ancora esterrefatto da quel contatto.

Ma poi le sue mani scivolano tra i suoi riccioli e tutto cambia: lo avvicina a lui ricambiando il suo bacio. Le labbra di Harry sono esattamente come le ricordava: soffici e perfetta contro le sue.
 
E Louis ricorda perfettamente il loro primo bacio.

Era la loro quarta esterna e faceva dannatamente; così freddo da costringerli a cercare rifugio in una vecchia cioccolateria di Londra. Louis non si aspettava un bacio da Harry quel pomeriggio — specialmente se pensava a come erano andate le cose nella puntata precedente — eppure quel ragazzo era così bravo a sorprenderlo; forse era questa la cosa che più apprezzava di lui. 

Sorride contro la sua bocca quando Harry si allontana da lui solo per riprendere fiato, Louis si lascia scivolare ancora di più contro lo schienale del divano raggiungendo un lembo della coperta e tirandosela addosso .

A Louis sembra di sentire ancora la voce di Julia Roberts provenire dalla televisione ma non ha molto tempo per pensarci perché ha aspettato quel momento da quando ha rivisto Harry. Tutto intorno a loro sembra svanito, ovattato ed è come se loro stessi fossero persi in quel momento.

Harry pensa che non c’è niente di sbagliato o fuori posto in quel momento e che — se potesse — scatterebbe una foto per immortalare quell’istante per sempre.
Harry è esattamente dove vorrebbe essere e sta provando tutto quello che sempre immaginato di provare baciando Louis — ed è proprio così che immagina la sua quotidianità con Louis: gesti semplici e attenzioni.
Mentre si salutano — un’ora più tardi — abbracciandosi e Louis sussurra al suo orecchio ‘vorrei restare qui con te’, Harry pensa che Louis è come un lunghissimo viaggio senza meta.

Imprevedibile ed imprevisto.

O forse — più semplicemente — Louis è stata la meta del suo viaggio per tutto questo tempo.




“Harry, se non stai fermo credo avrò delle difficoltà nel fare il nodo alla cravatta, e finirò con lo strozzarti e non sarà piacevole.”

Anne è sempre stata una donna paziente, ma è certa che se Harry continuerà a muoversi finirà con il perdere la pazienza.

“Sto per vomitare.”

“Harry Edward Styles” esclama sua sorella Gemma, “qual è il motivo di questo nervosismo?” chiede e Harry alza le spalle, “vuoi l’elenco?” domanda e lei annuisce.

Harry sospira.

“Ho paura che potrebbe dire di no, o che potrebbe dire di sì e quando siamo di soli mi dica che non voleva solo umiliarmi o... Magari lo odio, a telecamere spente, e vorrà dire che ho sbagliato tutto.”

Gemma ride, “non ci hai detto chi è l’oggetto del tuo nervosismo” nota, e loro madre annuisce. Proprio in quel momento Jesy e Jade entrano nel camerino, “lo avete convinto a dirvi chi sarà la scelta?” domanda Jesy. Gemma le saluta, baciandole sulla guancia, poi scuote la testa, “stavamo giusto cercando di farcelo dire” esclama e loro madre sospira. “Gemma, lascialo stare. Sono certa che sia già abbastanza nervoso!”

Jade e Jesy sorridono, “cominciamo tra una ventina di minuti. Volevamo sapere come stavi, se avevi bisogno di qualcosa e se volevi sapere qualcosa!” chiede una delle due. Harry sospira, “chi hanno portato?” domanda poi, e Jade sfoglia la cartelletta che ha in mano, cercando la risposta. “Louis sua sorella Charlotte e il suo migliore amico, mentre Jeremy l’amico che hai conosciuto in esterna.”

Il riccio sospira nuovamente, “spero che Eleanor non mi giudichi male per questo, ma probabilmente vomiterò” esclama. Jade lo abbraccia, e poi Jesy fa lo stesso, baciandolo sulla guancia. Gli augurano buona fortuna e lui spera tanto che non ne abbia bisogno.
Quando rimangono soli, è Anne che prende la parola.

“Qualsiasi cosa succederà sappi che sono molto fiera di te. Ti sei comportato egregiamente con entrambi, non hai mai mancato di rispetto a nessuno e sono convinta che andrà esattamente come vuoi tu. E se così non fosse, torneremo a casa insieme e col tempo andrà meglio, ne sono sicura.”

“E se vuoi posso sempre minacciarlo” aggiunge Gemma, “ma mamma ha ragione, andrà bene e quindi non ce ne sarà bisogno.”

Harry spera tanto che abbiano ragione.



Entrare in studio, quel giorno, per Louis è molto diverso.

Scende le scale e abbraccia Harry e gli da un bacio sulla guancia, poi si siede sulla sua adorata sedia rossa dove è stato seduto per le precedenti sei settimane di registrazioni e la consapevolezza che quella potrebbe essere l’ultima volta che vede Harry lo fa sentire ancora più nervoso, tanto che gli sudano le mani come quando doveva essere interrogato alle medie.

Chloe è seduta accanto a Grimmy, al fianco di Josh e sembrano estremamente felici e Louis si chiede se andrà bene anche a lui come è andata al ragazzo.

Jeremy entra dopo di lui e abbraccia Harry, e l’unica cosa che fa stare Louis un tantino meglio è che non vedrà mai più il suo rivale e che non dovrà mai più sentir parlare di lui.

“Harry...” dice Eleanor appena le telecamere iniziano a girare, “oggi scegli! Come ti senti?” domanda. Harry sfrega le mani una contro l’altra, “nervosissimo” dice, “ma anche sollevato dal fatto che non dovrò più vedere Grimmy e Taylor” scherza.

Tutti ridono.

“E voi?” continua Eleanor, rivolgendosi a Louis e Jeremy. Quest’ultimo è quello che parla per primo, “provo molte emozioni contrastanti e anche se in cuor mio so già come andrà a finire è stato bellissimo partecipare e mettermi in gioco, non pensavo sarei mai riuscito a farlo.”
Louis fa un sorriso di circostanza al ragazzo, e poi parla. “Ho passato molto tempo dentro questi studi, molto più di quello che doveva essermi concesso a dire il vero, quindi sono da una parte contento perché finisca tutto ma dall’altra un po’ preoccupato e triste all’idea che non possa andare come mi piacerebbe.”

Eleanor sorride, “Louis, siamo stati tutti molto contenti del fatto che tu abbia deciso di tornare, indipendentemente da come andrà a finire. Jeremy, tu sei stato un ragazzo molto educato, gentile e rispettoso e di questo ti ringraziamo tutti.”

Eleanor poi chiede ai due chi han portato con loro e Lottie, Niall e Will – l’amico di Jeremy entrano in studio. Lottie fa l’occhiolino ad Harry prima di appoggiare la mano sulla spalla del fratello sedendosi dietro di lui affiancata da Niall; la presenza di Lottie lo innervosisce ancora di più, e quando Eleanor fa partire le esterne Harry sente di essere davvero sull’orlo del vomitare.

La prima esterna è quella con Jeremy, che – sorprendendo molto Harry, lo aveva portato a Parigi visto che l’ultimo appuntamento durava l’intera giornata; è stato un appuntame to più che piacevole ed Harry si è divertito moltissimo.

L’esterna con Louis è quella più difficile da vedere per Harry, ma capisce perché Jeremy pensa di saper già come andrà a finire. Insieme a Louis, Harry è molto più a suo agio, e si vede che non si tira indietro e non pensa dieci volte alle cose che dice.
Rivedere il bacio, poi, sia per Louis che per Harry è un pugno nello stomaco.

Quando anche l’esterna con Louis termina, è il riccio che parla. “Sono state due esterne molto divertenti e io volevo ringraziarli perché so di non essere una persona facile e voglio solo dire che sono stato molto bene con entrambi e che mi dispiace se vi ferirò.”

Louis annuisce, e Jeremy fa lo stesso, ma quando Eleanor chiede ai due di lasciare lo studio il nervosismo inizia a farsi sentire davvero.
“Pronto?” chiede Taylor mentre due ragazzi della produzione sistemano lo studio, e Harry scuote la testa. “Sono sicuro di non essere mai stato così nervoso in vita mia” dice sincero, e Chloe si gira a guardarlo, “sono sicura che andrà bene” dice e Harry le sorride, “lo spero” dice poi.

Eleanor sorride, “chi hai portato?” chiede poi e Harry ricambia il sorriso, dicendole che ha portato sua madre e sua sorella che sono sedute nel pubblico, così lei gli chiede da chi ha intenzione di iniziare.

“Jeremy” dice, e poi si alza sedendosi su una delle due sedie rosse al centro dello studio.

Il pubblico applaude e Jeremy rientra, sedendosi di fronte a lui e c’è talmente tanto silenzio che Harry è sicuro che tutti possano sentire il suo cuore battere all’impazzata dentro il suo petto.

“Ciao” dice Harry cercando di sorridere, “come va?” chiede e Jeremy alza le spalle, “ho passato momenti migliori, se posso essere onesto” dice. Il riccio si passa la lingua sulle labbra e sospira prima di cominciare a parlare. “Allora...” dice, “mi hai colpito dall’inizio per una serie di motivi, che ci tengo a ribadire. Sei un ragazzo straordinario Jeremy, davvero. Dolce, sensibile, educato e mi hai fatto entrare nella tua vita più di quanto avrei fatto io, soprattutto dopo che Louis è tornato nel programma. Sono stato bene con te, e ogni esterna è stata piacevole e credimi se ti dico che meriti tutta la felicità del mondo e che se ci fossimo conosciuti in una circostanza diversa saresti il ragazzo perfetto per me, ma...”

“Ma non sono io la tua scelta.”

“Ma non sei tu la mia scelta” dice Harry, “vorrei precisare che questo non dipende da nessuno se non da me e dalla mia testa, e mi dispiace davvero tanto perché mi sento come se ti avessi ferito inutilmente e spero che tu sappia che non ti ho assolutamente usato per far ingelosire Louis, o per avere sue reazioni e che tutto quello che ho provato con te l’ho provato indipendentemente da tutto questo.”
Jeremy annuisce. “Io spero davvero che tu sia felice Harry, e mi dispiace molto sia andata così perché mi piaci davvero molto ma è inutile negare che tutti sapevamo che sarebbe andata così. L’unica cosa che mi dispiace è che tu non te ne sia accorto prima perché mi sento un po’ come se avessimo perso tutti tempo, ma sia chiaro che non te ne faccio una colpa. Al cuore non si comanda, no?” chiede e poi si alza. Harry fa lo stesso, e i due si abbracciano per qualche secondo.

Jeremy saluta tutti e ringrazia educatamente. Il pubblico applaude, e Eleanor fa entrare Louis, seguito da Lottie e Niall che prendono posto accanto a Grimmy che guarda i due ragazzi serio.

“Che silenzio” dice Louis, e Harry gli ordina di sedersi facendo ridere tutti.

“Allora, Tomlinson...” comincia il riccio, ma si interrompe subito. “Non ti avvicini?” chiede e Louis scuote la testa, “sto bene qui, grazie. Mi avvicinerò quando capirò come andrà” esclama. Harry alza gli occhi al cielo.

“Louis Tomlinson” ricomincia a parlare, “sei l’essere umano più frustrante che io abbia mai conosciuto, e la cosa non sempre mi piace. Sei decisamente troppo rumoroso, e sicuro di te stesso e non sai cucinare e questo vuol dire che la persona con cui passerai il resto della tua vita è condannata al cibo d’asporto o a fare il cuoco per sempre. Sei frustrante, rumoroso, sicuro di te stesso... Ma se penso ai tuoi difetti, sono sicuro che vengano decisamente superati dai pregi. Ami la tua famiglia più di qualsiasi altra cosa e me ne sono accorto quando mi hai presentato la tua famiglia e quando tu e Lottie mi avete raccontato la verità, e sei esattamente tutto l’opposto di tutti i iragazzi con cui io mi sia mai frequentato. Questa è decisamente una cosa buona, comunque.”

il pubblico ride.

“Quando hai abbandonato il programma avrei voluto strangolarti, e questa è una cosa che non ti ho mai detto. Sono stato veramente uno schifo e quando ti ho visto scendere le scale e i ruoli si sono invertiti onestamente io non ero troppo sicuro che tu potessi essere quello giusto per me. Primo, perché ero già uscito diverse volte con un’altra persona, e secondo perché... Mi hai ferito, molto.”
Louis lo guarda, e Harry gli sorride.

“Ma è il passato, e ho deciso di eliminare il fatto che tu te ne sia andato dal nostro percorso, ma di prendere in considerazione tutto, dal momento in cui ero io quello che corteggiava te e la verità è che se avessi pensato molto meno le cose sarebbero andate in modo diverso.”

È Harry che avvicina la sedia a quella di Louis.

“Non ho fatto altro che pensare a te dal momento in cui ci siamo conosciuti, Louis, e nonostante siamo gli opposti io non posso che credere che tu sia il ragazzo perfetto per me, perché sono quasi certo di essermi innamorato di te dal primo momento che ti ho visto” dice, “ed è per questo che chiaramente la mia scelta sei tu.”

Louis sorride e tutti battono le mani, e lui sa benissimo che dovrebbe dare una risposta prima di baciare Harry ma non riesce a fare altro che non appoggiare le mani sulle guance del riccio e baciarlo a stampo, velocemente, prima di rimettersi seduto composto.

“Per un secondo pensavo che mi stessi dicendo che mi odi, Harold” scherza, “ma è inutile dire che voglio stare con te” esclama annuendo.

Harry si alza, prendendo la mano di Louis e non riesce a fare altro se non baciarlo mentre nello studio risuonano le parole di Kiss Me Slowly.

Il riccio si allontana di qualche centimetro per guardare Louis, e dai loro sguardi si nota che entrambi ricordano che quella è la canzone che c’era in sottofondo al loro primo bacio.

“Perché quella faccia?” chiede Louis mentre i petali di rosa cadono dal soffitto come di consueto e la musica li sovrasta. Harry lo bacia, prima di rispondere un “sono felice” che viene praticamente soffiato sulle labbra di Louis che gli sorride.

Taste your lips and feel your skin / when the time comes baby don’t run / just kiss me slowly  dice la canzone, e i due ballano per qualche minuto, in silenzio, e quando la musica non finisce e devono tornare alla realtà. Rimangono uno attaccato all’altro.

“Contento, Louis?” chiede Eleanor sorridendo e Louis si trattiene dal saltellare sul posto, “è il mio ragazzo” esclama allegro e Harry ride e gli bacia la tempia, felice davvero.

Darling you don’t have to run / you don’t have to go.



Le regole vietano ai tronisti e alle loro scelte di trascorrere i loro primi momenti post-scelta in un posto che non sia un albergo messo a disposizione dal programma. Harry, però, non vuole giocare secondo le regole e ha letteralmente pregato chiunque lavori nella redazione per trascorrere il suo dopo scelta nel suo appartamento nel nord di Londra.

Quando arrivano a casa sua, c’è una strana atmosfera tra di loro: Louis è stranamente silenzioso — quasi intimidito dalla nuova situazione. Harry è imbarazzato, continua a passarsi la mano tra i capelli con fare nervoso e nemmeno lui è di molte parole; continuano a scambiarsi sguardi complici di tanto in tanto — nemmeno loro riescono a credere di essere davvero soli, per la prima volta da quando si conoscono.

“Vuoi qualcosa da bere?” domanda Harry passandosi la lingua sulle labbra.

“No — uhm sto bene, grazie” risponde Louis incerto. Da quando è diventato così?

“Va bene, ahem, sistemati pure io, io vado a prendermi qualcosa da bere..” Louis annuisce lasciandolo andare e mentre aspetta il suo ritorno, si concede qualche momento per guardarsi intorno. Riesce a catturare nuovi dettagli della casa che non aveva avuto modo di notare la prima volta, la sua attenzione però viene catturata da un dettaglio in particolare: il suo sguardo finisce casualmente sulla poltrona sistemata in un angolo del salotto, riesce ad intravedere alcuni indumenti sulla poltrona — quelli che Harry gli aveva prestato quel pomeriggio.

Sorride impercettibilmente quando sente un paio di braccia avvolgersi intorno al suo busto.

“Non posso credere che siamo davvero qui” confessa Harry accarezzando la sua guancia con la punta del naso.

Louis si rigira tra le sue braccia fronteggiando il suo sguardo. “Io non riesco a credere che tu mi abbia scelto davvero” dice allacciando le braccia intorno al suo collo.

“Hai dei ripensamenti?” chiede Harry improvvisamente preoccupato.

“Non ti libererai così facilmente di me, Styles” risponde a tono; lo sente rilassarsi immediatamente tra le sue braccia ed il suo volto si allarga in un bellissimo sorriso. Non può credere che quelli saranno i suoi sorrisi ora. 

Prima di parlare, si umetta le labbra con la lingua. “Potresti prestarmi quei vestiti ancora una volta? Questo completo inizia a farmi mancare l’aria” propone imbarazzato mentre cerca di allentare il nodo della sua cravatta.

Harry sembra pensarci per un attimo, poi si allontana da lui — il tempo necessario per recuperare i vestiti. “Non prenderci l’abitudine però” — commenta con un ghigno divertito mentre gli passa i due indumenti.

“Perché no?” risponde il più grande inarcando un sopracciglio. “Adesso ho tutto il diritto di indossarli” aggiunge incrociando le braccia al petto indispettito.

Harry muove un passo nella sua direzione chiudendo la distanza tra i loro corpi ed avvolgendo le sue braccia lunghe intorno al busto di Louis. “Ah sì? Se io non fossi d’accordo?” chiede arricciando il naso.

Louis resta in silenzio qualche secondo, mentre squadra la figura di Harry — ora anche troppo vicino. “Beh, in tal caso, avresti tutto il diritto di togliermeli” commenta assottigliando lo sguardo. 

Non gli sfugge il lampo di malizia che percorre gli occhi di Harry. “Posso baciarti?” chiede semplicemente.
 
“Come se potessi mai dirti di no” sussurra in risposta il più piccolo prendendolo in giro e chiudendo allo stesso tempo le distanze tra i loro volti.

E quel bacio — beh, quel bacio è tutta un’altra storia.  

Le mani di Louis finiscono tra i capelli morbidi di Harry prima ancora che lui possa registrarne il movimento, quelle del più piccolo si sistemano ai lati del suo viso per tenerlo fermo. Come se potesse allontanarsi da lui.

Louis sorride stringendo alcune ciocche dei suoi ricci tra le dita mentre la mano libera scivola verso il basso accarezzando la pelle nivea del suo collo con la punta delle dita, lo sente rabbrividire e Louis sa bene che non è per il freddo: lo sente anche lui quel formicolio — simile ad un infinito brivido — che si fa strada lungo la sua spina dorsale man mano che il loro bacio si fa più intenso e profondo.

“Non vedevo l’ora di farlo ancora..” sussurra Harry sulle sue labbra alternando ogni parola allo schiocco di un bacio.

Louis stringe la presa intorno al suo collo, parlare è diventato quasi impossibile; lo bacia ancora, e ancora e ancora, fino a quando le mani di Harry non si fermano sul nodo della sua cravatta e il suo respiro non si spezza del tutto. Si allontana da lui, osservando i suoi movimenti: lo vede allentare il nodo lentamente, facendo scivolare la cravatta dal suo collo e lasciandola cadere da qualche parte sul pavimento.

Louis si morde l’interno della guancia indeciso su cosa fare; decide di imitarlo così porta le sue dita sulla cravatta di Harry sciogliendola altrettanto attentamente ma puntando i suoi occhi in quelli verdi del ragazzo di fronte a lui.

“Credo di aver immaginato una scena simile una volta” commenta il più piccolo con un ghigno malizioso sulle labbra.

“E allora dimmi” sussurra Louis avvicinandosi al suo volto un po’ di più, lasciando una spanna di distanza tra di loro. “La realtà soddisfa la tua immaginazione?” domanda e il suo respiro fresco arriva sul suo volto costringendolo a socchiudere gli occhi.

Si passa la lingua sulle labbra fissando gli occhi nei suoi prima di rispondergli. “E’ anche meglio” mormora sulla sua bocca prima di baciarlo ancora.

Baciare Harry è così diverso da qualsiasi altra cosa che Louis crede che non ne avrà mai abbastanza: sono solo all’inizio, è vero, ma non pensa di aver mai provato emozioni così forti con un solo bacio.

Nemmeno col suo primo bacio.

La camera da letto di Harry è esattamente come l’ha sempre immaginata. Calda ed accogliente, come un piccolo nido; anche lì ci sono fotografie sparse dappertutto e Louis può intravedere una cabina armadio far capolino in un angolo della stanza ma è troppo impegnato ad osservare Harry per farci davvero caso.

Louis non sa nemmeno come hanno raggiunto quella stanza.

Harry è in piedi davanti a lui ed ha un sorriso diverso dal solito quella sera — è raggiante, felice come Louis non l’aveva mai visto. Si chiede se anche lui sta indossando quello stesso sorriso in quel momento, ma non ha tempo per pensarci perché Harry lo bacia di nuovo costringendolo a chiudere gli occhi e dimenticare il resto. 

Finiscono tra le coltri gelide del letto con un tonfo sordo che fa sorridere entrambi, le mani di Louis continuano ad essere nascoste tra i boccoli morbidi di Harry mentre il più piccolo lo torreggia con il suo corpo.

Finiscono di spogliarsi lentamente tra gemiti sommessi e risate delicate: i  gesti impacciati dei primi minuti lasciano spazio alla voglia di conoscersi, di avere di più.
Solo allora, Harry nota un particolare che non aveva mai notato prima. Sul suo avambraccio destro spicca una macchia scura e soltanto quando ne riconosce il disegno, sente l’ossigeno venir via dai suoi polmoni. Il suo sguardo perso non sfugge a Louis che, mentre cerca di nascondere il rossore sulle sue guance, avvicina il volto al suo accarezzando il naso col suo. 
 
Improvvisamente, è come se fossero ancora vestiti nel salotto dell’appartamento perché Harry è fermo con lo sguardo puntato sul pugnale tatuato sul suo braccio. 
 
“Louis, tu- tu” il più grande sorride appena, congratulandosi con sé stesso perché è riuscito a sorprenderlo, ancora una volta. “Quando l’hai fatto?” chiede quando riesce a riordinare i suoi pensieri. 
 
“Il giorno dopo la nostra esterna, in realtà” confessa arricciando il naso. Harry punta gli occhi nei suoi e può leggere benissimo le emozioni che li attraversano perché pensa che siano soltanto il riflesso dei suoi.
 
“Perché l’hai fatto?” domanda ancora incredulo, le sue dita sfiorano la porzione macchiata d’inchiostro del suo braccio con devozione, come se quel tatuaggio fosse la cosa più preziosa al mondo.   
 
In effetti, per lui in quel momento è proprio così. 
 
“L’idea dei tatuaggi combinati mi ha sempre fatto un po’ paura, in tutta onestà, ma con te…” Louis si morde il labbro inferiore indeciso prima di continuare. “Tu rendi tutto diverso, Harry…mi fai sentire così bene che l’idea di avere un tatuaggio combinato non mi spaventa più, semmai il contrario..” La verità è che si lascerebbe riempire di tatuaggi se solo lui gli chiedesse di condividerne alcuni, ma questo decide di non confessarglielo ancora.
 
“E se non ti avessi scelto?”
 
“Ho sempre avuto paura che potessi non essere la tua scelta, soprattutto nelle ultime settimane…” confessa sincero. “Ma ho deciso di seguire il mio cuore, e il mio cuore mi diceva che avresti scelto me” dice concedendogli un sorriso luminoso. 
 
Harry resta in silenzio per qualche secondo, come se cercasse di metabolizzare le sue parole. “Ti ricordi quella promessa di cui non volevo parlarti?” chiede poi dal nulla catturando la sua attenzione. “Avevo promesso a me stesso che ti avrei dato una seconda possibilità, se mai fossi tornato da me perché sapevo fin dall’inizio che eri la mia persona” — Louis non vorrebbe sembrare esagerato ma a quelle parole crede di aver sentito un tonfo al centro esatto del suo petto. Se il suo cuore ha perso un battito o due nel sentirgli pronunciare quelle parole, questi sono solo piccoli dettagli. 
 
Così smette di pensare e lo bacia forte, tirandoselo addosso fino ad azzerare ogni confine tra i loro corpi. Harry sorride contro le sue labbra mentre le sue mani si posano sul cuscino, ai lati del suo viso e Louis non può che accarezzargli ogni parte del corpo arrivando al punto che unisce il collo con le scapole su cui si sofferma più del dovuto.  
 
“Mi piacciono le tue spalle..” soffia Louis lasciando camminare la punta delle dita su quella parte del corpo in una lenta carezza. “Così ampie e forti…” Harry, invece, è impegnato a percorrere ogni centimetro di lui con la sua bocca strappandogli un paio di sospiri di tanto in tanto.
 
Harry sorride un attimo prima di muoversi ed in un attimo, Louis si ritrova seduto a cavalcioni sul suo bacino. “Non posso credere di essermi perso tutto questo per così tanto tempo..” soffia abbassandosi su di lui. Inizia a costellare il suo petto di baci e morsi.

E se lascia un paio di chiazze violacee sul suo collo, nessuno dei due se ne lamenta perché adesso ha tutto il diritto di farlo. “Volevo farlo da quando ti ho visto scendere le scale la prima volta..” confessa lascivo contro la sua bocca, gli occhi di Harry lo osservano attenti, sono scuri e brillanti. “Quando continuavi ad uscire con Jeremy, o quando l’hai baciato per farmi ingelosire” mormora serio accompagnando la sua frase allo schiocco di un bacio.

“Non — non l’ho fatto per quello” sussurra il più piccolo socchiudendo gli occhi quando Louis finisce per mormorare quelle parole contro il lobo del suo orecchio. “Volevo del tempo per fidarmi di nuovo di te..” ammette sincero mordendosi il labbro inferiore.

“Ti fidi di me ora, Harry?” la risposta non tarda ad arrivare perché il ragazzo socchiude gli occhi annuendo e catturando le sue labbra in un bacio, Louis sorride di riflesso ricambiandolo.

Succede tutto velocemente e Louis si ritrova di nuovo contro il soffice materasso dopo quel bacio, stringe tra le dita le lenzuola morbide mentre osserva il più piccolo chinarsi su di lui per lasciare una scia di baci lungo il suo petto, scendendo sempre più in basso. Harry si sistema meglio tra le sue gambe stringendo i suoi fianchi tra le dita per tenerlo fermo contro il suo corpo.

Sospirano insoddisfatti quando le loro erezioni si sfiorano; Louis arriccia il naso insoddisfatto mentre muove il bacino incontro a quello di Harry alla ricerca di un po’ di sollievo. Harry si abbassa su di lui baciandolo a bocca aperta e intrecciando la lingua con la sua, inizia a strofinare la sua erezione contro quella di Louis strappandogli una serie di gemiti incontrollati. Si allontana dal suo volto, il tempo necessario per far scivolare due dita tra le loro bocche e lasciare che Louis le lecchi; si fa spazio tra i loro corpi, poi, portando una mano sulla sua erezione — inizia a massaggiarla dapprima piano, poi sempre più velocemente mentre depone una scia di baci languidi sul suo volto. Louis socchiude gli occhi, stringendo la stoffa delle lenzuola tra le mani quando il piacere si fa troppo insistente.

Schiocca l’ennesimo bacio sulla sua bocca — pochi minuti dopo — quando lo penetra lentamente con un dito lasciandogli il tempo necessario per abituarcisi. Si fa spazio dentro di lui prima con un dito, poi con due, muovendosi lentamente e con movimenti che sembrano studiati che gli strappano un gemito più forte degli altri.

“Har-“ il corpo di Louis è scosso dai brividi mentre afferra alcune ciocche dei suoi capelli per portare volto di Harry all’altezza del suo. Lo sente sospirare pesantemente, capisce così che anche lui è al limite. “Ho — ho bisogno di te. Adesso.” Afferma con voce tremante ma dannatamente seria.

Gli occhi di Harry si sono fatti ancora più scuri nel frattempo e quello che succede nei minuti successivi, Louis non saprebbe descriverlo con precisione.

C’è frenesia, adrenalina e il rumore di plastica che piomba sul pavimento: su tutto, però, Louis ricorda perfettamente il momento in cui Harry entra in lui per la prima volta. Lo abbraccia avvolgendo le sue mani intorno al suo torace ampio per tenerlo più vicino al suo corpo, mentre Harry inizia a muoversi lentamente uscendo da lui e rientrando con altrettanta lentezza. E’ come una tortura — si dice Louis ed Harry pensa che non riuscirà mai a dimenticare quel momento.

È come se Louis fosse nato per regalargli un insieme infinito di momenti perfetti.

Louis lo guarda da sotto le sue lunghe ciglia e vede come il verde brillante dei suoi occhi è quasi completamente svanito, lasciando spazio al nero accecante delle sue pupille. E’ incredibile come — anche in quel momento — Harry è bellissimo: ha i capelli impregnati di sudore che ricadono disordinati sulle sue spalle, i suoi movimenti si fanno sempre più frenetici e la sua bocca è rossa e gonfia a causa dei baci.

Solo quella visione, potrebbe portarlo all’orgasmo all’istante. 

Dopo alcuni minuti, Harry cambia l’angolo delle sue spinte sistemandosi ancora meglio tra le sue gambe ed i gemiti di Louis sembrano scandire il ritmo dei suoi movimenti. Il rumore dei loro sospiri incontrollati rimbomba in tutta la stanza, Louis cerca di attenuarli mordendosi il labbro inferiore ma non crede di poterci riuscire se Harry continua a muoversi in quel modo.
 
Louis viene per primo, quando Harry tocca per l’ennesima volta la sua prostata e allo stesso tempo lo bacia fino a fargli perdere il fiato. Louis geme il nome di Harry ad alta voce, il più piccolo raggiunge l’orgasmo qualche minuto dopo, quando fissa Louis negli occhi e li vede più belli di quanto non siano mai stati.

Crolla sul suo corpo privo di forze ma con un sorriso soddisfatto ad illuminargli i lineamenti: si ferma ad osservare gli occhi lucidi di Louis e il modo in cui le sue guance si sono macchiate di rosso. È bellissimo.

“Come abbiamo fatto ad aspettare tutto questo tempo?” chiede Harry aprendosi poco dopo in una risata divertita, Louis resta in silenzio perché sa perfettamente di non avere la risposta per quella domanda.

“Possiamo restare qui ancora un po?” domanda mettendo su un piccolo broncio ed alzando il volto alla ricerca degli occhi di Harry.

Harry si lascia scivolare sull’altra parte del materasso, accogliendo il corpo del più grande contro il suo petto prima di rispondergli. “Come posso negare qualcosa al mio ragazzo quando mi guarda in questo modo?”

“Il tuo ragazzo, mh?” chiede Louis arricciando il naso. “Non vedevo l’ora di sentirtelo dire” commenta soddisfatto.
“Odio quella smorfia soddisfatta” confessa Harry puntando due dita sotto il suo mento.
“Nella buona e nella cattiva sorte, non te l’hanno mai detto?” la sua risata genuina risuona nella stanza ed Harry può sentire il suo cuore battere un po’ più forte. Nessuno dei due crede di essere mai stato davvero innamorato ma forse è così che ci si sente quando si è innamorati.

 
5 mesi dopo

“Lou! Riesci ad essere serio per cinque minuti, ora?”

Harry si mette seduto, guardandosi intorno alla ricerca della sua maglietta. La trova sopra una scatola mezza aperta, e si sporge per prenderla mentre Louis ride, “certo, love” dice guardando Harry, che però ricambia lo sguardo ben poco convinto.

“Dobbiamo mettere tutto nelle scatole! Tra tre giorni dovrai lasciare l’appartamento, hai intenzione di lasciare qui la tua roba?” chiede esasperato mentre il suo ragazzo continua a guardarlo con un sorriso saccente stampato in faccia.

Louis...

“Che c’è? Mi sto alzando!” dice mettendosi seduto, “non dovresti essere così ansioso. Soprattutto dopo aver avuto un orgasmo” scherza alzandosi. Harry alza gli occhi al cielo, “hai intenzione di distrami col sesso ogni volta che non vorrai fare qualcosa, quando vivremo insieme?” chiede.

“Assolutamente sì. E tu me lo lascerai fare?” chiede di rimando.

Harry sorride, “assolutamente sì, amore mio. Ma ora. Devi. Mettere. Nelle. Scatole. La. Tua. Roba.”

Louis si rassegna, e guarda il suo salotto decidendo cosa mettere nelle scatole e cosa no. Era stato lui a chiedere ad Harry di andare a vivere insieme, dopo solo due mesi dalla scelta, ma erano stati entrambi talmente occupati che solo in quel momento erano riusciti a pensare al trascolo di Louis – nonostante il ragazzo passasse praticamente tutto il suo tempo a casa di Harry.
Avevano deciso di vivere nell’appartamento di Harry che era vicino al lavoro di entrambi e abbastanza grande per la loro vita di coppia, nonostante Louis avesse regalato ad Harry un gatto dopo solo tre settimane che stavano insieme perché si era ricordato del desiderio del suo ragazzo.
Sono entrambi terribilmente felici, e più passa il tempo più Harry si convince che la scelta non poteva essere nessun’altro se non Louis, che era perfetto e si stava anche impegnando per imparare a cucinare – anche se non sempre gli veniva bene.

Dopo più di mezz’ora in silenzio, con solo una playlist di Spotify di sottofondo, Harry si gira e trova Louis che lo fissa. “Che c’è?” chiede e Louis alza le spalle, “nulla. Ti amo, Harold” dice solo riprendendo a mettere i suoi libri preferiti in una scatola. Harry sorride, “anche io” dice sorridendo.

Sono passati solo cinque mesi, ma per Harry stare con Louis è come stare su una giostra dove tutto va velocemente: la sua famiglia lo adora, e i Tomlinson-Deakin lo fanno sentire come se fosse parte della famiglia da sempre e più guarda Louis più sente di essere innamorato di lui e non è sicuro che si abituerà mai a questa sensazione.

“Sei sicuro che tutta questa roba starà in casa tua?” chiede Louis ad un certo punto. Harry annuisce, “casa nostra? Sicuro, appena ci consegneranno i mobili nuovi tutto sarà perfetto” dice e Louis sorride, “va bene, capo” dice, poi guarda di nuovo Harry e sorride, perché capisce finalmente quando qualcuno dice che casa non sempre è un posto, ma a volte può essere anche una persona.

Harry è la sua casa, e Louis spera tanto di diventare la sua.
 
   
 
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