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Autore: Eirynij    17/01/2017    0 recensioni
I ragazzi più focosi della ciurma di Barbabianca andranno incontro al loro futuro e scopriranno meglio loro stessi accompagnati da due nuove eroine.
Dal testo:
"In principio, tutti gli occhi erano puntati su Ace inginocchiato al patibolo con i capelli scuri che ricadevano sugli occhi bassi ma, allo scoppio della battaglia, l’attenzione dei membri della ciurma di Barbabianca si era spostata dal loro compagno ai nemici che si trovavano ad affrontare. Solo due occhi verdi come la speranza rimasero fissati sul ragazzo di fuoco".
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marco, Nuovo personaggio, Pirati di Barbanera, Portuguese D. Ace
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
A Marineford regnava il caos.
Rufy aveva raggiunto Ace liberandolo grazie al sangue versato da Odr Junior e da molti altri compagni, ma la fuga venne bruscamente interrotta.
‹‹Liberano Ace e si ritirano immediatamente… che branco di codardi questi pirati di Barbabianca ma, dopotutto, Barbabianca non è che un perdente della generazione passata›› furono queste le aspre parole dell’ammiraglio Akainu che pietrificarono il ragazzo di fuoco impedendogli di muovere anche solo un altro passo.
‹‹Ritira subito quello che hai detto!›› minacciò Ace voltandosi sebbene gli altri pirati lo pregassero di continuare la scappare. Nessuno doveva permettersi di insultare suo padre e nemmeno le urla accorate del fratello potevano smuoverlo.
‹‹Roger, il tuo vero padre, ha impedito a Barbabianca di diventare il re dei pirati. Lui l’ha reso l’eterno perdente, non è così?›› rincarò la dose il marine cercando apertamente lo scontro.
Era una trappola e lo sapevano tutti, anche Pugno di Fuoco lo sapeva ma l’onore dell’uomo che l’aveva salvato era più importante di qualsiasi cosa, anche della sua stessa vita e se pagare il suo debito avrebbe richiesto anche il suo ultimo respiro, ebbene, era disposto morire.
‹‹Barbabianca è il nome di questa epoca!›› urlò il ragazzo sprigionando tutto il suo potere e lanciandosi all’attacco. Ma l’infame ammiraglio non cercò di colpire direttamente il moro sapendo che l’impresa avrebbe richiesto ben più delle forze che possedeva, il suo obiettivo era il punto debole di Pugno di Fuoco: il fratello, così, contando sul fatto che il ragazzo l’avrebbe protetto, attaccò Rufy Cappello di Paglia.
In principio, tutti gli occhi erano puntati su Ace inginocchiato al patibolo con i capelli scuri che ricadevano sugli occhi bassi ma, allo scoppio della battaglia, l’attenzione dei membri della ciurma di Barbabianca si era spostata dal loro compagno ai nemici che si trovavano ad affrontare. Solo due occhi verdi come la speranza rimasero fissati sul ragazzo di fuoco e, sebbene il clangore della battaglia impedisse alle sue orecchie di sentire la conversazione con il Cane Rosso, riuscì comunque ad intuire le intenzioni di Akainu, così, quando lo vide scagliarsi su Rufy e vide Ace gettarsi per fare da scudo al fratellino, fu veloce nell’inginocchiarsi ed appoggiare entrambi i palmi delle mani al suolo.
Pugno di Fuoco percepì sopraggiungere la morte come un tetro bagliore rosso alle sue spalle e, mentre sentiva il calore incendiargli la pelle, ricordò il sorriso dei suoi compagni, gli parve di ricevere nelle costole una gomitata di Marco, di sentire il padre che tanto amava chiamarlo “Figlio”, gli parve di stare per abbracciare suo fratello e gli parve di vedere la sua tomba di pietra con scolpito il triste ma veritiero epitaffio “La vita non fu generosa con lui così egli mosse guerra alla vita, e vi rimase ucciso”1.
Era pronto ad abbracciare il suo destino ma, all’ultimo, il destino gli voltò le spalle e la morte non lo prese, solo una bruciatura sulla sua spalla era la prova tangibile di quanto doveva accadere: un blocco di pietra miracolosamente uscito dal terreno si era frapposto fra lui e Akainu deviando il colpo dell’ammiraglio.
I suoi compagni spararono invano al Cane Rosso che era pronto, con un nuovo attacco, a rimediare al suo primo fallimento ma l’intervento provvidenziale di Jimbe bloccò  il pugno di magma diretto al ragazzo. Marco la Fenice si precipitò ad afferrare Ace e Rufy e trascinarli lontano. I pirati di Barbabianca si imbarcavano alla rinfusa sulle navi più vicine, mescolando le ciurme e prendendo il largo col cuore colmo di angoscia e cordoglio. La ritirata fu precipitosa e devastante, molti validi uomini e donne morirono a Marineford quel giorno, di entrambe le fazioni. Barbabianca rimase, coraggiosamente, a coprire le spalle dei suoi figli in fuga morendo per mano dell’unico essere umano sulla faccia della terra che non avrebbe mai più chiamato figlio: Marshall D. Teach.
Tuttavia morì allegro perché la sua morte non fu inutile: Ace era salvo. Prima di spirare si augurò che ognuno dei suoi pargoli, dal più giovane al più anziano, trovasse l’amore e provasse la gioia di diventare genitore. Lui fu padre di una banda di adorabili scapestrati e poté morire senza rimpianti avendo realizzato il sogno della sua vita: la famiglia.
 
 
 
 

Angolo dell’autrice: Vi ringrazio di cuore per aver letto fino a qui. Spero che il prologo della mia storia vi sia piaciuto e, soprattutto, spero di avere descritto in modo decoroso la morte di Barbabianca, l’uomo in grado di far sentire un po’ tutti, anche noi lettori, figli suoi. Ma la storia va avanti e, come vedete, molti dei suoi pargoli, tra cui Ace e Marco la Fenice, sono a piede libero nel mondo. Seguiremo così le loro avventure e vedremo se l’ultimo desiderio del loro padre li guiderà verso un nuovo e ricco futuro.
La nota 1 indica che le parole che Ace immagina come epitaffio non sono farina del mio sacco (purtroppo) ma sono una citazione da me modificata della poesia “Cassius Hueffer” contenuta nel romanzo “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters. Quando lessi il romanzo trovai che queste parole si sposavano perfettamente al nostro Ace, voi che ne pensate?
Vi ringrazio ancora una volta e vi raccomando di recensire, la forza di un’autrice sta nei complimenti e nelle critiche dei suoi lettori.
Un bacio,
Eirynij
   
 
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