I will protect you
Era già trascorsa una settimana
da quando era stato male. La febbre l'aveva tenuto a letto due interi giorni e
ciò che era successo dopo era stato anche peggio: si era messo seduto
all'angolino della piccola stanza con una leggera coperta sulle spalle a meditare,
pensare a chissà cosa. Lei non aveva potuto fare niente se non stargli vicino e
sperare che presto migliorasse.
Quando poi si era sentito meglio aveva deciso di ripartire subito per il
lavoro, senza aspettare neanche di guarire completamente...e lei, che fino a
quel momento gli era stata accanto, l'aveva seguito anche quella volta.
Quella che era iniziata come una semplice complicità tra colleghi di lavoro, si
stava mano a mano trasformando in qualcosa di più profondo...qualcosa che lei
aveva interpretato come amicizia. Provava un grande affetto per quel ragazzino,
un'incredibile voglia di proteggerlo ed impedire che si cacciasse nei guai con
la sua malsana ossessione per la vendetta. Per certo versi, le ricordava il suo
amico defunto. Forse per quello si era subito presa con lui. Avevano lo stesso
carattere, in fondo. E lei, che si sentiva ancora in colpa per la morte
dell'amico, si era ripromessa di proteggere Kurapika in tutti i modi.
-”prometto di non
disturbare”- aveva detto entrando nello scompartimento del treno, rivolgendosi
al ragazzo già al suo interno. Quando era entrata stava leggendo e aveva
staccato gli occhi dal libro solo per farle un flebile ed impercettibile cenno
col capo. Segno che la donna tradusse come un ''non c'è problema'', per poi
riprendere a leggere.
Lei era quindi entrata senza troppi problemi, aveva posato la pesante
valigia aiutata dal ragazzo, e si era messa comoda davanti a lui, ad
osservarlo.
Lui aveva ripreso a leggere dopo averla aiutata senza accorgersi che la
donna lo stava osservando...lo studiava affascinata da quei bellissimi occhio
color del mare che solo ora aveva notato, e ascoltava la dolce melodia che
emetteva il suo cuore. Una musica apparentemente tranquilla ma che in realtà
era intrisa di tristezza. Una tristezza tale da far star male anche lei.
Era stata quella la prima volta che l'aveva visto, ed era stata quella volta che era rimasta tanto affascinata da lui...e il suo cuore, che in quell'occasione era parso tanto triste, era stata la cosa che più l'aveva colpita. Forse era stato proprio quel suono a spingerla ad avvicinarsi tanto a lui. Lo sentiva triste, una tristezza tale da spezzarle il cuore. Voleva alleviare quella sofferenza, anche senza sapere a cosa fosse dovuta.
-”posso farti una
domanda?”- aveva detto lei affacciandosi alla grande terrazza per riuscire a
guardare le macchine che passavano di lì, veloci.
-”certo, faccia pure”-rispose il ragazzo biondo, avvicinandosi, guardando
anche lui la strada.
-”quando la diapositiva ha girato immagine mostrando gli occhi Cremisi il
tuo cuore ha avuto un sussulto...posso chiederti come mai? Che legame c'è tra
te e gli occhi?”- aveva dunque chiesto ricordando lo strano suono del cuore del
ragazzo la sera precedente, quando il capo aveva mostrato gli oggetti che loro
e gli altri avrebbero dovuto comprare all'asta.
-”cosa ne farà della mia risposta?”- si era girato, guardandola negli occhi,
e stavolta era stata lei a perdere un battito. Erano così profondi, vuoti,
tristi e spenti, come se stesse rievocando un ricordo che avrebbe voluto
cancellare. E si sentì in colpa di essere stata la causa di quel ricordo
doloroso.
-”nulla!”- rispose -”la mia è semplice curiosità”- detto questo aveva
distolto lo sguardo da quello profondo del ragazzo. Non voleva più avere quella
risposta, ora cercava solo un modo per farlo tornare a sorridere.
Distolse anch'egli lo sguardo dalla donna riprendendo poi a parlare. Sapendo
che mentire con lei sarebbe stato inutile, decise dunque di raccontarle tutta
la sua storia. Qualcosa nel profondo gli diceva che poteva fidarsi di lei.
Forse i suoi occhi, il suo sorriso, la melodia che solo lei era in grado di
produrre con il piano, e che l'aveva profondamente colpito. Per questo ed altri
piccoli fattori, iniziò il suo racconto.
Quella volta lui si era
fidato. Gli aveva confidato ogni suo più piccolo segreto facendo si che lei,
finalmente, potesse conoscerlo. Potesse conoscere almeno una piccola parte del
suo essere...aveva aperto il suo cuore, e l'aveva fatto proprio con lei. Questo
gesto, anche se piccolo, l'aveva resa la donna più felice dell'universo.
-”Senritsu”- qualcuno l'aveva chiamata interrompendo brutalmente i suoi pensieri
e lei, che aveva lo sguardo perso nel bellissimo paesaggio che era la foresta
davanti la residenza Nostrad, aveva rischiato quasi di cadere.
-”fai attenzione...se cadi ti fai male”- ancora una volta la dolce melodia del
suo cuore l'aveva rattristata...ancora una volta si sentiva in dovere di far
tornare il sorriso sul volto sciupato di quel ragazzo tanto triste.
-”certo Kurapika, hai ragione...volevi parlarmi?”- chiese girandosi e
sorridendogli. Presa la sua decisione, Senritsu non sarebbe più tornata indietro.
Sarebbe rimasta accanto a lui finchè non avesse sentito, dal cuore del
ragazzino, una melodia adatta alla sua età.
-”no...volevo solo stare lontano da tutto quel caos”- rispose innocentemente.
-”anche io...”- si avvicinò, afferrando il flauto nella sua tasca ed iniziando
a suonare. Sorrise quando sentì una nota di serenità invadere il cuore del Kurata.
Angolo dell’Autrice:
Beh, mi rendo conto che questa storia non ha molto senso,
ma io adoro il personaggio di Senritsu. Sono rimasta affascinata quando, dopo
essersi trovato faccia a faccia con la brigata ed essere praticamente
impazzito, lei sia stata l’unica in grado di calmarlo, semplicemente suonando
il suo flauto. Sembrano così fratello e sorella, lei gli vuole bene e farebbe
di tutto per vederlo sorridere e di nuovo sereno. In fondo, è l’unica che
capisce il suo stato d’animo.
Non deve essere bello poter sapere sempre come si sentono
gli altri. Come se già le sensazioni che colpiscono te non sono abbastanza
complicate e confusionarie.
Non è una SenritsuKurapika,
assolutamente. Lui sta bene solo ed esclusivamente con Leo, è di sua proprietà,
per quanto mi riguarda XD però volevo descrivere il loro rapporto, che mi
ricorda tanto quello di una sorella maggiore per il fratellino, e la loro
amicizia che, se non fosse stato per lei, probabilmente non sarebbe mai nata.
Il riferimento all’amico di Senri
è totalmente inventato. Lei non dice nulla del genere, spiega solo com’è che è
morto, ma io ho ampliato un po’ la cosa XD (mi sono presa un po’ di licenza
poetica, permettendo XD)
Lasciatemi un commentino, anche negativo^^