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Autore: AliceLaRossa    17/01/2017    0 recensioni
Salve^^, sono nuova qui e questa è la mia primissima storia. Spero vi piaccia! Per colpa di un'esplosione di Deidara, il covo ha deciso di passare da una casa a un tappetto di macerie. Pain, incavolato come non mai, fa ricostruire il covo ai suoi compagni. Ma l'impresa si rivelerà più difficile del previsto...
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salveeeeee!!!! Scusate il ritardone ma le idee si divertivano a giocare a nascondino! Spero che il capitolo vi piaccia!

Capitolo 3: Il cantiere!

Kisame e Itachi camminavano silenziosi nel bosco mezzo piegato dal vento. I loro passi risuonavano nel silenzio e ogni tanto un lieve soffio di vento freddo scompigliava le loro divise e i ciuffi corvini di Itachi. Ok, basta con le cose sdolcinate!
-Itachi, per caso sai che materiali dobbiamo prendere?- domandò dubbioso Kisame, saltando un tronco caduto.
-Beh: legno, cemento, materiali vari da costruzione insomma…- disse calmo Itachi. Dopo pochi minuti giunsero nel paesotto, che sembra non aver risentito nulla della tempesta. Un bel cagnolone all’ingresso, un dolcissimo Rottweiler che alla spalla sarà stato circa 1,70 m, alzò la testa dalle zampe e osservò con attenzione i due. Soffocò un abbaio, poi scattò in piedi. I suoi occhi castani erano attenti, mentre i due uomini si fermarono nell’attesa che il cane si calmasse. Poi Itachi si fece avanti e superò la belva feroce senza problemi. Ma era Kisame quello preoccupato…
Itachi entrò nella grande ferramenta “da Ferruccio” e una giovane commessa lo stava aiutando a scegliere l’occorrente, stregata dal fascino dell’Uchiha (me gelosa!!! Ndme). -Beh, dobbiamo costruire una casa piuttosto grande e quindi ce ne serve molto di cemento.- proferì Itachi, grattandosi la testa pensieroso. La giovane disse:-Allora mi segua nel magazzino dietro al negozio, dovremmo averne delle scorte.- e con un dolce sorriso lo condusse là.
Torniamo dal resto del gruppo…
Nel frattempo, i nostri eroi (ok…NdNaruto) avevano quasi finito di costruire il cantiere. Mancavano solo le impalcature alte e poi erano pronti. Ma vediamo nel dettaglio i ruoli:
Deidara: addetto al cemento;
Sasori: lavorazione del legno;
Hidan: pittura dei muri;
Kakuzu: lavorazione del metallo;
Pain: capo cantiere;
Konan: scelta dei colori e decorazioni;
Tobi: seduto in un angolo a contare le formiche;
Itachi: fonderie;
Kisame: aiuto Deidara;
Zetsu: guardia.
-Molto bene, -proferì Pain sfregandosi le mani. –i nostri due compagni saranno qui a momenti!



-Avanti, Kisame, evidentemente voleva solo giocare e si è arrabbiato.- confortò il compagno, Itachi, mentre trainava un carretto con taaaaaanta roba.
Eh si, il nostro squalo preferito era stato amorevolmente abbracciato dal cane e ora della divisa dell’Akatsuki restavano solo brandelli striscianti. Kisame si strascinava la gamba sinistra, mentre con un braccio teneva l’altro carretto che a sua volta trainava un altro carretto. Sbuffò:-Al diavolo! Giuro che se quella bestia me la ritrovo di fronte gli farò passare le pene dell’inferno!
-Maddai, sei abituato a scontri fatali e per un canide robusto ti arrabbi.- disse Itachi.
-E meno male che sono entrato nel negozio prima che quella biondina ti saltasse a cavalcioni e…
-Ok basta!- espose Itachi, rendendosi conto che questa storia ha un rating giallo e non rosso.
Giunsero dagli altri, che risero sonoramente dopo che Itachi ebbe raccontato come trovò il povero Kisame. Si misero al lavoro.
Deidara e Kisame preparavano il cemento e potete immaginare le imprecazioni di Kakuzu quando vide lo scontrino lungo quanto l’altezza di Kisame e lesse il prezzo.
Bang!
-Addio ad un dolce e amato cuoricino…- disse un funereo Sasori, tirandosi via un cappello western nero come se fosse ad un funerale. Si rimisero al lavoro, lasciando in uno stato di decomposizione avanzata il povero tesoriere.
Itachi fondeva alcuni metalli, e dopo si tolse la maglia per il caldo, causando urla di gioia da parte dell’autrice e di altre giovincelle che “casualmente” passavano di lì. Il ferro fondeva bene tra le fiamme del moro, per poi essere lavorato da Kakuzu che si riprese sotto minaccia dell’indiscusso capo cantiere.
Le basi della casa erano pronte. I nostri membri decisero di costruirsi dei giacigli e cenare al chiaro di luna con dei viveri comperati dai compagni. Poi andarono a dormire. Pain sorrise tra sé e sé: “State lavorando bene, ragazzi, continuate così. Anche con le missioni dovete applicarvi così.” e con quest’utlimo pensiero si assopì.
Ma una figura li osservava dal folto della foresta, mentre una belva le sedeva accanto.
-Domani avrete una bella giornata…- ghignò, mentre la creatura scoprì i denti, in quello che doveva essere un sorriso.

   
 
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