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Autore: JeremyGender    18/01/2017    1 recensioni
Se state leggendo queste parole vuol dire che state per entrare a far parte di un progetto più grande di voi.
Dopo anni d’osservazione e vari approcci per tastare il terreno (Vedi la semi-biografia di Harry Potter) il Ministero della Magia Italiano ha deciso di provare a introdurre anche in Italia un progetto simile, perché si; la magia esiste, i maghi sono tra voi, gli animali fantastici sono, con molta fatica dei maghi, nascosti ai vostri occhi.
Questo è il primo passo di un grande progetto che vuole Maghi e Babbani uniti, come i vecchi tempi, senza barriere ne distinzioni e, per iniziare a farvi conoscere il nostro mondo, hanno affidato a me il compito di introdurvi nella mia vita per testarne le reazioni.
Eccovi quindi le pagine del mio diario e delle mie ultime, frenetiche, avventure.
Buona lettura amici Amalì.
Jeremiah
La vita è una combinazione di magia e pasta
Federico Fellini
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure di Jeremiah'
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Mentre scendiamo in profondità sento Zaafira lamentarsi ‘Per la miseria Balazas che male’ dice toccandosi le branchie appena spuntate nel collo.
Più ci immergiamo più la fauna si fa ricca quand’ecco gli ippocampi che ci vengono incontro facendoci festa.
Ci danno colpi di muso per attirare l’attenzione.
Io li accarezzo e me li bacio tutti ricevendo in cambio viscide leccate.
Non vedendolo tra il gruppo nuoto alla ricerca di Crio che è dietro con la madre. Ha ancora un colore rosella e quando mi vede fa una giravolta. La madre mi saluta leccandomi la guancia.
Mi giro verso Zaafira per presentarle il piccolo e la vedo circondata da ippocampi meravigliata e felice; a vedere quest’immagine mi si riempie il cuore di gioia, sono proprio fortunato a fare questo lavoro.
‘Buongiorno, vedo che hai portato visite’ Rodon con la sua possente coda in un attimo si avvicina a me. Mi tocca la spalla destra, il saluto dei Maridi, e mi sorride. Adesso sono ancora più convinto della fortuna che ho nel fare questo lavoro.
Rodon è davvero bello. Ha una lunga coda color acquamarina che lancia mille riflessi nell’acqua, nella zona inguinale le squame lasciano spazio a una pelle liscia e muscolosa. Le braccia sono decorate con dei disegni circolari del colore della coda mentre nelle mani indossa degli speciali guanti che gliele rendono palmate. Altro elemento sempre presente è una lunga lancia con una conchiglia appuntita all’estremità che, oltre a essere un’arma di difesa, è lo strumento che i Maridi usano per canalizzare la loro magia, come una bacchetta.
‘Ciao Rodon.’ dico in marino ‘Ho portato una mia amica, spero non sia un problema.
‘Nessun problema, è sempre bello vedere voi umani, siete così affascinanti.’
Mio caro Rodon, non sai quanto sei affascinante tu!
So che non dovrei farlo ma finisco per fissarlo, ha un viso squadrato, delle bellissime fossette sulle guance, la bocca carnosa e dei denti appuntiti perfettamente bianchi; mi accorgo di quanto siano appuntiti e bianchi perché sta muovendo la bocca per dirmi qualcosa.
‘Cosa?’ dico trasalendo.
‘ Ho detto: vuoi farle fare un giro della città?’
‘Città? Un giro? A chi?’ chiedo spaesato.
Un po’ titubante Rodon mi guarda poi si gira verso Zaafira che gioca ancora con un ippocampo.
Che idiota che sono!
La chiamo e lei si avvicina a noi.
‘Per la miseria Balazas, ma è davvero un gran figo! Molto piacere dolcezza, complimenti a mamma e papà pesce, io sono Zaafira’ dice porgendogli la mano.
Ringrazio il cielo che Rodon non capisce la nostra lingua e si limita a guardarla con un adorabile faccia confusa.
Metto la mano, ancora tesa, di Zaafira sulla spalla destra di Rodon, lei ne approfitta per accarezzargli la spalla in modo molesto. ‘Accipicchia che roccia’. Imbarazzato le faccio togliere in fretta la mano e mi scuso con Rodon. Lui dice di non preoccuparmi e mi sorride. Oggi sta dando proprio il meglio di se per farmi stare male.
Ci immergiamo ancora ed entriamo nella città; sirene e tritoni e qualche cecaelia, che sono in minoranza però in questa comunità, vedendoci passare rientrano nelle loro abitazioni, non per paura ma per diffidenza verso gli umani.
La città acquatica è meravigliosa con le sue eleganti costruzioni e i fuochi magici che la illuminano e Rodon, con questo sfondo, sembra ancora più bello.
Distratto da Rodon mi sembra di vedere un fascio di luce azzurro arrivare verso di me, mi convinco che è solo un gioco di luci dovuto al reflesso dell’acqua con i fuochi.
Mentre ci inoltriamo nella città nuotando verso il Castello del Potere dove ha sede il Consiglio dei Maridi che governano questa comunità, il più nuovo dei tre orologi che porto sempre al polso, quello che segna il pericolo, ticchetta nervosamente. Nonostante non sono mai stato convinto dell’attendibilità di questo orologio costruito con le mie mani durante l’ultimo anno di meccanica, materia in cui ero una frana, decido non rischiare e tornare indietro.
Avverto Rodon e Zaafira, usando due lingue diverse, che è meglio far ritorno in superficie e tutti e tre facciamo un rapido dietro-front per uscire dall’acqua.
Nuotiamo più veloce che possiamo ma, quando inizio a vedere la luce del sole sento che qualcosa non va. Prima le mani, poi i piedi, tornano alla mia forma normale. Guardo Zaafira e Rodon che sono già davanti a me. Un dolore fortissimo al collo mi arresta. Istintivamente la mia bocca si apre in una smorfia di dolore e l’acqua mi riempie i polmoni. Cerco di estrarre la bacchetta per usare la magia per uscire dall’acqua ma sembra bloccata nel reggibacchetta allora, disperato, tento di chiedere aiuto ma, stremato, perdo le forze.

   
 
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