Ushijima trasalisce maldestramente, quando le mani di Iwaizumi si posano sulla sua schiena. Al movimento consegue una violenta fitta di dolore proveniente dalla lesione muscolare, e quindi una smorfia probabilmente buffa che non passa inosservata, visto che sente una risata provenire da dietro le sue spalle.
-Rilassati- soffia la voce di Iwaizumi―di Hajime, morbida e calda al suo orecchio. Wakatoshi si sforza di non rabbrividire e di annuire, ignorando la vocina nella sua testa che ha colto in quel semplice invito una sfumatura più…  intima, e vagamente giocosa.
Iwaizumi aspetta ancora un secondo, probabilmente per permettergli di abituarsi alla temperatura delle sue mani e della crema gel; poi le sue dita iniziano a scorrere e a premere, sulla pelle morbida che copre i fasci muscolari della spalla e del trapezio. È doloroso, molto, specie quando l’altro indugia proprio nel punto più contratto e dove si concentra il fastidio e il malessere che lo affligge ormai da qualche giorno, e Ushijima deve digrignare i denti un paio di volte per non lasciar uscire suoni troppo acuti e poco dignitosi; tuttavia, dopo una decina di minuti e una serie di manipolazioni con cui Iwaizumi smuove il suo braccio a destra e a manca, il tocco si fa man mano più leggero, la pressione più piacevole. Passata una mezzora, Ushijima deve mordersi la lingua per non abbandonarsi a vocalizzazioni ancora meno appropriate su quanto il suo corpo stia apprezzando il trattamento riservatogli.
È praticamente catatonico e prossimo ad addormentarsi in una nuvola di beatitudine, quando Iwaizumi chiude di scatto il barattolo della crema e gli assesta un colpetto su un fianco, per segnalargli che è ora di muoversi.
-Allora?- chiede, sistemandosi a cavalcioni di una sedia, a poca distanza dal lettino su cui l’ha fatto accomodare. Stavolta Ushijima non si deve sforzare, il tono divertito e malizioso è ben presente nella sua voce –Come ti senti?-
Wakatoshi non riesce a replicare a parole. Dalla gola gli sale solamente un basso grugnito, un –Mmmmmghhhhhhrrr- che accompagna il moto con cui tenta di sollevarsi sui gomiti, non ci riesce bene, si allunga verso Iwaizumi e lo afferra per il davanti della casacca bianca, trascinandolo inesorabilmente verso di lui. Hajime non oppone la minima resistenza, lasciandosi baciare con uno sbuffo  di risa ancora sulle labbra.
Quando si separano, lo sguardo di Hajime è lucido e brillante di malizia.
-Ottimo, speravo che fossi di umore… affettuoso- mormora, leccandosi le labbra e poi iniziando, lentamente, a spogliarsi –Perché avrei giusto in mente un altro trattamento, ma stavolta meno professionale-
E mentre lo aiuta a voltarsi supino e gli sale cavalcioni del bacino, Ushijima si ritrova a ringraziare tutte le divinità possibili e immaginabili, di aver reso Iwaizumi Hajime non solo il suo fidanzato, ma anche il suo fisioterapista personale.