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Autore: Alley    18/01/2017    2 recensioni
Tutto è tornato al proprio posto; i vetri intatti davanti alle finestre, i proiettili conficcati nella parete, l’andirivieni di clienti con i loro casi pateticamente ordinari da sottoporre alla sua attenzione.
Tutto è tornato al proprio posto.
Tutto, tranne una cosa.

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Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto è tornato al proprio posto; i vetri intatti davanti alle finestre, i proiettili conficcati nella parete, l’andirivieni di clienti con i loro casi pateticamente ordinari da sottoporre alla sua attenzione.

Tutto è tornato al proprio posto.

Tutto, tranne una cosa.

"Dove hai trovato un altro teschio?” 

John è seduto sulla sua nuova poltrona, quella che ha provato a convincerlo a non comprare per non incrementare ulteriormente le spese richieste dall’acquisto del mobilio andato a soppiantare quello distrutto dall'esplosione (come se fosse concepibile una versione del salotto del 221B in cui non ci siano due poltrone posizionate una di fronte all’altra), lo sguardo rivolto alla mensola del caminetto e Rosie che gli sonnecchia in grembo. 

È un’immagine che sa di casa tanto quanto le mura che li circondano e che hanno appena terminato di rimettere in sesto – insieme, pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone.

“Non sei andato a profanare una tomba, giusto?”

Se ce l’hanno fatta con l’appartamento, riusciranno a farlo anche con le loro vite.

“Dio, sei davvero andato a profanare---?”

“Resta.” Sherlock si ritrova a buttar fuori la richiesta con la stessa facilità con cui si rilascia un respiro. “Restate.” Aggiunge, e i suoi occhi si posano per un attimo su Rosie prima di tornare ad incontrare quelli di John. “Tutti e due.”

Davanti a quelle parole, un velo di stupore scende a ricoprire l’espressione di John – come se potesse risultare in qualche modo sorprendente il fatto che lo voglia lì, al suo fianco ad ogni ora e in ogni momento, dopo che per lui è sceso all’Inferno ed è finito ad un passo dal restarci, dopo che ha puntato una pistola contro il sangue del suo sangue pur di non versare il suo.

È una tale ovvietà che persino un idiota come John Watson dovrebbe essere capace di coglierla.

"Questa è casa vostra."

Sherlock li nota, gli angoli della bocca di John che cominciano ad incresparsi, e predice senza difficoltà il sorriso che di lì a breve andrà a curvargli le labbra e ad illuminargli gli occhi - soltanto poche settimane prima ha creduto che non l’avrebbe più visto dispensarne, di sorrisi (non come quello, non rivolti a lui), e il solo ricordarlo basta a procurargli una fitta di dolore che lo trapassa da parte a parte. 

“Cosa?” domanda “Cosa c’è di divertente?”

Lo chiede perché, incredibilmente, non è in grado di dedurlo – a distanza di anni John Watson continua ad essere quanto di più trasparente e, allo stesso tempo, di più complesso gli sia capitato di analizzare. 

“Potevi dirlo prima” dice, adagiando meglio Rosie contro il proprio petto “Dovremmo far ributtare giù una parete per costruire la cameretta.” 

Adesso, è davvero tutto al proprio posto.
  
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