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Autore: elfanika2    19/01/2017    2 recensioni
"Stiles era spaventato, ma non lo avrebbe dato a vedere, non subito almeno. L'ultima cosa che ricordava era di aver mangiato cibo cinese con suo padre prima di salire nella sua stanza e poi più niente. Non vedeva nulla per via di una benda che gli oscurava la vista. Percepiva però alcune cose..."
Genere: Azione, Dark, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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angolo dell'autrice, piccola premessa
Salve a tutti, non voglio annoiarvi con una lunga premessa, ma voglio darvi un consiglio. per apprezzare al meglio questa ff vi consiglio di ascoltare come sottofondo musicale Carmina Burana  o fortuna. Servirà soprattutto in alcuni punti a dare l'intensità giusta. un bacio e buona lettura!

Stiles era spaventato, ma non lo avrebbe dato a vedere, non subito almeno. L'ultima cosa che ricordava era di aver mangiato cibo cinese con suo padre prima di salire nella sua stanza e poi più niente. Non vedeva nulla per via di una benda che gli oscurava la vista. Percepiva però alcune cose, come l'essere trascinato lungo quello che gli sembrava un corridoio, un posto freddo, dove una brezza gelida aleggiava e gli faceva venire i brividi. Il silenzio opprimente era rotto solo dai passi lenti e cadenzati di un numero imprecisato di persone, alcune dietro e altre davanti a lui. La polvere che si alzava da terra gli pizzicava il naso. Quando la benda venne rimossa, ciò che vide non fece altro che accrescere la sua inquietudine. Era scortato da uomini che indossavano una tunica lunga fino ai piedi, nera, con un cappuccio sollevato a coprire del tutto i loro visi. Camminavano tutti all'unisono, seguendo una misteriosa melodia che sentiva levarsi da un luogo imprecisato della struttura. Un coro di voci che parlavano una strana lingua, sembrava latino anche se Stiles non poteva esserne sicuro. Stava davvero camminando in un corridoio, piuttosto lungo e illuminato fiocamente dalla luce delle torce appese ai muri che bruciavano quasi senza consumarsi . Dopo un tempo che gli parve interminabile, il ragazzo vide aprirsi davanti a lui una stanza enorme, circolare, illuminata da innumerevoli candele, delle torce non c'era traccia. Sull'architrave della porta stava un simbolo che però non riuscì a vedere bene, sembrava un pugnale accompagnato da qualcos'altro, qualcosa che non prometteva nulla di buono. Un cerchio era inciso nella nuda pietra del pavimento, con dei cerchi più piccoli all'interno, cinque, che erano collegati attraverso una linea ad un altro cerchio al centro. Ad occupare la circonferenza al centro della sala, c'era un ingombrante altare, accanto al quale stava in piedi un uomo con il cappuccio abbassato, una maschera nera appoggiata sul viso che lo scrutava, gli occhi di un azzurro quasi bianco che sembravano scavare nel profondo della sua anima. Stava per fare una battuta quando si accorse per la prima volta di non poter muovere le labbra. Tentò allora di muovere le gambe o le braccia ma il risultato fu lo stesso. Era completamente paralizzato. Cercò di respirare lentamente per calmare il panico che lo aveva assalito al pensiero che non si sarebbe potuto ribellare qualsiasi cosa fosse successa. Sullo sfondo, come tante ombre stavano quelle persone che aveva sentito cantare, intonavano una litania e anche se sapeva che non era possibile, la loro voce sembrava arrivare dalle profondità della terra, fin dall'inferno. L'uomo al centro parlò, senza che il canto si interrompesse: " Fratelli miei. Oggi finalmente conosceremo la grandezza del nostro dio e ascenderemo ad esseri superiori. Prepariamo il sacrificio e noi stessi. Il tempo arriva con la luna piena."

Una mano calò sul volto di Stiles e l'ultima cosa che il ragazzo vide era l'uomo che sfilava la maschera e sul suo viso compariva un sorriso crudele.

 

Scott era nella sua stanza e si allenava, aspettando che Kira lo raggiungesse per stare un po' insieme, anche se quella era notte di luna piena. La ragazza lo aveva avvisato che sarebbe arrivata un po' in ritardo e lui stava pensando a cosa fare di divertente insieme, quando suonarono al campanello. Sorridendo, scese le scale e aprì la porta per salutare la ragazza. Il problema era che alla porta non c'era la giovane, ma il signor Stilinski, con un occhio pesto che si teneva una mano sul petto, scott sentiva distintamente l'odore del sangue e il sorriso che aveva venne lavato via nello stesso istante in cui l'uomo disse: “ Hanno preso Stiles”. Il giovane alfa si chiese per un attimo come l'amico potesse cacciarsi sempre nei guai, poi si vergognò al pensiero che la maggior parte delle volte che succedeva era soprattutto per colpa sua. Fece entrare il padre di Stiles in casa e lo fece sedere, poi prese delle bende e dovette insistere per medicarlo, mentre l'uomo cercava di dirgli che dovevano sbrigarsi e che non c'era tempo.

“ Noah, devi lasciare che io ti rimetta in sesto o non sarai d'aiuto.” l'uomo era sorpreso, era raro che il ragazzo lo chiamasse per nome e di solito succedeva quando la situazione era davvero complicata, quindi lasciò che il giovane gli medicasse le ferite mentre gli spiegava cosa era successo.

“ Io e Stiles avevamo finito di cenare e lui era tornato in camera sua. Mentre saliva le scale ho sentito un rumore sospetto alla porta, cosi ho preso la pistola e mi sono avvicinato. Prima che potessi aprire o fare fuoco, una decina di individui incappucciati sono entrati e mi hanno disarmato. Uno di loro aveva un coltello con il quale mi ha aggredito e mi hanno tenuto fermo mentre prendevano Stiles e lo portavano via. So che puoi seguirne l'odore e mi serve che tu lo faccia ora. Sembravano membri di una setta e penso che abbiano preso Stiles per una sorta di sacrificio.”
“ Immagino tu abbia provato a rintracciare il suo telefono”
“L'ha lasciato sul letto. Ma c'è di più. Quando sono uscito di casa ho incrociato Lydia camminare nella mia direzione, guardandosi intorno. Se Lydia ha sentito qualcosa significa...” il giovane lupo posò una mano sul braccio dello sceriffo e gli rivolse uno sguardo rassicurante e scosse la testa: “ Non può essere.”

Scott ora, sotto l'espressione fiduciosa, nascondeva il panico. Non erano degli esseri soprannaturali a sentire la descrizione dello sceriffo, ma dovevano aver a che fare con qualche genere di creatura se avevano rapito Stiles. Afferrò il cellulare e chiamò in fretta Kira e poi il resto del suo branco, dicendo loro di prendere qualcosa da poter annusare per seguire l'odore dell'amico. Lo raggiunsero circa un quarto d'ora dopo, mentre lui si era cambiato e aveva iniziato a studiare una strategia con il padre del ragazzo.

“ Derek, ti ho fatto chiamare perché ho assolutamente bisogno che tu ci aiuti”
“ Questo l'avevo intuito anch'io, Scott. Per cosa vi serve esattamente il mio aiuto?”
“ Sei un lupo mannaro da più di noi e sei molto esperto di noi, di certo sei più bravo a seguire le tracce”
“Me la cavo piuttosto bene, si. Chi stai cercando”
“Stiles”. Derek si chiese come potesse il giovane alfa infondere in una sola parola, in un solo, banale nome, una disperazione così grande. L'uomo non era esattamente un esperto di emozioni umane, ma comprendeva bene questa, così si mise subito al lavoro. Cercarono di individuare l'odore di stiles per quasi un ora. Capirono ben presto che chiunque l'avesse rapito, era a conoscenza della loro natura.

Scott era il genere di ragazzo che continuava sempre a lottare e anche in una situazione disperata, questo lo sapevano tutti, riusciva a trovare una soluzione brillante. Questo non significava però che il ragazzo non esitasse mai o non avesse un attimo di debolezza. Spesso non lo dimostrava, ma Hale era un ottimo osservatore e non aveva bisogno di ricorrere al suo fiuto animale per riconoscere quel lampo negli occhi di Scott quando per un attimo si convinceva che non c'era più nulla da fare, prima di riscuotersi e tentare ancora e ancora di vincere nonostante tutto e tutti si schierino contro di lui. Mentre i ragazzi cercavano in tutti i modi di ottenere delle informazioni, Liam li chiamò: “ Ehi, c'è qualcuno fuori dalla porta.” tutti i ragazzi scoprirono le zanne e Scott aprì la porta lentamente pronto ad aggredire un eventuale assalitore, spaventando però solo Lydia che non diede neppure segno di aver notato quell'accoglienza ostile. Scott riprese le sue sembianze umane e la guardò preoccupato, perché se Lydia era sulla soglia, significava qualcosa di brutto, forse di tremendo, poteva solo sperare che non fosse il suo migliore amico la persona che stava per morire, ma la giovane banshee con uno sguardo preoccupato, confermò il suo timore. Il padre del ragazzo aveva dunque ragione quando aveva sospettato il motivo del suo girovagare. La speranza di tutti ora era di poterlo trovare prima che fosse troppo tardi. La maggior parte dei lupi mannari nella stanza erano lì perché Stiles per loro era un essere umano decente, ma soprattutto perché l'alfa non l'aveva chiesto, ma ordinato. Lydia continuò a non prestare attenzione ai giovani, uscì e solo quando le chiesero spiegazioni, disse loro che sarebbe andata a casa di Stiles per cercare indizi. Inutile dire che tutti la seguirono. Quando fu in camera del ragazzo, si sedette sul letto e iniziò a giocare con i fili che Stiles usava per collegare dei fatti e formare una trama da cui potesse poi ricavare una soluzione al suo problema, come già aveva fatto in passato. Stavolta, però non sentì niente, solo il silenzio. Si mise quindi a frugare tra le cose del ragazzo e solo quando trovò la sua mazza da lacrosse e giocherellò con i fili udì qualcosa. Tutti aspettavano mentre la giovane chiudeva gli occhi e ascoltava con attenzione, cercando di carpire ogni parola da quelle voci così deliranti, mentre pizzicava le corde della mazza come se fosse stato un improbabile strumento musicale. Scott voleva delle risposte, ma la banshee sembrava essersi rinchiusa in un altro mondo e dovette chiamarla più e più volte perché riportasse di nuovo l'attenzione su di loro.

“Non so dov'è. So solo che c'è una setta, chiamata Sanguinarius Frater, che potrebbe averlo preso per sacrificarlo stanotte, quando la luna sarà al suo apice. Il che significa che abbiamo meno di tre ore per capire dove si trova.”

“Traduzione? Del nome intendo”
“ Fratelli sanguinari”
“Un ottima premessa non c'è che dire. Non senti altro?” Derek la guardava senza mostrare nessuna particolare emozione, mentre lei scuoteva la testa e si mordeva il labbro.

Scott non si fece scoraggiare e prese in mano la situazione: “ Possiamo partire da lì. Lei signor Stilinski potrebbe fare una ricerca dall'ufficio mentre io e i ragazzi cerchiamo un altra fonte che possa aiutarci a identificare il luogo in cui si riuniscano questi pazzi. Andiamo.”

Si divisero e cercarono instancabilmente e freneticamente, quasi esaurendo il tempo che era loro rimasto e che scorreva inesorabile.

 

Stiles era riuscito ad aprire gli occhi dopo un tempo che non sapeva quantificare, sapeva però che la cantilena non si era mai fermata e che ora era legato per i polsi e le caviglie all'altare sul quale era stato adagiato. Sentiva qualcosa di freddo sulla fronte che gli era stato applicato tempo prima. Qualcosa che sembrava olio o forse, se si voleva essere pessimisti, sangue. La paralisi agli arti continuava e si chiese se, solo nel caso fosse sopravvissuto o fosse uscito di lì, sarebbe mai riuscito a muoversi. Non sapeva cosa gli era stato fatto o dato, ma immaginava fosse un qualche tipo di droga che gli bloccava ogni movimento. Poteva solo guardarsi intorno con orrore mentre scrutava la volta infinita della caverna, dalla quale pendevano come pugnali delle stalattiti, pronte a staccarsi e trafiggerlo. Si chiese se fosse davvero quella la sua sorte e si senti ancora più desolato, soprattutto al pensiero che qualcuno di quei pazzi che l'avevano trascinato in quel posto, voleva che vedesse a cosa andava incontro. Vedeva una piccola cavità nel terreno a molti metri da lui, nella quale si era formata una pozza di acqua limpida e nella quale uno degli incappucciati faceva il bagno. Distolse quasi immediatamente lo sguardo, non desiderava certo vedere un uomo fare un giro nudo per la caverna. Riuscì a battere le palpebre con fatica e pregò nella sua mente tutti gli dei che gli vennero in mente, voleva solo che i suoi amici fossero lì, anche se non l'avessero salvato, sapeva che ci avrebbero provato e lui non sarebbe stato solo.

Per tenersi occupato iniziò a pensare alle piste e alle mosse che i suoi amici avrebbero potuto seguire per raggiungerlo e si chiese se Scott avrebbe mai gettato la spugna le caso in cui non l'avesse trovato entro la fine della notte. Per quanto sapeva che, così potenzialmente vicino alla sua fine, avrebbe dovuto pensare a Lydia magari o a cosa avrebbe fatto suo padre se fosse morto, non riusciva a distogliere i suoi pensieri da Scott. Cosa avrebbe combinato l'amico se lui non gli fosse rimasto accanto? A volte aveva rischiato di perderlo ed era riuscito a salvarlo appena. Quei momenti gli avevano strappato energia e fiato di dosso ogni volta e anche ora che ci ripensava a distanza di settimane, o in alcuni casi di mesi, sentiva un peso gravargli sul petto. Questo era un dolore che sospettava non essere normale, non quando l'oggetto di un così intenso sentimento dovrebbe essere un amico, anche se stretto come lo era Scott. Si era rifiutato di considerarlo in modo diverso prima, ma ora, mentre ascoltava la litania incessante e vedeva dritta davanti a se, posizionata al livello dei suoi piedi una clessidra, nella quale la sabbia scorreva lenta, poteva ammetterlo. Poteva ammettere a se stesso che c'era qualcosa di più. Chiuse finalmente gli occhi trovando un po' di pace e si lasciò cullare dal sonno che lo stava avvolgendo, cancellando tutti i suoi dubbi e la sua paura.

 

Scott stava controllando ogni libro e ogni singolo indizio che potesse portare al luogo in cui tenevano prigioniero il suo amico. Più i minuti passavano e più la frustrazione e l'ansia si facevano sentire. Gli altri lupi erano molto più impazienti di lui e molto meno motivati, gli giravano intorno sperando che fosse lui a trovare gli indizi. La verità era che secondo l'alfa quello intelligente e furbo era intrappolato da qualche parte ed era cosciente che se avesse studiato un piano, non sarebbe mai stato buono come quello di Stiles. Si ripromise di farglielo notare se fosse riuscito a tirarlo fuori da quel casino. Se. L'uso di una frase ipotetica lo terrorizzava più di quanto non fosse pronto ad ammettere con lucidità. Era parte del branco, parte della famiglia.

“ Qui non c'è niente di niente” disse ad un certo punto Peter, seccamente, facendo la sua teatrale entrata in scena, guardandosi intorno.

“ Di nuovo qualcuno ripeta perché siamo qui a sprecare il nostro tempo per cercare Stiles. Non fa parte del branco di nessuno, non è nemmeno un essere sovrannaturale, non ha nulla di speciale. Ci crea solo problemi.” calò il silenzio nella stanza mentre Scott alzava la testa dal libro e si guardava intorno, alzandosi lentamente.
“ Qualcun altro la pensa in questo modo?” gli altri scossero la testa, esitando, non sapendo cosa dire o cosa fare. Gli occhi di Scott erano di un rosso più cupo del solito, adombrati dalla rabbia a stento contenuta. Sembrava di guardare una pozza di sangue, istintivamente il primo lupo che incontrò quello sguardo, abbassò il capo e poi tutti gli altri seguirono il suo esempio. Alla fine anche Peter fu costretto a capitolare difronte al capo.

“ Andate a cercare degli indizi.” Scott si rimise seduto e continuò a sfogliare le pagine, ma senza leggere davvero. Si chiedeva anche lui perché avesse reagito in quel modo brusco a una semplice domanda. Non sopportava che qualcuno definisse stiles inutile o lo insultasse in altro modo. Fin da quando suo padre era sparito, abbandonando sua madre e trasferendosi per lavoro in un altra città, stiles era diventato suo amico e lo aveva aiutato ad andare avanti. Era stato l'amico a coprirlo quando usciva per incontrare Allison ed era diventato pian piano parte della famiglia, era una parte importante della sua vita, una di quelle cose quotidiane come respirare o mangiare, cose di cui non apprezzi il vero valore finché non ti vengono portate via.

“ Dov'è Malia” disse a un tratto Scott, rivolgendosi con tono duro a Peter, che stava sfogliando svogliatamente un libro, affatto interessato al suo contenuto.

“ Mi sta ancora cercando, ma non è il momento di incontrarci, quindi non ne ho idea. Neanche la tua ragazza si è fatta viva.”

“ Le ho detto io di non venire, non sarebbe servito.”

“ Beh bussano di nuovo alla porta, speriamo siano buone notizie”

Per la prima volta in ore, Scott sentiva di nuovo la speranza germogliare nel suo cuore mentre vedeva Lydia, visibilmente stanca e sudata entrare nella stretta stanza a passo di marcia.
“ Lydia, dove sei stata?”
“ Ho corso”

“ Corso? Che vuoi dire?”
“ Dovevo liberare la mente e cercare di capire dov'è Stiles. Hai una mappa?”
“ Si da qualche parte.”

Scott corse nell'altra stanze e gettò all'aria tutto, per trovare una cartina stropicciata e un pennarello, lo portò alla giovane che rapidamente segnò una X nel punto in cui era certa che Stiles fosse tenuto prigioniero.

“ Non so come lo raggiungeremo però Scott, è parecchio lontano da qui abbiamo davvero poco tempo rimasto. Le voci stanno diventando più forti.

“ Siamo lupi, possiamo correre abbastanza veloci da trovarci lì in un quarto d'ora se passiamo dal bosco. Tu avvisa il padre di Stiles e fagli portare i rinforzi, poi prendi la macchina e seguici, ci servirà tutto l'aiuto possibile. Mentre rimani indietro, controlla che nessuno ci segua ok?”
La banshee annuì e Scott chiamò a raccolta il branco mentre si infilava la giacca e spiegò a tutti il piano a grandi linee, poi uscirono tutti insieme di casa e con uno scatto partirono, sparendo tra i grandi alberi nella notte, mentre la luna piena raggiungeva quasi il suo apice.

Stiles poteva sentire gli uomini incappucciati fremere tutto attorno a lui, in trepidante attesa si radunavano attorno all'altare, lisciandosi le lunghe vesti e togliendosi uno a uno i cappucci, seguendo quasi un comando, che seppur invisibile, sembrava essere chiaro per tutti. La luce della luna ora era l'unica cosa che rischiarava l'intera grotta. Altri passi annunciava l'arrivo di più persone, ora che poteva, decise di guardarsi intorno e vide l'ampia cavità gremita di persone, la volta immensa riempita dal brusio di tante voci, confuse e mescolate tra di loro.

D'improvviso calò il silenzio mentre l'uomo che aveva visto prima di perdere conoscenza, faceva il suo ingresso. Il ragazzo intuì che doveva essere il maestro delle cerimonie e notò che si era cambiato perché ora indossava una veste cerimoniale, nera come il cielo notturno in una notte senza stelle, con dei motivi che richiamano delle spirali in viola, un viola intenso e vibrante, il cappuccio sollevato sulla testa a gettare un ombra scura sul suo viso e su quegli occhi così penetranti. La folla davanti a lui si divideva mentre portava il pugnale cerimoniale, ora lucido e splendente con una cura spasmodica. La lama ondulata, bronzea scintillava sinistra, colpita dalla pallida luce lunare, gli smeraldi incastonati nell'elsa sembravano le scaglie di un serpente.

Ecco il freddo strisciargli sulla pelle mentre qualcuno gli rimuove la maglia e gli vengono legate le catene ai polsi e alle caviglie. Non vede, ma immagina che queste catene vengano fatte passare dentro a degli anelli per tenerle in posizione. Sente i muscoli contrarsi, anche se non ha ancora il controllo del suo corpo. D'improvviso, per la prima volta da quando è arrivato, il silenzio più assoluto cala sull'assemblea e gli sembra di essere entrato in una città fantasma, perché è quel tipo di silenzio che ti da i brividi e ti rimane sulla pelle, come un marchio.

“ Fratelli miei, finalmente l'immortalità ci sarà garantita. Grazie ad un sacrificio di sangue, grazie a questo ragazzo, finalmente il nostro dio camminerà tra di noi e ci concederà la vita eterna al suo servizio. Possiamo essere liberi dalla schiavitù della carne mortale e da ogni regola. La luna è alta nel cielo, il momento è giunto. Tutti i nostri sforzi culminano in quest'ultimo atto che ci permetterà di essere dei a nostra volta.”

Qualcuno sposta le catene verso l'avambraccio, scoprendo i polsi e in un attimo Stiles comprende, una comprensione che arriva qualche istante in ritardo, perché il serpente gelido che gli striscia sulla pelle lo morde. Sente la lama tagliare la carne e per un attimo l'unica cosa che percepisce è il calore sgorgare assieme al sangue. Poi arriva anche il dolore, è come se avessero dato fuoco al sangue nelle sue vene, il cuore batte furiosamente e un urlo lascia le sue labbra, mentre la stessa cosa succede per l'altro braccio. Il dolore non fa altro che aumentare e la pelle sembra bruciare ancora di più. Percepisce la lama fredda appoggiata sul petto e può quasi immaginare mentre il sangue si raccoglie in una piccola pozza, cadendo goccia dopo goccia. Cerca di fare forza sui muscoli e di recuperare le poche energie che gli rimangono, ma il dolore si fa troppo lancinante per essere combattuto quando sente la lama incidergli il petto, le ferite formano un simbolo che però non riesce a comprendere e dopo poco smette di farsi inutili domande.

 

 

Scott corre veloce, più di quanto non abbia mai fatto in vita sua, per la prima volta odia davvero quella luna che solca inesorabile il cielo e si maledice per essere stato lento, per non aver trovato lui la soluzione e soprattutto per non avere un piano. Sta correndo alla cieca in un covo pieno di persone folli, ma in questo momento non gli importa. Tutto quello che gli interessa ora, mentre senza fiato continua ad avanzare, è fare più velocemente possibile, perché anche se non può spiegarne il motivo sente che Stiles è davvero in pericolo, molto grave. Immagina che, come nella serie tv che Stiles gli ha fatto vedere, insistendo per mesi, sia questa la sensazione che in Shadowhunters lega due parabatai. Esce dal bosco e d'ora in poi sa che saranno su un terreno scoperto, una situazione pericolosa, ma deve correre il rischio. È costretto a saltare le macchine in corsa per attraversare la strada trafficata e corre, senza fermarsi a guardare le facce sorprese di chi li vede passare sulle auto, andando verso il limitare della città. Dopo diverso tempo ecco che intravede l'ingresso di una serie di cavità naturali, quelle in cui di sicuro stiles è tenuto prigioniero, controllate da due guardie. Scott si ferma e cerca di non farsi vedere e si ripara dietro a degli arbusti bassi e nodosi e ad alcune rocce piuttosto massicce, imitato dagli altri lupi che lo osservano. In quel momento, raccolsero tutti l'ardore di quello sguardo audace e scintillante. Ognuno rimase avvinto dalla determinazione disegnata su quel volto.

Quello era uno di quei pochi momenti in cui erano tutti certi che se, guardandoli negli occhi l'alfa avesse chiesto loro di andare all'inferno e portargli cerbero, l'avrebbero fatto senza protestare. Così senza fare rumore entrarono nella caverna. L'alfa per primo non uccide nessuno, ma si impegna per rendere inoffensivi tutti quelli che si scagliano contro di loro. La sua furia è inarrestabile e in testa al gruppo si fa strada tra gli uomini che, sorpresi e girati di spalle, mentre osservano il rituale, non riescono a combattere in modo efficace.

Qualcuno che controlla c'è però e Scott se ne accorge troppo tardi, solo quando una freccia gli trapassa il braccio. Un ruggito di dolore misto a rabbia gli esce dalle labbra e il resto del branco lo accerchia per proteggerlo. È Derek il primo a reagire e individua gli arcieri, appostati su una specie di terrazza naturale. Un sorriso crudele gli incurva le labbra per un secondo e si fa strada in mezzo ai nemici, per poi saltare su questa specie di terrazza e spingere giù i cecchini. Scott si strappa la freccia di dosso come se già non sentisse più la ferita, riprende a combattere anche più ferocemente di prima perché mentre si riprendeva ha visto Stiles. Il modo in cui l'hanno trattato, quel che gli hanno fatto... sente il cuore saltargli un battito e poi martellargli nel petto, dolorosamente. Anche se non vedesse, riuscirebbe comunque a sentire l'odore pungente del sangue. Sangue. Ne ha perso parecchio, riesce a capirlo anche da questa distanza, dal pallore, non si azzarda a pensare mortale anche se lo è, che la pelle di Stiles ha assunto. È questo che lo spinge ad avanzare ancora, mentre quelli che sono più lontani hanno notato la confusione, come ha notato il problema il maestro delle cerimonie che intanto si è preparato a combattere e se ne è accorto anche Stiles che guarda i suoi amici farsi largo a forza. Quando pensa che non ce la faranno, sente un urlo. Un urlo che di umano non ha nulla e che fa svenire moltissimi uomini incappucciati. L'urlo di una banshee. È Lydia e lui lo sa, ma dal momento in cui Scott è entrato nella stanza, dal momento in cui i suoi occhi si sono posati sul lupo, non è riuscito a vedere altro. Il maestro delle cerimonie avanza verso l'alfa con il pugnale tra le dita, minaccioso e imponente come se fosse una statua in movimento. La visione però non spaventa affatto l'alfa che con un ruggito lo sfida a battersi in duello. È una mossa azzardata forse, ma nessun essere umano può competere con un lupo, non importa quanto sia forte. Entrambe le fazioni si bloccano e tutti osservano il combattimento che deciderà i vinti e i vincitori. Il duello è serrato, l'umano usa il pugnale in maniera eccellente, schivando i colpi e ferendo il più possibile il lupo, anche se di striscio, ma Scott ha dalla sua una rigenerazione rapidissima e una forza straordinaria. Anche con questi mezzi lo scontro dura diversi minuti, nei quali più volte l'umano pensa di aver vinto e sembra quasi riuscire a soverchiare l'altro quando Scott incontra lo sguardo di Stiles e con un ululato afferra l'uomo e lo scaglia a terra con forza, facendogli battere la testa e svenire. Gli altri sacerdoti si fanno indietro e molti di loro iniziano a scappare mentre Peter, sorprendendo tutti, ha spezzato le catene di stiles e sta cercando di sfilargliele dai polsi. Scott scatta in avanti e con un gesto abbraccia l'amico, forte. Si sfila la maglia e la strappa in modo da poter fasciare i polsi di Stiles. Il ragazzo è stanco e sembra provatissimo oltre che molto debilitato. Il giovane alfa sente il bisogno materiale di stringerlo a se anche se immagina che questo gli farà un po male. Sente le braccia di Stiles circondarlo e anche se debole, anche se affaticato e dolorante, il giovane riesce a far sentire il lupo protetto e al sicuro, come se ora finalmente nulla potesse andare storto. Prende un respiro profondo, come se i suoi polmoni incamerassero aria solo in quel momento, per la prima volta dopo quelli che gli sono sembrati secoli. L'odore del sangue passa in secondo piano quando riesce a cogliere di nuovo il profumo familiare di Stiles, che placa il suo terrore. “ Stiles stai bene?” una domanda inutile, lo sa, percepisce che sta soffrendo quasi come se fosse sul suo corpo quel dolore, ma deve chiedere, deve sentire di nuovo la voce dell'amico.

“ Sto bene Scott.” il sorrisetto ironico che incurva le labbra di Stiles è probabilmente la cosa più bella che abbia mai visto perché sa di casa. Tutta la preoccupazione abbandona il suo corpo di colpo, lasciandolo sollevato e sfinito. Un po del dolore che gli fa battere dolorosamente il cuore rimane lì, a tormentarlo, ma ora l'unica cosa importante è il ragazzo che è tra le sue braccia. È questo l'istante in cui capisce, in cui entrambi capiscono la verità. Perché entrambi i ragazzi si rendono conto che quello che stanno provando è amore e che non possono in alcun modo nascondere. Scott sa perfettamente che non è attratto dai ragazzi. Da nessun ragazzo che abbia mai incontrato prima, ma Stiles, oh Stiles è un eccezione, un caso davvero unico, perché lui... lui lo aiuta a far girare il mondo nella direzione giusta. Scott non sa se Stiles ricambia questo sentimento, ma è costretto ad agire in fretta, veloce più del pensiero per non cambiare idea. In un battito di ciglia, le labbra di Stiles e di scott sono unite in un lieve, dolcissimo bacio. Gli altri li guardano sbigottiti, si guardano tra di loro, ma presto si accolgono che in fondo al cuore, lo immaginavano già tutti, chi più chi meno. Gli occhi di Stiles si allargano per la sorpresa, che però viene sostituita subito dalla dolcezza. E dall'amore. È la prima volta in assoluto che i due si guardano negli occhi senza più fingere o nascondersi nulla. Perché entrambi ora sono liberi di stare insieme e di sapere che niente può separarli, entrambi lotteranno fino alla morte se sarà necessario pur di rimanere insieme. L'hanno gia fatto e se serve continueranno all'infinito. Scott vorrebbe congelare quel momento e rimanere così per sempre, ma sa che Stiles ha bisogno di cure urgenti, di punti e di una trasfusione di sangue, glielo ricorda il sangue che gli bagna la schiena, dove sono le braccia di Stiles e il suo colorito pallido. Lo prende in braccio e prende un respiro profondo prima di iniziare a correre. Gli altri lupi, sorridendosi con fare malizioso, partono al suo seguito, verso l'ospedale. Incontrano lo sceriffo sulla strada del ritorno che fa salire il figlio e l'amico che lo tiene stretto e preme sulle ferite, anche se ne soffre, perché fa male a Stiles. Lo guarda di nuovo e quello scemo gli rivolge un sorrisetto furbo che prontamente Scott soffoca con un bacio. Poi si ricorda che Stilinski è in macchina e che per poco non va a sbattere per la sorpresa ma non commenta e accelera. Per quanto Scott desideri stare con Stiles in questo momento, sa che può aspettare, anche per mesi, perché ora hanno finalmente hanno di nuovo tutto il tempo del mondo. 

angolo dell'autrice
grazie a chiuqnue sia arrivato in fondo a leggere, spero che vi sia piaciuta e che lasciate una recensione, anche le critiche sono ben accette. 
un bacio, elfanika2

   
 
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