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Autore: Elly007    19/01/2017    1 recensioni
[Eldarya]
Poter essere apprezzata dalle persone che le stavano intorno e riuscire pian piano a conoscerle sempre di più era un desiderio che le era sbocciato dentro con una tale naturalezza da farla rimanere senza fiato. Inizialmente non se n'era quasi accorta, pensava solo di doversi distrarre partecipando alle varie missioni che le venivano assegnate da Miiko, che svolgeva anche come segno di riconoscenza per averla accolta.
Poi aveva incontrato Ezarel.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giovane ragazza si chiuse la porta alle spalle con un tonfo sordo appoggiandosi poi contro di essa, cercando di calmare il proprio battito cardiaco.

Come le aveva insegnato sua madre quando era ancora una bambina, inizò a respirare lentamente, cercando di ignorare il dolore fastidioso che le provocava quel ricordo, dovuto alla mancanza che sentiva nei confronti della donna che l'aveva messa al mondo.

Era una sofferenza grande, la sua.

 Le persone del suo mondo le mancavano terribilmente, specialmente i suoi genitori, e all'inizio aveva creduto che non si sarebbe mai adattata fino in fondo ad Eldarya con tutte le creature bizzarre che aveva incontrato, per non parlare delle specie che ci vivevano. E forse sarebbe stato davvero sempre così perché quello non era il luogo a cui apparteneva, eppure... C'era qualcosa di spaventosamente bello in quella realtà, qualcosa che la terrorizzava e l'attraeva al tempo stesso.
 Più il tempo passava e più lei voleva sentirsi parte integrante di quel piccolo universo che, nel profondo della sua anima, sentiva un po' suo.
Voleva sentirlo suo.
Poter essere apprezzata dalle persone che le stavano intorno e riuscire pian piano a conoscerle sempre di più era un desiderio che le era sbocciato dentro con una tale naturalezza da farla rimanere senza fiato. Inizialmente non se n'era quasi accorta, pensava solo di doversi distrarre partecipando alle varie missioni che le venivano assegnate da Miiko, che svolgeva anche come segno di riconoscenza per averla accolta.

Poi aveva incontrato Ezarel.

Quel maledetto elfo dai capelli blu, che aveva immediatamente cercato di tagliarla fuori da tutto. Non si stupiva certo che non si fosse fidato di lei all'inizio, dopotutto era solo un'umana piombata per caso da chissà dove, e d'altronde nessuno aveva accennato a volersi curare di lei nei primi tempi. Ma lo sguardo accusatore che le rivolgeva ogni volta che apriva bocca la faceva sentire a disagio. Per non parlare delle stupide battute che le rivolgeva, talvolta anche sprezzanti, che le facevano ribollire il sangue nelle vene.

Con il passare del tempo però tutto aveva iniziato a cambiare, lei compresa. Anche l'alchimista, nonostante l'iniziale resistenza, si era lentamente sciolto nei suoi confronti, iniziando ad apprezzare la sua compagnia, e arrivando anche a chiederle di accompagnarlo quando doveva andare da qualche parte. Non aveva certo smesso di prenderla in giro o di dirle di non montarsi la testa, ma il modo in cui le si rivolgeva era diverso. Più dolce, più calmo, eppure sempre distante.

O almeno fino ad ora.

Perché lei non voleva nemmeno immaginare cosa le avrebbe detto, quando l'avrebbe rivista.
Le tornò in mente il modo in cui aveva riso a una sua battuta, e come a lei fosse venuto spontaneo accarezzargli dolcemente la guancia.
Ezarel era rimasto immobile a quel suo gesto, con gli occhi spalancati. Eppure non le aveva urlato contro come pensava, data la sua fissazione per il "non toccarmi" e questo l'aveva resa più... coraggiosa.

Aveva seguito con le dita la linea della sua mascella pronunciata, delle labbra rosate e degli zigomi leggermente sporgenti. Poi le aveva passate piano sulle sopracciglia azzurre, ed era salita fino ad arrivare alle tempie, dove aveva premuto leggermente, facendolo sobbalzare.

A quel punto si era fermata e , dopo essersi resa conto di ciò che aveva appena fatto, aveva sentito le guance andarle in fiamme. Non sapendo cosa dire aveva semplicemente balbettato un saluto ed era corsa a rifugiarsi in camera sua, lasciandolo in piedi nel bel mezzo del corridoio con un'espressione stralunata e le guance rosse tanto quanto quelle di lei.

E adesso come diavolo doveva comportarsi? Ma soprattutto, lui le avrebbe ancora rivolto la parola?
   
 
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