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Autore: Sarah M Gloomy    19/01/2017    0 recensioni
Ultimo capitolo della serie The Exorcist.
Gli esorcisti sono tornati in vita e devono fare i conti con la loro nuova natura. Hanno un nuovo obiettivo, quello di distruggere il loro vecchio Ordine, ma qualcosa non va come dovrebbe.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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        Chase si alza in piedi, lisciando con le mani le pieghe dei pantaloni. «Come hai detto?»
Robert scuote la testa, scompigliandosi i già arruffati capelli. «Non lo so. Ecco, io stavo dormendo. Cioè credo. Non mi è chiaro cosa è successo, però a un certo punto sentivo la voce di Johannes che mi chiamava. Volevo andare da lui, mi diceva che andava tutto bene e che tutto si sarebbe sistemato. Poi ho sentito un’altra voce, che mi ha detto che mi offriva il suo corpo. E lì mi sono un attimo insospettito.»
Un qualcuno ha offerto il suo corpo a un’anima? Chase mi sta fissando e ha capito molto più di me. Julia si intromette con voce tagliente. «Lo state facendo di nuovo.»
Distolgo lo sguardo, lei incrocia le braccia al petto e sbuffa. «State comunicando e vi siete dimenticati di noi. Avevate detto niente segreti.»
   «Segreti?» Chiede Robert, confuso.
Scuoto la testa. «Julia, non so niente.»
   «Ho bisogno di parlare da solo con Bel. Sì, riguarda la questione. Quando mi sono confrontato con lei vi diremmo.» Chase fa un passo e la mano di Philippe lo blocca. «No. Ora parli con noi.»
Chase si passa la lingua sulle labbra e lo sguardo che lancia a Philippe è gelo allo stato puro. «No. Vi ho detto quale sarà la nostra scelta. Sei così bravo a incolparla di avervi uccisi, ma non altrettanto da prendere una decisione. Cosa vuoi fare? Sei un esorcista o rifiuti la tua natura e torni a essere umano?»
   «Non è una scelta.»
   «Lasciami il braccio, Daulus, e scegli. Se quando rientriamo avete preso una posizione e smettere di incolparci, allora ve lo diremo.»
Philippe lascia il braccio, facendo arretrando di un passo. Chase mi prende la mano. Ce l’ha sudata e sento il suo battito tra i polpastrelli. È fredda, nonostante si sia mosso fino a poco fa, e sento le vibrazioni del suo corpo. Ha capito molto più di quello che ho capito io. Usciamo dall’appartamento, mi trascina lungo il corridoio fino alla terrazza in cui solo la mattina prima l’ho aspettato. È passato pochissimo dal nostro risveglio, eppure mi sembra che tutto si stia muovendo molto più veloce di noi.
Lascia la mano non appena la porta si chiude alle mie spalle. Si porta le mani alla testa, passandosele tra i capelli. Quando mi guarda, vedo sofferenza. «Ha bisogno dei corpi per il rituale dell’immortalità.»
Corpi che non ha, se non erro. Corruccio la fronte e lui sbuffa contrariato. «Bel! Richiama le anime per metterle dentro a dei corpi.»
   «Problema di quei corpi.»
Lui annuisce. «Giusto. Se non fosse che sono le nostre, le anime. Dentro a un corpo siamo noi che diventiamo consapevoli.»
Porcamerda. «Non può farlo. Noi … noi abbiamo già un corpo.» Per la prima volta mi sento affezionata a ogni sua parte: dalla piattezza del seno, all’altezza microscopia, alle ustioni. Ogni parte di lui mi sembra importante. Non voglio trovarmi all’interno di … «Oddio. Quelli che abbiamo incontrato, che lavorano per Johannes. Sono loro i corpi in cui ci vuole mettere?»
Alza una spalla. «Chi può dirlo?»
   «Perché farebbero una cosa del genere? È … è un suicidio.»
   «Conosciamo Johannes. Ha convinto anche noi di molti fatti, siamo stati i suoi pupilli per anni. Credi che non abbia il potere di convincere qualcuno di sacrificarsi per un bene superiore?»
Ci credo eccome. «Dobbiamo dirlo anche agli altri!»
Annuisce. «Lo so. Dovrai farlo tu.»
   «Io? Sei tu il capo. Perché?»
Sospira. «Non voglio che vengano con noi.»
Sono costretta a ridere. «Molto divertente, Chase. Non puoi impedirglielo.»
   «Lo so. Sono consapevole che ci sono questioni al di fuori della mia gestione. Ad esempio, so già che se ti ordinassi di rimanere al sicuro con gli altri, mi manderesti al diavolo. E verresti in ogni caso.» Ha perfettamente ragione, con la sola eccezione che mi preoccuperei pure di fargli del male per aver pensato a una cretinata del genere. Lui continua. «Se gli parli tu, invece, potrebbero non voler venire.»
   «Gli direi la verità. Avrebbero libera scelta.» Il suo sguardo è divertito. Merda. Io sono l’esorcista della menzogna. Da una persona del genere non ti aspetti la verità. Ti aspetti bugie. Se io gli dico la verità, ovvero che Johannes ha intenzione di piazzare le nostre anime dentro a degli altri corpi, più gestibili, potrebbero credere che menta. All’opposto, se mento non faccio altro che avvalorare la loro tesi. È sempre stato questo il punto della questione. Fidarsi o meno di me? Apro la bocca. «Sei uno stronzo!»
   «Sono l’unico che sa quando dici la verità.»
Mi ha chiamato fuori in modo che gli altri sospettassero di noi. Faccio un respiro profondo. «Non puoi proteggerli, Chase. Se Johannes vuole le nostre anime le otterrà. Con o senza la loro partecipazione.»
Mi prende il mento tra le dita. «Non perderò i miei compagni. E non permetterò che ti accada nulla. Sono vostro responsabile.»
Mi scocca un bacio in bocca, più per avvalorare la sua presa di posizione che per un atto di puro affetto. Lascia la presa, aprendo la porta per ritornare dagli altri. Sono combattuta. Il corpo inerme di Robert, senza anima, è un monito abbastanza esaustivo. Tuttavia, sono convinta della libera scelta. E mi fido di loro. Di ognuno di loro, anche di chi mi ha sempre detto che sono inaffidabile, anche di Philippe che ha creduto che li fossimo stati noi a riportarli in vita. Credo nella libera scelta ma, soprattutto, credo nell’unità del nostro Ordine. «Ti odio.»
Chase alza una mano. «Questa so che è una menzogna.»
Detesto che mi cammini davanti perché, anche se sono arrabbiata con lui per il modo in cui usa i miei difetti, il mio sguardo segue il profilo dritto della sua schiena e si sofferma in quella sua vecchia tuta, recuperata a casa, che gli fa un sedere perfetto. Sì, odio la sua perfezione fisica. Masochisticamente, amo pure il suo carattere subdolo.
Chase apre la porta dell’appartamento, facendomi entrare. Mi accorgo appena che gli altri hanno preso posto. Alle mie spalle sento la sua voce. «Bel vi dirà tutto.»
Mi stanno fissando. Faccio un respiro profondo, cercando di cancellare il pensiero del perché debba parlare proprio io. Distrattamente mi mordo il labbro inferiore. Il sangue sulle labbra dà avvio alle mie parole. «Siamo convinti che Johannes voglia le nostre anime per inserirle all’interno di persone di sua scelta. Di fatto, con un altro corpo potrebbe indurci di nuovo a morire come nel passato e così facendo compiere il rituale dell’immortalità. E noi ne saremmo consapevoli.»
Chase abbozza un sorriso. «Potrebbe mentire.»
Gli lancio un’occhiataccia. Già senza la sua puntualizzazione avevo il sospetto che non mi credessero. Messa così, ho mentito di sicuro. Julia interviene. «Sono con voi.»
   «Non sai neppure se ha mentito!» Ribatte Jamar.
Scuote la testa, avvicinandosi alla finestra. «Non mi interessa. Mi fido di Bel. So che Chase non ci vorrebbe mai vicino in una missione suicida. Non mi interessa nulla. Di tutto quello che è successo, mi sono sempre fidata di loro e non mi pento di nessuna delle scelte. Sono con voi.»
Philippe è seduto tra Robert e Jamar sul divano. Si sta guardando le unghie con un’attenzione quasi morbosa. «Anch’io.»
Jamar sbuffa. «Messa così, che cazzo ho da perdere? Ci sono anch’io.»
Te l’avevo detto, Chase. Io credo nel nostro gruppo.
E dal sorriso che hai appena accennato, ci credevi anche tu.
   
 
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