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Autore: Lady Chryseiss    19/01/2017    1 recensioni
Nel regno di Ayra i cittadini vivono in pace e armonia tra loro. Al funzionamento della grande comunità pensa un Consiglio governativo, supervisionato da un Consiglio degli Anziani, e la vita scorre tranquillamente, fin quando un errore non verrà commesso: la soppressione dell'esercito. I rapporti con gli altri Paesi procedono a gonfie vele, così come la giustizia all'interno di Ayra, la sanità, l'istruzione e l'economia. A cosa serve un esercito?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni divisione dell'esercito di Ayra aveva una zona assegnata del Paese da supervisionare. Ad ogni ispezione dei confini, la zona cambiava, per evitare di cadere nell'abitudine e nella conseguente superficialità del lavoro. Ogni ispezione durava quattro giorni e ve ne era una al mese.
Era estate, e montare le tende era più uno spreco di tempo che una concreta necessità; per questo l'accampamento della divisione 14 si riconosceva dalla presenza dei tre fuoristrada militari parcheggiati a casaccio e dagli zaini sparsi alla rinfusa sul terreno erboso. La prima notte di lavoro era ormai giunta al termine. I raggi nascenti del Sole, filtrati dal verde rigoglioso del bosco che li ospitava, si appoggiavano delicatamente sui volti dei giovani soldati ancora addormentati nei loro sacchi a pelo disposti in circolo attorno ad un focolare ormai spento. Avevano organizzato dei turni di veglia, per precauzione durante il riposo, ma non funzionavano mai, o almeno non nella loro divisione. Comunque non era mai accaduto nulla, perché sarebbe dovuto succedere proprio quella notte? Fu un rumore acuto e metallico ad interagire con la loro quiete.
-Abner, spegni quella dannata sveglia!- borbottò nervosamente qualcuno. Abner sbadigliò, catapultato nel mondo fisico troppo velocemente. Indugiò un attimo, poi si fece coraggio e si mise seduto, armeggiando con la zip del suo sacco a pelo. La sveglia smise di strillare prima che lui avesse il tempo di alzarsi in piedi.
-Ah, grazie- disse, convinto che qualcuno dei suoi commilitoni avesse raggiunto il sibilante oggetto prima di lui.
-Prego- rispose una voce femminile. Fu come se tutti si fossero svegliati in quel preciso momento. Ogni soldato si voltò nella direzione della donna che aveva parlato. Il numero delle donne nell'esercito di Ayra aveva ormai raggiunto quello degli uomini, ma la divisione 14 era l'unico ad essere ancora formata interamente da uomini.
-Aaliya. Ciao- disse Abner con sorpresa.
-Avrei potuto uccidervi tutti e neanche ve ne sareste accorti-
Se ne stava tranquillamente seduta sul cofano di uno dei tre fuoristrada, giocherellando con la sveglia. Gli uomini si sbrigarono ad uscire dai loro giacigli e a disporsi in fila l'uno accanto all'altro di fronte a lei. Ad Abner, Aaliya aveva sempre messo una certa inquietudine, forse per quella sua aria autoritaria, o forse per il suo aspetto. Aveva lunghi capelli neri, spesso disordinati, folte sopracciglia perennemente corrucciate e una vistosa cicatrice che divideva in due metà quasi perfette l'arcata sopracciliare destra, la palpebra e lo zigomo. L'occhio che questa attraversava era di un azzurro acceso, l'altro di un nero impenetrabile. Giravano molte storie su quella cicatrice, una più agghiacciante dell'altra, ma nessuno conosceva la verità. Era alta e dal fisico asciutto e muscoloso, un vero soldato. Nonostante fosse più giovane della metà di loro, tutto l'esercito la riconosceva come capo indiscusso della Difesa e le portava un rispetto sincero.
-Sono qui ad aspettare da almeno sette minuti, ma nessuno di voi si è reso conto della presenza di un esterno al vostro gruppo. Forse avreste bisogno di un addestramento intensivo che vi insegni come dividere la nottata in turni di guardia su trenta uomini?- disse con tono tagliente, scendendo dal cofano e posizionandosi davanti ad Abner, fissandolo negli occhi. Sapeva di incutergli timore. -O forse dovrei dire ventinove. Dove diavolo è Vick?- gli domandò alzando il tono della voce. Abner si guardò intorno, disorientato. Non aveva avuto il tempo di notare l'assenza di qualcuno dei compagni. Tutto quello che riusciva a pensare era: "Perché sta parlando proprio con me?" 
-Io... io... non lo so- balbettò cercando di non guardarla negli occhi per troppi secondi di fila.
-Chi di voi ha il comando della spedizione?- chiese ancora Aaliya. 
-Ehm... Vick-

Abner vide la ragazza trattenere un moto di rabbia, facendola sfociare in un lungo sospiro. Per un attimo vi fu l'imbarazzo del silenzio, interrotto solamente dalla mattutina brezza estiva , che faceva frusciare le verdi fronde che circondavano il loro accampamento improvvisato. Aaliya si riscosse dalla sua immobilità spostando lo sguardo verso sinistra: aveva sentito qualcosa. Con un gesto preciso e meccanico, che fece trasalire tutta la divisione 14, lanciò la sveglia che aveva ancora in mano esattamente a 180 gradi dalla posizione iniziale. Essa arrivò precisamente dove Aaliya desiderava che arrivasse, ovvero sulla fronte di Vick, il quale stava tentando di raggiungere il gruppo senza attirare l'attenzione. Ci sarebbe anche riuscito, probabilmente, se Aaliya non fosse stata lì.

Vick emise un lamento di dolore, portandosi una mano alla fronte dopo che la sveglia fu caduta a terra, esalando il suo ultimo ticchettio.
-Non so quale urgenza richiedesse la tua presenza altrove, Vick, ma un vero comandante, se costretto ad abbandonare la sua divisione, avrebbe come minimo lasciato il comando a qualcun altro prima di assentarsi. E invece i tuoi uomini non sapevano nemmeno della tua assenza- Aaliya parlò con freddezza. La rabbia che dapprima l'aveva scossa ora si era trasformata in delusione. Vick non cercò scuse; rimase in silenzio, guardandola senza lasciar trasparire alcun sentimento, avvicinandosi a lei con la sua solita camminata sciolta, come se fosse immune alla sua autorità. Si fermò ad un passo da lei, senza smettere di guardarla, con un sopracciglio leggermente inarcato, disse: -Chiedo scusa. Non accadrà più-
Aaliya finse che quei lineamenti perfetti non avessero effetti su di lei.
-Dove sei stato?-
Vick sfoggiò un sorriso beffardo: -All'ultima città prima del confine. Si chiamava Kara- 
-Non hai nemmeno la decenza di mentire- 
Lei non rispose. Si voltò verso uno degli altri soldati: -Demos, d'ora in poi il comando è tuo-
Demos annuì, cercando di assumere una posizione dignitosa nonostante non indossasse altro che la biancheria, come gran parte di loro. 
-Bene, divisione quattordici, vi auguro un buon lavoro. Grazie per avermi confermato che qualche visita a sorpresa ogni tanto è un bene- Aaliya li guardò uno per uno, restando in silenzio. -Vick vi deve una sveglia nuova-
Vick la guardò andare via, seguendo con lo sguardo la sua camminata fiera e aggraziata fin quando la vegetazione glielo permise. Si voltò verso i compagni: -Abner, puoi respirare adesso-
Abner rispose con una risata ironica, ma si rese conto di essere stato in uno stato di tensione durante tutta la permanenza di Aaliya. I suoi muscoli si rilassarono, e gli venne quasi sonno. 
Nessuno commentò l'accaduto. Le sparizioni di Vick alla sera e la conseguente ricomparsa al mattino erano ormai una consuetudine e c'era una tacita tolleranza, ma non si poteva negare che l'intervento di Aaliya era stato ben accolto da chiunque, forse perfino da Vick, anche se vi era chi pensava che fosse stata troppo poco severa.

   
 
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