Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: thmsvl    19/01/2017    0 recensioni
"quando il fuoco incontra la benzina"
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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《love blooms like cherry blossoms but burns and becomes ashes》
 
     posati sul televisore ci sono ancora i tuoi fiori di ciliegio, intatti e impolverati.
ricordi? eravamo al luna park, quello di seoul, quello che mi piaceva tanto. era primavera e noi avevamo da poco passato il nostro mesi anniversario: un anno e quattro mesi.
adoravo le bancarelle, e tu mi ci hai portato anche se per te erano noiose e tutte uguali, ma mi ci hai portato comunque.
camminavamo mano nella mano vicino alle giostre. i bambini salivano sorridenti sotto le note della musica del momento.
« suga, guarda che bella » indicai la grande ruota panoramica davanti a noi. tu la guardasti storto e poi sbuffasti. lo facevi spesso.
« dai saliamo » dicesti e ti misi le mani in tasca iniziano a dondolarti sui talloni, guardandola dal basso. io sgranai gli occhi, ricordo, non era assolutamente da te: ti incamminasti verso la biglietteria. io non mi mossi di un centimetro, immobile, sorpresa. ti girasti verso di me roteando gli occhi.
« oh, yeri! smettila». ridacchia per la tua smorfia e accorsi subito vicino a te.
« va bene, scusa » trattenni le risate sotto lo sguardo divertito del giostraio.
« aish… » sussurrasti e te ne andasti verso la fila.
il giostraio mi fece l’occhiolino e io gli sorrisi trionfante. ritornasti indietro seccato prendendomi la mano e mi portasti via lasciando il giostraio a ridere.

    eravamo finalmente sulla ruota panoramica e stavamo scherzando del fatto di quanto fossero piccole le persone da lassù. poco dopo la giostra frenò con uno stridio metallico e ci fermammo sulla cima. osservammo le luci del luna park illuminare la notte ed estendersi lungo le strade e riflesse negli occhi allegri dei passanti.
« yeri » mi chiamasti, io ti sorrisi e tu mi guardasti. appoggiasti la tua mano sulla mia nuca e non dicesti nient’altro, mi baciasti solamente, dolcemente, premendo le tue morbide labbra di fragola sulle mie.
appoggiasti la tua fronte sulla mia e sussurrasti: « ti amo, choi yeri ».
in quel momento eri davvero bello sai?
« ti amo anch’io, min yoongi» dalla tasca interna della tua camicia tirasti fuori dei piccoli rami. erano dei fiori di ciliegio.
« questi dureranno per sempre, come te e me. non diventeranno mai cenere ». questa volta ti baciai io.

    quella sera ci divertimmo davvero tanto. incontrammo anche i nostri amici: tae, jimin, nam, jin, hobi e kook con le loro ragazze. decidemmo di andare tutti agli autoscontri e fare qualche gara, spendendo quasi tutti i nostri soldi. hobi e aly erano quelli più agguerriti insieme a noi. finimmo la serata con dello zucchero filato in compagnia. mi finì anche sui capelli per colpa tua che continuavi a lanciarmelo.

    tornammo a casa con i lividi sul corpo. con qualche colore in più. anche se eri sempre stanco e dolorante mi prendesti comunque sulla schiena fino a casa. i miei erano in vacanza e c’avevano lasciato casa libera. posai i fiori di ciliegio sopra la TV, sistemandoli per bere, tu, invece, ti buttasti sul letto, distrutto. i tuoi capelli rosa si erano scompigliati sulla tua fronte coprendoti leggermente gli occhi.
« yeri » mi richiamasti con voce roca. mi sdraiai accanto a te e tu cominciasti ad accarezzarmi i capelli, come piaceva a me.
« oggi ho visto dei colori. sulla cima. il primo tra quelli eri tu » dicesti, e tu non dicevi mai. tu non vedevi i colori e questo lo sapevo bene. il mondo per te era solo un ammasso di grigio e di nero che si estendeva sin dentro le tue vene. non t’importava di nulla, quasi neanche di te stesso e ti lasciavi andare nelle notti senza stelle.
tu, inconsapevolmente, eri l’insieme dei colori.
dalle occhiaie violaste che portavi sotto quegli occhi scuri, due orbite profonde pronte ad inghiottirti.
dalla tua lattea pelle rivestita di rossastre linee irregolari, secche e smarrite.
dalle tue nocche chiare scassate alle tue bluastre vene sulle braccia e sui dorsi delle tue fredde mani, che, però, riuscivano sempre a darmi calore.
un tuo sguardo era pura luce bianca.

entro in quella stanza e trovo solo il nero.
   
 
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