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Autore: Machi16    19/01/2017    1 recensioni
La morte era un sogno lucido che bramava, ossessionando Moriarty nei modi più impensabili modi fino a portalo al desiderio di essa.
A Jim non importava di morire, voleva solo scombussolare il noioso equilibrio in cui il mondo era precipitato assopendosi completamente
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Moriarty, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ORE: 9:58

Il telefono squillava continuamente nel giorno in cui tutto fu scritto, sembrava impazzito quasi volesse celare dietro il suo suono allegro e repentino un avvertimento preciso e ben scandito tra le note di quella canzone che sembrava essere scritta appositamente per quel momento.

In quella stanza tutto rimbombava e l’ uomo con lo smoking sembrava non sentire alcun rumore se non il suono del suo cuore che palpitava dall’ eccitazione, interrotto a tratti dal ciancicare insano di quella gomma da masticare alla fragola.

Gli occhiali calati sugli occhi e il resto del mondo contro, in fin dei conti non gli importava di morire, dall’ alto del suo essere malvagiamente geniale aveva finalmente trovato uno scopo nella vita, sconfiggere una mente al suo pari livello senza mai sfidarla davvero, giocava a nascondino con l’ uomo che voleva sfidare con la consapevolezza di avere tutte le carte in mano

Cosa si prova a giocare a scacchi con la morte?

Era proprio questo il trucco non svelato, il segreto mai ammesso perché in fin dei conti lui bramava quella donna nera con la falce in mano, la desiderava con ogni infima parte del suo corpo, la sfidava guardandola con i suoi occhi scuri mentre con fare sicuro si allisciava i capelli, la abbracciava nei momenti bui bramandola in ogni suo minimo particolare. Si,  quella donna lo faceva impazzire come nemmeno Sherlock Holmes sapeva fare, lo portava a dubitare di se fino ad accogliere il dolore ed eliminarlo totalmente.

Il dolore. Quell’ infimo particolare che si trovava tra lui e la morte, l’ unico avversario potente che doveva aggirare per arrivare dall’ altra parte e il detective dal buffo cappello ne era il ponte, lui avrebbe sofferto al posto suo.

La morte.

Una bellissima e lucida visione costantemente presente eppure ignorata da tutti ma non da lui, non dall’ uomo che aveva scalato la vetta del crimine per toccare con mano la carne di quella bellissima dea dalla pelle bianca come la neve e gli occhi vacui come due fenditure profonde e irraggiungibili.

La immaginava leccandosi le dita al pensiero, comunque fosse andata quel giorno l’ avrebbe raggiunta, ne era estremamente convinto.

ORE: 10:03

Indossò il cappotto nero, quello delle grandi occasioni, quello che lo rendeva incredibilmente attraente. Ne era certo.

Vi nascose una pistola nella tasca interna, giusto per precauzione, e con passo lento e deciso si avviò verso il luogo fissato: il tetto di un palazzo, non uno qualunque, non uno nascosto. Tutti dovevano assistere allo spettacolo che quel giorno avrebbe portato Londra ad un nuovo livello di baratro, avrebbe voluto vedere le facce dei passanti stupiti e i telegiornali nei giorni successivi, gli sarebbe piaciuto assistere al dolore e alla delusione di tutte quelle persone che avrebbero visto Sherlock Holmes come il più grande traditore dell’ Inghilterra.

“Oh Sherlock, non sei più così importante ora..”

Un sussurro e il diavolo arrivò.

ORE: 10:04

Uno di fronte all’ altro, nei loro cappotti scuri quasi a volersi proteggere da un mostro invisibile quando in realtà i mostri erano loro: il genio del crimine e il genio delle deduzioni.

Un gioco senza fine e una trappola mortale si frapponeva tra i loro sguardi e le quattordici soluzioni che Sherlock aveva predetto ma nessuna di quelle sarebbe stata quella giusta.

Cosa importa il resto quando il mondo ti fa da spettatore?

Erano tutti lì, John Watson compreso.

Oh, chissà quante lacrime al funerale del suo amato compare, anche questa guerra sarebbe finita per lui e, ancora una volta, il destino lo avrebbe indicato come perdente. Come quello sopravvissuto con il dolore nel cuore, che burlona la vita.

ORE 10:24

Un colpo sordo segnò la fuoriuscita della pallottola della pistola e la bocca aperta in un ghigno di sfida sarebbe stata per sempre l’ emblema di una vittoria troppo bella per essere vista, goduta, vissuta. Da ora in poi sarebbero stati altri i suoi piaceri: vide finalmente quella donna scarlatta che non fare sicuro lo afferrava mentre il sangue fuoriusciva dal suo cranio mischiato con i pezzi del suo acuto cervello, era lì pronta a tirarlo su. Nuda, completamente spoglia da ogni vergogna e peccato, pura e fottutamente divina come se la immaginava, ora poteva farla sua, accarezzargli quei lunghi capelli neri fino a strapparglieli di dosso. Poteva giocare con lei come mai avrebbe fatto con nessun altro.

Erano insieme nel nulla dopo essersi cercati per tutta la vita nei più disparati e pericolosi modi, il mondo reale era un ricordo, Moriaty era una leggenda e la morte era fottutamente sexy.

 

  
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