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Autore: CrazyFantasyWriter    20/01/2017    1 recensioni
7° libro alternativo.
Harry non sa più cosa fare. Silente è morto e ormai lui è solo. Ha gli amici di sempre, dovrà pensare a quello, all'amore. Tra segreti da scoprire e nuovi ricordi che lo tormentano sarà ancora in bilico tra la vita e la morte per la salvezza del mondo magico e delle persone che ama.
Inizia tutto con una lettera. Dopo averla letta Harry sa che nulla sarà più come prima.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo 2

La Lettera

 

Il pianerottolo del secondo piano era buio, ma Harry continuava a vedere il volto arrossato e agitato di Zia Petunia, “Sta attento”, lo aveva lasciato con quella frase.

Durante la giornata il ragazzo non aveva osato uscire dalla camera da letto. Si era preparato tutte le cose, aveva rifatto il baule, ripulito la gabbia di Edvige e messo le cose essenziali nello zainetto.

Era tutto pronto, ed erano solo le ventitré.

I signori Dursley erano usciti nel tardo pomeriggio e non erano ancora tornati, ma Harry se lo immaginava. Inoltre aveva una voglia pazzesca di leggere la lettera e si dovette imporre di fare altro più volte. Però voleva sapere, aveva il diritto di sapere, e di sapere subito anche, non poteva più aspettare.

E poi, perché Ron, Hermione e Ginny non gli avevano detto niente? Erano così indaffarati? Harry non sapeva cosa aspettarsi. Voleva vedere Ginny, le mancava, temeva le fosse successo qualcosa.

“L'ho vista una settimana fa” disse a se stesso più volte, ma fu inutile.

Alle ventitré e mezza si decise a portare i bagagli al piano di sotto.

Trascinò il baule giù per le scale, facendolo sbattere su ogni gradino, mentre con l'altra mano teneva la gabbia di Edvige e a spalle lo zainetto. La bacchetta stava nella tasca posteriore dei jeans, come sempre. Non appena arrivò nell'ingresso gettò tutto a terra ed Edvige strillò.

“Scusa” mormorò il ragazzo e le accarezzò nervosamente le piume candide.

Ricordava ancora quando Hagrid gli aveva regalato la civetta per il suo undicesimo compleanno, gli era sembrato il regalo migliore del mondo.

Si chiese se avrebbe mai rivisto la linda casa degli zii, magari un giorno, con Voldemort morto e la guerra finita, sempre se in quella guerra non sarebbe morto anche lui.

Perso tra i pensieri non si accorse dello scorrere del tempo, e a pochi minuti dalla mezzanotte venne scosso da strani rumori provenienti dall'esterno del numero 4. Una serie di POP ruppe il silenzio notturno, qualcuno si era smaterializzato.

“Accidentaccio, questo posto non sembra cambiato per niente” disse la voce di Ron Weasley da dietro la porta.

“Sta zitto Ronald, non vorrai mica farci scoprire!” so rimproverò la voce di Hermione Granger.

Erano arrivati.

Agitato, Harry aprì la porta dell'ingresso e si trovò davanti a Ron, Hermione, Lupin, Tonks, il signor Weasley, Bill, Fleur, i gemelli, identici come sempre; Malocchio Moody, Hagrid e Kingsley.

“Ehilà” salutò Ron saltando addosso all'amico.

Poi fu il turno di Hermione, Harry la abbracciò.

Di seguito tutti gli altri.

*

“Ho bisogno di capire” disse Harry, una volta che i maghi furono tutti riuniti nel salotto.

“Non c'è tempo, ragazzo” sbottò Malocchio, “Dobbiamo andare alla Tana il più in fretta possibile.”

“La Tana? Perchè non a Grimm-”

“Non si può” lo interruppe il signor Weasley, “Ora davvero, dobbiamo andare.”

Sembravano tutti più invecchiati, persino i gemelli non avevano il solito sorriso smagliate stampato in viso, era tutto troppo strano.

Il gruppetto si diresse all'esterno, Hagrid aiutò Harry con i bagagli e partirono a due a due con una materializzazione congiunta.

“La Tana” pensò Harry immaginandosi la vecchia casa dei Weasley, con il giardino dove più volte avevano giocato a quidditch nelle vacanze estive. Come sempre sentì quello strappo all'ombelico tipico della smaterializzazione, il braccio stretto forte al braccione di Hagrid. Pochi istanti dopo si ritrovarono nel giardino della Tana.

Ron ed Hermione si smaterializzarono affianco a lui ed Hagrid.

Il signor Weasley andò avanti verso l'ingresso, facendo strada e gli altri lo seguirono.

Era tardi, ma nella casa si vedevano ancora due luci accese, quella della cucina e quella della camera di Ginny, Harry ebbe un tuffo al cuore. Ricordò quando poco meno di un anno prima era andato alla Tana con Silente, anche in quell'occasione aveva visto la stanza di Ginny illuminata. Silente... gli mancava. C'erano troppe cose che non aveva capito, troppe cose che non gli aveva spiegato.

All'interno della casa li accolse la signora Weasley, trafelata.

Harry stava per salutarla quando la donna puntò la bacchetta contro il petto del marito:

“Cara, sono io, non ce n'è bisogno” disse il signor Weasley abbassandole la bacchetta.

La moglie sbuffò:

“Oh, diamine!” scrollò la testa, “Scusami”, poi si rivolse ad Harry, “Harry caro” disse sorridendo e lo baciò su entrambe le guance, “Sono felice che tu sia qui”

“Ehm... grazie” rispose imbarazzato, “Ma io non capisco, davvero. Potete dirmi cosa sta succedendo?”

“Più tardi, ora va' su con Ron e Hermione, ti abbiamo preparato un letto in camera con Ron”

Harry si arrese e seguì gli amici al piano di sopra, trascinandosi i bagagli su per le scale.

Finita la rampa di scale la porta della camera di Ginny si spalancò e la rossa corse verso Harry, stringendolo forte. Il ragazzo fu colpito dal suo profumo di fiori, e desiderò con tutto se stesso che non ci fossero Ron ed Hermione, ma quando si liberò dall'abbraccio i due erano ancora li, Ron con le orecchie scarlatte ed Hermione con lo sguardo basso, imbarazzata.

“Oh” fece Ginny, “Ehm... ti aiuto con i bagagli” disse, prese la gabbia di Edvige e la portò nella camera di Ron e il trio la seguì.

Era come Harry la ricordava, disordinata, con i poster del quidditch sulle pareti e pezzi di intonaco rovinati dal magiscotch.

Ron si buttò sul letto ed Hermione si sedette in un angolino sul bordo. Ginny invece si appollaiò sul davanzale della finestra accarezzando la civetta bianca ed Harry rimase in piedi in mezzo alla stanza.

“Quindi?” chiese.

I ragazzi si scambiarono occhiate preoccupate e alla fine fu Hermione a rispondere:

“Vedi Harry... noi... non sappiamo molto, con la morte di Silente si è confuso tutto, l'Ordine non ha una pista da seguire, Voldemort sembra sparito nel nulla, ma continuano ad esserci continui attacchi da parte dei mangiamorte e...”

“E non potevate dirmi niente anche questa volta?” sbottò il ragazzo, iniziando a camminare avanti e indietro.

“E' passata solo una settimana dalla fine della scuola” replicò Ron, “Volevamo organizzare la tua partenza al ritorno da Hogwarts, ma non ce l'abbiamo fatta. E sono mesi che abbiamo la posta intercettata”

“Mia zia mi ha lasciato una lettera” spiegò Harry, e dalle facce degli amici capì che loro sapevano tutto, “Quindi avete organizzato tutto e io ne sono rimasto all'oscuro?”

“Sarebbe stato troppo pericoloso dirtelo” fece Ginny, “Ma ora leggi quella lettera e saprai tutto”

Harry sospirò.

Non capiva come potesse essere possibile una cosa del genere, ogni volta. Era sempre l'ultimo a venire a conoscenza delle cose, l'ultimo a sapere.

Frugò nella tasca dei jeans e tirò fuori la lettera di zia Petunia.

Era curioso e un po' spaventato, cosa c'entrava zia Petunia col mondo magico. Dopo l'incontro con i dissennatori e la strillettera dal Ministero Harry aveva sempre avuto il sospetto che la zia fosse rimasta in contatto con il mondo magico, almeno negli ultimi anni, ma il fatto che fosse d'accordo con i membri dell'Ordine era davvero una sorpresa.

Aprì il foglio piegato in quattro e si trovò sotto gli occhi una scrittura stretta e confusa. Le M, le N e le U sembravano delle ondine tutte uguali, si dovette sforzare per distinguere le parole.

Diede un'occhiata agli amici, e poi iniziò a leggere ad alta voce.


Harry,

mi spiace non averti potuto dire tutto di persona, ma sai come funziona a casa, Vernon non avrebbe capito.

Dalla morte del tuo padrino sono sempre in contatto con i vostri.”

Sirius... deglutì, poi riprese:

Mi hanno avvisato della morte di quel professore...

Altra stretta allo stomaco.

In questi anni sono successe tante cose che noi non abbiamo potuto fermare e forse non abbiamo nemmeno voluto impegnarci per capirti, aiutarti. Ma ricorda che Lily era mia sorella e io odio il suo assassino come lo detesti tu, volevo bene a tua mamma, nonostante tutto. Sono però sempre stata gelosa del vostro mondo, e dopo tutti questi anni ancora me ne vergogno, forse però una cosa buona con la mia gelosia l'ho fatta.

Tua mamma frequentava molti corsi extra nella vostra scuola e per questo motivo le era stata data una Giratempo.”

Harry alzò lo sguardo verso Hermione, che avvampò.

Non ricordo nemmeno quanti anni avessi, ma io gliela rubai durante le vacanze di Natale, ricordo esattamente di averla presa da sotto al suo letto e averla nascosta nel mio portagioie. Finalmente anche io avevo un pezzo di quel mondo di cui ero gelosa.

Adesso la Giratempo è nascosta in banca, ti ho allegato le coordinate, così puoi andarla a ritirare di persona.

Mi hanno detto che nel vostro mondo sono state distrutte tutte qualche tempo fa, con questa potrai tornare indietro a una settimana fa e sistemare le cose. Ti spiegheranno tutto quelli dell'Ordine.

Fanne buon uso e sta attento,

magari un giorno, quando sarà finito tutto ci rivedremo.

Zia Petunia”

Harry abbassò la lettera, scosso.

C'erano cose che ancora non capiva.

“Quindi vuole che salvi Silente?”

“E' l'unico che può aiutarci contro Voldemort” rispose Hermione.

 

*

Il discorso venne ripreso la mattina a colazione.

“Silente ci ha lasciato troppe domande aperte” spiegò il signor Weasley, “Abbiamo bisogno di lui. Inoltre abbiamo la fortuna che la Giratempo di Lily sia una di quelle più potenti, potrebbe andare indietro di anni e anni e non ci sarebbero problemi, a meno che il viaggiatore non si faccia vedere dal suo originale nel passato, ovviamente”

“Ora non dirmi che vuoi usare quella cosa per tornare indietro nel tempo e scoprire qualcosa sui babbani” borbottò la signora Weasley portando in tavola una profumata torta di melassa.

I ragazzi risero.

“Suvvia Molly, sarebbe divertente”

La signora Weasley lanciò un'occhiataccia al marito.

“Eddai mamma” intervenne Fred prendendo in giro il padre, “Pensa che bello scoprire la nascita delle automobili”

“Dobbiamo sempre ricordarci che quella Giratempo è illegale” ricordò a tutti Arthur.

Harry era seduto tra Ginny e Ron. Si sporse verso la rossa per prendere una fetta di torta e per sbaglio le sfiorò il braccio e si sentì percorrere il corpo da un'ondata di caldo.

Ginny gli sorrise.

Da quando poche ore prima Harry era arrivato alla Tana non avevano ancora passato un momento da soli. Al funerale di Silente si erano praticamente lasciati, ma ora era cambiato tutto. Harry voleva poter stare solo con lei, almeno qualche minuto. Così finita la colazione, mentre Ron ed Hermione erano in giardino, ne approfittò per andare nella camera di Ginny.

Bussò e la ragazza gli disse di entrare.

“Oh, sei tu” fece sorpresa.

Aveva i capelli raccolti malamente, un po' spettinati ed era indaffarata a rifare il letto.

Harry entrò e si chiuse la porta alle spalle.

“La mamma si rifiuta di sistemarci la stanza” spiegò, rimboccando le coperte, “Ma io dico, a lei basterebbe un tocco di bacchetta”

Il ragazzo rise.

Poi Ginny lasciò stare il letto e si avvicinò a lui. Harry poteva contare tutte le sue lentiggini da quanto erano vicini.

“Ascolta...” cominciò Harry, “Mi spiace per quello che è successo al funerale”

“Spiace anche a me” disse la rossa, “Ma ormai è passato... magari ci dovremmo dividere di nuovo, non possiamo saperlo”

Harry non resistette più e si sporse in avanti, stringendola a sé. Sentire il calore del suo corpo lo fece sentire sereno. Poi Ginny si staccò un po' e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo e lo baciò.

Dopo quelli che erano sembrati anni risentirono il sapore delle loro labbra, la loro morbidezza. Ginny sapeva di dolce e il gusto della torta di melassa che avevano mangiato entrambi impedì a tutti e due di concludere quel bacio.

Harry le mise una mano tra i capelli rossi e morbidi e l'altra su un fianco, mentre lei aveva le braccia intrecciate dietro il collo di lui. Harry non avrebbe mai voluto uscire da quella sfera di pace, era troppo bello, esistevano solo loro due.

Poi la porta si aprì all'improvviso e si dovettero staccare, imbarazzati.

Una Hermione visibilmente imbarazzata stava con la mano sul pomello della porta, pietrificata.

Ginny avvampò in un modo che a Harry ricordò Ron, gli venne quasi da ridere.

Nessuno dei due riuscì a dire qualcosa, quindi fu Hermione a parlare:

“E' arrivato Kingsley, vuole portarti a prendere la Giratempo”

 

NOTA:
Rieccomi qui, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Quindi si è capito cosa voleva dire zia Petunia ad Harry. Nel prossimo capitolo Harry andrà a Londra a prendere la Giratempo.
Secondo voi riusciranno a salvare Silente?
Fatemi sapere le vostre impressioni con una recensione, ci terrei molto <3
Non so quando pubblicherò il prossimo capitolo, vorrei anche vedere se questa storia piace, quindi recensite! Comunque penso al massimo a metà settimana.
Un bacio

 
  
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