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Autore: Rebecca_Daniels    20/01/2017    0 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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26 th August 2013

-Tuo fratello è un cretino!!!
“Oddio cos'è sta cosa?! Chi è che grida in questa maniera?! Sta andando a fuoco l'ospedale e non mi hanno detto nulla?! Un uragano si sta per abbattere sulla mia camera e nessuno si è degnato di venirmi a salvare?! Un gigante sta per schiacciarmi e nessun cavaliere su bianco destriero mi verrà a recuperare?? Stare qui con il cervello perennemente acceso mi sta facendo impazzire...”.
- Giuro che quando mi capiterà tra le mani lo farò a cubetti e poi lo getterò in una gabbia di leoni a dieta da un mese!!! Ma dimmi: quando Karen vi ha partoriti, ha pensato che tanto il primo poteva essere una prova e che quindi dotarlo di un cervello sarebbe stato inutile?! Perché è l'unica spiegazione plausibile che mi viene in mente per quello che ha fatto!! E' un idiota!! Un colossale, abominevole e stratosferico cretino!!
“Oh, buongiorno anche a te Mia...  Vai tranquilla, che tanto: primo, non siamo in una camera d'ospedale; secondo, stai solo parlando di mio fratello, anche se non hai tutti i torti; terzo, non hai nemmeno appena rischiato di farmi venire l'infarto che avrebbe posto fine a tutta questa storia... Ma dico: sei scema?! Siediti, respira e comincia dal principio... E che cavolo: qui le regole le detto io e le cose si fanno con un certo ordine!”.
Mia si rese conto che, forse, entrare come una furia leggendaria dentro la stanza della sua migliore amica in coma vigile, non fosse stata proprio la scelta più azzeccata, dato che il suo elettrocardiogramma sembrava essersi trasformato in un tracciato sismico.  Si sedette su quella poltrona che ormai era diventata la sua seconda casa e fece un respiro profondo, ma quando cercò il punto esatto da cui cominciare a raccontare quanto fosse successo la sera precedente, tutta la sua rabbia tornò a galla, rischiando di farla sbottare di nuovo come un fungo atomico.
- Credimi quando ti dico che sei fortunata a non essere sua sorella gemella, perché in quel caso non avresti potuto far finta di non conoscerlo, ma così hai ancora qualche speranza! E' un'idiota, un irreparabile idiota!!
“Ma si può sapere che cos'ha combinato?? Ho capito che non hai mai sopportato David, soprattutto da quando ti ha detto che la tua maglietta preferita di My Little Pony, di quando avevi cinque anni, sembrava uno straccio per pulire per terra, ma questo mi sembra troppo persino per te...”.
- Scusami Lexi... Sono entrata urlando come una pazza ed insultando quel enorme cogli... Scusa, non volevo... Ti prometto che ora ti racconto tutto da capo...
“Sempre sia lodato! Bene Mia: dimmi perché stai progettando una morte lenta e dolorosa per il mio fratellone poco sveglio??”.
- Sai che ieri dovevo uscire con Hugh, giusto??
“E certo che lo so!! Ma per chi mi hai presa: la prima sprovveduta che passa per strada?! Dico: avevi un appuntamento galante con uno dei miei idoli, mica con quell'ameba di Matt!!”.
- Odio questo tuo silenzio forzato... Comunque, mi sono preparata per bene, come avevamo deciso assieme... Pensa che avevo persino impiegato qualcosa come un'ora per far sì che i miei capelli fossero decenti!! Avevo dei boccoli perfetti, che come saprai bene, farli stare senza quelle cose chimiche che usi tu è praticamente impossibile... Insomma, mi è venuto a prendere sotto casa... Sì, proprio davanti il nostro adorato portoncino blu in Lexington Street!! Lui e la sua Range Rover nera che, lasciamelo dire, io non sarò una che fa caso a queste cose, ma quella macchina è enorme!! Ma non è questo l'importante... Insomma, mi apre lo sportello per farmi salire, mi dice che sto benissimo con quel vestito... E sì, se te lo stai chiedendo, io, Mia Winston sono arrossita come uno di quei segnali che si mettono per avvisare che ci sono dei lavori in corso... Che imbarazzo... Insomma, sta di fatto che era bello da star male... No, Lexi così non va bene... Dai: da quando in qua o mi faccio mettere in difficoltà da un paio di occhi verdi come l'erba di Hyde Prk in un soleggiato pomeriggio di fine maggio?? Oddio, cosa mi ha fatto quel ragazzo?! E' tutta colpa tua Lexi, è solo colpa tua!!
“Ma dico: stai scherzando?? Per quale fantasiosa motivazione dovrebbe essere colpa mia se quel gran pezzo di ragazzo è bello come una divinità greca?! Ma senti questa... E poi la chiamano migliore amica... Seh...”.
- Ed è anche colpa tua se hai un fratello che ha il cervello di un celenterato!
“Ehi, ehi, ehi!! Ma cos'hai oggi?! Ti ha morso una vipera?”.
- Scusami Lexi, veramente, ma non capisco perché... Non riesco a trovare una spiegazione...
“Ma a cosa Mia?? A cosa?!?! Sento il mio povero cervello che sta arrivando al punto di fusione...”.
Stava cercando le parole giuste per descrivere la serata allucinante che aveva trascorso, dato che ancora le sfuggiva come fosse sopravvissuta ad un'umiliazione del genere.
- Siamo arrivati in un ristorante molto carino e riservato, dove Hugh aveva prenotato un tavolo in fondo alla sala, prima di portarmi al Fabriq... Ho detto che era riservato il posto, vero?? Un cazzo!!
“Mia!!! Le parole!!”.
- Scusa, ma ci sta tutto! Ci stavamo sedendo, io non mi rendevo conto nemmeno di essere a questo mondo tanto ero concentrata a perdermi nel suo sorriso ammaliante, figurarsi se mi mettevo a guardare chi era seduto ai tavoli! Sta di fatto che Hugh stava galantemente spostando la sedia per farmi sedere e poi, bum! Ecco che quel coglione- scusami sempre per le parole, ma ci stanno tutte- quel coglione di tuo fratello sbuca alle spalle di Hugh in tutta la sua eclatante imbecillità!! Voglio dire: che cosa gli passava per la testa?! Voleva fare il paladino delle donzelle indifese che rischiano di finire nelle mani di un maniaco seriale?! Io non so che cosa gli frullasse per la testa, ma sono certa delle cretinate che gli ho sentito dire, no, che dico, che gli ho sentito urlare subito dopo!!
“Cosa?! Ma che cavolo centra David con il tuo appuntamento?!”.
- Ha cominciato a sbraitare dicendo che non poteva credere ai suoi occhi, che ero un'ipocrita, che predico bene e razzolo male, che sono finta fino all'osso del collo corto che mi ritrovo!! Ma dico: si può sapere che cazzo vuoi dalla mia vita?! Ed è esattamente quello che gli ho risposto, certo, omettendo le parolacce perché ero in presenza di Hugh e in un ristorante elegante...
“Io l'ho sempre detto che l'hanno adottato... Dai, non può essere davvero mio fratello... E' statisticamente impossibile che possediamo gli stessi geni!”.
- E a quel punto, quel ragazzo meraviglioso che ora non vorrà non dico vedermi, ma nemmeno sentir pronunciare il mio nome, si è alzato in piedi e si è messo davanti a tuo fratello... Era come vedere due duellanti a confronto... Solo che uno somigliava molto a  Patrick Dempsey quando deve salvare Meredith in Grey's Anatomy, mentre l'altro sembrava più Rasputin nel cartone di Anastasia! E indovina chi era il cretino di tuo fratello?! Esatto, Lexi: quel personaggio verdognolo e rachitico che perde pezzi dovunque!! “Mia, tu sei pazzesca...”.
- Quel cretino fronteggiava Hugh come se fosse una minaccia atomica, mentre lui manteneva il suo innegabile aplomb e lo guardava con uno sguardo indecifrabile... Finché non gli ha detto: “Scusami: ma tu chi saresti?” e qui comincia la tragedia, come se non fosse stato già abbastanza sentirlo insultarmi per niente! Gli ha risposto: “Io sono David e non solo sono il fratello di quella pazza che si è presa una pallottola per salvare il vostro bel culetto ricco sfondato, ma sono anche quello che si interessa di questa signorina qui!”....
Mia aveva riportato le esatte parole che aveva sentito uscire dalla bocca di David in quel tono da padre arrabbiato e apprensivo che lei non aveva mai sopportato, dato che il suo, di padre, se ne era andato quando lei aveva dodici anni. Non gli aveva mai rimproverato nulla, dato che pure Mia sarebbe scappata volentieri da sua madre, ma il suo rapporto con le figure autoritarie era andato decisamente peggiorando con il tempo: lei e le regole non avevano un grande feeling, figurarsi con quelli che dovevano farle rispettare.
- Ma ti pare possibile?! Poi Hugh si è girato verso di me e mi guardava come per cercare una spiegazione, ma cosa potevo dirgli se nemmeno io sapevo che cosa stesse succedendo in quel momento? Non potevo credere che avesse appena detto quelle parole!!... Così, Hugh, si è voltato di nuovo verso di lui e gli ha semplicemente detto: “ Intanto non credo che Lexi sia pazza, ma hai ragione te: le dobbiamo la vita... Secondo, penso che Mia sia grande abbastanza per scegliere chi frequentare...”...
“Mio fratello mi ha dato della pazza davanti a tutti... Ora, io non dico di essere normale e di avere tutte le rotelle al loro posto e ben oliate, ma dire che sono pazza di fronte a tutta quella gente e a Hugh, per giunta!! Poi, viene qui, fa tanto il carino, dice che gli manco... Ma che si fotta! Col cavolo che mi risveglio per uno che si vergogna di me...”.
- E poi entrambi si sono voltati a guardarmi e tuo fratello mi sputa addosso con una cattiveria incredibile questa frase. “Allora: chi scegli?”... Io lì non ho più capito nulla... “Che cosa ti ha detto?!?!”.
Mia stava tentando di contenere le lacrime, quelle che la sera precedente aveva inghiottito a fatica per non mostrare il terremoto che stava avvenendo all'interno del suo cuore. Avrebbe voluto urlargli contro che era un imbecille, un cretino, che non poteva permettersi di fare domande del genere, che non capiva che cosa centrasse lui con la sua vita, che non trovava una spiegazione al comportamento che aveva tenuto nei suoi confronti dopo l'incidente di Lexi. Ancora non riusciva a spiegarsi quanto era accaduto il secondo giorno in cui la sua migliore amica era stata ricoverata, quando lei era uscita dalla stanza piangendo e, dopo pochi secondi, aveva sentito una mano grande e accogliente appoggiarsi sulla sua spalla, mentre una figura che ben conosceva si sedeva al suo fianco sulle scomodissime sedie di plastica arancione. Era stato lì con lei a carezzarle la schiena per una buona mezz'ora, tanto che ad un certo punto Mia aveva gettato all'aria ogni barriera, tanto era sopraffatta da tutta quella situazione, e si era immersa in un suo abbraccio caldo. E poi quella scenata venuta fuori dal nulla, tutta quella... No, Mia non voleva nemmeno pensare ad una cosa del genere: quella non poteva essere gelosia. Cercò di fare l'ennesimo respiro profondo e di non lasciare che le emozioni contrastanti che provava avessero la meglio su di lei, ma aveva sempre avuto qualche difficoltà a contenere il fiume di sentimenti che le scorreva costantemente dentro, quindi, quando Mia aprì di nuovo la bocca per parlare, ne uscì solo un sonoro singhiozzo.
“Mia ti prego... Calmati... Non è la fine del mondo... No, okay, lo è e hai tutte le ragioni per piangere, solo che è terribilmente frustrante non poterti abbracciare e dirti che andrà tutto bene... Ti prego: nemmeno ora vuoi lasciarmi svegliare?? Non vedi che ha bisogno di me??”.
- E la vuoi sapere una cosa? Non sapevo che rispondergli... Avevo gli occhi pieni di comprensione, di pazienza e di promesse di Hugh da una parte e quelle dannatissime iridi celesti che non sapevano far altro che osservarmi con uno sguardo di sfida, di disprezzo, quasi, per aver accettato uno stupidissimo invito, dall'altra... E sai qual'è il colmo Lexi?! Che io mi sono sentita in colpa sul serio!! Mi sono sentita in colpa per aver accettato l'invito di Hugh... E credo che lui l'abbia capito, nonostante io abbia risposto a tuo fratello che non ci fosse nulla tra cui scegliere... Lexi, non mi sono mai sentita così tanto una schifezza come in quel momento. Anche perché David se ne è andato, guardandomi come se avessi appena ucciso una mandria di visoni per farmici una pelliccia e Hugh è stato gentilissimo con me per tutto il resto della serata, senza fare minimamente riferimento a quanto era appena successo... Lexi: mi sento un tale schifo...
E poi eccola, la valanga di lacrime che si teneva dentro da troppe ore ormai e che Mia avrebbe tanto voluto potessero esser raccolte da un abbraccio caloroso della sua migliore amica, ma Lexi era ancora lì, immobile e non sembrava aver intenzione di tornare da lei. Così Mia lasciò che la sua testa cadesse sulla pancia di lei e ben presto, il lenzuolo bianco che la copriva, si macchiò di pesanti aloni di mascara.
“Oddio, no...Ti prego, Mia, non dirla nemmeno una cazzata del genere! Tu sei tutto fuorché una schifezza... Al massimo è quel cretino di mio fratello che vorrei capire che cos'ha dentro la testa... ma a questo ci penserò dopo... Forza, non piangere così tanto... Hugh avrà sicuramente capito che tu non avevi alcuna colpa per l'accaduto e per quanto riguarda il tuo senso di colpa... Beh, questo mi sembra il problema maggioritario al momento... Ma tu cerca di calmarti... Aspetta: dai battito, sono preoccupata per lei... Aumenta...”.
La macchinetta ebbe alcuni lievi sussulti, che fecero rialzare la testa a Mia e la spronarono a riprendere fiato. Non le era mai capitato di sentirsi così incerta su che cosa le stesse accadendo: lei sapeva sempre a che punto della sua vita era, anche se, il più delle volte era un punto morto. Poi, però, parlava con Lexi e tutto si risolveva. Decise che nemmeno quella situazione le avrebbe tolto la sua migliore amica. Si asciugò le lacrime che ancora le bagnavano il volto e prese una mano di Lexi tra le sue.
- Okay... Come diresti tu: “Analizziamo la situazione”... Ma guarda te: tu stai ferma lì ed io mi faccio le conversazioni da sola... Comunque, tornando a noi: adesso mi devi spiegare per quale diamine di motivazione io mi sia sentita in torto nel farmi trovare da David, fuori con un altro... Non ha senso, come non ce l'ha neanche il fatto che mi sia quasi dispiaciuto dargli quella risposta... Dispiaciuto, insomma, mi sembrava di aver appena abbandonato un cucciolo di labrador sul ciglio dell'autostrada, il 15 di Agosto... Capisci?? Forse era questo: della semplice pena... Sì, la mia era della comunissima compassione per la pessima figura che aveva appena fatto con Hugh! Perché non c'ho pensato prima?!
“Certo Mia... E per lo stesso principio io sto saltando sul mio letto d'ospedale, in vestaglietta a fiori bianchi e rosa, perché Lucas mi ha chiesto di sposarlo... Direi che il tuo ragionamento non funziona, sotto nessun punto di vista... Lo vedete da lassù che qui c'è un urgente bisogno della sottoscritta?? Perché, per quanto mi costi ammetterlo, la mia migliore amica di sempre e il mio fratellone cerebroleso (anche se qui, l'unica con reali problemi al cervello sono io, ma sorvoliamo), si sono presi una bella sbandata l'uno per l'altra... E credo che solo il mio provvidenziale intervento possa salvarli da un abisso di infelicità e disperazione... Va bene, la sto facendo un po' apocalittica, ma il succo è quello: non se lo diranno mai questi due, sono decisamente troppo orgogliosi... Ma come hai fatto a prenderti una sbandata per uno come David?! Dai, Mia: è da cliché!! E poi avevi per le mani Hugh Stime, alias lo scapolo d'oro d'Inghilterra!... Il mondo sta seriamente andando al contrario...”.
- Mi sono fatta un sacco di problemi per nulla... Comunque Hugh è stato veramente carino... A fine serata mi ha riaccompagnata a casa e nel momento della buonanotte mi ha detto: “Non è stata di certo una serata tranquilla... E per una volta non è stata colpa mia!”... E poi mi ha dato un dolcissimo bacio sulla guancia... Mi credi se ti dico che mi sono sentita un'adolescente alle prese con la sua prima cotta epocale??... Lo so, fai pure, ridi finché non posso prenderti a cuscinate come avrei fatto normalmente... E giusto perché voglio rovinarmi completamente, ti dico pure che non mi lamenterò mai più quando metterai su le loro canzoni: la voce di Hugh è... No, non posso stare seriamente per dire una cosa del genere... Al diavolo, con ogni probabilità non ti ricorderai nulla di tutto quello che ti sto dicendo, quindi siamo sinceri: quella voce roca ti fa venire i brividi, soprattutto quando ride... Hai mai visto le fossette che gli si creano in mezzo alle guance??
“Benvenuta nella mia vita Mia!! Dimmi: secondo te ho passato gli ultimi quattro anni della mia vita a seguire dovunque cinque tipi qualunque?? Mi pensavi sul serio così cretina?! E poi, perché ho la netta impressione che a breve ti sentirò varcare quella soglia canticchiando una delle loro canzoni??”.
Mia si rilassò sulla “sua” sedia e un sorriso le comparve sul volto, dopo quasi una settimana di smorfie tirate e guance arrossate per le lacrime. Nonostante l'irritante e sconvolgente scenata di David, Mia non poteva che sorridere ripensando all'appuntamento della sera precedente, poiché, per la prima volta dopo troppo tempo, le sembrava di aver trovato una persona piacevole capace di farla star bene con una semplice battuta. Anche se lo sguardo di David continuava a tornarle in mente.
- Bene Lexi: è tempo che vada a casa, dato che Hugh mi ha chiesto se mi andava di accompagnarlo a fare shopping oggi pomeriggio, dato che sostiene che abbia un gusto molto simile al suo... Non è pazzesco?! Ho trovato qualcuno che capisce il mio stile! Ci sentiamo Lex!! Ti voglio un mondo di bene e ti aspetto qui, il più presto possibile, okay? E se per caso quel coglione- scusa- di tuo fratello passasse di qui, cerca di trovare un modo per fargli intendere che è un cretino... Grazie Lex... Un bacio...
Mia si alzò e, dopo aver dato un bacio sulla fronte della sua migliore amica, si diresse fuori dalla porta.
“Ehi!! Ehi Mia!! Ferma!!! Cazzo, odio non poter parlare!! Ecco, ho pure cominciato a dire parolacce!! Diamine devo dirle di stare attenta! Se va fuori con Hugh vuol dire che sarà su tutto il web in meno di dieci minuti e chiunque saprà di lei... Non credo che Mia si renda conto di che cosa realmente implichi una cosa del genere... Sarà sulla bocca di tutte le fan che ci sono sul pianeta, esposta al giudizio di chiunque abbia un collegamento a Internet... E Mia non è mai stata una che va a braccetto con le critiche e le opinioni a priori... Spero solo che non si accorga di nulla... Certo che però oggi c'è un silenzio irreale qui dentro... Ora che quel vulcano se ne è uscito dalla mia stanza, non si sente più nulla... Nemmeno Sarah che informa le altre infermiere sulla mia situazione... Nulla... E' abbastanza strana come cosa...”.
Lexi, oltre a risultarle quasi intollerabile quella sua situazione d'impotenza, cominciava anche a non sopportare più tutto quel silenzio. Ringraziava ogni volta che qualcuno decideva di entrare nella sua stanza, fosse anche solo per cambiare qualche flebo, perché questo le permetteva di distrarsi un attimo da quella luce che sembrava avvicinarsi un poco ogni giorno. Ed era per questo che sperava sempre che si ricordassero di accenderle la musica, di modo che almeno qualcosa potesse tenerla lontana da quell'oblio di pensieri che sembrava sempre dietro l'angolo, pronto ad inghiottirla.
“In questo momento pagherei oro per avere il mio caro Ipod acceso... Mi ci vorranno secoli per riprendermi da tutta la roba che mi ha raccontato Mia...”.
Lexi sentì la porta aprirsi leggermente e la voce allegra di Sarah entrare nella camera.
- Non ti preoccupare... Entra pure... Le fa solo bene ricevere delle visite...
“Parole sante Sarah, parole sante...”.
Dei passi pesanti, che non riusciva a ricollegare a nessuna delle persone che finora erano andate a trovarla, fecero il loro ingresso nell'ambiente spazioso della stanza di Lexi, lasciando che lo scricchiolio delle scarpe da ginnastica rimbombasse dovunque, appena la porta si fu chiusa. Poco dopo il rumore cessò e questo fece intuire ad una Lexi sempre più interessata che quel qualcuno si era fermato a parecchi passi di distanza dal suo letto.
“Possibile che abbia paura di avvicinarsi? Che sia la pazza schizzata che ha sparato alla premieré che sia venuta a vedere la sua opera?? No, mamma ha detto che l'hanno in custodia in carcere, mentre è in attesa del processo... Ma allora chi potrebbe essere?”.
Quel silenzio gli sembrava assordante. A lui non era mai piaciuta la completa assenza di suoni e parole e forse era per questo che aveva deciso di intraprendere quel lavoro. E vederla lì, nella stessa posizione da bambolina di ceramica che aveva qualche giorno prima, lo fece rabbrividire. Sembrava sul serio che quella ragazza non stesse più vivendo e che tutto si fosse fermato alla giornata della premieré, nell'attimo in cui quella maledetta pallottola l'aveva colpita. Non riusciva a togliersi da davanti agli occhi l'immagine di Lexi che cadeva sul selciato umido di Leichester Square, mentre i loro sguardi si incrociavano. Era come se nel suo cervello si fosse scattata un'istantanea di quel momento e si fosse appesa al muro della sua memoria, tormentandolo notte e giorno e il problema era che non riusciva a darsi una spiegazione. Insomma, quella ragazza aveva compiuto un gesto straordinario, che lui, quasi sicuramente, non avrebbe mai posseduto il coraggio di fare, o forse, solo per le persone a cui teneva veramente ed era anche per questo che non riusciva a fare un altro passo avanti: Lexi aveva dato la sua vita per loro ed ora non le rimaneva altro che lo stare immobile in un'inquietante stanza d'ospedale, circondata da un silenzio surreale che secondo lui non aveva ragione di esserci. Da quanto avevano detto la sua migliore amica e sua madre, Lexi doveva essere una ragazza piena di energia e solare, di quelle che con un sorriso illuminavano la stanza, una delle qualità che più lo attraevano in una persona. Ed invece era lì, bloccata in quella condizione che si vedeva lontano un miglio non le appartenesse, che non fosse giusta. Si appoggiò con la schiena al muro, infilando le mani nelle tasche come di solito faceva quando non sapeva come comportarsi.  Alle fan quello sembrava un gesto da ragazzo sicuro di sé ed il più delle volte era anche vero, ma non in situazioni come quella, dove l'unica cosa che gli veniva da fare era stare in silenzio e guardare, cosa alquanto insolita per uno che non riusciva a stare zitto e non ridere nemmeno nei momenti in cui era d'obbligo farlo. Specialmente se i ragazzi erano nei dintorni, come qualche mese prima, quando dovevano fare delle interviste per l'uscita del film e Lewis, in combutta con Lucas, continuavano a farlo ridere come un pazzo, tanto che Pablo lo aveva minacciato di proibirgli di fare il red carpet vicino a Hugh, per fare la fantastica coppia degli scapoli d'oro. Ma in quel momento i ragazzi non c'erano e lui era da solo ad affrontare una situazione decisamente insolita. L'unica cosa che gli venne in mente di fare, fu prendere un respiro profondo e lasciare che la sua testa si abbandonasse sul muro freddo: forse non sarebbe dovuto andare.
“Ehi... Chi è là?? Allora? Non lo sai che è bene annunciarsi quando si entra nella stanza di una ragazza in coma che non può aprire gli occhi e parlare?? Sai, farei volentieri gli onori da casa, ma sono un attimo impossibilitata... Vuoi dirmi chi sei?! Mi sta venendo su l'ansia... E adesso perché sospira? Direi che dal suo respiro potrebbe essere un uomo, ma non ne sarei così certa... L'infermiera che due gironi fa mi ha cambiato le lenzuola respirava come un trattore in piena funzione durante la trebbiatura... Perché non parli, eh? Ti prego... Rompi questo maledettissimo silenzio...”.
Non poteva farci niente: il suo cuore, alle volte, o meglio, quasi sempre, non rispondeva alla volontà del suo cervello, mettendosi a battere all'impazzata, cosa che le macchine registrarono immediatamente. Quando il rumore accelerato del battito cardiaco di Lexi riempì lo spazio circostante, per poco non venne a lui l'infarto: si era completamente perso nei meandri dei suoi pensieri. Era veramente da tanto che non si fermava a valutare razionalmente tutto quello che aveva e che viveva ogni giorno di quella vita che gli sembrava ancora un sogno da cui si sarebbe svegliato, un giorno, ritrovandosi nella sua cameretta di quand'era bambino, con ancora i denti storti e una sola chitarra appoggiata al muro. Sperava solo di non essere lui la causa di quella tachicardia anche se aveva il presentimento che, invece, fosse proprio così: in fin dei conti era entrato e si era appoggiato al muro, senza dire una sola parola. Se fosse stato lui al suo posto sarebbe spaventato a morte. Eppure non voleva parlare, non ce la faceva proprio, come se la sua voce, quella che usava ogni santissimo giorno per cantare davanti a migliaia di fan, che diceva complimenti e frasi dolci per realizzare il sogno di qualcuna di esse, che sparava un sacco di idiozie con i ragazzi, che sussurrava al suo nipotino appena nato che gli voleva un bene dell'anima, quella stessa voce non ne voleva sapere di uscire per parlare con lei. Si comportava un po' come il corpo di Lexi: non eseguiva i comandi che arrivavano dal cervello. Aveva anche chiesto ai ragazzi come avessero fatto loro, qualche giorno prima, a rivolgersi a lei con tanta naturalezza e le risposte che aveva ricevuto lo avevano lasciato basito: era come se stessero parlando con una loro amica. Ma com'era possibile che considerassero quella ragazza una loro amica, se neanche ci avevano mai parlato assieme e, soprattutto, dopo quello che aveva fatto per loro? Zach gli aveva detto che per capirlo sarebbe dovuto andare a trovarla in ospedale, magari senza di loro, di modo da poter “sentire la vera Lexi”. Ogni tanto quel ragazzo gli faceva paura: lui e i suoi discorsi simil filosofici che lasciavano spiazzato chiunque, soprattutto quando a farteli era un ragazzone tutto tatuato e con la sigaretta sempre in bocca. Inoltre gli aveva rifilato anche un discorso piuttosto strano su come si fosse sentito a suo agio a parlare con lei, come se riuscisse a capirlo nonostante non potesse parlare.  Era tutta colpa del suo “fratellone maggiore” se ora era lì, in piedi, in quella stanza asettica anche se piena dei regali che le fan le avevano fatto, rischiando di far venire un infarto a quella ragazza. Non poteva sopportare oltre il silenzio e quando il suo occhio cadde sulle casse per I'Ipod, gli sembrò che qualcuno avesse aperto la finestra e fatto entrare una ventata di aria fresca.
Si avvicinò al letto di Lexi cercando di non inciampare in tutti quei fili che la tenevano in vita e prese l'Ipod tra le mani, cominciando a scorrere i brani.
“Aspetta... Si sta avvicinando... Okay, dovrebbe essere al mio fianco... Andiamo per esclusione allora: mamma e papà non possono essere perché sono entrambi impegnati...Mia se ne è appena andata... Potrebbe essere David, ma considerato quanto successo ieri sera, sarebbe entrato urlando su come Mia lo faccia imbestialire ogni volta... Che, tra parentesi, devo essere stata proprio cieca per non essermi accorta di nulla! Comunque... Chi altro potrebbe essere? Zach no, perché il suo profumo di sigarette e incenso si sentirebbe a chilometri di distanza... Hugh nemmeno, perché è fuori con Mia... Oddio, fa stranissimo pensarlo, però credo che facciano proprio una bella coppia: caro fratellone, mi sa che ti sei svegliato troppo tardi... Potrebbe essere Lewis, ma non sarebbe di certo così discreto... Ma certo: potrebbe essere Lucas!! Però avrebbe parlato, insomma, è già venuto qui, sa che posso sentire tutto e...”.
Eccola: finalmente aveva trovato la canzone che cercava, una delle sue preferite. Quando aveva preso in mano l'Ipod di Lexi l'aveva fatto quasi con la certezza statistica che quel pezzo sarebbe stato dentro ad una delle sue playlist. Schiacciò “play” e lasciò che Home di Michael Bublé si diffondesse per la stanza.
“Oh... Io amo questa canzone... Ma soprattutto piango ogni volta che la sento... Mi rivedo tutta la scena del Ballo del Ceppo in Harry Potter e Il Calice di Fuoco, solo che al posto di Hermione Granger a scendere le scale ci sono, con un meraviglioso abito da sera, la luce soffusa di migliai di candele ad illuminare l'ambiente e sull'ultimo scalino, ad attendermi, lui... Oh, di solito c'era Lucas, ma credo che ora le cose siano cambiate... A dire il vero mi sento cretina anche solo ad essermi persa in una fantasticheria simile... Ma erano cose come questa che mi facevano addormentare la notte... Credere che le cose, prima o poi, sarebbero andate meglio... Quindi, non so chi tu sia, ma grazie...”. Qualcosa di brillante e delicato stava scivolando lungo la guancia di Lexi e lui non riuscì a fare a meno di poggiare la sua mano grande e diafana su quel lembo di pelle ora leggermente umido per un singola, piccola lacrima, che sperava non fosse di tristezza. Ma sapeva bene che chiunque fosse stato nella situazione di quella ragazza sarebbe stato triste e  ai suoi occhi, questo, non era giusto. Raccolse la piccola perla trasparente con il pollice e solo in quel momento si rese conto di quanto quel contatto gli stesse dicendo, di come la sua pelle sembrasse essersi risvegliata da un torpore durato anni.
“Ha della mani delicatissime anche se ha dei calli sulle dita... Aspetta: calli sulle dita, questa canzone e questo profumo leggero, di pulito... Ma allora è...”.
Quello era il momento giusto per andare: non riusciva più a capire che cosa stesse provando e per quale diavolo di motivazione la mano che ora ciondolava lungo il suo fianco stesse ancora formicolando per quell'innocuo contatto. Ma di una cosa era certo, mentre si voltava indietro, un'ultima volta, prima di uscire dalla stanza: sarebbe tornato a trovarla. Perché voleva portarle quello che le mancava: la felicità. E chi meglio di Nate Hanson poteva far tornare il sole dopo una violenta tempesta??




I'M SOOOOO SORRY!!
salve donzelle che siete giunte fino a qui e che magari avete aspettato per leggere questo capitolo... E' stato un periodino difficile, io sono scema, etc, etc, etc,... Mi ero persino dimenticata di aver cominciato a pubblicare questa storia vecchissima... Grazie per aver letto. Sul serio. Fatemi sapere che ne pensate FINALMENTE dell'arrivo di Nate/Niall xx
Lots of Love xx
  
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