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Autore: LeftEye    20/01/2017    3 recensioni
[Fanfiction ambientata durante l'episodio 16 di Dragon Ball Super] Il suo rapporto con Bulma si era fortificato negli anni, passando dalla fase di pura e sfrenata passione (nei primi tempi della loro storia, trascorrevano gli unici momenti insieme a fare sesso, scambiandosi a malapena qualche parola), ad un vero rapporto basato sull’intimità e la complicità.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta, Whis | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Complicità di coppia

 
 
Vegeta si gettò con la testa sotto l’acqua per trovare un po’ di sollievo dall’arsura di quel giorno, oltre che dal suo recente allenamento.
Era stato lontano da casa per una settimana, anche se era suo solito allenarsi più a lungo.
Questa volta era diverso: sentiva che, nonostante tutti gli sforzi e la fatica, non stava migliorando tanto quanto avrebbe desiderato.
Mancava qualcosa, e quel qualcosa era la guida e l’insegnamento di un guerriero molto più potente di lui.
Lord Beerus.
L’incontro ravvicinato con il potente demone lo aveva sopraffatto e lasciato totalmente deluso dalle proprie capacità.
L’umiliante ricordo di suo padre in ginocchio di fronte a Lord Beerus, e la sua impotenza nel cercare di impedirgli di distruggere la Terra, non avevano fatto che rafforzare la sua determinazione a voler diventare ancora più forte.
Vegeta era rientrato prima con l’intenzione di mettersi in contatto con il Dio della Distruzione perché si era accorto che i suoi normali allenamenti non stavano portando a niente.
Solitamente, restava lontano da casa per diverse settimane, intervallando i suoi viaggi in giro per il pianeta a momenti più o meno lunghi in cui preferiva allenarsi tra le mura domestiche.
Quella routine si susseguiva ormai da qualche anno, e gli permetteva di concedersi dei momenti di meditazione solitaria, ma anche di allenare in modo continuativo suo figlio Trunks.
E di stare accanto a Bulma.
Erano passati ormai diversi anni da quando aveva deciso di stabilirsi sulla Terra e rifarsi una vita lì.
Ricordava bene la sua iniziale difficoltà ad adattarsi e a creare dei legami con chiunque. Perfino con colei che, dopo tre anni di permanenza sul pianeta blu, era diventata la madre di suo figlio, il suo erede Saiyan.
Tuttavia, anche se non lo avrebbe mai ammesso, Vegeta era cambiato dai tempi in cui non aveva mosso un dito per impedire che Bulma e il neonato Trunks si schiantassero a terra con il loro aereo – venendo ripreso con rabbia da Mirai Trunks.
Era ancora l’orgoglioso principe dei Saiyan, ma come tale aveva compreso l’importanza di avere una famiglia e degli eredi.
Non come quel zucca vuota di Kakaroth, che a malapena si ricordava di avere una moglie e forse nemmeno sapeva da dove fossero sbucati fuori i suoi due figli.
Il suo rapporto con Bulma si era fortificato negli anni, passando dalla fase di pura e sfrenata passione (nei primi tempi della loro storia, trascorrevano gli unici momenti insieme a fare sesso, scambiandosi a malapena qualche parola), ad un vero rapporto basato sull’intimità e la complicità.
Bulma era la degna compagna di un principe dei Saiyan: intelligente, indipendente, grintosa.
Lei tollerava meglio i suoi periodi di assenza, rispetto all’isterica moglie di Kakaroth, perché sapeva che lui sarebbe sempre tornato e che, quando era a casa, c’era davvero.
Almeno da questo punto di vista, Kakaroth non poteva rivaleggiare con lui, che si curava personalmente gli allenamenti di suo figlio e seguiva con un certo interesse i progetti di sua moglie.
Si era perfino sforzato di andare in vacanza con loro, anche se era durato un solo giorno in quella molesta località di villeggiatura.
Bulma sapeva che Vegeta aveva bisogno di trascorrere dei periodi in solitudine, e lo lasciava andare senza proteste. Innanzitutto, perché sapeva benissimo cavarsela da sola; poi perché, ogni volta che tornava, lui le dimostrava, con piccoli, appena percettibili gesti, di essere un vero uomo di famiglia.
La coppia, seppur stabilizzatasi, non aveva perso certe abitudini, come quella di bisticciare in continuazione per ogni sciocchezze, o stuzzicarsi l’un l’altra con battutine acide e provocazioni.
Ad esempio, era ormai consuetudine per Vegeta, al suo ritorno alla Capsule Corporation, essere accolto da Bulma quasi distrattamente (come se fosse stato via solo cinque minuti) o con un teatrino che aveva tutta l’aria di essere una civettuola richiesta di attenzioni.
Lui, a sua volta, la ignorava di rimando fino a quando non era lei a cedere – era quasi sempre lei a farlo – e a rompere il silenzio e l’apparente freddezza saltandogli addosso per baciarlo.
Non passava mai più di mezzora prima che finissero a rotolarsi tra le lenzuola. Che lui fosse stato lontano da casa un giorno o un mese, la distanza tra di loro doveva essere immediatamente annullata.
Quel giorno, a quanto pare, era previsto il teatrino a base di lagne da casalinga in sindrome premestruale.
«Oh, sei già tornato? Hai fatto presto.»
Non le rispose: questa volta non sarebbe stato al suo gioco e l’avrebbe ignorata fino a farla infuriare come una iena.
Ormai ti conosco, donna. Questo è il tuo modo per dire che ti sono mancato.
«Ogni volta che torni, tutto sporco così, insudici tutta la nostra stanza! L’ultima volta mi hai anche rovinato il vestito.»
Non sembrava dispiacerti, quando te l’ho strappato di dosso...
«Ehi, ma mi stai ascoltando? Sei stato cresciuto dai lupi o cosa?»
Era il momento buono per risponderle in malo modo e dare l’inizio ad una battaglia che si sarebbe conclusa nella loro camera da letto, ma quando Vegeta si voltò, pregustando già il momento in cui l’avrebbe fatta tacere con un bacio, si accorse finalmente della figura che, con molta probabilità, li stava osservando già da diversi minuti.
«Whis!» esclamò con voce strozzata dalla sorpresa. Come aveva potuto non accorgersi di lui?
«Vegeta-san. Ne è passato di tempo dall’ultima volta!» lo salutò cordialmente l’assistente di Lord Beerus.
«Che cosa ci fai sulla Terra?!»
«Chi, io?» chiese l’essere prima di scoppiare in una risata birichina. «Sono solo passato per pranzare con Bulma-san.»
«Con Bulma?» ripeté Vegeta, ancora più allibito.
«A quanto pare, io e Whis andiamo molto d’accordo» confermò Bulma con un sorriso falsamente innocente che non gli piacque per niente.
Che diavolo hai in mente, donna?!, si chiese Vegeta, troppo sconvolto per riuscire ad esternare il suo pensiero.
«Whis si ferma qui da noi, di tanto in tanto» spiegò la donna, sempre con la sua ipocrita faccia d’angelo.
«Bulma-san mi offre sempre dei pranzi deliziosi» proseguì l’alieno, «facendomi così scoprire le delizie della cucina terrestre!»
«Ed è solo grazie a me che puoi gustarle, ricordalo bene!» esclamò la donna ammiccando in modo complice.
Ora capisco. Sta cercando di ingraziarselo per evitare che a Lord Beerus venga di nuovo in mente di distruggere la Terra. Molto astuta. La solita ruffiana opportunista!, concluse Vegeta con un certo divertimento.
Ma questo non giustificava il fatto che gliel’avesse tenuto nascosto!
«Perché non me l’hai detto?» la accusò.
«Che c’è, sei geloso? Beh, è normale, con una mogliettina bella come me!»
Stupida! Whis ci proverebbe con te solo se fossi fatta di marzapane!
«Chissenefrega di te!» ribatté rabbiosamente, lasciandola sopraffatta e offesa.
«Come, chissenefrega?!»
«Piuttosto, dov’è Lord Beerus? Devi portarmi subito da lui!» esclamò Vegeta rivolgendosi a Whis. «Voglio dimostrargli di che pasta sono fatto!»
Stavolta fu lui a lasciare Bulma basita. La moglie lo picchiettò sulla spalla per attirare la sua attenzione, e lo prese in disparte per parlare in privato.
«Vegeta, ti sembra una buona idea? Non vorrai scatenare di nuovo la furia di Lord Beerus! Io sto facendo di tutto per tenerceli amici, e tu cosa fai? Vai a sfidarlo?»
Bulma si allontanò, considerata chiusa la discussione. Ma nemmeno Vegeta era uno che mollava facilmente.
Ebbe così inizio la sfida a chi potesse offrire il cibo più delizioso della Terra.
All’inizio fu ardua, ma Vegeta riuscì a sfoderare un ultimo asso nella manica, proprio nel momento in cui temeva di doversi dare per vinto: fu proprio grazie alla grande intesa che c’era con sua moglie e alle piccole cose quotidiane che aveva imparato dalla convivenza in famiglia, che riuscì a conquistare il palato di Whis.
Bulma restò scioccata dalla sconfitta, giunta a causa di una confezione di banalissimo ramen, e Vegeta provò un subdolo piacere nel lasciare la moglie senza parole, una volta tanto.
Prima di partire per il pianeta di Lord Beerus, la donna gli fece dono di una tuta progettata appositamente per lui.
«Non permetterò che mio marito vada in giro con quegli abiti logori!» aveva affermato prima di salutarlo.
Questo è il tuo modo per dirmi che ti mancherò. 
 

Note: ciao a tutti! Erano ben cinque anni che non scrivevo una fanfiction su Dragonball, ma la nuova serie Super mi sta davvero ispirando, e così è nata questa one shot. Spero vi piaccia e spero di scriverne ancora. Grazie a tutti coloro che leggeranno questa storia!
 
   
 
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