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Autore: Elizabeth_Carre    20/01/2017    1 recensioni
"Ma in questo giorno più triste di altri, la certezza che due di noi potrebbero morire nelle prossime settimane ci fa sentire già tutti morti, e forse un po' lo siamo già."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esiste  l'amore a prima vista?

Crumb Mellark si rifece la domanda per l'ennesima volta nella sua vita.

In questo momento, seduto su una sedia malandata sul porticato di casa propria, tutta la sua vita, e i passi che l'hanno condotto lì, su quella sedia, gli scorrono davanti agli occhi come il film che Capitol City manda in onda ogni anno con la storia di Panem, un film che senza volerlo ormai conosce a memoria. Un film che non può fare a meno di odiare.

L'essere intrappolato in un matrimonio senza amore, il ricordo degli errori che ha commesso che lo visita costantemente, l'artrosi alle dita che non gli permette di lavorare più come una volta, l'avanzare dell'età e del tempo che si fa sentire in ogni muscolo e osso del suo corpo da cinquantenne.

Non sono molti anni, lo sa. Ma lì nel Dodici, il tasso di mortalità oltre ad essere molto elevato è anche ridotto. L'età media di mortalità è cinquanta, cinquantacinque anni al massimo.

Lo sa bene Crumb, che dal giorno della mietitura che ha visto andare verso morte certa il suo figlio minore, sta seduto su quella sedia a guardare apparentemente l'orizzonte ma che invece non fa altro che maledire ogni passo, ogni errore, ogni decisione che ha portato a tutto questo.

Sarebbero andate diversamente le cose se non si fosse sposato?

Sarebbero andate diversamente le cose se avesse avuto più tempo per se stesso invece di accollarsi il peso della panetteria dopo la morte del padre?

Sarebbero andate diversamente le cose se invece di sposare la donna che da vent'anni ormai gli sta accanto nel male, e sì, anche nel bene, avesse sposato la donna dei suoi sogni?

E questo lo riporta alla domanda che da tutta la vita lo perseguita, alla domanda intorno alla quale ruota la vita del suo piccolo Peeta.

Esiste l'amore a prima vista? O esistono soltanto sentimenti che nascono dal nulla e che mettono radici nelle persone estremamente sensibili per tutta la vita e che non si possono estirpare?

Sospira, Crumb e si passa le mani stanche e callose sul viso rugoso mentre i ricordi affiorano senza che possa fermarli.

Una bambina. Bionda e dagli occhi azzurri come i propri, ma ancora più belli se su un viso che con un sorriso riesce a far battere forte il suo cuore, che gli spalancano tutto un mondo.

L'aveva vista per la prima volta il giorno che è passato alla storia come il Giorno Nero.

Il giorno della tempesta che aveva distrutto quasi tutto il distretto e che aveva ucciso molte persone, anche la sua mamma.

Erano a scuola. Non frequentavano la stessa classe, in quanto lei era di qualche anno più piccola.

Le maestre avevano interrotto le lezioni senza dare una spiegazione. Le sirene di allerta suonavano ininterrottamente da ormai mezz'ora.

Lui aveva capito cosa stesse succedendo. Aveva sentito le maestre in preda al panico dire che dovevano evacuare la scuola e mandare tutti i bambini a casa, dove sarebbero stati più al sicuro.

Aveva dodici anni.

Gli dissero di aspettare pazientemente che i suoi genitori venissero a prenderlo, ma lui sapeva che non l'avrebbero fatto. Non perché non lo amassero, ma perché suo padre doveva badare alla mamma. Non poteva lasciarla sola.

Qualche anno prima era rimasta paralizzata dalla vita in giù. Aveva riscontrato un'infezione che le aveva toccato il midollo spinale lasciandola per sempre su una sedia a rotelle.

I medici gli dissero che erano stati fortunati perché sarebbe potuta andare molto peggio.

E lui era felice che le cose fossero andate nel miglior modo possibile. Non avrebbe potuto vivere senza sua madre, così dolce e gentile.

La voce paziente era quella che lo cullava ogni sera prima di andare a dormire, e le mani erano quelle che gli accarezzavano la testa e lo elogiavano per ogni suo successo scolastico e sportivo.

Suo padre invece era cambiato. Era più nervoso, più triste. Erano lontani i giorni in cui uscivano insieme in giardino a giocare.

Adesso si prendeva cura solo della mamma. Ma lui non soffriva,perchè la mamma nonostante tutto era la stessa di sempre. Ed era con lui.

Per questo non sarebbero venuti a prenderlo. Aveva cercato di dirlo alla maestra ma lei non lo aveva lasciato parlare.

Alla fine era rimasto solo. Ad uno ad uno i suoi compagni avevano abbandonato l'istituto mano nella mano con i propri genitori.

- Crumb – aveva esordito la maestra. - Io devo andare – disse nervosamente toccandosi i capelli. - Tu resta qui e aspetta che vengano la tua mamma e il tuo papà. Va bene? -

Senza risposta si era dileguata.

Un tuono squarciò il cielo proprio in quel momento e parte dell'immobile crollò sotto la forza della grandine e della terra che aveva iniziato a vibrare.

Senza attendere oltre, Crumb si alzò e andò correndo verso l'uscita che trovò bloccata. Un muro era crollato.

Decise allora di fare il giro e trovare un altro modo per uscire.

Aveva appena scavalcato da una finestra al piano terra quando sentì delle voci provenire dal retro dell'edificio.

Non riuscì a far finta di nulla. Ci provò, ma non poteva non prestare soccorso se qualcuno aveva bisogno di aiuto.

La scena che si trovò davanti lo perseguita ancora oggi nei suoi sogni peggiori.

L'edificio era crollato per metà, un incendio aveva preso vita aldilà delle macerie.

C'era gente intrappolata nelle aule, e c'era gente che cercava di spostare più mattoni possibili per cercare di farli evadere da quell'inferno.

Per un attimo restò immobile. Ebbe paura. Il primo istinto fu quello di scappare.

C'era già chi cercava di aiutarli, cosa avrebbe potuto fare lui?

A fargli cambiare idea fu una bambina, che con quanta forza aveva nelle braccia spostava mattoni su mattoni e con la sua voce cercava di tranquillizzare i poveri disperati intrappolati.

Senza pensarci oltre le si affiancò e iniziò a spostare le pietre.

Gli anni passati a sollevare sacchi di farina per la panetteria Mellark finalmente gli tornarono utili.

Riusciva a spostare il doppio dei mattoni rispetto a chiunque altro, e nel giro di poco crearono una piccola uscita.

La ragazzina finalmente si girò e gli sorrise.

E il sole per lui iniziò a splendere nel cielo nonostante le nubi oscure che gettavano ombra su tutto il distretto.

Quel sorriso. Quella forza. Quegli occhi così determinati lo conquistarono.

Rimase accanto a lei per tutto il tempo. La aiutò a spostare i feriti su uno spiazzale in cui sarebbero stati al sicuro da eventuali frane e la aiutò con le medicazioni e con i morti.

Scoprì in seguito che era la figlia dei farmacisti, Daisy,  i quali avevano lavorato tutto il giorno anche loro per cercare di aiutare il più possibile.

Quel giorno la sua vita assunse un nuovo significato.

Quel giorno però anche la sua infanzia finì.

La tempesta ancora imperversava ma non c'era più nessuno da salvare.

Fu un suono. Un flebile alito portato dal vento oltre il frastuono dei tuoni a farlo tornare al presente.

- Crumb!!! -

La voce di suo padre lo fece destare dai suoi pensieri d'amore su quella ragazzina e non appena lo ebbe individuato gli corse tra le braccia.

Piangeva il suo papà. E lo strinse così forte a sé che gli fece capire che qualcosa non andava.

La mamma non c'era più.

Stavano uscendo entrambi dopo l'insistenza della moglie, per andare in cerca del loro unico figlio.

L'aveva lasciata da sola per un solo secondo per andare a prenderle una coperta ed era accaduto l'impensabile.

Un fulmine aveva spezzato un albero che era crollato per metà sulla panetteria distruggendo la stanza in cui lei era rimasta da sola.

Era morta sul colpo. Almeno non aveva sofferto.

Piano piano la vita aveva ripreso il suo corso naturale.

Tutti gli abitanti si diedero da fare per riparare ai danni causati dalla tempesta e in ben che non si dica tutto tornò alla normalità.

Tutto tranne la vita di chi aveva subito delle perdite.

Crumb e suo padre si fecero forza l'un l'altro e divennero ancora più uniti.

Come si suol dire, non tutti i mali vengono per nuocere.

E nonostante il dolore per la perdita della madre e la panetteria mezza distrutta, si rimisero in carreggiata.

A scuola divenne amico di Deasy e col tempo se ne innamorò.

Non le confessò mai i suoi sentimenti. Era un essere irraggiungibile per lui.

Così fiera e determinata. Così bella.

Lei purtroppo lo vedeva soltanto come un amico prezioso e fu così che infatti, all'età di vent'anni andò in sposa ad un ragazzo del Giacimento contro il volere dei genitori.

Il destino volle che suo padre si ammalasse e che gli presentasse la figlia dei suoi migliori amici.

Jane.

Era carina. E prima che se ne rendesse conto divenne sua moglie.

Nacquero Brad e Knead che quantomeno portarono un po' di gioia in quella vita che ormai gli aveva preso tutto.

Il padre era morto qualche tempo dopo le nozze e la cara Jane aveva mostrato il suo vero carattere.

Era una vipera acida che non faceva altro che parlare male di tutti e guardare dall'alto in basso quelli che per lei erano di rango inferiore al suo. Sopratutto la gente del Giacimento.

Iniziò il suo declino.

Ne aveva commessi tanti errori nella sua vita, come il non confessare mai alla sua amica i propri sentimenti, magari sarebbero cambiate le cose se l'avesse fatto.

Sarebbe dovuto tornare a casa la sera che sua madre morì, e forse lei sarebbe stata ancora viva.

Ma l'errore peggiore lo commise un giorno di ritorno a casa dopo essere andato a fare rifornimento per la panetteria.

Brad camminava in giro per casa e Knead gattonava allegro in salone.

Come sempre Jane gli sbattè in faccia il suo essere un pezzente dicendogli che lei avrebbe potuto sposare il figlio del sindaco e che a quest'ora sarebbe coperta d'oro dalla testa ai piedi e non confinata in casa a prendersi cura di due marmocchi mentre lui se ne andava a zonzo per tutto il distretto a farsi tutte le donne nubili.

Non aveva retto più alle accuse ingiuste.

Da quando era nato Knead lei non gli aveva più concesso il suo corpo, ma non l'aveva mai tradita e per questo aveva cominciato a bere.

Le disse la verità.

Che lui avrebbe voluto sposare Daisy, che lei era stata una seconda scelta. Che non l'avrebbe mai nemmeno guardata se suo padre non avesse fatto in modo che si conoscessero e che l'aveva sposata soltanto perché il suo vero amore aveva sposato un altro. Che era una strega.

Lo schiaffo che gli diede risuona ancora oggi nelle orecchie del vecchio Crumb che non può fare a meno di portarsi la mano alla guancia che Jane colpì con quanta forza aveva in corpo, mentre i ricordi sfrecciano davanti ai suoi occhi.

Fuggì da quella casa. Vagò per il distretto senza sapere bene dove andare.

Si sedette in piazza e poco dopo vide Daisy passeggiare mano nella mano con il marito. Era domenica. Oggi non lavorava in miniera.

Era l'unico giorno in cui potevano stare insieme.

Lei non lo vide. Ma lui vide tutta la scena.

I loro baci, le loro carezze.

Era troppo.

Fuggì anche dalla piazza e andò nell'unico luogo in cui si sentiva bene.

Il Forno. Sae la Zozza gli passava sempre i pezzi migliori.

Si diede così all'alcol.

Solo così i fantasmi del suo passato venivano esorcizzati.

Sua madre, suo padre, Daisy e il suo bel marito dalla voce tenorile. Sua moglie Jane.

Tutto spariva e lui era solo Crumb.

Non era un alcolizzato. No. Ma l'alcol gli ottenebrava il cervello quando i pensieri non lo lasciavano in pace. E adesso ne aveva bisogno.

Era cominciato tutto così.

La mattina si alzava e lavorava in panetteria. E la sera andava a bere dietro il Palazzo di Giustizia. Tutti i giorni.

Per un anno la sua routine quotidiana fu questa.

L'unica cosa buona di tutto quello che successe fu che Jane aveva iniziato a prendersi cura dei suoi figli.

Una sera però tornò a casa a notte inoltrata.

Aveva esagerato. La testa gli girava e faceva fatica a mettere un piede dietro l'altro.

Jane lo aspettava pronta a fargli una ramanzina.

Effettivamente quando aprì la porta la vide in salotto seduta sul divano, si alzò e gli si parò davanti con le mani sui fianchi, ma di quello che disse sentì soltanto che i bambini erano di sopra a dormire dopo una giornata in cui erano stati male.

E mentre lei continuava a dire parole che lui non riusciva a recepire, commise l'ultimo dei suoi grandi errori.

Le tappò la bocca con la propria e la spinse con forza sul divano.

Era troppo tempo che non stava con una donna, e quella era sua moglie. Quel corpo era suo.

Da troppo tempo teneva i suoi istinti sotto controllo e quella sera, sotto l'influsso dei fumi dell'alcol la prese con forza su quel divano malandato.

Dopo alcuni minuti di resistenza alla fine Jane smise di opporsi ma subì passivamente quella violenza.

Alla fine si sentì un mostro vedendo il sangue che macchiava il divano. Le chiese persino scusa.

Ma quando pochi mesi dopo lei scoprì di essere incinta si maledì per quello che le aveva fatto.

Jane non provò a sbarazzarsi del piccolo semplicemente perché farlo avrebbe voluto dire rivolgersi alla famiglia della donna che le avevo confessato di amare ancora.

Così nacque il piccolo Peeta. Il suo piccolo Peeta.

Quell'esserino che aveva preso tutto da lui.

L'unico.

Gli occhi, i capelli e col tempo anche la corporatura e il carattere divennero come quelli del padre, cambiandone la vita.

La madre non voleva neanche vedere in giro per casa il frutto della violenza che aveva subito.

Non voleva vedere quel bambino così simile all'uomo che le aveva fatto tutto quel male.

Il piccolo ovviamente ricercava il suo amore ma lei lo allontanava con modi e parole brusche.

Mai una carezza fece sul viso di quel dolce bambino paffutello.

Mai un sorriso gli rivolse.

La goccia che fece traboccare il vaso cadde il giorno in cui scoprirono che si era preso una cotta per la figlia di Daisy.

Forse la colpa fu di Crumb perché il primo giorno di scuola del piccolo, indicandogliela, gli disse che avrebbe voluto sposarne la madre. Forse questo lo indusse ad innamorarsi della piccola Katniss e a fare quel disegno che aveva segnato per sempre il suo rapporto con la madre.

Peeta era appena scappato di casa dopo che lei lo aveva schiaffeggiato per avere disegnato se stesso e Katniss mano nella mano e aver asserito che un giorno l'avrebbe sposata, e Crumb era rimasto a fronteggiare la moglie che continuava a sbraitare.

Non aveva potuto far altro che stare in silenzio a subire.

I sensi di colpa per quello che le aveva fatto lo perseguitavano ogni notte e anche se avesse voluto dimenticare, il piccolo Peeta gli avrebbe sempre ricordato quel giorno.

Ma il dolore che provava dalla sua nascita, il vederlo soffrire a causa del comportamento della madre, lui che non aveva colpa, lo fece scattare.

Le diede uno schiaffo.

Non l'aveva più toccata da quella sera ma la rivalsa per il suo comportamento odioso ebbe la meglio.

Vide le lacrime nascere negli occhi marroni di lei ma non gli importò. L'unica cosa che disse, prima di uscire sotto la pioggia per andare in cerca del figlio fu: - Non far pagare a lui le mie colpe.-

Si era chiuso la porta alle spalle e da quel giorno le cose erano cambiate.

Non in meglio. Jane comunque non degnava di molte attenzioni Peeta, ma perlomeno non lo seviziava più come prima.

Crumb si era chiuso in se stesso e aveva iniziato a prendersi cura di quel bambino poco amato.

Quel bambino che divenne un piccolo uomo innamorato come lo era stato lui un tempo.

Quell'uomo che adesso si trovava a Capitol City con il suo grande amore.

Quell'amore per cui si farebbe di tutto.

Quell'amore che lui ancora oggi prova per Daisy,  e che lo fa sentire in ansia per la salute e per il futuro suo e della figlia minore, qualora Katniss dovesse morire nell'arena.

Quell'amore, che pur essendo nato da un sorriso in un giorno di pioggia, aveva messo radici così profonde da non abbandonarlo mai. Ogni giorno della sua vita.

Sa che il suo ragazzo farà qualsiasi cosa sia in suo potere per salvare l'amore della sua vita.

Se fosse stato la metà dell'uomo che è il suo piccolo Peeta, non avrebbe commesso tutti gli errori che lo avevano portato a stare seduto su quella sedia.

Sa che non lo rivedrà più. E sa anche che la risposta che cerca da tutta la vita è “sì”.

Esiste qualunque cose per due sognatori come lui e Peeta.

Esiste l'amore a prima vista.

 

 

 

 

 

Nota dell'autrice.

Che dire, non è che mi soddisfi molto come primo capitolo extra.

Spero però di avervi fatto capire il perché, secondo me, la strega ha sempre odiato il mio ragazzo del pane.

Spero inoltre di non aver fatto soffrire molto i vostri occhi  e la vostra testa a causa dei vari errori di grammatica che sicuramente sono sparsi per tutto il capitolo, ma come sempre, non ho il tempo per correggere tutto adeguatamente.

Fatemi sapere cosa ne pensate. Ho messo buona parte della mia inventiva per scriverlo e mi farebbe davvero piacere saperlo.

Buona giornata. E come sempre, grazie dei cinque minuti che dedicate alla lettura di ciò che scrivo.

Baci.

 

 

 
   
 
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