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Autore: Emmy_Cr_    20/01/2017    1 recensioni
Cento one shot e drabble per la Fem!FrUk.
Perchè, a mio avviso, nel sito, ce ne sono davvero troppo poche e perchè io adoro la FrUk in ogni sua forma!
1 God, you always make me blush so damn much...
2 You made this cupcake for me?
3 Let's share my coat, since you're so cold
4 It wasn't your fault
5 Marry Me
6 I shouldn't be in love with you
7 You're jealous, aren't you?
[dal testo]
''Non era certo la prima volta quella rana le faceva perdere la pazienza, oh no.
C'era stata quella volta in cui il signorino, ben consapevole della sua avversione al sudore e, più in generale, a tutto ciò che aveva a che fare col tetro mondo dell'attività fisica, l'aveva rapita e costretta a corrergli dietro per sette chilometri sotto il sole cocente.
Certo, lei avrebbe potuto benissimo fermarsi e aspettare che lui finisse la sua attività e poi tornasse a prenderla però.. però era stato bello vederlo sorridere e passare del tempo con lui.''
Buona lettura!!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Bad Friends Trio, Canada/Matthew Williams, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU, Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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6
I shouldn't be in love with you
 
 
Non aveva particolare interesse per i ricevimenti della regina Vittoria. 
Erano noiosi, legati all'etichetta, e così terribilmente inglesi e pregni di ipocrisia. 
La rigida moralità tenuta all'interno dei grandi saloni andava letteralmente a farsi benedire una volta che le coppie andavano a prendere una ''boccata d'aria fresca'' nei giardini.
I servitori fingevano di non vedere svolazzi di sete dietro i cespugli, i gemiti soffocati, lievi, nascosti dal manto oscuro della notte, lontani dal raggio d'azione delle luci delle vetrate del palazzo. 
Le guardie fingevano che gli occhi delle giovani signorine di buona famiglia non le fissassero. 
Fingevano di non cedere ai richiami e abbandonare il posto. 
Francis si passò una mano tra i capelli, ben attento a non disfare il codino stretto. 
 
Guardò la sala e una nota di sconforto adombrò il bel viso e gli occhi fiordaliso. 
Il vino non era il suo meraviglioso viso, era scialbo, così come le persone che si guardavano intorno pronte a criticare tutto e tutti. 
La regina era arguta, quello sì, glielo doveva riconoscere. In passato, nella sua gioventù soprattutto, aveva finto di non vedere la figura del francese uscire di fretta e scarmigliata dalle camere accanto alle sue, o di non vedere la sua Nazione scivolare, col favore delle tenebre, nelle camere dell'ala ovest, dove alloggiavano solitamente le delegazioni straniere. 
La regina, tutto sommato, era passabile, per essere un'inglese ovviamente, probabilmente a renderla così era il sangue tedesco, avrebbe dovuto chiedere al suo amico Gilbert. Però c'era il primo ministro che non aveva la benchè minima intenzione nè di parlare con un francese né di parlare con la Francia. 
C'erano le dame che facevano a gara per farsi vedere da lui e, un momento dopo che i suoi occhi si posassero su di loro, si ritraevano fingendosi altamente indignate. 
Poi c'erano gli uomini in tiro, che gli guardavano la chioma biondo grano e scuotevano la testa, criticando la totale assenza di cappello. 
Effettivamente aveva sfidato l'etichetta arrivando senza soprabito, guanti e cappello,con solo la giacca azzurra che riprendeva il colore profondo degli occhi e il codino basso. 
C'erano i valletti che, con l'impassibile sguardo inglese, passavano con i vassoi d'argento e i delicati flute di champagne, che giammai avrebbe assaggiato, e che gli gravitavano intorno inchinandosi riverenti. 
 
Poi c'era lei. 
 
Francis l'aveva amata in tutti i modi. 
Nelle vesti cerimoniali degli antichi popoli, quando ancora erano piccoli. 
Spesso vestita da uomo, per nascondersi tra le fila dei suoi uomini e combattere al loro fianco. 
Era la sua piratessa coraggiosa, che abbatteva navi e gli regalava baci con la stessa forza. 
Ma, Dio gli fosse testimone, amava quell'epoca. 
Adorava il modo di tenere su i capelli, almeno il suo, mai elaborato, sempre blando. 
Le ciocche biondissime erano tenute da due forcine di ferro laccate, in modo tale che lui potesse scioglierli con una semplice mossa. 
La pelle candida, arrossata sugli zigomi e priva degli strati di belletto che le dame solevano mettersi. 
E il vestito. Gliel'aveva regalato lui. 
L'aveva inviato da Parigi, da quell'atelier che adorava. 
Il corpetto stretto che si allargava nella gonna semplice, come piacevano a lei, era verde bosco, come i suoi occhi. 
Il collo lungo e pallido era adornato da una lieve cordicella in pizzo nero dalla quale pendeva una pietra rossa.
Parlava con la regina, tenendo una mano inguantata a sostenere l'altra, che portava alla bocca il flute. 
 
Francis si avvicinò piano e si schiarì la voce. 
- Perdonate Altezza, potrei avere l'onore di questo ballo? 
La regina Vittoria sorrise, allungando la mano per prendere quella protesa del giovane. 
Lo sguardo perso di Francis la fece ridacchiare per poi portare la mano callosa del biondo alla mano della Nazione inglese. 
- Ballate pure per sempre. 
Francis sorrise e la attirò a sè, infrangendo in un colpo solo cinque o sei regole dell'etichetta. 
Alice non sorrise, avvampò come sempre. 
- Ci stanno guardando tutti Francis! Allontanati! 
Il francese buttò la testa indietro e rise di gusto, cristallino in mezzo alle altre coppie. 
- Perchè non vuoi che ti tenga così? Stretta a me? 
Alice abbassò gli occhi sul suo petto e osservò le medaglie. Molte erano state date per vittorie contro il suo paese. 
Battaglie combattute contro gli inglesi, uomini uccisi, molti erano anche suoi amici. 
Gli occhi verdi si indurirono nel ballo e le dita si strinsero intorno alla stoffa. 
- Cosa diranno di me? 
- Non ti è mai importato. 
La ragazza sospirò. 
- Non mi importa quando non sono nella mia terra. Sono l'Inghilterra, Francis sono nel mio paese, davanti alla mia gente. 
Si fermarono e andarono a parlare in un posto appartato, vicino al caminetto acceso, lasciato isolato a causa del caldo primaverile. 
- Francis, la tua gente, la tua nazione, tu. Ci siamo scontrati, ci siamo alleati, ci siamo traditi. E adesso io e te siamo qui, nel centro del potere britannico, circondati da persone che vogliono, pretendono di vedermi in una certa maniera, che balliamo. 
Lui la ascoltò poi, senza preavviso la riprese tra le braccia, ricominciando a ballare. 
Alice sospirò e poggiò la testa alla spalla di Francis. 
- Non dovrei amarti.. 
- Neanche io.. però lo faccio. 
La ragazza gli strinse le mani sulle spalle. 
- Stupida rana. 
Francis sorrise e posò il naso tra i capelli biondi della sua compagna e respirò il suo odore. 
L'avrebbe amata anche se lei avesse deciso di radere al suolo la Francia. 
 
Il valzer in corso li stava portando a girare per la grande sala, sotto lo sguardo indignato di molti, sognante di altri e vigile della Regina. 
La donna più potente d'Inghilterra alzò con malinconia lo sguardo al cielo e andò a toccare la fede nuziale che ancora adornava il suo dito. 
-Ballavamo anche noi così, amore mio. Innamorati, inconsapevoli del tempo che passa. Loro invece lo sono degli anni. Per loro rimarranno sempre, perchè sono immortali, e non si separeranno mai. 
Sorrise, quando vide i due ragazzi uscire fuori dalle grandi porte che davano sul giardino. 
-Ma io sono mortale amore mio, dovrai aspettarmi ancora per poco. 
 
 
 
 
Salve!! 
Scusatemi il momento feels alla fine ma è d'obbligo se si parla di Vittoria e Albert. Spero vi sia piaciuto!! 
Grazie a Lady White Witch che ha commentato il capitolo precedente e a coloro che silenziosamente leggono! 
Bacioni Emmy!! 
  
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