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Autore: killian44peeta    21/01/2017    0 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Task

Mentre guardavo Diana e la carne che si cuoceva con il suo profumino delizioso, sentii il mio stomaco brontolare.

Ero decisamente sollevato di essere a terra e davanti ad un fuoco, nonostante facesse comunque abbastanza caldo, forse perché era il mio Elemento?... Non ne ero sicuro, ma comunque mi sentii molto, molto meglio.

Diana aveva un espressione da funerale che, anche se le domandavo cosa avesse, non sembrava voler dare spiegazioni giuste nemmeno un po'.

E quando le dava erano piuttosto cose che non centravano affatto con il suo stato d'animo.

-Scusa, Morgan?- chiesi ad un tratto, attirando l'attenzione di entrambi i componenti di questa allegra scampagnata.

-Cosa?-

Avevo i loro occhi fissi su di me –Essere un Elemento... che tipo di faccende comprende?-

Morgan si accigliò –Beh, racchiude il possedere del potere della materia, di avere alcune capacità che potrebbero salvarti in una situazione estrema, include perlopiù il carattere che rispecchia l'Elemento stesso-

-E... come si fa a sviluppare il potere stesso?-

-Prima si deve capire come tirarlo fuori, poi lo si sviluppa, maneggiandone la forza e poi saldarlo a te, così potrai tirarlo fuori tutte le volte che vorrai-

-Io l'ho già fatto uscire il mio potere- disse Diana, in un sussurro, con lo sguardo che le lampeggiava.

-Sì, la tua barriera ha opposto resistenza, perciò ti ha permesso di poterlo tirare fuori, ma non ne hai ancora padronanza e non hai ancora richiamato la sua vera potenza, altrimenti probabilmente li avresti stesi o polverizzati, non semplicemente respinti. Siete molto più potenti, più di quanto pensiate-

-Ah....wow-

-Ma come facciamo a trovare il modo di tirarlo fuori?- insistetti

-Pensate ai vostri sentimenti più profondi, poi scatenatevi, il vero potere è lì, nell'amare, nell'odiare-

Annuimmo, convinti dal discorso che aveva fatto e che pareva dare un senso al tutto.

Quello che probabilmente qualcuno avrebbe confuso, poteva essere un semplice modo per disporre le proprie armi.

-Tipo, Task, il Fuoco è un sentimento che brucia, quello che è davanti a te è dovuto ad uno sfregamento di corpi che dura poco meno di cinque secondi se sai come fare, altrimenti il percorso per accenderlo diventa più faticoso e lungo, se pensi allo sfregamento, che ricordi o sentimenti ti vengono in mente?-

-Non so, uno strofinamento... forse una stretta di mano? O ... una carezza?-

-Esatto, una carezza, può andare-

-Ok-

-Ora chiudi gli occhi e concentrati su qualcosa che ti suscita un sentimento molto forte, che prima è normale e poi brucia, impetuoso, fino a diventare imponente, qualcosa che può essere complesso o anche semplice, che per te abbia valore e che sia ancora vivido nella tua memoria-

Feci quello che mi disse e cercai.

Vidi papà, tutti i miei ricordi erano concentrati su di lui, quando lo vidi improvvisamente mi ricordai di quella volta.

////////////////////////////////////////////////////

7 anni prima

-Papà, papà!, uno ha abboccato!- urlai a gran voce

-Prova a tirarlo su! Se è troppo grosso o pesante dimmelo-

Non ascoltai quelle frasi, testardamente avevo deciso di volerlo prendere da solo, sentivo che era grosso, la canna da pesca che tirava verso il basso, spingendomi forte e tentando di buttarmi nell'acqua, ma non mi importava, volevo mostrare a mio padre come ero bravo.

Opposi resistenza con tutte le mie forze, dimostrando al pesce chi comandava.

Lottammo l'uno contro l'altro, la forza del pesce contro la mia opposizione.

Riavvolgevo il più velocemente possibile il filo della lenza con il mulinello, mentre il galleggiante sembrava essere stato inghiottito dall'acqua.

Purtroppo però, il pesce diede una scossa talmente violenta alla canna da pesca che mi sbilanciai, perdendo totalmente l'equilibrio.

Finii nel fiume, dovetti mollare la canna da pesca per non rischiare di essere trascinato dal pesce.

Sentivo, in modo decisamente rimbombante ma soppresso, le urla di mio padre che chiamavano il mio nome.

Risalii in superficie, annaspando, con l'acqua gelida che mi avvolgeva totalmente.

Lui mi vide e mi prese, tirandomi su, verso di lui.

-Ti avevo detto che se era troppo grosso dovevi dirmelo!-

-Scus...scusa papà- tremavo da capo a piedi

Lui fece uno sbuffo che però, dopo poco mischiò con un sorriso–Hai fatto proprio un bel tuffo lo sai?-

-Davvero?-

-Sì, tutto di pancia, si è sentito proprio un bel tonfo!- rise grossolanamente, sollevandomi come se per lui pesassi poco meno di una piuma.

-Papà....!- sbottai divincolandomi e agitandomi, un po' offeso ma qualvolta in parte divertito dal fatto che lui, anche in situazioni spiacevoli, mi portava a sorridere di nuovo, sdrammatizzando.

-È bellissimo questo bosco, non trovi?-

-Sì, pa', davvero bello-

-Lo sai che qui ho trovato un cervo dalle corna lunghe come i rami di un salice piangente?-

-Sul serio?-

Lui annuì con un sorriso –Già. E non puoi immaginare come era robusto, più o meno la sua grandezza era quella di un cavallo, ma non quelli piccoli, quelli quasi due metri. Aveva il pelo, se non mi sbaglio, tra il cremisi e il bronzo, mi è apparso aggraziato, leggiadro, armonioso ed elegante nei suoi movimenti, perlopiù era così sicuro di sé...pareva provenisse da un altro mondo-

-Magnifico! Mi piacerebbe poterlo vedere anche a me!-

-E a me alletterebbe mostrartelo, solo per vederlo un'altra volta-

A quel punto parve perdersi in chissà quali pensieri.

Gli rimasi sulle spalle per tutto il tempo del ritorno a casa, dondolandomi e osservando le cose dall'alto.

Improvvisamente, arrivato sulla strada di casa starnutii, una, due volte, fino al punto che faticavo a respirare e sentivo terribilmente male a tutto il corpo.

Non era molto normale per me, le uniche volte che ero stato così erano state qualche anno prima quando mi ero fratturato la gamba per aver incastrato i lacci delle scarpe nei pedali della bicicletta che mi era caduta repentinamente addosso quando mi ero fermato per slegare le stringhe dalla bici e a tre anni, quando avevo avuto la varicella.

Entrati in casa andai subito a cambiarmi e papà mi costrinse a andarmene a letto quando scoprì che avevo la febbre alta.

In effetti aveva fatto bene, perché appena mi appoggiai con la testa al cuscino iniziai a tossire e a starnutire ancora di più, fino a sentirmi uno straccio.

Tutto era così caldo e afoso che faticai davvero tanto a dormire.

/////////////////////////////////////////////

A quel punto tutti i miei ricordi andarono in subbuglio perché persi totalmente la concentrazione.

-Niente... non ci sono riuscito vero?-

Morgan scosse il capo –Non hai scavato abbastanza a fondo-

Sospirai –Beh, almeno ci ho tentato- lo dissi con rassegnazione, perché avevo veramente bisogno di una conferma, avevo bisogno di sapere se non avessero per caso sbagliato persona.

Dovevo essere sicuro di essere il Fuoco, perché per ora mi ci sentivo ben poco.

-Ora voglio provare anche io!!- esclamò Diana con un sorriso allegro, anche se mi apparve, non seppi per quale motivo, un po' finto.

O forse ero solo io che la vedevo così, non ero abituato a vedere qualcuno che non fosse mio padre, o i miei amici, sorridere.

Certo, io di amici ne avevo avuti tanti e avevo visto anche parecchi sconosciuti sorridermi, ma lei mi pareva stranamente diversa da tutti quelli che avevo incontrato finora.

-Ebbene, provaci- dissi io, con un leggero tono di indifferenza.

Diana fissò Morgan con il suo sorriso sornione e aspettò ben poco prima che il guardiano si decidesse a parlare.

-Fa' come ho detto prima a Task, chiudi gli occhi, ma invece di spostare il fuoco, tu dovrai provare ad accendere una luce contro la corteccia dell'albero, devi illuminarla, se pensi ad un ricordo che ti rievoca una luce intensa che illumina qualcosa ti possono venire in mente tante idee, ad esempio, un sorriso.- fece una pausa -Illumina quell'albero- indicò un melo dalla corteccia spessa.

Lei annuì e chiuse gli occhi, io spostai lo sguardo sull'albero.

Inizialmente rimase uguale identico, dopo poco però vidi un flebile raggio di luce che partiva da Diana per poi espandersi verso il melo, illuminandone gran parte.

Diana aprì lentamente gli occhi.

Ed ecco che lei si esaltò e il raggio di luce si ritirò indietro come una molla, spegnendosi.

"Bye- bye fascio luminoso" pensai tra me e me

-Ce l'ho fatta?!- disse lei, entusiasta

-Sì-

Inizialmente sembrava felicissima, poi si corrucciò –Ma non ho mantenuto la concentrazione-

-Sì, ma... una cosa alla volta, è già tanto che tu ci sia riuscita- ribatté lui, sorridendo tranquillamente e poi rivolgendosi a me-Task, stai tranquillo, riuscirai anche tu a sviluppare il tuo potere prima o poi-

-Più poi che prima...- borbottai, ma annuii comunque.

Iniziai a capire di star invidiando da morire Diana, lei aveva avuto un risultato, una certezza, la convinzione di essere nel posto giusto, di non star sbagliando tutto.

Cosa che invece non era di mia proprietà, il mio tentativo era fallito miseramente, tutto fumo e niente arrosto a così dire.

Abbassai lo sguardo e cercai di pensare con insistenza a tutti i momenti belli della mia vita, ce n'erano stati molti, ma nessuno così intenso da spostare quel maledetto fuoco.

Mi rassegnai e addentai un pezzo di coniglio, era abbastanza cotto.

Procedetti nel pranzo fino a concluderlo, evitando di mangiare le cervella, il cuore, i polmoni ed il fegato, che mi facevano sinceramente schifo e rosicchiai la carne intorno alle ossa.

Quando finii il pasto buttai le cose non mangiate una alla volta nella brace, attizzandola.

Lo stesso fecero loro e infine ci alzammo in piedi.

-Ora è meglio che andiamo a piedi, ormai è vicina la base degli spettri, se andassimo in volo non riusciremmo a passarci dentro, i rami sono talmente fitti andando più avanti che è impossibile infiltrarcisi-

Feci un cenno di assenso.

Diana si mise vicino a Morgan e ad il Dratini, cosa che mi fece capire all'ultimo che avrei dovuto tenere le briglie della sottospecie di polla alata con gli zoccoli.

Avrei dovuto portarmi a dietro Gylnis.

Mi girai e osservai il pegaso mentre nitriva e mi guardava male.

Rabbrividii.

Non avevo il coraggio di chiedere a Diana se poteva tenerla lei, il mio orgoglio era più forte del disprezzo per quella maledetta creatura con le ali.

Ne afferrai le briglie e iniziai a camminare con dietro Gylnis che mi nitriva a tergo e che mordicchiava le tasche dei miei pantaloni.

Inizialmente pensai avrebbe smesso dopo poco, ma quel << poco >> si prolungava fin troppo per i miei gusti.

-È disgustoso! Smettila!- le dissi

La pegaso nitrì un'altra volta e scosse la criniera, riprendendo a masticare la tasca su cui si era fissata, ormai diventata sudaticcia, bavosa e disgustosa.

Non c'era modo di ragionare con Gylnis.

Era la creatura più antipatica e testarda che mi fosse capitata davanti.

Sbuffai e iniziai a correre per raggiungere gli altri due che al momento mi parevano quasi due compagni d'affari a ridere e scherzare davanti ad un bicchiere di birra o alcolico che fosse.

-Ti ho detto basta!-

Gylnis si fermò un attimo e per tutta risposta spostò il muso e iniziò a masticare una seconda tasca.

-Oh, per favore! Mi spiegate come mai mi sta mangiando i pantaloni?- dissi esasperato a Morgan e Diana che si diedero un occhiata fugace prima di rispondere.

-Forse le piaci- optò Diana con un sorriso divertito

Morgan rise –Sembra proprio di sì-

-O forse mi detesta- ribattei ricambiando il sorriso in modo ironico.

-Ma che bella coppietta!- insisté lei, come se non avesse sentito affatto quello che avevo detto io –Dove il matrimonio?-

La guardai nel modo più acido possibile –Mmph, piantatela voi due !- mi avvicinai a Diana –Se non ti dispiace vado a cambiarmi per la seconda volta-

Afferrai la borsa con un nuovo paio di pantaloni e mentre mi allontanavo sentii i due che ricominciavano a ridere come degli idioti.

Abbastanza lontano dai due iniziai a sfilarmi i pantaloni mimetici che all'inizio pensavo non avrei tolto così presto.

"Manco ci avessi lasciato qualcosa dentro, stupida pegaso dal cervello di gallina" pensai.

Non volli controllare nelle tasche.

Indossai dei jeans ingrigiti e buttai per terra quelli che indossavo prima, poi tornai indietro.

-La tieni tu adesso, non ci tengo ad avere altri pantaloni sporchi di bava, altrimenti farò il record di cambio di vestiti in nemmeno un giorno.- dissi, scocciato.

-D'accordo- disse Diana trattenendo a stento un sorrisetto da prendere immediatamente a schiaffi.

-Bene- sbottai

Mi allontanai il più possibile da Gylnis e velocizzai il passo, volevo starmene un po' da solo, in silenzio, a pensare ai fatti miei.

Il mio ragionamento mi portò nuovamente a papà.

Considerai il fatto che non sapevo se stessero facendo male a mio padre per colpa mia, e forse lo stavano torturando.

Le torture erano, sinceramente, le cose che mi piacevano meno, mi terrorizzavano.

Erano crudeltà senza limiti, per estorcere informazioni, per togliere le parti di te stesso e riempirti di sofferenze, pene, angosce, inquietudini e assilli.

Ti saturavano di strazi e tormenti, non potevi scappare alle violenze e ai supplizi che ti venivano inferti.

Non volevo che a papà, l'unico della mia famiglia, stessero infierendo a causa mia.

Se fosse stato così non mi sarei mai perdonato, piuttosto che vederlo patire avrei dovuto fare ogni cosa per farmi catturare e uccidere una volta per tutte se era me che volevano.

Mentre avanzavamo, mi venne in mente una domanda che credevo di non aver pensato ma che era aleggiata nella mia mente per tutto questo tempo.

-Morgan, tu hai una famiglia?-

Si fermò, scorsi la sua espressione sorpresa –Una mamma e un papà, intendi?-

Annuii.

-No, non ce l'ho, l'unica famiglia che possedevo eravate voi, gli Elementi, prima che mi spostassero da abitante del cielo più alto a quella intermedio, io non potevo più raggiungerli e stessa cosa loro a me, prima che accadesse loro erano il mio nucleo familiare-

-Hai detto, prima, che essendo un Elemento si prendono le sue stesse caratteristiche... com'erano?- chiese Diana

-Ciascuno di voi Elementi aveva le sue caratteristiche- sorrise appena –Alcune positive, altre meno... ma tutti avevano i suoi lati buoni, perfino il Buio-

A questa affermazione Diana sembrò allarmarsi e incuriosirsi –Davvero? E che caratteristiche possedeva?-

-Lui... lui è un tipetto un pochino difficile diciamo... silenzioso, solitario, nervoso, sempre sull'attenti, da rabbrividire in certe situazioni, chiuso, un po' sgarbato, ma molto saggio e perlopiù è uno di quei tipi che ragiona parecchio, ti fa notare se stai sbagliando qualcosa ed è protettivo. Protettivo nel senso che se accade qualcosa a se stesso cerca i modi più difficili o pieni di problemi per fare in modo di allontanare le persone da se ed evitare che abbiate impatti negativi per colpa sua-

Diana si morse il labbro inferiore –Ah- fece una pausa -Proprio un tipo difficile-

-Difficile è dire poco- dissi

-Sapete che mi state intimorendo con questo atteggiamento da completarvi le frasi?-

-Noi non ci completiamo le frasi!-

-E non facciamo paura-

Morgan sorrise –Tipo adesso?-

-Già- assentii

-Esatto-

Tacemmo pochissimi secondi, Diana e io ci guardammo nello stesso momento.

-... Cioè, no!-

-Assolutamente-

-Noi non...-

-...Ci completiamo le frasi...-

-...A vicenda-

Morgan ridacchiò sotto i baffi –Beh, se continuate a insistere così mi sarò sbagliato-

-Sì, eccome-

-Esatto-ribatté lei

-Completamente- sbottai in modo quasi furioso

-Non c'è mai stato uno sbaglio così grande- disse lei

-Enorme- ruggii, contrariato

-Ma io ho detto grande!- tornò a ribattere

-E io insisto a dire che << enorme>> è il termine adatto-

-No, grande sta bene, enorme è esagerato-

-Grande è piccolo rispetto a enorme, quindi se grande significa piccolo, enorme è grande-

-Ehi, ehi, basta, siete noiosi, time out, basta litigi-

Ci fermammo a cenare e poi ripartimmo.

Sentii l'acqua di una cascata scrosciare rumorosamente, ma non solo quello, percepivo anche un pericolo che si avvicinava sempre di più.

Era un brivido che mi percorreva la schiena, un palpito gelido che mi fece sussultare.

-Mi potresti anche descrivere gli altri, di Elementi?- chiese Diana per smorzare il silenzio che era improvvisamente calato su di noi.

-Da quale parto?-

-Dall'Acqua- optai

-L'Acqua era ribelle, con poca capacità di concentrazione, allegra, fantasiosa, possessiva, parecchio masochista, quasi sempre eccitata per qualsiasi cosa accadesse, ben poco calma, fiduciosa, complessa e mutabile, coraggiosa e un po' sciocchina in certe situazioni, si potrebbe definire, la maggioranza delle volte, la chiacchierona-

-Nel senso che è impossibile farla tacere?-

-Praticamente sì, ed è impossibile da fronteggiare in certe occasioni-

-Stupendo-borbottai sarcastico

-Adesso l'Aria!-

-Non c'è molto da dire su di esso, preferiva essere chiamato Vento perché non è un elemento femmina, spensierato, con mille cose che frullano nella sua testa che sono praticamente impossibili da decifrare, come l'Acqua nel fatto di avere la capacità di concentrazione di un bambino di due anni, con la testa letteralmente fra le nuvole, un sognatore ad occhi aperti con immaginazioni sfrenate, molto colto.

Il suo eccessivo prolungamento nel mondo delle fantasie lo rende distratto e disordinato, precisamente un pasticcione che perde tutto quello che trova nel giro di mezzora-

-Avevi detto che c'era poco da dire su di lui- obbiettai

-Infatti, ma mi sono perso sul fatto che non è mai o quasi mai presente- fece una pausa –Continuo?-

-Sì, tanto ormai manca solo la Terra e io e Task- sorrise Diana

-La Terra è davvero totalmente il contrario dell'Aria, una tipa in gamba, sempre presente, che sa sempre se qualcosa non torna perché analizza tutto come dei dati, un po' timida, lunatica e sclerotica a volte, negativa nel fatto di se stessa, approssimativa, intelligente e gentile con tutti, spesso però è piena di problemi-

-E io e Task?-

-Diana, il tuo Elemento è esattamente come sei ora. Un po' testarda, allegra, ottimista, un po' impicciona, a volte dispettosa...-

-Concordo- dissi

-Taci e fallo continuare!-

-Luminosa, che sa tirare su le persone e farle sorridere, ovviamente il Buio era quasi escluso dalla lista, nel senso che non ha mai risposto alle tue gentilezze e ai tuoi atteggiamenti, però ce l'avevi quasi fatta. Amavi fare le ramanzine e ti arrabbiavi spesso, anche se non seriamente a volte-

-Sì, descrizione uguale-dissi con un sorrisetto

-Vediamo allora come eri tu- controbatté lei

-Il Fuoco... era testardo e deciso, un po' noiosetto a volte...-

Diana scoppiò in una risata grossolana

-Smettila! Così non sento niente-

-Decisamente pignolo, altruista, coscienzioso, amante del lavoro preciso , analitico e critico ma anche modesto, malinconico, igienista... cosa che si è decisamente mostrata quando Gylnis ti mangiava le tasche, il tuo senso pratico accomunato al dubbio ed all'inquietudine era sempre razionale, spesso non accettavi cose al di fuori della tua portata, la cosa che amavi fare di più era spronare le persone a migliorare-

-Sei uguale- disse sarcastica con un sorrisino

-Zitta-la ammonii
 

  
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