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Autore: AleDic    21/01/2017    1 recensioni
Satoshi è il suo completo opposto. Se per Houtarou il mondo è sempre stato un posto grigio, per Satoshi è pieno di colori; riesce a vederli chiaramente e cerca di riempire la sua vita con essi. Houtarou nasconde la propria pigrizia dietro la scusa di risparmiare energia; Satoshi ha sempre fatto ogni cosa dando tutto se stesso, mostrando entusiasmo ed esuberanza più del necessario.
E, soprattutto, non ha mai avuto importanza quanto cinico o apatico Houtarou potesse diventare, Satoshi non l’ha mai abbandonato. Ogni volta è sempre stato lì, al suo fianco, portando tutti quei colori e quella luce con sé.
Per tutti quegli anni, è stata l’unica cosa che ha permesso al suo mondo di non divenire nero.

[Ambientato nell’episodio 1o ⎸Houtarou!Centric ⎸brotherhood Houtarou/Satoshi ⎸455 parole ⎸Possibile!OOC]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Houtarou Oreki, Satoshi Fukube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: AleDic
Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Generi: Accenni!Angst, Introspettivo, Drammatico
Avvertimenti: Conflitti e realizzazioni interiori di due personalità estremamente complesse e distorte, nello specifico, sull’amicizia
Rating: Verde
N/A - Note dell'Autrice: Ehilà?... C’è nessuno? Ho notato che questo fandom è pressoché sconosciuto e abbandonato, quindi, molto probabilmente, nessuno leggerà questa cosina. Devo ammettere che questo anime non mi ha coinvolto come altri. Ciò che mi ha colpito in modo particolare sono Houtarou e Satoshi e come il loro rapporto sia stato possibile date le loro personalità – entrambe estremamente complicate ed opposte. Loro sono sempre stati l’uno vicino all’altro senza mai riuscire però a raggiungersi e capirsi davvero. E la scena su cui ho deciso di scrivere è la mia preferita dell’intero anime e quella in cui Houtarou comincia finalmente ad accorgersi di tutto ciò. Sono curiosa di scoprire se qualcuno la leggerà e se, per miracolo, la recensirà.  

Vostra,

Ale

 

 

 

 




Quello che non abbiamo mai saputo di [non] essere
 

 
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“Quando la necessità ci porta a usare parole sincere, cade la maschera e si vede l'uomo.”
(Lucrezio)

 

 

 

 

 

«Satoshi... tu pensi che ci sia qualcosa che solo tu puoi fare?»
«No. Non davvero.»

E Houtarou non sa proprio cosa dovrebbe dire, adesso. Ma sa di non essere d’accordo con quella risposta: se c’è una cosa che ha sempre pensato, è che l’unica persona che sarebbe mai potuta diventare il suo migliore amico è Satoshi Fukube.

«Non te l’ho detto? Sono un uomo senza talenti.»

Satoshi è il suo completo opposto. Se per Houtarou il mondo è sempre stato un posto grigio, per Satoshi è pieno di colori; riesce a vederli chiaramente e cerca di riempire la sua vita con essi. Houtarou nasconde la propria pigrizia dietro la scusa di risparmiare energia; Satoshi ha sempre fatto ogni cosa dando tutto se stesso, mostrando entusiasmo ed esuberanza più del necessario.
E, soprattutto, non ha mai avuto importanza quanto cinico o apatico Houtarou potesse diventare, Satoshi non l’ha mai abbandonato. Ogni volta è sempre stato lì, al suo fianco, portando tutti quei colori e quella luce con sé.
Per tutti quegli anni, è stata l’unica cosa che ha permesso al suo mondo di non divenire nero.

«Satoshi. Non so che cosa pensi davvero di te stesso, ma io credo che tu sia migliore di come ti dipingi.»

Avrebbe potuto tenerselo per sé. Avrebbe potuto semplicemente non dire nulla e lasciare che quella conversazione non fosse altro che un banale scambio di battute tra quindicenni. Dopotutto, è quello che ha sempre fatto: ignorare quello che richiede di mettersi in gioco ed esporsi.

“Ognuno dovrebbe essere consapevole di se stesso. Altrimenti rischia di ferire le persone che ha intorno.”

Avrebbe potuto. Ma, in qualche modo, le parole dell’amico gli hanno fatto male. Un po’ come se tutto quello che Satoshi abbia fatto per lui - tutti quei pomeriggi insieme e le battute e i sorrisi e gli scherzi - non avesse significato nulla. Tornava tutto cenere.

(Non ha detto che fa male anche qualcos’altro, più a fondo, simile a un lampo d’invidia.

Invidia...?)

«E poi… sono geloso. Onestamente.»

Per la seconda volta, Houtarou non sa cosa dire. Quello di Satoshi è stato quasi un sussurro, ma è riuscito a sentirlo. E ha anche visto, per la prima volta da quando lo conosce, un’ombra nei suoi occhi.
Piano piano, Houtarou inizia a comprendere che non ha mai capito nulla del suo migliore amico. Non si è mai sforzato di farlo, lasciando che tra di loro si formasse una crepa, piena di tutte le occasioni mancate e le parole non dette. Adesso, per la prima volta, Houtarou la vede. E vede Satoshi.
Lo vede mentre si allontana sempre di più da lui e comincia ad aver paura - paura? - che quella distanza potrebbe non essere in grado di azzerarla.




 
   
 
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