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Autore: Lady Chryseiss    21/01/2017    0 recensioni
Nel regno di Ayra i cittadini vivono in pace e armonia tra loro. Al funzionamento della grande comunità pensa un Consiglio governativo, supervisionato da un Consiglio degli Anziani, e la vita scorre tranquillamente, fin quando un errore non verrà commesso: la soppressione dell'esercito. I rapporti con gli altri Paesi procedono a gonfie vele, così come la giustizia all'interno di Ayra, la sanità, l'istruzione e l'economia. A cosa serve un esercito?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aaliya camminò senza voltarsi, con passo deciso, fino a quando fu sicura che dall' accampamento Vick e gli altri soldati non avrebbero più potuto vederla, poi rallentò il passo. Non aveva la minima voglia di partecipare all' ennesima riunione del Consiglio. Mantenne quell' andatura fino a raggiungere la strada, poi raddrizzò le spalle, indossò nuovamente la sua maschera di indifferenza e raggiunse l'auto di servizio che i membri del Consiglio governativo di Ayra avevano a disposizione per i lunghi spostamenti, che la attendeva parcheggiata sul ciglio della strada sterrata. Il popolo di Ayra aveva da tempo abbandonato l'uso delle automobili, più o meno da un secolo, poiché ci si era accorti che il costante aumento del loro numero aveva danneggiato le persone più che favorirle. Ora erano disponibili soltanto per chi avrebbe dovuto affrontare lunghi viaggi necessariamente in poco tempo, come i membri del Consiglio governativo e i soldati. Gli altri casi venivano valutati da una commissione.

Appena fu vicina, dal posto del guidatore scese un uomo sui trent'anni, di bell'aspetto, con i capelli scuri ordinatamente pettinati all'indietro, la barba ben curata e dall'abbigliamento impeccabile. Tremendamente pronto per una riunione del Consiglio. Mentre lei si avvicinava l'uomo fece il giro dell'auto e le aprì la portiera del passeggero.
-Ci sono tante cose al di fuori della mia portata, Ryan, ma sono in grado di aprirmi la portiera da sola-
-È andata così male?-
-Va tutto bene- rispose prendendo posto all'interno del veicolo.
-Ma...?- la incalzò Ryan.
-Ma una divisione di soli uomini è palesemente un disastro-
-Non essere sessista-
-Non sono più sessista di un uomo che apre la portiera ad una donna solo perché tale-
-D'accordo, cercherò di essere meno gentile la prossima volta- disse mentre metteva in moto l'auto e partiva.
-Ryan?-
-Sì?-
-Grazie per avermi accompagnata- gli sorrise. Gli era grata davvero: un viaggio dal confine di Ayra fino alla Casa del Consiglio governativo da sola, dopo un incontro-scontro con Vick, non sarebbe stato facile da sopportare. Ryan era per Aaliya ciò che più si avvicinava ad un amico.
-Figurati. Allora, mi dici cosa hanno combinato quei poveretti per meritarsi la tua ira?-
-Non sanno gestire i turni di guardia-
-Non mi sembra così grave-
-E Vick ha lasciato l'accampamento per intrattenersi con una delle sue amichette. L'ho sollevato dal suo ruolo di comandante-
-Avresti fatto meglio a sospenderlo-
-Probabilmente hai ragione-
-Smettila di essere indulgente con lui, altrimenti si capirà-
-Che cosa?-
-Che ti piace-
Aaliya si voltò verso Ryan, sistemandosi sul sedile in modo da poterlo guardare tenendo la testa dritta. -Lui è uno dei migliori soldati che conosco, per questo non l'ho sospeso, altrimenti l'avrei fatto. Questa negligenza non resterà impunita, ovviamente, ma adesso Vick serve alla sua squadra- Ryan non disse nulla; le lanciò un'occhiata dubbiosa con un sorrisetto di scherno.
-Lui non mi interessa, Ryan- disse Aaliya in tono perentorio.
-Bene. Perché è un idiota-
Aaliya non poté che dargli ragione: Vick era terribilmente immaturo. E terribilmente bello, con quella perfetta pelle ambrata, i ricci capelli castani e quegli spettacolari occhi gialli.
-Smettila- disse Ryan.
-Di fare che?-
-Di pensare all'idiota-
-Non lo sto facendo-
-Invece sì. Altrimenti non sorrideresti come un'ebete-
-Fatti gli affari tuoi, Ryan- 
Lui ridacchiò e Aaliya si girò verso il finestrino. A volte il mondo le sembrava popolato da bambini invece che da persone adulte. Giunsero a destinazione circa tre ore più tardi. Ryan condusse l'auto al parcheggio ad essa riservato. Sorrise nel guardare Aaliya addormentata con la testa appoggiata al finestrino. Attese ancora un minuto prima di svegliarla; mancava ancora un'ora alla riunione del Consiglio. Avrebbe potuto trascorrere così tutta l'ora, ma decise che non sarebbe stato carino se lei si fosse svegliata mentre lui la fissava. Le si avvicinò fino ad accostarle le labbra all'orecchio e disse con voce squillante: -Hai un filo di saliva che esca dalla bocca- 
Aaliya sussultò. Si portò una mano alla bocca mentre scoccava a Ryan un'occhiata assassina.
-Tu sì che sei delicato- commentò.
-Dai andiamo. È meglio che tu ti dia una sistemata prima della riunione, lo sai che Rahel tiene a formalizzare ogni incontro-
Si separarono. La Casa del Consiglio governativo era stata pensata es edificata per dare alloggio ad ogni membro. Ognuno di loro aveva a disposizione un intero piano dell'edificio. Le riunioni e le altre questioni lavorative si svolgevano al primo piano, mentre il piano terra era aperto ai cittadini, in modo che potessero parlare con uno o più consiglieri tutte le volte che ne sentissero il bisogno.

Ryan si fermò al quarto piano, mentre Aaliya proseguì fino al sesto. Una volta uscita dall'ascensore, la ragazza si precipitò in casa, quasi strappandosi i vestiti di dosso. Aveva poco tempo se sperava di restare sola con Rahel per qualche minuto, e questo sarebbe accaduto soltanto se fosse scesa per prima. Ma era poco probabile: Ryan era già vestito per l'occasione e lei aveva un gran bisogno di una doccia. Attraversò lo spazioso salotto lasciando dietro di sé una scia di vestiti sporchi, arrivò in bagno e si lanciò sotto la doccia. Rabbrividì quando il getto d'acqua gelida incontrò la sua pelle. Si sforzò di non pensare a quello che era successo sul confine, concentrandosi su cosa avrebbe detto a Rahel nel caso fosse riuscita a ritrovarsi sola con lei.
Non lo sapeva.
Non c'era niente di preciso da dirle o da chiederle, solo aveva bisogno di sentire qualcosa di rassicurante pronunciato dalla sua voce convincente, che fosse rivolto solamente a lei.
Ciascuno dei consiglieri si era domandato all'inizio della propria carriera se intrattenere rapporti personali di amicizia con Rahel, il capo del Consiglio governativo, fosse giusto o meno. Anche la stessa Rahel se l'era domandato. Ma il suo istinto materno e protettivo verso di loro aveva vinto sui dubbi morali e i rapporti personali si erano creati di conseguenza. Con tutti loro. Fino ad allora nessuno aveva trovato nulla di male in questo e la cosa aveva contribuito a consolidare la fiducia reciproca tra i membri del Consiglio. Ormai erano come una famiglia. Rahel era per Aaliya come una terapia nei momenti di smarrimento, nei quali non sapeva come sentirsi. Però quel giorno non riusciva a trovare nessun pretesto per iniziare un discorso. Decise che avrebbe improvvisato. 
Fu la doccia più veloce della sua vita. Mentre si asciugava i capelli con un asciugamano e ne districava i nodi con le dita, scelse dal guardaroba un paio di pantaloni e una camicia che secondo lei potevano corrispondere ad un idea di "elegante". Il vestiario per Aaliya era sempre stato un cruccio: non si sentiva a suo agio in abiti troppo femminili o che lasciassero scoperta troppa pelle. Stava sempre molto attenta a non indossare colori che attirassero l'attenzione, come se la cicatrice non facesse già abbastanza da sola. 
Si vestì velocemente e tornò in bagno. Aprì ogni cassetto e ogni anta in cerca di un asciugacapelli. Non lo usava mai, non ricordava nemmeno se ne avesse uno. Dopo aver passato in rassegna tutto il bagno si arrese e decise di raccogliere i capelli, in modo che non si notasse troppo la sua disorganizzazione. Raccogliere i capelli era un'altra cosa che Aaliya non era solita fare, per la stessa questione dei vestiti, ma ora non aveva scelta, nonostante sapesse che i cambiamenti attiravano sempre l'attenzione.

Quando aprì la porta della sala riunioni, Rahel era in piedi davanti alla finestra, di spalle rispetto ad Aaliya. Era sola.
Si voltò a guardarla, sorridendo. I grandi occhi verdi erano luminosi, circondati da poche rughe, e si intonavano in modo calcolato con la morbida tunica di seta che indossava, lunga fino alle caviglie; i lisci capelli biondi erano acconciati in un'elaborata treccia che ricadeva lungo la schiena. Appariva molto più giovane dei cinquant'anni che in realtà aveva.
-Sapevo che saresti stata la prima. Ti donano i capelli raccolti-
-Ehm... grazie-
-Per quale motivo sei qui un quarto d'ora prima del previsto?- 
Aaliya esitò. Sapeva che avrebbe potuto dire apertamente il motivo del suo anticipo: non c'era ragione di fingere con Rahel.
-Non lo so-
-Si tratta di Vick?-
-No- Rahel si limitò a guardarla.
-Perché tutti sono convinti che per me lui sia un problema?-
-Non lo è?-
-Certo che no-
-D'accordo-
In quell'istante Ryan fece il suo ingresso. -Buongiorno- esordì.
-Buongiorno Ryan- rispose Rahel con un sorriso. Aaliya non disse nulla. Non voleva ammetterlo, ma Rahel aveva centrato il punto ancora una volta, e lei avrebbe desiderato proseguire nella discussione, forse anche continuando a negare l'evidenza, ma almeno avrebbe sfogato una parte delle emozioni trattenute fino a quel momento. Ma aveva appena perso la sua occasione. Ryan prese fiato, come se volesse dire qualcosa, ma fu a sua volta interrotto dall'entrata di un ragazzotto corpulento, dignitosamente vestito con abiti dai colori sgargianti. Prima di salutare gli altri guardò Aaliya con aria interrogativa e chiese: -I tuoi capelli sono sporchi o bagnati?-
-Sono bagnati, Gratius- 
-Perché non li hai asciugati?-
-Non ne ho avuto il tempo-
-Mancano ancora dieci minuti all'orario stabilito per la riunione, avresti potuto impiegarli per quello scopo-
-In realtà mancano dodici minuti, Gratius, non dieci- disse entrando nella sala un giovane uomo alto, dalla pelle scura, e completamente calvo. Salutò i presenti e scelse una delle sette sedie disponibili, appoggiando un plico di fogli sul tondo tavolo di legno.
-Ciao Aron- disse Rahel. Il nuovo arrivato sorrise senza troppo entusiasmo. In effetti l'inizio di un'altra riunione non entusiasmava nessuno, se non forse Rahel.
-Comunque- continuò Aaliya -Io non possiedo un asciugacapelli. Ora che hai concluso questa preziosa indagine sui miei capelli, sei soddisfatto?-
-In realtà mi sto chiedendo il motivo per cui tu non abbia un...-
-Gratius, falla finita!-
-Va bene, scusa- Gratius alzò gli occhi al cielo, e lamentandosi della scortesia di Aaliya prese posto accanto ad Aron. Si sedettero anche Ryan e Aaliya, mentre Rahel rimase in piedi, osservando sorridente i suoi consiglieri che battibeccavano come ragazzini.

Qualche minuto più tardi si sentirono delle voci e delle risate provenire dal corridoio esterno. Aron guardò l'orologio nel momento in cui Jaag e Melinda li raggiunsero all'interno della sala riunioni.
-Siamo in ritardo?- chiese la ragazza dagli occhi a mandorla e i liscissimi capelli castani.
-No, veramente siete in anticipo di tre minuti, ma siete comunque gli ultimi anticipatari, quindi siete in ritardo-rispose Aron, mantenendo la sua aria di serietà, nonostante tutti gli altri stessero ridacchiando per l'assurdità della frase.

Anche gli ultimi due arrivati si accomodarono al tavolo tondeggiante, dando così il via alla riunione.

   
 
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