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Autore: ImperioMagicum    21/01/2017    1 recensioni
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Appunto: Vi ringrazio per l'attenzione , sono appena arrivato su EFP e questa è la mia prima storia. Vi ringrazio del tempo che avete dedicato a leggere la trama , spero vogliate continuare leggendo il prologo.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 17:

Demone contro dio,

Dio contro Demone

Fermai in quel preciso istante ogni cosa. La scena che avevo appena creato suscitava in me strane emozioni. Ero felice di aver fatto unire quei due personaggi, d'altronde io li avevo ideati in modo che si completassero a vicenda, in modo che fossero la metà perfetta l'uno dell'altro. Avevo creato per loro un'infanzia comune, dei sentimenti puri e buoni... Ma ora ero geloso. Beata... Era terribilmente bella, terribilmente dolce e buona. Io ero il narratore e Spem era un personaggio come un altro. “Ho di certo più diritto io ad avere al mio fianco una ragazza così meravigliosa, lui può farne a meno” pensavo tra me e me. In più il carattere deciso di Beata... Mi sembrava familiare e questo non faceva altro che attirarmi di più verso di lei. < Tocca a me continuare a raccontare... > disse Shade all'improvviso < Sì certo... > < Sembri distratto, qualcosa non va? > < Nulla! > risposi secco < Su, sbrigati e raccontami! > Lui non si lamentò dei miei modi bruschi, ma nemmeno li ignorò. Lui non ignorava mai niente, era un essere attento e dall'intelligenza sopraffina. Iniziò a raccontare:

Il consiglio dei 300 esorcisti

Avevo bisogno di infiltrarmi all'interno di quel gruppo di uomini senza farmi riconoscere come entità non umana o, peggio, come essere malvagio. Sapevo bene che li dentro mi avrebbero considerato come un nemico, ed ero venuto proprio per evitare che continuassero a credere che fossero i demoni a commettere i crimini, mentre erano alcuni uomini malvagi a sfruttarli per i loro scopi.

Il mio piano era semplice: avrei preso le sembianze di uno dei partecipanti alla riunione, possibilmente quelle di un inserviente sconosciuto. Avevo passato qualche giorno a studiare chi entrava e chi usciva dal palazzo. A quanto pare la sede di questo gruppo di esorcisti si trovava nei sotterranei di un vecchio edificio di una cittadina chiamata Glasgow. Esso era stato adibito ad ufficio per tutti i suoi 4 piani, ma sotto il terreno si estendevano molte stanze, alcune adibite ad archivi, alcune a magazzini ed una, quella più in profondità delle tutte, era la sede del Consiglio dei Trecento Esorcisti.

Questo gruppo aveva adepti per tutto il Regno Unito e si impegnava, da almeno un centinaio di anni, a scacciare diavoli e demoni dai corpi dei malcapitati peccatori. Un tempo erano riconosciuti dalla Chiesa, un'organizzazione religiosa molto potente, che li aveva finanziati, ma ora il loro operato era visto con molto sospetto ed andavano avanti solo grazie anche all'aiuto di alcuni fedeli molto illustri. Con il tempo si era diffusa la voce, alimentata da forti correnti atee ed antireligiose, che il loro operato fosse rivolto a persone che non erano per niente indemoniate, ma solo nemiche di qualche finanziatore o personaggi scomodi. Ma se il loro scopo era quello di difendere gli uomini mi avrebbero ascoltato.

Avevo individuato uno di loro; un uomo anziano, con i capelli grigio chiaro e la barba curata. Si trattava sicuramente di un parroco o di un monaco a causa del suo abito lungo e nero,il crocifisso di legno come ciondolo al collo e del cappello nero. Lo seguii ed aspettai che fosse solo per potergli parlare. Ci volle molto tempo, era un uomo solare, a cui piaceva la compagnia delle persone e che continuava a fermarsi per salutare bambini e passanti. Si fermò ad un certo punto in un parco pubblico per riposarsi. Era più anziano di quel che si poteva credere a prima vista. La sue barbetta copriva con maestria le rughe del viso ed il suo sorriso buono, che gli compariva quando osservava dei giovani giocare, lo incorniciava perennemente in un'età più fanciullesca. All'improvviso mi guardò, e cambiò espressione. Si alzò, camminò sino alla panchina dove mi ero seduto e si mise vicino a me.

< è una magnifica giornata, non credi? > < Sì, lo è > risposi < Sembra dipinto da qualcuno quel cielo azzurro... ma quelle nuvole grigie in lontananza potrebbero preannunciare un cambio di tavolozza. > < I cieli più belli sono quelli senza nubi. > disse il parroco < Sopratutto quelle grigie... > < Ha paura delle nubi padre? > < No di certo... mi infastidiscono solo la vista > < Dovrebbe arrabbiarsi con il vento che le sospinge... loro sono solo vapore che si lascia trasportare. > Poi mi avvicinai al suo crocifisso e lo presi in mano : < Ci sono nuvole diverse dalle altre... più forti e che non vogliono essere sospinte da nessun vento... Che vorrebbero giustizia per le loro sorelle che vengono maledette senza una vera colpa... > poi aggiunsi < è un bel ciondolo... > < Mi sa proteggere... > rispose confuso l'uomo < ...Solo dai pericoli... Lei aiuta le buone cause? Perché... credo che la mia lo sia. >

 

La stanza sotterranea del Consiglio era più grande e meglio arredata di quanto pensassi. Il pavimento era coperto di moquette rossa con motivi dorati, le pareti ricoperte di carta da parati color legno scuro, non vi erano ovviamente finestre e l'aria veniva ricambiata da un sistema d'areazione sul soffitto. Tre lunghi tavoli di legno massiccio erano posizionati a semicerchio e sui loro lati esterni vi saranno state una cinquantina di sedie, anch'esse di legno pregiato. La stanza aveva il soffitto piuttosto alto, almeno sei-sette metri, adornato da crocefissi scolpiti a mano, con Cristi di carnagione diversa tra loro e particolari incredibilmente accurati come una lacrima che scende dall'occhio destro o una punta di ruggine sul chiodo. Probabilmente quel luogo era solo un ritrovo tra tanti, vista la quantità di posti a sedere e di persone: erano tutti in abiti sacerdotali di vari credi. Ma uno di loro, seduto al centro del tavolo centrale, mi dava una sensazione particolare.

< Sit! > disse e tutti si accomodarono al proprio posto in pochi secondi. Si alzò. Era un uomo in abito sacerdotale scuro, calvo, con gli occhi severi e dall'età avanzata. < Diabolus Desperdam! > disse < Amen! > risposero tutti. < Apriamo questa riunione con un ospite... > disse. Io ero in piedi al centro dei tre tavoli, immobile, come mi aveva detto di fare il sacerdote. < Io sono il Custode degli Inferi, colui che riporta i diavoli da dove sono venuti e difende questo mondo. Loro sono i discepoli che mi hanno seguito e che mi seguono. Noi seguiamo le orme degli esorcisti del passato, che oggi purtroppo sono sempre più osteggiati. Ora vorrei chiederti: qual è il tuo nome, e perché sei qui? > < Io sono Shade > risposi < E sono qui per rivelarvi i vostri veri nemici. >

Cominciai: < Io sono un demone, una creatura fatta di fumo e polvere. Ho vissuto per molto tempo, tanto che non ricordo nemmeno quando nacqui, in quello che voi potreste definire come l'Inferno. Noi lo chiamiamo il Regno del Dolore. Voi combattete da centinaia di anni noi demoni, credendo che siamo la causa di cose orribili, della perdizione dei fedeli e della loro infelicità. Ma non è colpa nostra. Noi demoni siamo masse vuote e prive di capacità empatiche. Siamo possibili macchine da guerra che alcuni uomini riescono a controllare tramite antichi rituali. Noi non centriamo, siamo solo marionette. Non abbiamo una coscienza, non abbiamo una morale, ma non meritiamo di essere usati come specchietto per le allodole. > I sacerdoti cominciarono a rumoreggiare. Alcuni strinsero i rosari, altri fecero per alzarsi, ma il Custode fece loro segno di calmarsi. < Quello che dici sarebbe molto interessante Shade... se non fosse falso. Ho conosciuto altri come te che erano stati inviati per ingannarci. Ora vattene da questo luogo e riferisci al tuo capo che noi non ci fermeremo! Riferiscili che combatteremo fino all'ultimo uomo per difendere l'Umanità! > < Non sto mentendo! Basate la vostra lotta sull'obbiettivo sbagliato! > < Basta così! > disse l'uomo e si alzò in piedi con lo sguardo severo < Non Posso permetterti di confondere i miei soldati! > e cominciò a recitare a bassa voce un esorcismo. Tutti gli altri lentamente cominciarono a fare lo stesso, ma io non me ne curavo, sapevo che le loro formule non mi toccavano.

Ma, improvvisamente, mi sentii molto debole ed un grande dolore mi investì. Non capivo che mi stesse accadendo, dopotutto erano solo preghiere, non avrebbero dovuto farmi male . Sentii sotto i miei piedi che il terreno tremava e capii che si stava aprendo un passaggio per riportarmi nel Regno. In pochi secondi sarei sprofondato, ma sentii una strana forza pervadermi, ed una luce bianca mi accecò. 

 

< E poi? > chiesi io < Ho raccontato troppo... anche tu hai una storia da continuare ed è il tuo turno. > rispose Shade < Ma non preoccuparti, anch'io continuerò la mia. >

   
 
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