Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: AlicyaM    21/01/2017    1 recensioni
[Dal testo]
Dalla maglia a maniche lunghe poteva intravedere i muscoli ben sviluppati dei bicipiti e se quelli erano belli alla sua vista chissà come dovevano essere i suoi pettorali. Strano non aveva mai fantasticato così tanto su un uomo ed Ettore l’attirava, le piaceva vedere la sua figura e la incuriosiva… in cuor suo sperava di approfondire la cosa, pur sapendo che non era la cosa giusta da fare. C’era qualcosa di strano in lui, un’aura quasi… misteriosa e non sapeva se fosse una cosa positiva o negativa. E poi non sapeva come gestire quel tipo di complimenti.
Genere: Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo I

*Giorno 13 ottobre ore 7:38*
La sveglia del cellulare suonò insistentemente per la seconda volta. Come per dirle "Svegliati é tardi! Non puoi più poltrire", ma lei non aveva nessuna intenzione di dar retta ad un aggeggio fastidioso come quello, soprattutto se interrompeva un sogno a dir poco meraviglioso! E sotto le coperte si stava proprio una meraviglia. Perché doveva abbandonare quel nido caldo e accogliente? Ah si per la prima lezione all'università...
Sbuffò, scostò le coperte e mise a tacere l'odiosa sveglia che non aveva avuto pietà del suo sonno. Nuovo anno stessa vita, pensó mentre si dirigeva indolente verso la cucina se non che... Appena i suoi occhi incrociarono le lancette dell'orologio stavano quasi per uscire fuori dalle orbite! Le 7:42 questo significava che aveva dieci minuti o poco più per prepararsi e sperare di arrivare in tempo alla lezione.
Ma proprio oggi dovevo ritardare?! Alla prima lezione del prof Luciani poi...
Già poteva sentire la sua vocetta acuta e fastidiosa mentre la riprendeva per il suo ritardo. Lo conosceva troppo bene per sperare nella sua indulgenza, almeno al primo giorno! E non aveva nessuna voglia di diventare l'interesse di duecentocinquanta e passa studenti. Ecco perché saltò la colazione e prese i vestiti dall'armadio senza porsi il problema se fossero abbinati o meno. Diede un'altra occhiata all'orologio nella speranza di avere ancora qualche minuto a disposizione, le 7:53. Come non detto, si pettinò i capelli, prese il telefono, il giubbotto e lo zaino. Chiuse a chiave la porta e si diresse di gran carriera verso la fermata dell'autobus.
Scommetto che oggi è passato prima, proprio quando sono io ad essere in ritardo!
E di fatti le sue supposizioni trovarono conferma. Era ferma alla fermata e guardava alla sua sinistra nella remota possibilità di intravedere il bus. -Se stai aspettando il 445 guarda che é già passato- la informò la signora accanto a lei. Dall'espressione che fece la signora di compassione la ragazza comprese di aver mostrato in modo evidente il proprio sconforto. Così con aria flemmatica si diresse più avanti. A quanto pare oggi avrebbe fatto una bella passeggiata a piedi, sarebbe arrivata in ritardo a lezione beccandosi un bel monito dal professore.
 
 
Era li ferma ad un incrocio, indecisa se prendere quella via molto meno frequentata, rispetto al viale principale, per raggiungere l'università quando vide con la coda dell'occhio sopraggiungere un'automobile blu scura. Era così pulita, lucida e brillante da non passare inosservata pur non essendo un modello di lusso. Riprese a camminare immaginando chi ci fosse alla guida dell'auto e non avendo desiderio di incontrare quella persona, ma a quanto pare l'automobilista non era della stessa idea dal momento che rallentò la velocità della vettura fino ad accostarsi al marciapiede dov'era lei.
Perfetto l'ultima persona al mondo che voleva vedere l'aveva incontrata alle prime ore del mattino. Quando si dice che il buon giorno si vede dal mattino...
 A bordo dell'auto c'era un uomo. Non lo conosceva bene, sapeva che si chiamava Ettore ed era il cugino di una studentessa del suo stesso corso. In realtà non conosceva bene neanche la cugina, avranno scambiato si e no quattro parole in due anni. Il vero problema non era tanto  ignorare una persona che aveva appena conosciuto, ma stare a contatto con un uomo di quel genere. E che uomo! Le sussurrava la sua vocina interiore. Ettore era veramente un bel esemplare di maschio e non ne faceva mistero, certo non ostentava in modo fastidioso il suo sex appeal, ma si faceva notare abbastanza.
E se lo hai notato pure tu allora...
Doveva essere onesta con se stessa per quanto sogni simili a quello fatto poche ore fa e l'incontro con un uomo come Ettore le provocavano ansia. Un'ansia cronica che peggiorava con il passare del tempo: iniziava a balbettare, si incantava e non pronunciava frasi di senso compiuto (o più banali del "Che bella giornata non trovi?") ma soprattutto... Sudava. Era imbarazzante ma le sue mani diventavano appiccicose, aveva paura perciò di salutare la persona in questione, e il cuore cominciava a battere. Ecco cosa sarebbe successo se Ettore le avesse dato confidenza. Ah quante volte aveva maledetto la sua insicurezza e la sua bassa autostima!
Fa niente. Lo saluterò e gli dirò che sono in ritardo.

-Ehilà! Ciao- la salutò con un sorriso veramente bello. Denti puliti, labbra sottili. Veramente un bello spettacolo.  -Ti ricordi di me vero? Cornelia ci ha presentato la scorsa settimana.-
-Si... certamente. Come stai?- un paio di frasi di rito e poi via, verso la libertà! Che sapeva di banchi vecchi e studenti urlanti, ma forse era sempre meglio di questo.
-Ora che ti ho visto sto decisamente meglio- che farfallone.
-Bene mi fa piacere. Adesso devo proprio andar...- si stava avviando quando lui la interruppe -Dove sei diretta?- le chiese con quella voce gentile che sembrava un vero peccato ignorarla. -All'università. E sono sicuramente in ritardo.- sperava che capisse il messaggio e la lasciasse in pace.
-Se é così ti darò un passaggio-
-No guarda non è necessario. Sono quasi arrivata-
-Insisto. Entra in macchina - questa volta l'inflessione della sua voce era molto più decisa, anche se il sorriso non era sparito. Lei guardò la strada, stavano dando spettacolo e per evitare che la gente ascoltasse i loro discorsi passò davanti l'auto, aprì lo sportello e salì a bordo.
-Ti ringrazio, anche se non c'era bisogno- lo guardò rapidamente evitando di accentuare il suo rossore già ben evidente che aumentava quanto più sentiva Ettore sghignazzare. Oh certo lui si divertiva! Lei non ci trovava proprio niente, anzi era parecchio imbarazzata e non vedeva l’ora di raggiungere l’entrata dell’università.
-Non è un problema per me. Anzi sono contento di poterti accompagnare e stare in tua compagnia. Non capita tutti i giorni di avere una bella ragazza come passeggero. Non trovi?- le strizzò l’occhio mentre cambiava marcia e superava una macchina di fronte a loro. Cavolo se ci sapeva fare. Osservò le sue mani che stringevano il cambio e un groppo alla gola la opprimeva. Come sarebbe stato farsi accarezzare da quelle mani?
Ma che diavolo sto pensando?!
Dalla maglia a maniche lunghe poteva intravedere i muscoli ben sviluppati dei bicipiti e se quelli erano belli alla sua vista chissà come dovevano essere i suoi pettorali. Strano non aveva mai fantasticato così tanto su un uomo ed Ettore l’attirava, le piaceva vedere la sua figura e la incuriosiva… in cuor suo sperava di approfondire la cosa, pur sapendo che non era la cosa giusta da fare. C’era qualcosa di strano in lui, un’aura quasi… misteriosa e non sapeva se fosse una cosa positiva o negativa. E poi non sapeva come gestire quel tipo di complimenti.
-Sei adorabile quando arrossisci sai? Ormai è raro trovare una ragazza come te- credeva che la stesse ignorando ed invece l’aveva osservata senza rendersene conto. Tutto ciò però stava terminando poiché erano giunti a destinazione. Tirò un sospiro di sollievo, finalmente poteva stare tranquilla per il resto della giornata.
-Bene siamo arrivati- si girò a guardarla e la osservò dalla testa ai piedi senza perdersi nessun particolare e lei, sotto quell’ispezione, si sentiva piccola ed intimidita, quasi nuda.
-Già ecco…-
-Non credi che mi meriti una ricompensa per la mia buona azione?- con quella voce roca e quell’atteggiamento così spavaldo e sicuro di sé poteva dargli tutto quello che voleva per poi pentirsene subito dopo. Un dito cominciava a risalire dal collo fino alla guancia carezzando lentamente tutta l’area circostante, come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, come se fosse un meraviglioso e appetitoso dolce e lui fosse a digiuno da giorni. Quello sguardo, quei gesti non sapeva come gestirli. Lei… era una semplice ragazza, niente di che, come la si poteva incontrare ogni giorno per strada e con i tanti problemi che aveva ogni giorno. Ma soprattutto non aveva esperienza con i ragazzi, di certo non ne andava fiera e doveva anche far in modo che non fosse così palese (anche se aveva i suoi dubbi al riguardo).
Le afferrò il mento con due dite e si avvicinò alle sue labbra -Che ne dici? Vuoi?- erano occhi contro occhi e poteva notare le sfumature dorate delle sue iridi marroni, che le ricordavano il cioccolato il fondente, ed erano così scure da sembrare una grande distesa su cui affogare. Incuteva un certo timore quell’uomo e sicuramente era meglio non farlo arrabbiare o stuzzicarlo troppo. Lei però era rimasta muta, senza una parola e la bocca era asciutta e socchiusa come se essa stessa bramasse quel bacio con tutte le forze. Girò bruscamente il volto porgendogli la guancia mentre lui si chinò ad azzerare la distanza, solo per un millesimo di secondo era riuscito a sfiorare quelle labbra.
-Scusami ama desso devo proprio andare. Ci vediamo!- sfuggì alla sua presa e in men che non si dica era scesa dalla vettura per dirigersi di buon passo all’entrata dell’università che brulicava di studenti. Si voltò per un brevissimo istante a guardare il volto di quell’uomo e il suo sguardo non le piacque. Diceva “Non finisce qua”. Ma lei era fuori dalla sua portata adesso e non poteva farle niente. Un brivido le attraversò la schiena ma lei lo ignoro entrando in aula dove scorse Cornelia con altre due ragazze. Adesso doveva solo concentrarsi sulle prossime quattro ore per poi dedicarsi al pomeriggio lavorativo.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: AlicyaM