Ho provato a cercare qualcosa di più triste, di più umiliante, di più psicologicamente devastante.
Ma non ho trovato niente, o forse sono io che non riesco ad immaginare niente di peggiore.
Perché se ti senti un fallito, non c’è niente di peggio.
Quando la mattina mi guardo allo specchio mi sale quasi la nausea nel vedere di fronte a me il volto di una persona che nella vita, seppur breve, non ha concluso niente e mai concluderà qualcosa.
Per pigrizia, per svogliatezza, per stupidità.
Non lo so.
Non conosco il motivo, la causa scatenante della mia nullità.
E non credo cambierà mai qualcosa.
Per pigrizia o per stupidità, non cambierà mai niente.
Ne sono cosciente, eppure non faccio niente.
Pigra o stupida?
Continuo a domandarmelo, ma non riesco a rispondermi.
Codarda.
Questo so di esserlo.
Non sono mai riuscita a portare a termine niente. Mi mancano le capacità essenziali.
La voglia o l’intelligenza.
Quello che ho sempre pensato è che se io non fossi stupida probabilmente non sarei nemmeno pigra.
Quale persona intelligente butta via la sua vita per svogliatezza?
Nessuna.
Ed è per questo che io sono stupida.
O forse troppo pigra per applicare la mia intelligenza.
Se parti senza la voglia di fare qualcosa nella vita poi, nella vita, non farai niente.
Intelligenza o meno.
E allora, forse, non è tutta colpa mia.
Oppure cerco solo di scaricare la colpa del mio essere una persona fallita su qualcun altro.
Codarda.
Lo so.
Ma comunque non faccio niente per cambiare lo stato delle cose.
Per modificare l’opinione che la gente, e che io stessa, abbiamo di me.
Codarda, pigra, stupida e fallita.
Codarda, perché non mi assumo la responsabilità di essere una fallita.
Pigra, perché non concludo mai niente.
Stupida, perché butto via la mia vita per pigrizia.
Fallita, perché passo il mio tempo ad auto-commiserarmi invece di fare qualcosa.
Ma ormai si sa, sono pigra. E stupida.
Ma non perché butto via la mia vita per pigrizia, ma perché a soli sedici anni sono ormai convinta di essere stupida e fallita.