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Autore: lumieredujour    22/01/2017    0 recensioni
« Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis; In memoria aeterna erit iustus ab auditione mala non timebit. »
« Dona loro eterno riposo, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Il giusto sarà sempre ricordato, non temerà annunzio di sventura. »
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un giramento di testa infernale, sento le note del pianoforte salire e scendere sempre più frenetiche, sempre più svelte, le mie dita non riescono più a tenere il passo, ma la musica continua, nella mia testa o forse è il pianoforte suonato da qualcun altro, da un ricordo,
 
da una dama i cui capelli scuri toccavano i tasti neri, da una mano che sembrava saltare come una cavalletta, da un profumo intenso e sconosciuto, uno sguardo che non cambia col tempo, ma si fa più puro, che vede al di là del bene e del male.
Sale la vertigine, si sovrappongono

i pensieri e sento una mano accarezzarmi la nuca, ma sono solo in casa,

è il presente o il passato, o forse il futuro?
Mi sfiori il collo, mormorando che dovrei farmi crescere i capelli

e mentre un brivido scende come il tocco di dita frenetiche lungo tutta la mia schiena.
Tremo, provo a mettermi, ma cado
il tono Allegro che il piano suona (o tu suoni?) non aiuta e sento,

“ti dimenticherai mai di me, di questa canzone?”
ti sorrido. “neanche volendo, ormai sono tuo”

mi rialzo a fatica, chiudo il piano prima che mi riveli verità che non voglio sapere, prima che riporti a galla ricordi che non dovrebbero ancora vivere in me, ma che non si decidono a morire.
“Chi perirà per primo, il mio corpo o il tuo ricordo?” urlo a gran voce. Impazzisco

“…impazzirei a non poterti più guardare suonare”, ti dico e sorridi enigmatica, sembra quasi tu sappia già a cosa sei destinata, ma continui comunque sul percorso che ti è stato assegnato,

mentre per me è il mio ultimo atto, inevitabile e infinito e non voglio che arrivi l’attimo finale. D’altro canto morire nel cuore della notte non sarà poi così male con la Luna che illumina e purifica, sento il respiro farsi più lento, sento parole scivolare dalle mie labbra,

“Non abbandonarmi mai” dici tra le lenzuola candide che a stento riesco a discernere dalla tua persona. Stringo la tua mano, la bacio e sento per l’ultima volta il tuo profumo “Vienimi a prendere” ti sussurro, ma hai già chiuso gli occhi per sempre

eppure sembra quasi che tu abbia sentito, che tu sia qui pronta ad afferrarmi per portarmi negli Inferi, suonando una melodia che sa di morte e di divino nella mia bocca, sa di fatale. Voglio squarciare gli arazzi sul muro,
 
getto i bicchieri di cristallo sul tappeto, urlo e strepito perché tu non puoi sentirmi, non mi sentirai mai  più,

ma ti sento ancora, ora più che mai e so che più pronto di così non lo sarò mai. Apro la portafinestra ed entra il vento,

la pioggia sferza il mio viso e io apro le braccia, voglio piangere eppure rido come un matto.
Mi avvicino al bordo e guardo giù, osservo
 

gli alberi che rimangono immobili, che mi chiamano in una lingua che non conosco e che mi attira comunque. Salgo sulla balaustra e chiudo gli occhi prima di urlare
“Ti devo la mia vita, ti devo i miei respiri

finché riuscirò, sappi che tutto questo è stato tuo,
 
la morte arriverà con te come Messaggero, sarò sicuro di capirti

e sicuro di chiudere gli occhi e riaprirli soltanto alla tua vista,
 
ma ora sono pronto perfino a sopravvivere
a morire
solo per te
soltanto per il tuo ricordo. Chiudo gli occhi, salto
faccio un passo indietro
e finisce tutto com’è iniziato.
Il Nulla
  
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