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Autore: Mei91    23/01/2017    3 recensioni
Sasuke Uchiha e Sakura Haruno sono finalmente marito e moglie, ma la giovane sposa ha tenuto nascosto al marito un piccolo dettaglio.
Sakura infatti ha una disfunzione cardiaca e il fatto che ella è anche incinta non aiuta di certo la situazione.
Come reagirà Sasuke alla scoperta della malattia della moglie che che il parto potrebbe ucciderla?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sarada Uchiha, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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EPILOGO



Erano passate circa due settimane da quando Sakura si era nascosta alla casa al lago di Ino e dopo che la sua migliore amica le aveva accordato il suo aiuto e non evitandole per questo una ramanzina con i fiocchi. Sapeva di essersi comportata da stupida fuggendo di casa, da Naruto, Sasuke e Itachi, ma non aveva la minima intenzione di passare le ultime settimane di gravidanza come una “sorvegliata speciale” solo per un suo piccolo errore di negligenza.

Certo, era passata dalla possibilità di stare in un comodo loft, con tutti i confort possibili ed immaginabili che Naruto, essendo l’Hokage le avrebbe offerto e soprattutto poter stare in compagnia di suo marito e del tanto agonizzato cognato se solo non fosse fuggita per rifugiarsi nella vecchia casa al lago di Ino dove non c’era un tubo da fare se non rilassarsi.

Tramite Ino era venuta a conoscenza che tutta Konoha aveva accettato Itachi per l’eroe che era, che gli avevano fatto una grande festa, ma sempre tramite la sua migliore amica era anche venuta a conoscenza che Sasuke non stava bene, che quasi da due settimane non metteva cibo sotto i denti, che la cercava per mari e per monti, per tutta Konoha e se non fosse stato per Ino che lo aveva convinto del fatto che lei si trovasse ancora a Konoha,  sarebbe partito per la sua missione speciale: ovvero la ricerca di sua moglie.

Era venuta anche a conoscenza che persino suo cognato non aveva partecipato ai festeggiamenti in suo onore durati più di una settimana per mettersi alla sua ricerca, così come anche Naruto che aveva sguinzagliato Kurama e lo aveva obbligato a cercarla, ma per colpa di Itachi che le aveva bloccato il chakra, era decisamente difficile trovarla, persino per un demone del calibro di Kurama.

Sakura sbuffò e sollevò il viso dalle scarpette di lana che stava lavorando per la sua bambina per puntare lo sguardo sulla televisione accesa e dove la giornalista diceva che ancora nessuno era stato in grado di trovarla e che l’hokage aveva iniziato a mobilitare persino gli Ambu per cercarla fuori dai confini di Konoha.

“Non è possibile che abbia causato tutti questi problemi!” borbottò Sakura sentendosi maledettamente in colpa per quegli avvenimenti.

Stufa spense la televisione e riprese a lavorare a maglia, mentre dagli occhi qualche lacrima faceva capolino. Le mancava terribilmente Sasuke. Desiderava disperatamente tranquillizzarlo, dirgli che stava bene, che grazie a Itachi e al fatto che le aveva bloccato il chakra in quelle due settimane d’assenza non aveva avuto alcun problema e che anzi si sentiva decisamente più in forze e fortemente più convinta di riuscire a superare il parto della loro bambina senza alcun intoppo o problema, ma al contempo si sentiva talmente in imbarazzo, talmente in colpa per essere fuggita che l’idea di prendere il telefono e chiamare il marito per dirgli dove si trovasse la terrorizzava più del parto stesso.

Conosceva Sasuke e sapeva già che era furioso con lei.

“Perdonami amore mio, sono un completo fallimento come moglie. Spero solo che un giorno tu possa riuscire a perdonarmi!” sussurrò Sakura voltandosi verso la finestra e osservando il cielo stellato.

 

Ino se ne stava tranquilla a giocare con il suo telefono nell’attesa di qualcosa da fare. Quella sera l’ospedale di Konoha era di una noia mortale, non si muoveva anima viva e lei tremava all’ idea di vedere entrare nuovamente Sasuke dalla porta e iniziare a torturarla nuovamente affinché gli rivelasse dove si trovasse sua moglie. Erano ormai due settimane di fila che veniva messa sotto torchio da Sasuke, ogni giorno, ogni ora. Inoltre c’è l’aveva a morte con Sakura perché per colpa sua, oltre a coprirla aveva dovuto trascurare suo marito e cosa ancora peggiore gli aveva dovuto mentire. Quando due settimane prima Sasuke le aveva chiesto se aveva visto Sakura, purtroppo il suo atteggiamento aveva scaturito una sorta di sospetti in Sasuke e ciò non aveva fatto altro che rendere la sua missione: quella di coprire Sakura, ancora più difficile. Inoltre Sasuke non era stato capace di tenere per se i suoi sospetti e ne aveva parlato anche con Naruto e Itachi, quindi a Ino era toccato essere messa sotto torchio da tre dei ninja più potenti di Konoha e parevano essersi messi d’accordo perché il Lunedì e il mercoledì l’asfissiava Itachi, il martedì e il giovedì Naruto, il Venerdì, il Sabato e la Domenica Sasuke e dire che in passato si era reputata un ottima attrice, ma probabilmente lo era stata nei suoi sogni o molto più probabile era la teoria del fatto che non era facile ingannare Sasuke o Itachi, e di rimando anche Naruto e poi quei tre diventavano una spina nel fianco se il problema toccava la loro sfera emotiva, e quindi dato che Sasuke era il marito di Sakura, Itachi il cognato e Naruto il migliore amico, quella spina era diventata abbastanza dolente e  a maggior ragione se due di loro possedevano lo Sharingan, ma per fortuna Ino era sempre riuscita a non farsi estorcere alcuna informazione, ma ne era certa, questa Sakura gliela avrebbe pagata a caro prezzo.

Ino si alzò lentamente dalla sedia della sua scrivania e si diresse verso la stanzetta che lo staff medico usufruiva come punto di ristoro e prese a prepararsi una fumante tazza di the caldo, odiava a morte quando doveva fare la notte e non c’era un tubo da fare e probabilmente, per miracolo divino, quel Venerdì sera Sasuke non si sarebbe presentato a romperle le uova nel paniere anche perché erano le quattro del mattino e probabilmente stava ancora dormendo.

Un gran rumore fece storce il labbro a Ino in una smorfia disperata. Aveva cantato vittoria troppo presto, probabilmente anche quella notte Sasuke non aveva chiuso occhi e aveva cercato sua moglie fino a quell’ ora, probabilmente si era girato tutti gli alberghi del paese e poi doveva saperlo che Sasuke non era un tipo che si arrendeva facilmente.

La porta della stanzetta del caffè si spalancò rivelando un Sasuke con un volto più nero della notte e uno sguardo che le mise i brividi facendola deglutire violentemente.

“Adesso basta Ino, o mi dici dove si trova Sakura o sarò costretto ad utilizzare lo Sharingan su di te!” ringhiò gelido Sasuke.

Sasuke era al limite, aveva resistito due settimane senza sua moglie, ma adesso la sua assenza aveva causa un profondo vuoto incolmabile dentro Sasuke, un vuoto che lo aveva spinto a minacciare di usare lo Sharingan su una sua amica pur di ritrovarla.

“Te l’ho già detto Sasuke, non ho idea di dove si trovi Sakura, anzi se la trovi portala da me che le faccio una strigl…”

“Basta Ino! Sono stufo di stare ai tuoi giochetti. La fuori ho una moglie che ha bisogno di me.”

“Sasuke…”

“No, anzi no! La fuori ho una moglie di cui ho disperato bisogno e che non riesco a trovare da due settimane. Per due settimane ho assecondato tutte le tue balle, adesso basta! Ho bisogno di lei! O parli Ino, o userò lo Sharingan senza alcun freno!” ringhiò Sasuke e in quel momento Ino seppe per certo che Sasuke non avrebbe accettato un'altra frottola o un'altra scusa. Capì che persino il potente Uchiha era arrivato al limite e che non era il caso di farlo infuriare maggiormente.

“Mettiamo il caso sapessi dove si trova…che le farai?”

“Che domande sono! È mia moglie, ho bisogno di riaverla con me! Di riabbracciarla …baciarla…di sapere che sta bene!”

“Sta bene Sasuke, tranquillo!”

Sasuke sgranò gli occhi.

“Allora sai davvero dov’è?”

Ino sgranò gli occhi e la tazza di the le cadde a terra, ma lei la ignorò e si portò le mani davanti la bocca rendendosi conto della gaffe terribile che aveva appena commesso.

“Io non ho detto che so dov’è!” esclamò Ino cercando di salvarsi in contropiedi.

“Hai detto che sta bene e...”

“Mi ha chiamato qualche giorno fa ma non mi ha detto do…”

“Ino, ma chi vuoi prendere in giro? Ti rendi conto di chi hai davanti?” ringhiò ancora Sasuke sempre più freddo, sempre più gelido, sempre più incazzato. Ino abbassò di scatto la testa annuendo mestamente.

“Purtroppo si!”

“E allora se non vuoi fare una brutta fine, DIMMI DOVE SI TROVA MIA MOGLIE!” Esclamò Sasuke con un tonò che sbiancò del tutto Ino rendendola cadaverica.

Ino sospirò sperando nella sanità mentale di Sasuke e che Sakura non le desse uno dei suoi colossali pugni per aver rivelato a suo marito dove lei si trovasse.

“Allora?”

Ino sospirò afflitta e chiuse gli occhi.

“A casa mia al lago” sussurrò. Sasuke sgranò gli occhi.

“E’ lì da due settimane?” chiese Sasuke.

Ino annuì.

“Ma di questi tempi al lago non c’è nessuno!”

“Lo so, ma ha paura a tornare!”

“Perché?”

Ino lo guardò negli occhi con un’espressione che diceva – Aveva paura che tu fossi arrabbiato con lei-. Quella frase Sasuke la comprese al volo.

“Che baka di donna!” ringhiò Sasuke per poi correre fuori dall’ ospedale e dirigersi verso il lago e poi quindi a casa di Ino.

 

Sakura si era leggermente appisolata su divano quando una forte fitta allo stomaco la fece svegliare di scatto. Prese a respirare violentemente e stinse un occhi cominciando ad accarezzarsi la pancia nella speranza che la bambina si calmasse e che la smettesse di muoversi come una pazza. Lentamente si alzò dal divano ma quando fu in piedi ebbe come la sensazione di essersi fatta la pipì addossò, abbassò lo sguardo e vide una pozza d’acqua a terra e d’istinto capì che le si erano rotte le acque mentre un'altra contrazione, adesso aveva capito cos’erano quelle piccole fitte che aveva cominciato ad avvertire quella mattina. Istintivamente si portò una mano al cuore. Aveva come la sensazione che il suo cuore fosse stretto come in una morsa d’acciaio.

Un'altra contrazione, sta volta decisamente più potente la costrinsero ad emettere un grido e cercare di dirigersi in camera di Ino per prendere il cellulare e chiamare aiuto. Era stata una stupida, per tutte e due le settimane aveva tenuto il cellulare sempre a portata di mano ed ora che ne aveva davvero bisogno lo aveva lasciato in camera da letto. Era stata davvero una stupida e ora aveva preso a mancarle anche l’aria e la testa le girava vertiginosamente. D’istinto si aggrappò al bracciolo del divano nella speranza che la testa le smettesse di girare per concederle la possibilità di raggiungere il telefono e chiamare aiuto.

Passarono cinque minuti buoni ma la stanza non la finiva di girare, le mancava l’aria e il cuore batteva così freneticamente da farle un male cane. In quel momento, poco prima di svenire, Sakura comprese perfettamente i rischi di quel parto e quindi la furia della sua maestra, poi cadde a terra svenuta e ai piedi del divano di pelle viola di Ino.

 

Sasuke arrivò alla casa al lago di Ino mezz’ora dopo aver parlato con lei e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che tra le case tutte al buio quella di Ino aveva la luce accesa, segno quindi che Sakura era davvero lì e che Ino finalmente gli aveva detto la verità.

Sakura gliela avrebbe pagata cara per quella birichinata, probabilmente l’avrebbe rinchiusa con lui dentro la camera da letto a punirla come solo lui sapeva fare, ma al momento non vedeva l’ora di rivederla e stringerla tra le braccia. Le era mancata terribilmente e in più si era preoccupato a morte.

Sasuke prese un profondo respiro e senza nemmeno bussare spalancò la porta ma lo scenario che si trovò davanti gli fece accapponare la pelle.

Sakura, infatti era stesa a terra, priva di sensi, in una pozza di quello che sembrava acqua e sangue.

“Sakura!” urlò terrorizzato correndo da lei e prendendola tra le braccia. Non appena però l’ebbe tra le braccia annaspò. Sakura era bianco latte, il respiro quasi inesistente e il battito del suo cuore era talmente frenetico da terrorizzarlo a morte.

“Sakura…Sakura …tesoro sono io! Apri gli occhi! Sakura!”

Sasuke sbiancò ancora di più quando si rese conto che Sakura non rispondeva e che il suo corpo, minuto dopo minuto stava diventando sempre più freddo. Istintivamente la prese in braccio e prese a correre verso Konoha e quindi verso l’ospedale.

L’Uchiha correva a perdifiato, non aveva mai corso così veloce in vita sua, ma al contempo trovò la forza e l’adrenalina di afferrare il telefono e comporre il numero personale di Tsunade.

L’ex Hokage rispose al secondo squillo.

“Sasuke, che succede?” borbottò la donna assonnata.

“S…Sakura…no…si sveglia…le acque…la sto portando in ospedale…per favo…” urlò Sasuke al telefono con voce agitata e ansante.

“Cosa? Ragazzo che succede? Parla piano!”

Sasuke si fermò per un attimo, prese fiato ed esclamò.

“Ho trovato Sakura, non sta bene! È priva di sensi, fredda, il battito del cuore accelerato, non riprende conoscenza e credo le si siano rotte le acque…io …io”

“Va bene, afferrato Sasuke, portala in ospedale, arrivo immediatamente!” esclamò Tsunade. Sasuke non le rispose, agganciò il telefono e prese a correre velocemente verso l’ospedale.

 

Nel frattempo Tsunade era appena arrivata in ospedale e aveva mobilitato tutti i reparti e in particolar modo Ino e Hinata e quando finalmente arrivò Sasuke con Sakura non gli lasciarono nemmeno il tempo di poggiarla su una lettiga che già le tre donne erano sparite dentro la sala operatoria.

Un rumore violento di porte che sbattevano costrinse Sasuke a staccare lo sguardo dalla stanza dove erano sparite Tsunade, Hinata e Ino per vedere chi fosse arrivato. Gli si inumidirono gli occhi quando vide che Naruto e Itachi erano accorsi in ospedale, in pigiama non appena avevano appreso la notizia di Sakura.

“Sasuke…” Iniziò Naruto.

“Fratello…” esclamò Itachi trottando verso di lui per poi stringerlo violentemente tra le braccia.

“Lei…lei…”

“Lo sappiamo Sasuke, non c’è bisogno che parli! Ma sappiamo anche che Sakura è una roccia teme, ce la farà!” esclamò Naruto cercando di mostrare il suo solito sorriso, ma si vedeva perfettamente che anche lui era terrorizzato all’ idea di perdere la sua migliore amica.

“Non posso perderla Naruto! Non posso! Lei è la mia ancora!” esclamò Sasuke mentre lentamente si staccò da Itachi per avvicinarsi a quello che per lui era diventato un secondo fratello.

“E non la perderai. Ti ripeto che Sakura è una roccia!”

“Non ci credi nemmeno tu Naruto. Sakura è sempre umana!” e per la prima volta in vita sua Sasuke singhiozzò davanti Naruto.

“Forse, ma ti ricordo che adesso ha davvero qualcosa per cui lottare fino alla morte! Non sottovalutare tua moglie teme!” esclamò Naruto con gli occhi lucidi e mettendo una mano sulla spalla di Sasuke. Istintivamente Sasuke poggiò la testa sulla spalla di Naruto. Sentiva che solo lui poteva davvero capirlo. Certo, anche Itachi poteva farlo, ma con Naruto era diverso. Lui e solo lui dopo Sakura era stato in grado di capire quanto soffrisse, di comprenderlo di aiutarlo e ora anche in quel momento lui era lì che sempre un a buona parola di incoraggiamento e di fiducia anche nei momenti più disperati.

Naruto, Sasuke e Itachi si sedettero e attesero.

Il parto/intervento durò circa dodici ore, e in quell’lasso di tempo nessuno dei tre si era mosso da li. Sasuke così come Naruto avevano passato dodici ore d’inferno quando Itachi aveva preso a sentirsi male e a sbiancare di colpo, per poi svenire, segno che Sakura stava morendo, ma poi successe il miracolo, Itachi aveva ripreso colorito e a respirare in modo normale e quando aprì gli occhi guardò il fratello gli sorrise di cuore.

“Concordo con Naruto Sasuke, tua moglie e una roccia!” sussurrò Itachi

Sasuke non ebbe il tempo di rispondere al fratello che le porte della sala operatoria si aprirono e da esse uscirono Ino, Tsunade e Hinata tutte e tre con le lacrime agli occhi.

“Tsunade…”

“Tranquillo ragazzo mio, sono lacrime di felicità! È salva! Tua moglie c’è l’ha fatta!” sussurrò Tsunade e a tali parole per poco Sasuke non svenne dalla felicità, poi però sbiancò.

“E la bambina?”

“Anche lei Sasuke Kun, anche la piccola sta bene, la stanno lavando, poi potrai vederla!” sussurrò Hinata.

“Che ti dicevo teme! Hai visto è andato tutto bene!” esclamò euforico Naruto e Sasuke annuì piano e mesto abbassando lo sguardo facendo in modo che i capelli gli coprissero il volto.

“P…posso vederla?”

“La bambina?” chiese Ino

“Sakura!”

“Ma certo, vai! Solo non toccarla! Dobbiamo aspettare che si svegli, ma posso dire che è andato tutto a meraviglia. Comunque l’hanno uscita dalla sala operatoria dalla porta adiacente, è in terapia intensiva, stanza…”

“Sette!” esclamarono sia Sasuke che Naruto.

“Si!” rise di cuore Tsunade, poi Sasuke si avviò alla stanza.

“Che significa il sette?” chiese Itachi a Naruto.

“Siamo noi. Io, Sakura e Sasuke. Il team sette!” esclamò euforico Naruto prima di correre da sua moglie e baciarsela con passione.

Itachi sbuffò.

“Mi sa che mi devo trovare una moglie!”

Ino rise di cuore.

“Mi sa anche a me!”

 

Sasuke entrò nella stanza di Sakura proprio nel momento in cui la moglie aprì gli occhi. Sakura si mosse leggermente, ma trasalì subito.

“Ahi…ahi…ahi”

“Se non è ora, tra qualche anno tu mi farai venire un infarto!”

Sakura si voltò di scatto.

“Sasuke!”

“Sakura…”

Sakura si guardò la pancia e urlò.

“La bambina…la bambina…la…” cercando poi di alzarsi dal letto.

Sasuke corse immediatamente da lei e la costrinse a stendersi nuovamente ma così facendo lui rimase stretto abbracciato a lei.

“Shhh amore mio…shh sta bene la stanno lavando.”

“Sta bene?” sussurrò la rosa guardando il marito con occhi lucidi.

“Si, e anche tu! Ti amo Sakura!”

“Ti amo anche io Sasuke. Terribilmente. Non sei arrabbiato con me?” chiese Sakura.

“Certo che sono arrabbiato con te, ma ora ho solo voglia di stringerti a me e sapere che sei viva!” esclamò Sasuke seppellendo il viso nell’ incavo del collo della moglie e baciandole teneramente il collo.

“Itachi?”

“Vivo e vegeto cognatina! Allora che nome diamo a questa frugoletta?” esclamò Itachi entrando nella stanza e costringendo Sasuke a staccarsi dalla moglie, ma le si sedette accanto sul bordo del letto e quando Itachi poggiò la bimba tra le braccia di Sakura, sia lui che lei si guardarono negli occhi, e appena lui annuì Sakura annunciò.

“Benvenuta tra noi mio piccolo angelo, mio amato dono del cielo!!!” sussurrò Sakura.

“Benvenuta Sarada!” concluse per lei il marito.

 

The end

 

Allora signori e signore eccomi qua con l’ultimo capitolo di Un battito d’amore. Premetto che non sono molto soddisfatta di questo capitolo e che se più in là avrò più tempo, eliminerò questo ultimo capitolo per modificarlo, renderlo leggermente più completo e un po’ più articolato, ma per il momento vi dono questo finale e spero che non vi abbia deluso troppo.

Ringrazio infinitamente tutte quelle persone che hanno messo questa storia tra i preferiti, tra le seguite e tra le ricordate, e soprattutto ringrazio coloro che mi hanno dedicato un minutino del loro tempo per lasciarmi una piccola recensione.

Ripeto spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia deluso e spero davvero di trovare un po’ più di tempo per modificare il medesimo e renderlo più completo, più dettagliato.

Alla prossima un grosso Kiss

La vostra Mei.

Ci vediamo più in là in Dark lover.

Un grazie enorme a tutti.

 

   
 
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