Lasciarsi andare
“Perché sei scappata l’altro giorno
allo Skydiving?” Kara e
Lena erano stese sull’enorme letto della Luthor, le
gambe intrecciata e le mani che giocavano e si accarezzavano. A quella domanda Kara abbassò lo sguardo. “Hai avuto paura?” Chiese allora,
con tono gentile, Lena. La luce delle candele era tenue e creava giochi di luce
e ombre sui volti delle due donne.
“Ho avuto paura di perdere il
controllo.” Ammise lei e Lena corrugò la fronte. “Mi dispiace averti lasciato
così.” Mormorò poi e Lena scosse la testa.
“Non importa, ma avresti dovuto
dirmelo, avresti dovuto fermarmi, lo avrei fatto se tu lo avessi chiesto…” Un
sorriso le si aprì sulle labbra. “Avrei tentato quanto meno.” Kara arrossì e Lena rise. Un risata delicata che però le
riscaldò il cuore. Rimasero in silenzio mentre Lena seguiva con un dito la linea
delle labbra di Kara.
“Non mi è mai successo di provare
qualcosa di così intenso per qualcuno.” Ammise poi la Luthor,
il tono basso, come se mormorasse un segreto. “Quando ci siamo baciate, la
prima volta… sai quando si dice: non toccavo terra? Ebbene, quella era la
sensazione, te lo giuro.” Kara, in imbarazzo, alzò la
mano per sistemarsi gli occhiali sul volto, ma li aveva tolti nello stendersi e
arrossì, mentre Lena si mordeva il labbro. “Devo farti un’altra confessione. Io
odio volare, mi fa paura, mi sembra sbagliato, lo faccio solo perché devo,
eppure… eppure volare con te è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto.”
“Non ti piace volare?” Chiese Kara sbalordita dalla dichiarazione. “Io… non lo sapevo!”
“Meno male, altrimenti non mi avresti
mai portata in quel posto.” Lena sorrise mentre Kara
faceva una smorfia dispiaciuta. “Devi ringraziare… Maggie?” Provò e quando lei
annuì Lena ripeté: “Ringrazia Maggie per la dritta.”
“Lo farò.” Rimasero in silenzio a
fissarsi, le mani che si intrecciavano.
“Mi fai sentire come un’adolescente
alla prima cotta.” Riprese a parlare Lena. “Ho voglia di fare l’amore con te,
una voglia matta, eppure rimango qui, incapace di respirare e ti guardo,
chiedendomi se si possa impazzire dal desiderio.” Kara
sbatté le palpebre sorpresa. Il cuore di Lena stava battendo veloce ora e il
suo lo seguì mentre lei spingeva il suo viso verso quello della ragazza
catturando le sue labbra in un bacio.
Dolcemente assaporò le labbra della
ragazza, senza fretta lasciò che le loro lingue si trovassero, godendo ogni
istante di quel delicato scoprirsi, ancora e ancora.
Lena la spinse a sdraiarsi pancia in
su stendendosi su di lei attenta a non pesarle addosso, ma facendo sì che i
loro corpi aderissero. Si baciarono ancora, mentre Kara
avvolgeva le braccia attorno al corpo di Lena lasciando che le sue mani le
accarezzassero la schiena prima attraverso il tessuto della t-shirt, poi
infilandosi sotto di essa e toccando la pelle nuda della donna. Dopo pochi
istanti Lena si sollevò a sedere e attirò verso di sé Kara,
la baciò poi, sempre con dolcezza, un sorriso sulle labbra, le sfilò la
maglietta per poi fare lo stesso con la propria. La mani di Lena si posarono
sulla sua schiena nuda mentre le labbra della ragazza si spostarono alla base
del suo collo provocandole un brivido di piacere.
Kara piegò la testa lasciando che Lena le
baciasse il collo fino ad arrivare a morderle dolcemente il lobo dell’orecchio.
“Va tutto bene?” Le chiese Lena
quando la sentì rabbrividire sotto di sé.
“Sì.” Soffiò lei, incapace di dire di
più. La donna sorrise poi la baciò mentre con le mani le slacciava il reggiseno
e glielo sfilava, gettandolo via. Kara sentì il cuore
che tornava ad accelerare mentre la ragazza la spingeva verso il materasso
rimanendo seduta su di lei, gli occhi che si perdevano nel guardare il suo
corpo.
“Sei perfetta.” Affermò, poi con la
mano le accarezzò un seno, facendole sfuggire un sospiro di piacere. Lena si
morse il labbro e Kara fu sicura che il suo cuore non
avrebbe retto oltre. Invece resse anche quando la donna si abbassò di nuovo su
di lei, baciandole il collo e scendendo fino a lambire il suo capezzolo con la
bocca. Kara sentì il proprio corpo arcuarsi mentre
dalla labbra le sfuggiva un gemito.
Sentiva un fuoco accendersi nel basso
ventre, mentre tra le gambe iniziava ad avvertire una certa umidità. Lena passò
al secondo seno e lei dovette ansimare incapace di resistere al piacere. Eppure
doveva, perché non poteva permettersi di perdere il controllo.
“Lena…” Ansimò e la donna si separò
dal suo corpo per guardarla.
“Devo fermarmi?” Le chiese la donna,
gli occhi che brillavano. Kara scosse la testa, ma
Lena non ricominciò, invece si stese accanto a lei, baciandola con dolcezza.
“Non abbiamo nessuna fretta.” Le mormorò. La sua mano andò a posarsi sul suo
fianco accarezzandola dolcemente, mantenendo vivo il desiderio, senza però
spingerlo oltre.
Kara si mise di
fronte a lei, chiedendosi cosa avesse fatto per meritarsi una donna tanto
speciale.
“Non voglio farti del male.” Le disse
mentre le accarezzava il volto.
“Non mi farai del male.”
Kara tornò a congiungere le loro labbra
mentre Lena le accarezzava la schiena attirandola contro il proprio corpo.
Infastidita dal reggiseno che ancora indossava la donna lo tolse e Kara rimase affascinata da quel corpo svelato. Ammirandone
le forme e contemplando la perfezione di quella pelle alabastro Kara fece scorrere le dita lungo di essa, osservando il
modo in cui al suo tocco i capezzoli si irrigidirono. Lena chiuse gli occhi
lasciandosi sfuggire un sospiro e Kara sentì che il
cuore della donna batteva più veloce e quando Lena riaprì gli occhi si ritrovò
a specchiarsi in un cielo estivo. Rapita si piegò su di lei baciandola e
lasciando che i loro seni si toccassero. Fu un bacio lungo, ma le mani di Lena
non rimasero inattive, invece si insinuarono nei sui pantaloni finendo per
accarezzarle il sedere, dandole dei lunghi brividi di piacere.
Poi la donna tornò a spingerla verso
il basso e salì su di lei, le baciò il collo, poi i seni fino a scendere sul suo
ventre che mordicchiò e baciò e poi arrivò al bordo dei suoi pantaloni. Kara trattenne il respiro, ma la donna alzò gli occhi verso
i suoi cercando un permesso per andare oltre. La kryptoniana
rimase immobile, ma la donna dovette leggere qualcosa nel suo sguardo perché
non indugiò più, invece, le sbottonò i pantaloni e li tirò verso il basso
lasciando che scivolassero via e poi gettandoli a terra. Ora si trovava tra le
sue gambe e la guardava mentre lentamente scendeva a baciare la sua intimità
ancora coperta dalle mutandine. Kara sentì il proprio
corpo tendersi e gemette mentre spingeva la testa indietro e stringeva le
lenzuola nei pugni. Le mani di Lena si posarono sulle sue cosce accarezzandole,
mentre la sua bocca le infuocava la pelle nel suo punto più sensibile.
Lentamente sentì le dita di Lena risalire fino ad arrivare alla sua vita, poi
tornarono a scendere e con esse scese anche l’ultimo pezzo di indumento che
ancora indossava. Trattenne il respiro e poi le labbra di Lena furono davvero
su di lei. Gemette con più forza quando sentì la lingua accarezzare il suo
centro. Rao, cosa avrebbe fatto quando la donna fosse
entrata in lei? Con un ansimo cercò di riprendere il controllo, ma Lena non la
aiutava, anzi, fece passare le mani attorno alle sue gambe e le strinse il
sedere spingendo il bacino di Kara contro la sua
bocca con più decisione.
Kara gemette mentre le ondate di piacere
si facevano sempre più forti, mai aveva provato qualcosa di simile.
“Lena!” Ansimò, quando sentì che il
suo corpo si stava sollevando dal letto, iniziando a levitare contro il suo
volere. La donna alzò il viso e Kara fu quasi
sommersa dal piacere nel vedere quegli occhi chiari fissarla da quella
posizione. La donna comprese e risalì il suo corpo baciandola con il suo sapore
sulle labbra.
“Va tutto bene?” Le chiese,
accarezzandole il viso.
“Perdonami…” Disse lei mortificata.
“No, no. Non chiedere mai scusa per
quello che succederà qua e non dire mai grazie. Quando facciamo l’amore nulla è
vergognoso e nulla è forzato. Succede solo quello che desideriamo entrambe.” La
baciò di nuovo poi le sorrise. “Ti dispiace se mi spoglio anche io?” Kara scosse la testa, il cuore che ancora non riusciva a
calmarsi, il piacere che invece di spegnersi sembrava accumularsi dietro a un
diga. Lena si sollevò e scese dal letto, poi senza distogliere gli occhi da lei
si tolse i pantaloni e con essi lasciò cadere le mutandine. Kara
sentì la gola seccarsi mentre osservava quel corpo finalmente nella sua
interezza, nudo e bellissimo. Lena gattonò fino a lei, gli occhi che sembravano
laghi di piacere in cui ci si poteva perdere per sempre.
“Credi di essere l’unica che perde il
controllo?” Soffiò sulle sue labbra, poi prese la sua mano e la spinse con
delicatezza tra le proprie gambe. Kara, che poteva
trattenere il respiro per quasi mezzora, si trovò completamente senza fiato.
Lena chiuse gli occhi sospirando
mentre le dita di Kara affondavano nella sua intimità,
bagnata e pronta ad accoglierla. Ora poteva morire. Accarezzò la pelle calda
della donna e poi delicatamente spinse un dito a penetrarla, il gemito di Lena
le fece quasi girare la testa. Si spostò mettendosi sulla donna, poi iniziò a
muoversi, le mani di Lena, chiuse a coppa attorno alla sua, e i movimenti del
suo bacino le diedero il ritmo e Kara si ritrovò a
guardare Lena che ansimante di piacere si muoveva sotto di lei. Mai, in tutta
la sua vita, aveva visto qualcosa di più bello. La pelle bianca, i capelli
quasi neri sparsi sul cuscino e quel volto espressione del piacere. Rao quanto l’amava.
Sentì che Lena si stringeva attorno
alle sue dita e percepì le prime contrazioni del piacere, ma la donna la spinse
via da lei, ansimando.
“Non ancora.” Proruppe, il fiato
corto. “Non prima di te.” Affermò poi mentre, famelica ribaltava le posizioni.
Senza indugiare spinse la propria
mano tra le sue gambe e Kara si trovò ad agevolarla,
il piacere di sentirla dentro di sé che cancellava ogni altro pensiero. E poi
successe: Kara sgranò gli occhi, mentre Lena
penetrava in lei.
“Lasciati andare…” Le soffiò nell’orecchio
mentre aggiungeva un secondo dito e iniziava a muoversi con spinte sempre più
profonde.
Kara si aggrappò alla sua schiena
spingendo il bacino incontro alla sua mano mentre un piacere caldo e avvolgente
si espandeva dal ventre in tutto il corpo, lentamente, ma inesorabilmente,
sommergendola. Il suo corpo si tese mentre tutto il suo essere veniva scosso e
lei si lasciava annegare, perdendosi nel piacere che sembrò espandersi e
colpire la donna che si muoveva su di lei.
Lena ansimò, mentre a sua volta il
piacere dell’orgasmo la travolgeva. La donna aveva gli occhi chiusi, sul viso
l’espressione stessa del piacere.
Kara lasciò uscire l’aria dai polmoni,
riprendo a respirare e si rilassò sul materasso, conscia solo in parte di
essersi sollevata di qualche centimetro dal materasso, ma ben consapevole di
avere le ginocchia che tremavano.
La donna rise mentre ricadeva su di
lei, cercando le sue labbra in un bacio ancora pieno di fuoco.
“È stato… è come se il tuo piacere
avesse…” Scosse la testa incapace di definirlo, poi si sistemò al suo fianco
accarezzandole il corpo come a voler accompagnare gli ultimi strascichi
dell’orgasmo. Kara la guardava meravigliata nello
scoprire nuovi dettagli su quel volto che rendevano Lena ancora più bella.
“Sei bellissima.” Disse
accarezzandole il volto e scendendo lungo la sua spalla, poi passò la mano
sulla sua schiena e Lena sussultò. Kara sgranò gli
occhi sorpresa. “Cosa…?”
“Non è nulla.” Le disse Lena coricandosi
sul dorso.
“Fammi vedere.” Kara
si tirò a sedere, il viso teso.
“Non c’è nulla che…”
“Fammi vedere.” Lena sospirò poi si girò
e le mostrò la schiena, dove erano ben visibili delle impronte rosse che, non
era difficile immaginare, sarebbero diventati dei lividi.
Kara si portò la mano alla bocca, sconvolta.
“Smettila, non mi fanno male e i
lividi sono parte del gioco quando ci si lascia andare!”
“Ti ho stretta troppo forte.” Mormorò
lei. “Ti ho fatto del male…” Vedere quei marchi violacei sulla pelle perlacea
della ragazza le fece venire le lacrime agli occhi. Scese dal letto mettendosi
a cercare i suoi vestiti.
“Kara.” La
chiamò Lena, immobile sul materasso, ma lei scosse la testa raccogliendo
maglietta e pantaloni. “Kara, guardami.” Si fermò
attirata dal tono dolce di Lena. “Se te ne vai ora mi farai molto più male di
quanto potranno mai farmene due lividi.”
Kara rimase ferma guardando la donna i
cui occhi erano lucidi a causa di lacrime non ancora versate e sulle cui labbra
vi era un sorriso, che tremolava appena, lasciò cadere gli abiti e risalì sul
letto lasciandosi attirare nel suo abbraccio.
“Perdonami, io non so come… come
comportarmi con te… è tutto così nuovo e forte e…”
“Fa paura. Lo so.” Lena le sollevò il
viso poi le baciò le labbra. “Non sapevo ci fosse una tigre sotto quell’aria di
dolce reporter.” Kara sentì le guance imporporarsi e
vide gli occhi di Lena brillare di divertimento.
Era giusto nasconderle la propria
identità? Aveva dato per scontato che dovesse farlo, ma come poteva mentirle a
quel modo? Se voleva costruire qualcosa di serio con lei non avrebbe dovuto
dirle tutta la verità?
“Lena, io…”
“Shhh.” Lena
le posò un dito sulla bocca, le loro labbra si unirono in un bacio poi la donna
si stese nel letto e la attirò contro di sé a cucchiaio, i corpi nudi stretti
uno all’altro. “Niente affermazioni dopo l’amore, potresti pentirtene…” Disse,
un sorriso sulle labbra.
Rimasero così a lungo, in silenzio,
godendo della reciproca vicinanza, fino a quando Kara
non sentì il sonno invaderla. Chiuse gli occhi lasciando che il respiro leggero
di Lena la cullasse, i pensieri e i dubbi che se ne andavano.
Lena le depose un bacio sulla spalla,
poi sul collo fino a giungere al suo orecchio che baciò delicatamente.
“Ti amo…” Sussurrò la donna,
transigendo alla sua stessa regola, Kara sorrise, mentre
con quelle dolci parole si addormentava.
Kara si svegliò leggermente confusa, era
da tanto che non dormiva così profondamente, normalmente era disturbata dai
rumori della città. Si girò da un lato e trovò Lena che la guardava. Le candele
erano spente e su di loro vi era un lenzuolo che la donna doveva aver
recuperato mentre lei dormiva, la luce del mattino entrava nella stanza
illuminandola.
“Buongiorno.” Le mormorò Lena facendo
un sorriso nel vedere i suoi occhi aperti.
“Buongiorno.” Kara
si sollevò un poco per far sì che le loro labbra si ritrovassero. Erano passate
solo poche ore eppure già le mancavano. “Pensavo che potremmo fare colazione
assieme…” Propose.
“Mmm.”
Mormorò Lena mentre attirava il corpo nudo di Kara
contro il suo. Ritrovarsi stretta dalla ragazza fu come gettare benzina su un
fuoco all’apparenza spento, ma pronto a riaccendersi, Kara
sentì i propri sensi risvegliarsi bruscamente e il suo corpo iniziare a
desiderare di più.
Le carezze di Lena divennero sempre
più pressanti e Kara sempre più desiderosa di sentirla
scivolare dentro di lei.
Lena rotolò su di lei intrappolandole
le braccia in alto mentre con le labbra scendeva a baciarle il corpo. Poi la
lasciò andare, scendendo dal letto e facendo segno di seguirla mentre si mordeva
il labbro inferiore. Kara la imitò veloce, seguendo
la donna nel bagno fin dentro alla doccia dove Lena aprì l’acqua lasciando che
scorresse su entrambe.
“Tanto vale portarsi avanti…” Le
mormorò ridendo, poi incollò in suo corpo a quello di Kara
e spinse il braccio tra i loro bacini. Kara la aiutò e
poi ansimò quando la donna la penetrò con fermezza dandole una decisa onda di
piacere. L’acqua cadeva su di loro e a Kara sembrò
improvvisamente bollente quando fu trascinata di nuovo verso l’orgasmo. Quando
le sue gambe smisero di tremare si inginocchiò tra quelle di Lena assaggiando
per la prima volta il suo sapore e venendo premiata, dopo poco tempo, da un
lungo gemito di piacere.
Risalì il corpo ancora fremente della
donna fino ad arrivare alle sue labbra che baciò con dolcezza mentre lei si
aggrappava alle sue spalle cercando un sostegno che le gambe non sembravano più
capaci di darle.
“La colazione?” Chiese Kara e Lena ancora tremante dopo l’orgasmo, rise baciandola
ancora.
Fecero la doccia ridendo, baciandosi,
scherzando. Gli abiti di Kara era tornati puliti e
stirati dalla lavanderia e lei poté indossarli, Lena invece coperta solo da una
vestaglia stava preparando la colazione, saccheggiando gli armadi della cucina.
“Marmellata di pesche o di fragole?”
Chiese nel vederla arrivare.
“Entrambe!” Assicurò Kara facendola ridere. La kryptoniana
si avvicinò a lei appoggiandosi alle sue spalle e abbracciandola, ispirando il
suo profumo assieme a quello fragrante del pane tostato.
Il telefono squillò e Lena fece una
smorfia.
“Solo un secondo.” Assicurò, poi
sollevò la cornetta ascoltando. Kara prese il pane
semi imburrato e finì il lavoro poi continuò con la marmellata. I suoi occhi
era distratti dalla figura di Lena, che osservava la città parlando al telefono
di contratti e meeting. Il sole mattutino la illuminava schiarendole i capelli
bruni e facendo brillare la sua figura elegante.
“Ahi!” Kara
abbassò lo sguardo e guardò il taglio sulla sua mano. Una sottile linea rossa
si stava formando sul suo palmo: sangue.
Note: Vietato lamentarsi per il finale! Ragazze vi ho dato il capitolo tanto atteso quindi, sperando che vi sia piaciuto, godetevelo! J
Scherzo, potete lamentarvi e darvi alle congetture se vi va, sarò felicissima di leggere quello che pensate anche di quest’ultimo dettaglio, spero, inaspettato.
Scrivere questi capitoli, o meglio, queste scene, è sempre dura quindi… spero di essere riuscita a fare un lavoro decente!
Non vedo l’ora di leggere le vostre impressioni, quindi, come sempre, fatemi sapere. J