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Autore: echelon1985    30/05/2009    6 recensioni
[SEGUITO DI EARTHQUAKE]
"Come si misura la distanza tra due persone?
Centimetri? Metri? O sorrisi mancati e parole non dette?"

Il tempo spesso è crudele. Scalfisce e cambia anche le cose più forti.
[Pairing:Jeph/Quinn (ovviamente) … con qualche sorpresina xD]
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bert McCracken, Dan Whitesides, Jeph Howard, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ebbene si! Eccomi qui a postare il seguito di Earthquake
Ho amato troppo la storia precedente
Non potevo permettere che finisse così presto XDD
I primi capitoli sono già pronti, quindi credo che posterò con una certa regolarità, il sabato, al massimo la domenica.
Mi auguro che vi piaccia, e sarei molto contenta di conoscere i vostri pareri
Quindi, se vi va, lasciatemi un commentino *.*
Per il momento un bacio
Ilaria




Can you design living through hell and back again?





PROLOGO







L’asfalto corre sotto le ruote del  nostro bus, nero e traslucido per la pioggia, mentre attraversiamo il confine dell’ennesimo stato.
Osservo rapito l’immagine di questa infinita retta nera che sembra voler scappare via al mio sguardo,
veloce, troppo veloce perché io possa focalizzarne un punto
Tutto sembra scivolare via troppo rapidamente,
o forse sono soltanto io che non riesco a tenere il passo di tutto quello che mi succede intorno.
Distolgo lo sguardo dalla strada e volto il capo.
Quinn dorme alla mia destra, poco distante da me
Come si misura la distanza tra due persone?
Centimetri? Metri? O sorrisi mancati e parole non dette?
Siamo così stanchi di urlare che abbiamo pattuito questo tacito accordo fatto
di silenzi?
Oppure le parole che potevamo dire le abbiamo dette tutte?
Quando arriviamo a destinazione è buio, ed il nero dell’asfalto si confonde con quello del cielo.
E tutto continua ad andare troppo in fretta
Era scontato, lo è sempre stato, negli ultimi due anni
Qualunque fosse il paese, lo stato e l’albergo io e Quinn saremmo stati insieme.
Oramai la domanda “come ci dividiamo le camere?”  non veniva nemmeno più posta.
Ma stasera sul foglio che una fin troppo sorridente receptionist ci porge, le cose stanno diversamente

Bert McCracken – Jeph Howard  stanza   407
Quinn Allman – Dan Whitesides  stanza   408

Per la prima volta in questa lunga giornata incrocio lo sguardo di Quinn
E’ ferito, e arrabbiato
E’ strano come un semplice sguardo possa fare così male
Sento le parole che vorrei dire scivolare via prima che io riesca a pronunciarle.
Il contatto tra i nostri occhi dura appena qualche secondo
Poi Quinn si volta e sale in camera, concedendomi solo lo spettacolo della sua schiena che si allontana.
Il pavimento sembra volermi inghiottire, perché non riesco a muovere un passo,
mentre fisso il punto in cui fino a pochi istanti prima c’era il mio ragazzo.
Mi riscuoto quando sento la mano di Bert poggiarsi sulla mia spalla.
Prendiamo le nostre cose e saliamo in camera
Lo sguardo di Bert mi brucia addosso
Vorrebbe capire cosa succede
Vorrei capirlo anch’io





   
 
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