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Autore: Artemide5775    24/01/2017    1 recensioni
Appena nella sua testa apparve l'immagine di quella persona si mosse di scatto verso il balcone e cominciò a fumare. Non doveva neanche pensare a quel gattaro. "Dude! Perché, ogni volta che ci penso, questo provoca in me uno strano calore che non ho mai provato con nessun altro?"
Si strinse la maglia a maniche lunghe giusto in mezzo al petto.
Era così strano... Ma anche piacevole.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jumin Han, ZEN
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per quale motivo penso a lui?

Juzen


 

Era il pomeriggio del 24 Gennaio 2017, quando Zen tornò nel suo freddo appartamento dopo una sessione fotografica per una rivista. In genere era così occupato per via del lavoro che non se ne rendeva neanche conto di quanto volesse qualcuno che, al suo rientro, gli dicesse: -Bentornato a casa!-

Oh sì, gli mancava davvero tanto. Aveva pensato che con MC le cose avrebbero potuto prendere quella piega, che forse... Avrebbe avuto una compagna. Ma così non era stato. Lei amava solamente Seven e lui la ricambiava pienamente.

Quando li aveva visti insieme al party, aveva pensato, per un momento, che quella vista avrebbe potuto addolorarlo ancora di più. Pensava davvero di essersi innamorato di lei... Grazie al cielo non era così. L'unica cosa che aveva provato era stata fin troppa invidia. Anche lui voleva un rapporto come il loro.

Voleva essere ricambiato...

Appena nella sua testa apparve l'immagine di quella persona si mosse di scatto verso il balcone e cominciò a fumare. Non doveva neanche pensare a quel gattaro. "Dude! Perché, ogni volta che ci penso, questo provoca in me uno strano calore che non ho mai provato con nessun altro?"
Si strinse la maglia a maniche lunghe giusto in mezzo al petto.

Era così strano... Ma anche piacevole.

Spense la cicca della sigaretta contro un posacenere, messo apposta lì fuori per momenti come quello, e ritornò dentro. Doveva solo non pensarci e sarebbe andato tutto bene. Avrebbe trovato una ragazze e...

E poi?

Era davvero quello che voleva...?

"Ma che cosa sto pensando? Ovvio che voglio una ragazza!" scosse la testa, sentendosi un gran stupido. Voleva una ragazza come era normale che fosse.

Però... Non ne era più tanto certo, a dire la verità. Si stava quasi constringento che le cose dovessero andare così per se stesso, mentre, invece, stava cominciando a perdere le certezze che impedivano alla sua mente di cadere nel dubbio.

Fu allora che prese la prima birra in mano, che fu seguita da molte altre. Doveva annebbiare i suoi pensieri su lui.

Una.

Due.

Tre...

Quante ne seguirono?

Perché ognuna di quelle non sembrava cancellare l'immagine di quel rigido uomo dalla sua mente?

Fu allora, che, preso dalla sbronza, prese una decisione piuttosto radicale: sarebbe andato da quella persona e gli avrebbe detto tutto. Ogni cosa che pensava di lui. Ogni minima cosa.

Fortunatamente non riuscì a trovare le chiavi della sua moto, allora chiamò un taxi. Seppur barcollava un po', il taxista non fece domande, anzi, si limitò a pensare che il ragazzo volesse andare a casa, non sapendo, invece, che ne era appena uscito.

Arrivato, chiese alla receptionist di poter salire al piano dove viveva il centro dei suoi pensieri. Ovviamente, la ragazza, vedendolo ridotto così, non voleva farlo salite, ma si limitò a chiamare il povero uomo che Zen tanto voleva, vista, appunto, la sua insistenza a riguardo.

Ci volle poco che, con stupore, la donna ragazza dai lunghi capelli biondo scuro, diede il consenso all'attore di poter salire. Non ci credeva neanche lei che il suo capo avesse accettato un simile ospite. Vero, lavorava anche Zen per Jumin, ma accettarlo da sbronzo...

Senza farsi scoraggiare dai suoi pensieri, improvvisamente caduti sul fatto che MC stesse felicemente con Seven e che lui fosse infelicemente single, salì.

Bussò con insistenza fino a che il moro non venne ad aprire. Deglutì a vuoto quando vide Jumin spoglio della sua solita rigidità e perfettezza.

Anche se... Era perfetto anche così, oh sì se lo era...

La giacca era sparita chissà dive e in quel momento si stava togliendo la cravatta e slacciando i primi tre bottoni della camicia bianca con sottili linee grigie. -C... Che stai facendo?- domandò, sconvolto.

L'altro inarcò semplicemente un sopracciglio. -Sono appena tornato a casa. Mi cambio- disse con ovvietà e compostezza.

-Davanti a me?- domandò flebilmente l'attore. Dov'era tutta la sicurezza e forza che l'avevano portato fin lì?

-Qualche problema?- domandando ciò, a Zen sembrò quasi che le labbra dell'altro si fossero piegate in un piccolo, ma sensuale, sorriso sghembo.

-N... No... Ovvio che no- borbottò Zen, sentendo uno strano calore farsi spazio dentro di lui. Si sentiva a disagio... Ma erano due ragazzi...

Non avrebbe dovuto sentirsi così.

-Entra- disse serio Jumin rientrando e andando verso un piccolo mobiletto in vetro che teneva su alcune bottiglie apparentemente costosissime. -Perché sei qui?- domandò, poi.

Zen deglutì. La sbronza non gli era ancora passata... Ma improvvisamente non riusciva a far altro che pensare a Jumin che si slacciava la camicia e, magari, anche altro... "Ma a cosa diavolo penso?! Dude!"

Gli occhi scuri del moro andarono a posarsi sulla figura alta e magra dell'attore. Il leggero rossore sulle gote e il suo comportamento un po' diverso gli facevano capire che avesse bevuto, ma non perché fosse lì. Perché il suo attico fra tanti posti? E poi, lui non odiava i gatti? Non diceva di essere allergico loro?

Non sarebbe mai venuto da sobrio, per di più sapendo che Elisabeth III avrebbe potuto essere in quello stesso appartamento. Forse aveva parlato con Jaehee e sapeva che la gatta di Jumin era con lei...

A riportare il povero ospite sul pianeta terra, fu il bicchiere di vino che il Han gli porse. Esso lo fece apposta per testare se Zen avrebbe detto di no, o meno. Ma, soprattutto, voleva capire che cosa gli fosse preso quando aveva bevuto.

Come pensava, Zen non rifiutò. Quel vino era piuttosto forte... Non ci volle poco che riprese coraggio tra un sorso e l'altro. -Perché sei qui?- ripeté Jumin, quasi divertito dal buffo sguardo dell'altro.

-Volevo vederti- disse Zen, serio, lasciando di stucco l'altro. Perché a Jumin il cuore aveva appena fatto una capriola? Ridicolo. Era solo Zen...

-Perché?- non poté non chiedere.

Il musicista barcollò, ma si alzò lo stesso. Il moro lo prese giusto in tempo prima che cadesse rovinosamente sul tavolino in vetro. I loro occhi si incrociarono. -I tuoi occhi sono sono così scuri... Hich- sussurrò flebilmente l'ubriaco.

-Hai un serio problema d'alcol...- disse sospirando quello sobrio. Lui si era limitato a un sorso, giusto per cortesia verso l'altro.

-E t...tu- riuscì a stento a puntagli un dito contro - devi uscire dalla mia testa.-

Jumin strabuzzò gli occhi.

Eh?

Cosa aveva appena detto?

Praticamente aveva confessato che pensava sempre a lui.

-Non fac... ccio altro che pensare a te. Solamente te- continuò Zen, serio per quanto lo potesse essere un tipo sbronzo e che si faceva reggere da un altro. In verità, era sincero come non mai. -Sei il c...centro del mio Sole. Hich- seppur, forse, era più corretto dire "universo" o altro... Jumin aveva capito il senso, seppur non ci credeva.

Delle parole così, dette da un narcisista, erano come oro colato.
Jumin non si rese neanche conto di ciò che stava facendo. Spiense il giovane sul divano dove prima era seduto e lo baciò con passione. Zen non si tirò affatto indietro.

Il gattaro aveva capito. Zen fingeva di essere ubriaco, o almeno non lo era così tanto da non capire completamente un corno. Aveva bevuto appena due sorsi di vino per riprendere la spinta che aveva al suo arrivo. Per il resto, fingeva. In fondo era un attore, no?

-Perché non l'hai detto prima?- si ritrovò a chiedere il moro tra un bacio e l'altro.

-Tutto questo é un sì?- ribatté Zen. Era rosso e in imbarazzo, ma l'alcool lo stava aiutando parecchio dal non tirarsi indietro. Lo voleva. Voleva avere Jumin quella stessa sera. Non gli importava la carriera, MC, Seven, Yoosung, Jaehee, tutte le sue fan...

In quel momento, l'unica persona di cui gli interessava era Jumin. Davvero c'era stato bisogno di bere tanto per accettare l'idea di amarlo? Perché non lo aveva accettato prima?

-S... Sì- riuscì a dire il Han quando Zen gli tolse finalmente quella ingombrante camicia e finì a baciare il suo collo e in seguito il petto.

Jumin Han che si faceva comandare in un rapporto? Oh no, questo non andava bene. Infatti cambiò presto la situazione, facendo tornare l'attore sotto. Solo lui poteva dominare.

I vestiti erano davvero di troppo.

Alla fine non rimase neanche l'intimo. Non ce n'era davvero bisogno. -Ti amo- sussurrò Zen, romantico qual era, dopo un altro appassionato bacio.

Jumin sorrise soddisfatto e, con gran sorpresa del ragazzo dagli occhi rossi, parlò. -Anche io ti amo, Hyun Ryu- si dichiarò dicendo per la prima volta il vero nome del ragazzo davanti a lui. Oramai, nessuno lo chiamava più così...

Si poteva dire che era diventato quasi solo uno diritto di Jumin il poterlo chiamare col suo nome vero. E poi, detto da lui, il suo nome sembrava molto più bello di ogni altro.

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Spazio autrice

Questa OS la dedico alla mia amica La_Follia_di_Maka, da me soprannominata Andy-chan. Per me questa OS é stata una vera sfida... Davvero. E non ci credo di dover mettere il target "vietata ai minori DJ 13 anni", é uno shock.

Spero che alla mia amica questa fine un pochetto rossa le sia piaciuta, o se no mi sotterro.

 

   
 
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