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Autore: lolli89    24/01/2017    3 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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James era terrorizzato: durante il viaggio in ambulanza non sentiva neanche cosa gli infermieri stavano dicendo: tutto quello che vedeva e di cui gli importava era la sua bellissima bambina che era li, immobile e pallida davanti a lui.
 
 
Gli infermieri stavano trafficando attorno a lei, facendo le dovute valutazioni, e prendendo i parametri: l’unica cosa che gli era permesso di fare era accarezzarla, stringerle la mano… mentre lui avrebbe voluto stringerla a sé, baciarle la testolina, e farle sentire che il suo papà era lì con lei. Altre lacrime continuavano a scorrere incessantemente sul suo viso, e ancora non aveva smesso di tremare, mentre la paura per lei e il fratello lo divoravano vivo.
 
 
Arrivato in ospedale e sceso dall’ambulanza non voleva lasciare la sua bambina e suo fratello da soli, e li accompagnò fino all’entrata: lì quasi contemporaneamente arrivarono Katy e Xx, bianche come lenzuola e spaventate a morte.
 
 
Xx si precipitò subito da Amelia, il cuore a mille per la paura, e accarezzava la sua bambina con delicatezza: gli infermieri però la portarono subito dentro la stanza delle visite… e lei non poteva entrare lì: rimase fuori, spaventata e tremante… portandosi le mani alla bocca per cercare di calmarsi. La sua Amelia aveva solo tre mesi… e vederla lì, immobile, con varie ferite e sporca di sangue… la trovava ancora più piccola e indifesa… e lei si sentiva male a non poter fare niente. Vide solo con la coda dell’occhio Oliver, mentre veniva portato nella sala visite a fianco: era impaurita anche per lui.
 
 
Katy corse da Oliver, ancora privo di conoscenza, e quello che vide la spaventò a morte: aveva diverse ferite e lacerazioni… perdeva molto sangue.
 
 
 << Ollie… a- amore… resisti… i love you >>, era riuscita a dirgli, prima che lo portassero di corsa nella stanza.
 
 
Katy quasi cadde in ginocchio: non poteva crederci… Oliver… il suo Ollie… ma James e Xx corsero subito verso di lei, e la sorressero, accompagnandola a sedersi nella sala d’aspetto.
 
 
 << How… how… come è successo? >>, domandò una tremante Katy, con un filo di voce.
 
 
James spiegò a Xx e alla cognata come erano andate le cose, tremante, mentre nella sua testa riviveva quella scena agghiacciante.
 
 
Xx era stata zitta, fissando James: era distrutto, un incidente aveva colpito due delle persone più importanti della sua vita… e lui aveva assistito.
 
 
Quando ebbe finito di spiegare, d’istinto lo abbracciò: un abbraccio talmente improvviso che James non si accorse che lei si stava avvicinando… ma in quell’abbraccio ci si perse, sostenuto da Xx che capiva il suo dolore e cercava di confortarlo, per quanto anche lei fosse devastata. Era un abbraccio sincero, caloroso, come non se ne davano da qualche settimana: Dio, quanto gli mancavano quegli abbracci.
 
 
James si sciolse, piangendo, tremante, e si aggrappò a lei come un naufrago a uno scoglio, stringendola forte, posandole una mano dietro la testa, lasciando che anche lei si sfogasse, versando lacrime amare di dolore.
 
 
 << James… andrà tutto bene, ok? >>, fece Xx vicino al suo viso, tenendogli le mani ai lati della testa, asciugandogli le lacrime con i pollici: e lei ne era convinta, che sarebbe andato tutto bene… non riusciva a immaginare una vita senza Amelia, le si spezzava il cuore. James le prese i polsi e annuì… avrebbe voluto dire qualcosa per rassicurarla… ma proprio non ci riusciva, aveva un magone alla gola.
 
 
 << Ehi… non è colpa tua. Capito? Non voglio che inizi con i sensi di colpa… la colpa non è tua, né di Oliver o Amelia… ma solo dell’automobilista. Ok? Ora dillo ad alta voce… >>, lo incoraggiò Xx.
 
 
James la guardò dritto negli occhi per qualche secondo: non c’era nulla da fare, lei lo conosceva benissimo… e non le sfuggiva nulla… sapeva di cosa aveva bisogno.
 
 
 << N- non è c- colpa… mia >>, sussurrò, continuando a guardarla e a tenerla stretta a sé.
 
 
 << Esatto. Voglio che continui a ripeterlo. Vedrai… tra poco usciremo di qui con Amelia e Oliver… >>, gli disse Xx, accarezzandogli la guancia.
 
 
Dopo dieci minuti uscì il medico: << Voi siete la famiglia di Oliver e Amelia Phelps? >>.
 
 
 << Si. I- io sono la m- moglie di Oliver… e loro sono i genitori di Amelia… e James è il fratello di Oliver >>, fece Katy tremante.
 
 
 << Ok. La… la situazione non è delle migliori. Oliver ha fatto da scudo ad Amelia per attutirle il colpo, ma le è crollato addosso, provocandole una cosa simile ad un trauma da schiacciamento, dato che Amelia è molto piccola. Hanno entrambi qualche ossa rotta… e un trauma cranico. Ora li portiamo in sala operatoria, per vedere meglio la situazione e intervenire. Sospettiamo che Oliver abbia anche una emorragia interna… ci serve la vostra firma… >>, fece il medico: cercava di mantenere un tono neutro e rassicurante per non spaventarli, ma aveva anche una certa urgenza; ogni minuto contava.
 
 
 << Ce la faranno? >>, domandò d’istinto Xx, che era rimasta pietrificata dalla paura.
 
 
 << Faremo tutto quanto in nostro potere, signora Phelps. Vi terremo aggiornati. Ora vado in sala operatoria, ci sarà il mio collega che si occuperà del signor Phelps >>, si congedò.
 
 
Katy, Xx e James si guardarono per qualche secondo, prima di crollare: avevano cercato di essere ottimisti e di pensare che tuto sarebbe andato per il meglio, poi era arrivato il medico e in un minuto aveva infranto le loro speranze.
 
 
 << Dovresti chiamare i tuoi genitori… >>, suggerì flebile Xx, mentre teneva una mano a James e l’altra a Katy: dovevano essere forti… per Amelia e per Oliver.
 
 
Il ragazzo sbiancò ancora di più: il medico gli aveva dato la mazzata finale, con quella notizia… e non aveva proprio pensato a chiamare i genitori.
 
 
 << Ce la puoi fare… io sono con te >>, disse con forza, dandogli ancora il calore e il sostegno di cui aveva bisogno.
 
 
James la guardò ancora: come aveva potuto non crederle, quando gli stava dicendo la verità? Come aveva potuto farla soffrire così, e allontanarla da sé? Lei era tutto per lui, e non meritava quello che le aveva fatto…
 
 
 << Xx… io… mi… >>, ma non riuscì a terminare la frase.
 
 
 << Io ti amo, James Phelps. Nonostante quello che mi hai fatto… sei rimasto ancorato al mio cuore. Ti ho odiato e detestato in questi giorni… ma non è bastato per cacciarti da me. Non sto dicendo che sarà tutto come prima da subito… ci dobbiamo lavorare… ma ti sto dicendo che ti amo. Se tu provi ancora lo stesso… potremmo provare a ricominciare… ma dobbiamo essere sinceri, come abbiamo sempre fatto… e… >>, ma non riuscì a finire la frase: James la baciò, un piccolo bacio, che durò appena qualche secondo… ma per loro voleva dire tutto.
 
 
 << Ti amo amore mio. Quello che è successo… mi dispiace immensamente. Sono stato uno stupido idiota. Era tutto un periodo di stress, anche con il lavoro e la beneficienza… e sono scoppiato. Quelle due… non hanno nessuna importanza. L’unica che voglio sei tu… e, vediamo, ecco… >>, tirò fuori dalla tasca dei jeans i loro anelli, che portava praticamente ovunque da quando lei glieli aveva tirati dietro, e infilò – di nuovo -, l’anello al suo dito… e lei fece altrettanto con il suo, sorridendogli.
 
 
 << Ora devi chiamare i tuoi, però… >>, gli disse Xx tornando alla realtà: si erano isolati in un mondo tutto loro per qualche minuto, e ora si trovavano davanti alla cruda verità, con Oliver e Amelia in sala operatoria.
 
 
James annuì, e compose lentamente il numero: << Mom… I’m James… >>, cominciò, mentre Xx gli stringeva la mano… e cercava di consolare Katy.
 
 
 << Xx… se O… Ollie n-non… >>, non riusciva nemmeno a pensarci, figuriamoci a dirlo.
 
 
 << Katy… Oliver è un uomo forte, non si farà abbattere da una macchina! E poi, entusiasta com’è, non si perderebbe la tua gravidanza per niente al mondo! Non vede l’ora di fare il papà! È un tipo tosto… lo sai anche tu >>, cercò di farle coraggio.
 
 
 << Si… ma tu, devi essere devastata per Amelia, e io sto qui a piangere per Oliver, quando dovrei farti forza! >>, disse Katy, come risvegliandosi all’improvviso, mettendole una mano sulla spalla.
 
 
 << Non preoccuparti… siamo devastate entrambe. E consolando te, mi consolo un po’ anche io… >>, disse, cercando di ricacciare indietro le lacrime, ma il labbro le tremava.
 
 
 << Mamma e papà stanno arrivando. Non gli ho detto quanto grave era… per non… >>, ma la frase gli morì in gola, e Katy e Xx si strinsero vicino a lui.
 
 
Venti minuti dopo arrivarono i signori Phelps di corsa, e quasi travolsero gli infermieri che passavano davanti al loro cammino: erano stravolti.
 
 
Si precipitarono da James e lo strinsero forte, un abbraccio stritolatore.
 
 
Susan prese la testa del figlio, avvicinandola alla sua, carezzandogli i capelli, baciandogli la fronte, osservandolo: aveva gli occhi gonfi, lucidi… smarriti nel vuoto, e probabilmente erano lo specchio dei suoi, di occhi.
 
 
Martyn e la moglie strinsero forte anche Katy e Xx, che si erano fatte piccole piccole dietro a James – i signori Phelps ancora non sapevano che Katy era incinta, e che stava arrivando il loro secondo nipotino.
 
 
 << How…? >>, domandò sconvolta e tremante Susan, guardando il figlio implorante: quasi si aspettava che le dicessero che era uno scherzo – di pessimo gusto, ma uno scherzo -; non riusciva neanche a pensare che a uno dei suoi “ bambini “ e alla sua dolcissima nipotina potesse capitare qualcosa di brutto.
 
 
Martyn, al suo fianco, se ne stava in silenzio, gli occhi lucidi mentre cercava di controllarsi per non crollare… ma era molto difficile: tutto quello che avrebbe voluto fare era chiudersi in una stanza, urlare, piangere e battere i pugni sul muro; l’idea di suo figlio e della sua piccola Amelia in sala operatoria gli gelava il sangue… ma doveva essere forte e resistere, per Susan, per James, per Katy e per Xx.
 
 
James capì al volo cosa la madre volesse chiedergli e la bloccò, raccontando, per la milionesima volta come era successo, e ogni volta era una tortura, perché si chiedeva se lui avrebbe potuto fare qualcosa per evitarlo… riviveva la scena: non riusciva a non ritenersi, almeno in parte, responsabile, nonostante nessuno lo stesse incolpando.
 
 
Xx si avvicinò a James, prendendogli la mano con delicatezza, come non accadeva da tanto tempo, e facendo dei piccoli cerchi con il pollice sul suo dorso, in maniera discreta… permettendogli almeno di non tremare. Anche lei, comunque, era rincuorata da quel piccolissimo gesto: nonostante cercasse di rassicurare tutti, lei era dilaniata dentro, in procinto di crollare da un momento all’altro.
 
 
 
Rimasero lì in sala d’aspetto per ore, in silenzio, alzando gli occhi ogni volta che vicino a loro passava un camice, e tornando a fissare il pavimento quando questo andava da qualcun altro nella sala d’aspetto, o non si fermava affatto.
 
 
Solo verso le sette della sera arrivarono due medici che si fermarono da loro.
 
 
 << You are the family of Oliver Martyn John and Amelia Holly Susan Phelps? >>, domandò uno dei due.
 
 
 << Yes >>, James scattò in piedi, in ansia.
 
 
 << I’m doctor Hill, and he is doctor Brice. I have played Amelia, and Dr. Brice has worked Mr. Phelps. Amelia slammed stronger head, has a slight concussion; Oliver's body, however not protect from other shots and more severe damage, it has also caused a shock by crushing his bones are still fragile, and more likely to break, but are also faster to heal and ... the real problem is not some small broken bone. The greatest damage is near the spine, should we subject it to a delicate surgery to deflate the hematoma and blood clot dry and s' is stopped there, compressing the vertebrae, before it causes irreparable damage. Only that ... also being so small, there is the fifty, sixty percent probability that survive, because of the many complications that can arise. I recommend the surgery anyway ... as soon as possible ... >>, e il dottor Hill si fermò: aveva cercato di essere il più delicato e ottimista possibile, parlando con un linguaggio che i due giovani genitori potessero comprendere, ma senza sminuire la gravità della situazione… ma i due ragazzi non potevano sopportare altro… lo vedeva nei loro occhi e nelle loro reazioni.
 
 ( Io ho operato Amelia, e il dottor Brice ha operato Mr. Phelps. Amelia ha sbattuto forte la testa, ha una lieve commozione cerebrale; il corpo di Oliver, per quanto l’abbia protetta da altri colpi e danni più gravi, le ha anche provocato un trauma da schiacciamento, le sue ossa sono ancora fragili, e più soggette a rottura, ma sono anche più veloci a guarire… e il problema vero non è qualche piccolo osso rotto. Il danno più grave è vicino alla spina dorsale: dovremmo sottoporla ad un delicato intervento per sgonfiare l’ematoma e il grumo di sangue secco che s’ è fermato lì, comprimendo sulle vertebre, prima che questo provochi danni irreparabili. Solo che… essendo anche così piccola, c’è il cinquanta, sessanta per cento di probabilità che sopravviva, a causa delle molte complicazioni che possono insorgere. Io consiglio l’intervento in ogni caso… il prima possibile… )
 

Xx, che aveva cercato di consolare e dare sostegno a tutti, crollò: si afflosciò a terra, tremante e singhiozzante, non riuscendo più a controllarsi… la sua dolce bambina…
 
 
 << A… A- Amelia! N- non è… p- pos- possibile! Nooo! >>, quasi urlò, in preda da un dolore e una disperazione che non sembrava avessero intenzione di placarsi, piangendo lacrime amare.
 
 
James era altrettanto devastato, si inginocchiò accanto a lei e la abbracciò forte infischiandosene di quello che poteva pensare il resto del mondo, lascando che lei si aggrappasse a lui… sfogando insieme il loro dolore.
 
 
 << S- sorry… and… O- Oliver? >>, domandò Katy timidamente, angosciata e terrorizzata sia per Amelia che per il marito.
 
 
 << Mr. Phelps ... has a strong head injury, caused by the received blow, and a few bruises. We could see if there are other brain damage when she wakes up. Has a leg and a broken arm, it will take some 'of physiotherapy, when will remove chalk >>, spiegò il dottor Brice.

  ( Mr Phelps… ha un forte trauma cranico, causato dalla botta ricevuta, e qualche contusione. Potremmo verificare se ci sono altri danni cerebrali quando si sveglierà. Ha una gamba e un braccio rotti, ci vorrà un po' di fisioterapia, quando toglieremo il gesso ).
 
 
 << W- what… h- head t- trauma? >>, balbettò Katy, più che impaurita.

 ( C- co- come… t- trauma c-cranico ).
 
 
 << By the loud bang ... you. May have suffered injury ... that can lead to consequences at the cerebral level. But we'll know more when he wakes up! It is now on morphine, in a light coma. Less moves because of the pain and the better it is, will facilitate the healing process >>, spiegò.
 
 ( Dalla forte botta… si. Potrebbe aver subito delle lesioni… che possono portare a conseguenze a livello cerebrale. Ma ne sapremo di più quando si sveglierà! Ora è sotto morfina, in un leggero coma indotto. Meno si muove a causa del dolore e meglio è, faciliterà il processo di guarigione ).
 
 
Katy iniziò a piangere silenziosamente: << Can… can i see my husband? >>.
 
 
 << Okay, follow me, but now asleep >>, le disse il dottor Brice.
 
 
 << I… I w- wa… want to see the same >>, singhiozzò.
 
 
Nel frattempo Xx era corsa fuori dalla sala d’aspetto: non riusciva più a respirare lì dentro, le sembrava di soffocare… aveva bisogno di aria.
 
 
 << XX! Wait! >>, James le corse dietro, dopo essersi scusato con il medico che aspettava ancora una loro risposta per quanto riguarda l’intervento sulla loro bambina.
 
 
La ragazza si fermò, aveva iniziato a scendere una pioggerellina leggera, e lei si stava bagnando… ma almeno poteva staccare la spina per un momento… essere spensierata solo per un minuto, prima di tornare alla sala d’aspetto, e al dramma che stava cercando di affrontare.
 
 
 << James… è… troppo. Amelia… l’intervento, Oliver… Katy in quelle condizioni ora che è incinta… cosa dobbiamo fare? Non lo so proprio… >>, fece Xx cominciando a piangere di nuovo, ma le lacrime si confondevano con la pioggia: non voleva scappare abbandonando tutti… voleva solo un po' di tregua, da settimane ormai non faceva che esserci un problema dopo l’altro, ed era stremata.
 
 
James la raggiunse sotto la pioggia, la strinse forte e la baciò: erano settimane che non si baciavano più in quel modo… così appassionato, le loro lingue giocavano a rincorrersi, lei succhiava piano il suo labbro inferiore… mentre James mordicchiava quello di Xx. Dopo tempo era tornata la passione e l’amore… e tanto bastava, in quel momento, per farsi forza.
 
 
SI staccarono da quel lungo bacio, si guardarono negli occhi e sorrisero appena: ora erano pronti per tornare dentro, e affrontare tutto quello che li aspettava.
 
 
 << Excuse us, doctor Hill. do what he must for our little girl >>, disse James deciso, sempre tenendo vicino a lui la sua Xx.

 
 ( CI scusi dottore. Faccia quello che serve per la nostra bambina ).

 

 
Il dottore fece cenno di sì con la testa, e promise di andare da loro non appena finito l’intervento, per aggiornarli.

 

 

 
 << Amore mio… mi… mi dispiace tantissimo! Sono qui per te… ok? Ti starò accanto tutto il tempo che ti servirà per guarire… de- devi pensare s- solo a questo… non puoi lasciarmi sola… c –con il no- nostro b- bambino in arrivo… non so immaginare una vota senza di te… >>, singhiozzò Katy, prendendo la mano di Oliver, posandola sulla sua guancia, bagnandola di calde lacrime…
 
 
 << Xx… vado da Oliver… ok? >>, domandò dopo mezz’ora James, che era angosciato anche per il gemello.
 
 
 << Certo, vai… se arriva il dottore ti chiamo >>, fece Xx, sciogliendosi dall’abbraccio del ragazzo, che annuì.
 
 
James domandò all’infermiera, che gli indicò la strada giusta: una volta trovato la stanza, vide Katy seduta al suo fianco, immobile, che lo guardava piena di amore, mentre gli carezzava la testa con una mano, mentre l’altra teneva ancora la mano di Oliver vicino alla sua guancia, e le dava dei dolci baci.
 
 
 << Katy… come sta? >>, domandò avvicinandosi.
 
 
 << Stabile. Ma vederlo così… pallido… fermo… neanche quando dorme è così tranquillo… è una pugnalata… >>, disse piano la ragazza, che aveva ricominciato a piangere.
 
 
 << Lo è anche per me… ti posso capire. Dobbiamo essere forti… fargli sentire che siamo qui, che gli vogliamo bene… e che non vediamo l’ora che torni a tediarci con i suoi discorsi e con l’infinità dei suoi completi >>, disse James, che si sforzava di tirarsi su di morale.
 
 
 << Già… vi lascio un po’ soli, ok? >>, Katy fece un piccolo sorriso, alzandosi e lasciando James da solo con il gemello.
 
 
 << Grazie >>, le sussurrò, prima che uscisse.
 
 
Katy gli poggiò una mano sulla spalla, stringendola a mò di conforto, e uscì.
 
 
 << Oliver… che ti hanno fatto? Mi dispiace… forse… non so se avrei potuto fare qualcosa per evitarlo… scusami… lo sai, sarei finito sotto la macchina al tuo posto, pur di non farti questo…  potrai perdonarmi? Non si può tornare indietro… quindi riprenditi, ok? Che qui è pieno di gente che ti vuole bene, che non vede l’ora di vederti sveglio, pronto a ridere e scherzare… svegliati… coraggio… >>, supplicò James.
 
 
Uscì dopo parecchi minuti, stravolto, per lasciare spazio ai genitori, che avevano gli occhi rossi e gonfi, mentre lui tornò da Xx, rimasta da sola in sala d’aspetto: James la vide, e la trovò piccola piccola, mentre cercava di non crollare, e di tenere insieme tutti i pezzi della sua anima, stringendo le braccia alle ginocchia, tenendole al petto.
 
 
James si avvicinò silenziosamente a lei, abbracciandola, baciandole la tempia, stringendola a lui…
 
 
 
Tre ore dopo circa, intorno alle dieci e mezza della sera, James e Xx videro il dottore di Amelia venire verso di loro: i signori Phelps e Katy si erano allontanati un momento per mangiare qualcosa, e per prendere un po’ di aria.
 
 
Quando il dottore fu vicino a loro, potevano vedere che aveva un sorriso stampato in faccia: << E’ andato tutto bene. L’intervento è riuscito, e Amelia si rimetterà completamente. Siamo intervenuti subito, e non ci sono state complicazioni. Direi che è andato molto bene. Ora l’abbiamo messa sotto sedativi leggeri, così non si muove, ed è quello che serve dopo un delicato intervento vicino alla spina dorsale, ma da domani mattina alleggeriremo la dose, così si sveglierà naturalmente >>, spiegò il dottore.
 
 
 << Oh… Thanks… thanks a lot! >>, fece XX, scoppiando in lacrime di felicità, facendo il primo vero sorriso del giorno: scoppiava di felicità.
 
 
Anche James ringraziò il dottore, poi abbracciò stretta XX… la sua ragazza, finalmente poteva dirlo ancora, sorridendo felice, sentendosi più leggero. Non aveva dimenticato Oliver naturalmente,  ma almeno la metà della sua angoscia era svanita, sapendo che sua figlia stava bene.
 
 
I signori Phelps e Katy tornarono, e si rallegrarono della notizia di Amelia, gioendo insieme ai genitori.
James e Xx  andarono insieme a trovare la bambina, che era ferma, mentre dormiva tranquilla, anche se la visione di lei attaccata a mille tubicini li turbò un po’… ma stava bene, e questo era l’importante.
 
 
Stettero un po’ con lei, carezzandola, baciandole la testolina, ripetendole quanto la amavano, finchè l’infermiera non li fece uscire, dicendo loro di andare a casa e di riposarsi.
 
 
Anche ai signori Phelps e Katy fu suggerito di andare a casa a riposarsi un po’, e il medico promise loro di chiamarli se ci fossero state novità.
 
 
James e Xx si guardarono, quando ebbero salutato Katy e i genitori di lui: al momento non abitavano insieme… e loro si imbarazzarono un po’; dove dovevano andare? Cosa dovevano fare?
 
 
 << Allora… >>, cominciarono, entrambi nello stesso momento: si fermarono e si sorrisero… cosa gli prendeva? Perché tutto quell’imbarazzo?
 
 
James prese un respiro profondo e la prese per mano: << Andiamo a casa nostra >>.
 
 
 << Nella casa dove tu… no. Forse è meglio di no, almeno per stasera. Ma non voglio lasciarti da solo. Vieni tu da me… passiamo per casa se ti devi prendere qualcosa, e poi andiamo… >>, Xx non voleva entrare nella loro stanza, e rivedersi le scene di lui e le altre due… lo aveva – quasi – perdonato, ( stava lavorando sul quasi ), l’amore che provava per lui andava oltre a quello che era successo, e non voleva rinfacciargli la cosa a vita, non sarebbe stato giusto, per cui, data la loro recentissima riappacificazione, non voleva vedere niente che avesse a che fare con il suo tradimento. Voleva entrare lì quando tutte le immagini di lui e delle due ragazze fosse scomparsa dalla sua mente.
 
 
 << Va bene. Se non te la senti ancora… non c’è problema >>, le sorrise, mentre entravano in auto: aveva intuito più o meno cosa la turbasse, e lui voleva metterla a suo agio, specie dopo la giornata pesante che avevano passato.
 
 
 << Grazie >>, gli sorrise.
 
 
Quando arrivarono dove alloggiava Xx erano entrambi sfiniti, mentre si stendevano sul divano.
 
 
 << Vado a fare una doccia >>, gli disse Xx dopo qualche minuto: entrò, e sotto il getto dell’acqua calda si rilassò, sciacquando via alcune delle sue angosce, dei suoi pensieri, e un po’ del suo dolore.
 
 
James era indeciso: voleva raggiungerla… ma non era proprio sicuro che fosse la cosa migliore da fare; avevano appena fatto pace, dopotutto… e suo fratello e sua figlia erano in ospedale… ma lui aveva bisogno di stare con Xx, di sentirla vicina a lui… così prese una decisione d’impulso.
 
 
Xx era seduta sulla tazza del water, piena di dubbi: era lecito... le era concesso provare quello che sentiva, dopo tutto quello che era successo tra loro? Dopo tutto il dolore di quella giornata infernale, e dopo aver fatto pace da neanche ventiquattro ore? Si guardò allo specchio: aveva l’aria stravolta, gli occhi lucidi, gonfi con due occhiaie da paura, i capelli che le ricadevano flosciamente sulle spalle, in quella che quella mattina era una coda.
 Così non ci pensò, forse era meglio così, si alzò di scatto e andò verso la porta, spalancandola: li vi trovò James, fermo sulla soglia, con la stessa espressione indecisa che aveva lei, la mano ferma sulla maniglia.
 
 
 << James… io… >>, ma non terminò la frase, le parole in quel momento sembravano così inutili… i loro volti erano vicinissimi, i loro occhi si fusero in un unico sguardo.
 
 
Lo spazio tra loro rimase fermo per secondi interi, poi cominciò a rimpicciolirsi a una velocità impressionante, tanto che Xx non si accorse nemmeno dell’attimo in cui la bocca di James si appoggiò alla sua: lui le prese entrambe le mani in una delle sue, tenendole strette sopra la sua testa, inchiodandola al vetro della doccia con i fianchi.
 
 
Con la mano libera le sciolse i capelli, affondandola poi in mezzo a loro, tirandoli con dolcezza, facendole sollevare il viso; la baciò delicatamente, spostando la mano dai capelli al suo volto, carezzandolo, spostando le labbra, che inseguirono il percorso fatto dalle sue dita.
 
 
La sua bocca scese sul suo collo, i denti che scorrevano sulla pelle sottile di quella zona: il bacio, i suoi modi di fare… erano dolci e selvaggi al tempo stesso.
 
 
Tornò ad impossessarsi della bocca di lei, il suo respiro dentro quello della sua ragazza: la mano che ancora vagava sul viso di lei scese, un dito le percorse il collo, si aprì sullo sterno, e si fece strada sotto la maglietta e il reggiseno di lei, stringendole il seno sinistro forte… così forte da farle quasi male: sembrava volesse prenderle il cuore con la sua mano e carezzarlo, consolarlo fino a farlo guarire del tutto.
 
 
Xx dimenò i polsi fino a liberarli, afferrandogli il viso con entrambe le mani: stavano sorridendo tutti e due, un po' imbarazzati, un po' impacciati dopo tutto quello che era successo, forse sentendosi in colpa per il momento, magari poco opportuno, in cui stava succedendo… ma loro avevano bisogno di sentirsi vicini, di voltare pagina, di ricominciare… e di affrontare insieme quel momento difficile… di dimostrarsi il loro amore… e di non pensare, almeno per un po', a quanto accaduto: volevano ritrovarsi.
 
 
James la avvolse tra le sue braccia, e lei riuscì a respirare tutto il suo profumo, che le era mancato tantissimo, anche se un po' di quel dolce aroma era in Amelia.
 
 
Lui la sollevò, e lei si aggrappò al suo collo, poi James entrò nella doccia e aprì il getto caldo dell’acqua: erano entrambi vestiti.
 
 
Le sfilò la maglietta che indossava, slacciandole il reggiseno in un colpo secco, poi le slacciò i jeans che indossava, levandoglieli, gettando tutto fuori dal box doccia: era rimasta solo con le mutandine, e lui si prese qualche minuto per osservarla bene, da cima a fondo centimetro per centimetro, alla ricerca di un qualche cambiamento, e per guardarla e ammirarla. Sapeva che era bella, ma non ricordava fino a che punto arrivasse la sua bellezza: era incantato.
 
 
Con il dito di una mano prese a passare sul bordo delle mutandine di lei, e, aprendole un po' le gambe passò, da sopra la stoffa bagnata, sopra la sua femminilità… e Xx trattenne il respiro, tremando.
 
 
Si ridestò, aprendo gli occhi, e cominciò a spogliarlo anche lei: era come ritornare a casa dopo tanto tempo, non aveva dimenticato cosa gli piaceva.
 
 
Fece scorrere le sue mani sul petto di lui, sempre più giù, fino ad arrivare al bordo della maglietta, che afferrò, e portò lentamente verso l’alto, sfilandogliela, gettandola fuori dal box doccia, e ammirando il petto d lui; fece scorrere le dita lì sopra, facendo cerchi sui suoi addominali, e avvicinandosi, baciandogli il collo, leccandogli il bordo della mascella con la punta della lingua, impossessandosi delle sue labbra, mordicchiandole.
 
 
James gemette: come aveva potuto essere così stupido… così cieco? Tutto quello di cui aveva bisogno era lei… non aveva nessun senso andare a cercare altrove, nessun’altra reggeva il confronto… e lui era stato un cretino a non vedere più tutta la devozione di lei a lui.
 
 
Riaprì gli occhi: Xx gli stava baciando il petto, tenendogli fermi i fianchi con le mani, che piano, insieme, si avvicinarono alla chiusura dei suoi jeans. Quasi glieli strappò di dosso, e risalendo, gli sfiorò con la mano l’erezione, stringendo un po' più forte sulla punta.
 
 
James l’attirò a sé, avvolgendole i fianchi con un braccio, mentre scendeva ad occuparsi del seno destro, baciandolo e leccandolo con amore… e intanto Xx gli tratteneva la testa, per impedirgli di spostarsi altrove, divaricando le gambe quasi inconsapevole. James prese quel gesto come un invito, e fece scendere la mano libera su tutto il suo corpo, infilandola dentro le mutandine.
 
 
Xx sussultò vistosamente, spalancando gli occhi, e abbassandosi le mutandine con le mani: non voleva più aspettare.
 
 
Abbassò i boxer di James con impazienza, e fece un sorriso a veder l’erezione di lui puntare dritta su di lei: l’afferrò con la mano, cominciando a scorrere con le dita su e giù, mentre lui la afferrava dietro al collo, e baciandola con impeto, con passione… con forza.
 
 
Xx spostò le mani a stringergli il sedere, e lui, in un attimo, entrò in lei: all’improvviso tutto si fermò, e rimasero lì, fermi, l’uno dentro l’altra, per un istante che sembrò eterno… i corpi uniti in uno solo.
 
 
All’inizio si mosse piano, quasi impercettibilmente, e lei aprì di più le gambe, senza neanche pensarci, come un riflesso involontario, per lasciargli più spazio… per aprirsi alle sue spinte.
 
 

I due ragazzi si guardarono negli occhi, stupiti di loro stessi, innamorati, ubriachi di desiderio e storditi dal piacere: in quel momento non esisteva nessun’altro, e anche i cattivi pensieri, e le immagini del suo James a letto con qualcuna che non fosse lei, svanirono dalle loro menti.

 
 
L’unione della loro carne, della loro anima non era mai stata così intensa e perfetta: James cominciò ad aumentare il ritmo delle spinte, mentre Xx gli allacciava una gamba in vita, piantandogli le unghie nella pelle, graffiandogli le spalle e la schiena, mentre si perdeva in un vortice di lussuria, baciandogli il collo, passando la punta della lingua sulle sue labbra…
 
 
Un orgasmo violento, necessario… inevitabile, esplose in loro, a pochissimi minuti di distanza, mentre i loro respiri si affannavano e si acceleravano, gemendo di piacere… godendo l’uno nell’altra disperatamente, fino all’ultimo respiro.
 
 
 << Jay… io ti amo >>, gli sussurrò, guardandolo negli occhi, dopo un minuto, ancora con il fiato corto, mentre se ne stavano abbracciati sotto la doccia, stretti, quasi fossero fusi tra loro.
 
 
 << Ti amo anche io >>, le labbra di lui sussurrarono quelle parole, che scaldarono il cuore di Xx, che risuonarono dentro di lei, fino a farle vibrare ogni fibra della sua anima: si… ora era finalmente, di nuovo, felice… e ogni suo dubbio era evaporato.
 
 
I due, senza aggiungere altro, decisero finalmente di fare quello per cui erano entrati: una doccia. Si lavarono a vicenda, sorridendosi, scambiandosi solo dei dolci, romantici baci, e quando si misero a letto, stanchi ma sereni e felici, rimasero abbracciati, come per trattenersi l’un l’altro. Amelia aveva superato l’intervento e sarebbe guarita completamente, e nel giro di qualche giorno magari avrebbero potuto portarla a casa… e James, ma anche Xx, in cuor loro erano convinti che anche Oliver se la sarebbe cavata senza danni... presto sarebbe stato tutto solo un brutto incubo.
 
 
 
Ciao!! Scusate l’enorme periodo di attesa, ma è stato un periodo superfull! Ora Dovrebbe essersi un po' calmato, e spero proprio di non far passare un lasso di tempo così lungo, per il prossimo capitolo.
 
Vorrei ringraziare Simona per l’aiuto, la consulenza, i consigli, le dritte e le ispirazioni che mi da! Grazie mille davvero! E… anche se in ritardo di qualche giorno, buon compleanno! Spero il regalo ti piaccia!
A presto!
  
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