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Autore: Robigna88    25/01/2017    0 recensioni
Quando Freya Mikaelson le telefona per chiedere aiuto in merito alla drammatica situazione venutasi a creare con Lucien e la sua trasformazione in una specie di Ibrido 2.0, Allison sa che c'è una sola persona che può davvero aiutarla senza rischiare la vita: l'Arcangelo Gabriel. Annientato Lucien però a Gabriel viene chiesto aiuto anche per un'altra cosa, salvare Camille dal morso letale dell'oramai defunto vampiro. Gabriel può farlo ma li avvisa che salvandola altererà l'ordine naturale delle cose e che per quella vita salvata qualcun altro dovrà pagare. Con molta probabilità quel qualcuno sarà proprio Allison che è l'unica umana. Nonostante le proteste di Elijah la cacciatrice accetta, pronta a rischiare per salvare la vita della giovane barista. Quello che non sa però è che ci sono diversi modi per ristabilire l'ordine naturale e alcuni sono più sconvolgenti della morte stessa.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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1.

 

 

 

 

 

Era una bellissima giornata; fuori il sole splendeva ed Allison si era svegliata di buon umore come non le capitava da tempo oramai. Aveva già programmato l’intero giorno e i suoi progetti comprendevano un’abbondante colazione, una seduta di shopping per rinnovare l’intero guardaroba, i pagamenti di alcune bollette arretrate, un buon pranzo nel suo ristorante italiano preferito e infine un bagno caldo e un bicchiere di vino subito dopo cena. Ventiquattro ore di totale relax che aveva intenzione di godersi fino in fondo soprattutto considerato il fatto che non le capitava molto spesso di avere un po’ di pace.

Pensava che tutto sarebbe andato come da programma e lo pensò fin quando il suo telefono non prese a squillare non appena lo accese una volta sveglia.

Quattro chiamate perse e due messaggi, tutti da parte della stessa persona: Freya Mikaelson. Decisamente non un buon segno. Facendo un grosso respiro rifletté sul da farsi; sapeva che gli Originali stavano avendo alcuni problemi con i loro primi vampiri, sapeva che Tristan era già stato eliminato mentre gli altri due erano ancora vivi e stavano dando loro fin troppo filo da torcere. Per la precisione quello a dare più problemi era Lucien Castle, il primo vampiro creato da Klaus che era follemente devoto ad Aurora Du Martel, prima creata – anche se per errore – da Rebekah.

Allison lo aveva incontrato solo un paio di volte, quando ancora fingeva di avere a cuore le sorti del suo creatore ma tanto le era bastato per capire che tipo fosse. Le ricerche che aveva fatto in seguito, senza dire niente ai Mikaelson, avevano confermato ogni sua teoria. Anche se era difficile credere che un tipo come quello fosse davvero un problema per i potenti Originali, non era sorpresa che fosse proprio lui, tra i tre, a creare i problemi più grossi. C’era qualcosa di contorto e perverso in quel tizio… lo aveva percepito la prima volta che lo aveva visto e la sensazione non se ne era andata dopo il secondo incontro, anzi, era peggiorata.

Se avesse telefonato a Freya avrebbe potuto dire addio alla sua giornata di relax, ma se non lo avesse fatto il risultato sarebbe stato lo stesso perché non sarebbe riuscita a darsi pace e avrebbe pensato tutto il tempo a cosa aveva da dirle. Così decise di telefonarle e capì che la situazione era grave quando le rispose con voce tremante e agitata.

“Freya, che succede?” le chiese.

“Allison” mormorò la sua amica dall’altro capo del telefono. “Non ho molto tempo, Elijah tornerà tra poco e se dovesse scoprire che ti ho telefonato si arrabbierebbe.”

Allison chiuse gli occhi per un secondo, poi si avviò verso il piano di sopra. “Quanto è grave la situazione?” domandò, perché sapeva che quello era l’unico motivo per cui Elijah poteva non essere d’accordo nel coinvolgerla.

“Più di quanto possa spiegare. Abbiamo bisogno di aiuto Allison, un tipo di aiuto… superiore.”

La cacciatrice rimase un attimo in silenzio. Superiore… sapeva esattamente cosa significasse ed era una cosa grossa. “Puoi guadagnare un po’ di tempo?” le chiese tirando fuori da sotto il letto una scatola di ferro che aprì con uno scatto.

“Quanto te ne serve?”

“Tre ore almeno, l’aiuto superiore non è così facile da reperire.”

“Tre ore” replicò Freya. “Farò quello che posso.”

“Tienimi aggiornata minuto per minuto.”

“Allison, fai in fretta.”

La cacciatrice riattaccò e prese tra le mani quello che aveva appena tirato fuori dalla scatola, di corsa scese al piano di sotto e poggiò l’oggetto sul ripiano della cucina. Con un coltello si tagliò la punta di un dito e vi fece gocciolare sopra del sangue. “Invoco te, et sanguis meus, auxiliator tuus offero” pronunciò mentre si portava il dito ferito alla bocca per fermare il sangue. Passò più o meno un’ora e la piuma bianca e splendente si intrise di rosso, poi si levò in aria e roteò prima di trovare nuovamente posto sul suo proprietario appena comparso nella stanza.

“Spero che tu sia davvero in grossi guai, perché io mi stavo godendo del meritato riposo in Australia” fu la prima cosa che le disse.

Allison annuì abbozzando un mezzo sorriso. “Più che grossi. Sei mai stato a New Orleans?”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Il sigillo ti terrà prigioniero e ti indebolirà. Quella sensazione che senti all’interno del tuo corpo, come se il sangue ti stesse ribollendo nelle vene… beh quella è una mia personale aggiunta dedicata a te” Freya si piegò sulle ginocchia e lo guardò dritto negli occhi. “Forse non posso ucciderti Lucien, ma posso farti talmente male che alla fine desidererai essere morto.”

Lui rise. “Non smetti mai di sorprendermi Freya, devo ammetterlo.”

“Sono piena di sorprese.” La strega allargò le braccia sotto lo sguardo soddisfatto di Elijah e uno ad uno i componenti della Strige entrarono nella stanza pronti a combattere. “Ho anche portato degli spettatori affinché si godano lo show” gli disse.

“Mia cara sorella” intervenne Elijah. “Cerchiamo di essere chiari con il nostro povero stalliere; la Strige è lo spettacolo o quantomeno il primo atto, quello in cui ti fanno a pezzi. Il secondo atto prevede che ogni tua parte venga seppellita sotto metri e metri di cemento e infine c’è l’ultimo atto, il terzo” si fermò e ridacchiò. “Perdona lo spoiler ma non vedo l’ora di dirti come finisce l’ultimo atto della tua vita; finisce con te che diventi un parcheggio.”

Lucien rise di nuovo e mentre lo faceva si mise in piedi e scosse poco il capo. “Elijah… tu proprio non riesci a frenare la tua presunzione vero? Anche adesso che tutto è dalla mia parte credi che voi tutti riuscirete ad uscirne vivi. Lascia che ti dia io una velata anticipazione, dall’ultimo atto della tua di vita: gli Antenati di New Orleans hanno fatto di me il loro protetto, il che significa che non posso essere battuto” disse facendo un passo fuori dal sigillo e Freya indietreggiò per riflesso.

“Ah!” esclamò qualcuno mentre la Strige si preparava a combattere. “Sono così felice di essere arrivata in tempo.”

Elijah rivolse uno sguardo a sua sorella e lei lo ricambiò solo per un secondo, poi tornò a poggiare gli occhi su Allison, lieta di vederla.

“Allison Morgan!” esclamò Lucien. “La cavalleria è arrivata. Sarà un piacere uccidere anche te.”

“Lucien Castle!” lo imitò lei sorridendogli sarcastica. “Sai, ti ho sempre considerato un tipo sveglio, educato, acculturato... persino affascinante in un certo qual modo, e proprio non riuscivo a capire perché corressi dietro ad Aurora Du Martel; voglio dire, è molto graziosa sì ma è una folle egocentrica e onestamente mi sembra un tantino fuori dalla tua portata. Credo che tu ne sia sempre stato consapevole, quindi la tua cieca devozione verso di lei mi confondeva, devo ammetterlo… Poi però quella stessa cieca devozione mi ha condotta alla giusta conclusione.”

“E sarebbe?”

“Tu non la ami affatto. La vuoi solo perché non puoi averla, perché sei come un bambino di due anni viziato e capriccioso che vuole giocare con le cose degli adulti. Non sopporti l'idea che qualcuno ti neghi qualcosa quindi ti ci aggrappi con tutte le tue forze a quel qualcosa.” Fece una pausa, poi riprese. “Una volta capito questo tutto è stato chiaro e ho potuto affinare la mia strategia. Vuoi sapere qual è il mio piano?”

Lucien fece un grosso respiro tradendo nervosismo. Fissò lo sguardo sul tizio che era arrivato insieme a lei e si schiarì la voce. “Muoio dalla voglia.”

“Ho portato uno dei miei giocattoli, giusto per rimanere in tema” disse voltandosi a guardare il suo amico che le sorrise divertito. “E ti invito a giocarci, se vuoi. Ah, Lucien, finalmente una che non ti appartiene ma che puoi avere se vuoi. Anche se, devo dirtelo… non sono certa che ti piacerà.”

“È questo il tizio che devo uccidere?” le chiese il suo accompagnatore. “Non posso credere di aver dovuto lasciare le spiagge australiane per un pallone gonfiato in giacca di pelle.”

“Oh mio Dio!” esclamò Lucien reclinando indietro il capo, poi tornando dritto. “Quante volte ancora dovrò ripeterlo? Gli Antenati mi hanno preso sotto la loro protezione, nessuna stregoneria, per quanto potente, può uccidermi. Sono invincibile.”

“Allison” intervenne Elijah facendo qualche passo avanti, fermandosi però quando lei gli fece un segno con la mano senza neppure voltarsi.

“Freya non me lo aveva detto” la cacciatrice finse sorpresa. Poi si strinse nelle spalle. “Per fortuna il mio amico qui non è uno stregone” gli fece sapere.

“E che cos’è allora? Un vampiro? Un demone?”

“Si chiama Gabriel. Come l’Arcangelo, quello della Bibbia” Allison gli strizzò l’occhio e indietreggiò di qualche passo mentre l’ombra di due grandi ali si estendeva per tutta la stanza. “Addio Lucien e non preoccuparti, la tua amata fidanzata immaginaria ti raggiungerà presto. A tutti gli altri presenti,” parlò più forte. “Vi suggerisco di chiudere gli occhi.”

Si voltò e Freya ed Elijah la imitarono. Una luce abbagliante illuminò la stanza, seguirono delle urla e quando la calma tornò di Lucien non era rimasto nulla. I due Mikaelson la fissarono a lungo, sui loro volti un’espressione a metà tra la sorpresa e la gratitudine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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