Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: thetruthaboutfabri    25/01/2017    0 recensioni
Terry vorrebbe dichiarare il suo amore a Jennett, ma la paura e l'insicurezza sembrano avere la meglio. Dopo aver baciato la sua amica in sogno, sente di non potercela più fare... vuole a tutti i costi mettere alla luce i suoi sentimenti! Purtroppo Jennett non sembra molto interessata, o forse non è sicura di ciò che sente...
Genere: Fluff, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                                'Amore, passività e limoncello'
 

Pomigliano D'arco, ore 18:52                                                                                                                                                                                               24/11/2016
                                                                                                                                                                                                                  
Jennett ancora non poteva crederci. Nessuno dei suoi compagni di uscite si era ancora presentato lì in villa, luogo dove si sarebbero dovuti incontrare tutti quella sera. “Eppure”, ripeteva a se stessa “Jack mi aveva accertato che sarebbero dovuti venire tutti'', tranne Louis, che quella sera doveva rimanere più a lungo al corso di danza moderna che seguiva ormai da tempo a Marigliano.
La giovane ragazza si precipitò all'interno della famosa Villa Gervasio, situata nei pressi del liceo 'Matilde Serao', frequentata da alcune delle persone con cui la ragazza sarebbe dovuta uscire quel giorno. Ella osservò con cura il suo orologio che indossava sul braccio destro per poter controllare l'ennesima volta l'ora, dopodiché decise di fare un colpo di telefono a Jack. Ma come stranamente sospettava, egli non rispose al cellulare ne diede segni di vita.
La quindicenne si sedette su una delle panchine posizionate all'ingresso del luogo di incontro, dicendo a se stessa di dover prima o poi uccidere l'amico, siccome non rispondeva mai alle sue chiamate.
Nel frattempo alzò la testa in alto per poter osservare il cielo. L'orario di incontro era ormai passato da un pezzo. Fu allora che la ragazza si accorse della straordinaria grandezza della luna, che stranamente, quella sera, brillava tantissimo. Volle così aspettare ancora qualche minuto, prima di provare a chiamare gli altri compagni, che sarebbero dovuti essere già arrivati.
Fu proprio in quell'istante che la giovane Terry abbassò la testa dal cielo. Continuava a provare ansia per la situazione che stava vivendo con Jennett. Era sicura, sicura che lei fosse ormai arrivata lì in villa. Intanto, continuava a pensare allo strategico piano ideato dall'amico Jack per potersi vedere da sola con lei. In fondo, era da tempo che provava dei forti sentimenti nei confronti della compagna ed era ormai giusto e lecito manifestare il suo interesse dinanzi a essa.
Lei, che si trovava vicino i grandi gradoni della villa (luogo forse più malinconico di tutta la villa, data la presenza di numerosi ragazzi amanti della birra e della cannabis) era disperata riguardo alla reazione che avrebbe avuto Jennett nei suoi confronti. Preoccupata come era, affermava costantemente di aver considerato l'idea dell'incontro fasullo con tutti i ragazzi del gruppo una vera baggianata.

Villa Gervasio, ore 18:43

Intanto il buio calava ancora di più su quella stranissima giornata che sembrava frettasse a concludersi. Gli alberi erano leggermente mossi dal vento, facendo trasportare nell'aria un forte senso di nostalgia nei confronti di quell'autunno oramai giunto al suo termine. Le foglie continuavano ad agitarsi per terra, quasi come se volessero alimentare la preoccupazione di Terry nei confronti di quello che stava per accadere.
D'un tratto il cuore della povera ragazza si fermò per un istante. Stava ricevendo una chiamata e si trattava proprio della ragazza-causa della forte agitazione provata quella sera.
'Jen-net…?' rispose lentamente, mentre intanto le batteva forte il cuore.
«Terry… sono all'ingresso della Villa, dove sei? Come mai Jack non risponde al cellulare»?
«Jennett… io non lo so, lui mi ha detto di vederci accanto ai gradoni»
Alla ragazza le pianse il cuore mentire così spudoratamente alla ragazza con la quale avrebbe voluto vivere il resto dei suoi giorni. Ella sapeva benissimo che in realtà Jack quella sera non doveva recarsi in villa a stare insieme a loro, ma doveva vedersi con il suo ragazzo, Roy.
«Terry.. senti, facciamo una cosa, ora io adesso vengo lì dove sei e ti raggiungo»
«No!» Urlò la ragazza, fin quando non si accorse che restava solo una cosa da fare: affrontare la situazione e incontrarsi con lei.
«Cioè, no, volevo dire, vengo io da te dai, facciamo che vengo io da te» disse infine, mettendo in confusione tutte le parole.
«E vabbene» disse Jennett con un tono abbastanza annoiato. Era evidente infatti che la ragazza si stava sempre più stancando della situazione, soprattutto adesso che doveva aspettare che le venisse incontro l'amica, aspettando così altro tempo da sola.

L'aria si faceva sempre più umida e le ragazze cominciarono a sentire un po' di freddo, forse meno Terry, visto il bollente spirito che le stava crescendo dentro nel momento in cui vide Jennett da sola seduta sulla panchina.
Ma ciò che in quel momento la faceva più attizzare di Jennett erano quegli enormi paia di jeans azzurri che la ragazza amava indossare spesso, specialmente nei momenti in cui doveva vedersi con i suoi amici.
In quel momento Jennett si alzò dalla panchina e notò Terry da lontano. Le fece così cenno di avvicinarsi ancora di più.
La ragazza, intimorita, e soprattutto spaventata dal viso dell'amica, stava provando un forte senso di paura e angoscia, sperava davvero che le cose cambiassero all'interno del suo cuore, così facendo avrebbe di sicuro continuato a vivere la sua vita senza più avere paura di incontrarla da vicino, e senza nemmeno provare più stupide ansie. Era quasi come se volesse ritornare a vederla come solo un'amica. Ma tutto ciò era ormai praticamente impossibile.
Intanto Jennett osservò le eleganti gambe di Terry muoversi con molta insicurezza e a piccoli passi, aveva ormai intuito che qualcosa quella sera non quadrava, ed era desiderosa di sapere la verità. Si chiedeva infatti come fosse possibile che nessuno del gruppo fosse giunto sul luogo di ritrovo, ad eccezione di Terry ovviamente. Così, dopo essersi salutate, arrivò il momento di chiarire ciò che stava succedendo durante quei minuti di lunga attesa per Jennett.
«Terry, hai notizie sugli altri? Perché sembra che nessuno verrà?»
«Jennett… credo proprio che Jack abbia deciso di non venire più, mi ha detto che alla fine si doveva vedere con Roy per stare un po da soli, mentre gli altri non lo so, credevo venissero tutti, ma penso che non possano, Dora ad esempio mi ha detto che oggi ha avuto una discussione con la madre.

La ragazza sembrava essersi tranquillizzata alla vista della sua 'crush', eppure continuava ininterrottamente a far vibrare la sua voce, girandosi più volte in altre direzioni, cercava infatti di evitare lo sguardo degli occhi di Jennett. Sapeva benissimo che ciò la avrebbe fatta agitare ancora di più.
Alle parole dell'amica, Jennett sembrava ancor di più sconvolta, di certo non si sarebbe aspettata che i suoi amici la facessero venire inutilmente fino a Pomigliano D'arco.
«Ma se vuoi, possiamo cominciare a farci un giro da sole… vuoi?» Domandò un po' intimorita Terry.
«Eh… ok, basta che andiamo subito a mangiarci qualcosa, siccome sto letteralmente morendo di fame, ieri sono stata tutto il giorno male a causa dei miei problemi di stomaco, e non ho mangiato praticamente nulla.»
La giovane Terry, alle parole dell'amica, si sentì per un attimo rasserenata, era felice del fatto che Jennett non si fosse arrabbiata più di tanto nel sapere che la giornata fosse terminata solamente tra loro due, ma continuava a pensare a tutte le cose che le avrebbe dovuto dire successivamente.

Le ragazze decisero di mangiare un dolce presso il bar 'Arcobaleno' che, sebbene i prezzi dei dessert fossero alti, vantava ottimi pasti e soprattutto un luogo chiuso e al caldo, perfetto per le serate di coppia.
Durante il cammino le ragazze cominciarono ad essere abbastanza stranite per quella situazione che si stava per creare, soprattutto Jennett, la quale non si sarebbe mai aspettata di trascorrere una serata solo con la ragazza che le piaceva da oramai alcune settimane. Infatti, sebbene non fosse ancora chiaro se Jennett provasse dei sentimenti per la compagna, è anche vero che la ragazza era ormai al corrente di ciò che Terry provava per lei.
Arrivate al locale, decisero di accomodarsi nella sala più riscaldata e tranquilla, quella più confortevole.
Sebbene non fosse considerato un posto lussuoso, ciò che regalava a quel luogo un tocco di classe erano le grandi vetrate situate vicino le mura del locale, queste permettevano infatti la visione di ciò che accadeva all'esterno. Ad accompagnare l'aria calda di quel posto si aggiunsero anche la buona musica rilassante e la vasta gamma di dolci da scegliere a far divenire quel luogo un posto veramente romantico.
In quel momento, erano presenti numerose coppiette, e questo fu uno dei motivi per cui le ragazze cominciarono a provare un forte imbarazzo nei confronti della situazione che si stava venendo a creare.

Bar 'Arcobaleno', Pomigliano D'arco, ore 19:30

L'atmosfera nel locale stava divenendo sempre più intensa e passionale, sembrava veramente come se su quel tavolo, le due ragazze fossero in sintonia non soltanto con gli sguardi, ma anche con i propri cuori.
Mentre attendevano l'arrivo dei due dolci al cioccolato e mandorle, cominciarono a rompere il ghiaccio. In un tavolo vicino vi era una coppia di adulti che bisticciavano tra loro, mettendo alla luce tutti i loro problemi di coppia, dovuti alla poca attenzione che il marito aveva nei confronti della figlia e alla troppa aggressività della donna, che intanto cominciava ad alzare il tono di voce. Questo fu un momento giusto per iniziare ad aprire discorso.
«La donna di quel tavolo sembra proprio l'opposto di come sei tu» sentenziò Jennett
«P-perchè? Io come sarei?»
«Di sicuro non aggressiva e maschiaccio come quella signora, sei troppo vulnerabile tu, e tremendamente passiva»
A quelle parole il povero cuore di Terry riprese ad aumentare il battito, mettendo ancor di più in evidenza l'agitazione che provava la ragazza. Perché, si chiedeva, doveva per forza cacciare fuori il discorso della passività?
«Io non sono passiva» affermò con molta nonchalance
«Non ti credo proprio, si vede lontano un miglio che sei passivella»
«Passiva o no, io ritengo che una persona non si debba amare per la sua posizione sessuale, ma per ciò che si vede al suo interno»
«Certo, ma questo in parte, se sai che hai delle preferenze durante un rapporto non puoi convincerti di stare con una persona, sapendo che avresti difficoltà a letto»
«E' proprio quello il punto» ribatté Terry. «E' solo dopo aver 'studiato' per bene una persona che capisci se vale la pena essere attivi o passivi come si pensava di voler essere, io credo che dipenda molto dai tuoi sentimenti...»
Il discorso procedette in maniera assolutamente tranquilla, ad alcuni tratti prendeva una piega anche abbastanza divertente, specie nei momenti in cui Terry, nell'affermare ciò che voleva pronunciare, le si formava del rosso sulle guance, oppure quando Jennett cominciava a prendere in giro i capelli del cameriere che le aveva servito quella sera.
Tra una parola e un'altra Terry ebbe l'opportunità di scavare ancora più a fondo del proprio cuore, riuscendo ad individuare le cose che più le piacevano di Jennett. Il suo sorriso, le sue labbra, i suoi tatuaggi sulle mani, sembrava come se tutto danzasse in perfetta armonia. Ah, come avrebbe voluto che Jennett ricambiasse quei sentimenti! Eppure si aspettava che quella sera accadesse qualcosa.
Furono molti quei momenti in cui le tornarono in mente tutti i discorsi che si scambiava con la giovane ragazza, e in alcuni di essi le veniva da piangere, perché non sapeva se anche lei ricambiasse il forte battito di cuore.
La serata stava procedendo così verso il tono giusto, eccetto i momenti in cui rientrava nel discorso il tema della passività. In quel caso Jennett pareva sempre più misteriosa agli occhi di Terry, a causa della sua scelta di essere passiva; Dava infatti l'impressione di essere praticamente il contrario.
Jennett si era sempre mostrata una ragazza dal cuore forte, aggressiva e tremendamente 'maschiaccio', e questo lato si rispecchiava perfettamente nei suoi modi di vestire, ma nonostante ciò si riteneva passiva ed è per questo che cercava di trovare a tutti i costi una ragazza attiva che la potesse amare più di ogni altra cosa. Inoltre, non sapeva ancora se Terry fosse in grado di rispecchiare l'anima gemella che tentava di trovare.
Così, dopo aver terminato di mangiare e messo in ridicolo Terry per via del suo modo di registrare note vocali su 'Whatsapp', si affrettò a recarsi alla cassa, proponendosi di pagare il conto per entrambe.
«Sono sei euro e cinquanta»
«Certo, ecco a lei» affermò Jennett
Poco prima essere uscite dal locale le due ripresero a 'bisticciare' amichevolmente.
«Ti devo dare i soldi che hai pagato tu al posto mio» disse Terry
«Ma sta zitta, passivella»

«La smetti?!...»

Pomigliano D'arco, ore 20:10

L'appuntamento a sorpresa prese una piega abbastanza particolare nel momento in cui una delle due, Jennett, decise di acquistare una piccola bottiglia di limoncello. Erano pochi quei momenti in cui alla ragazza veniva voglia di bere qualcosa che non fosse birra o sambuca.
Alla vista di quella bottiglia, la giovane Terry riprese a sorridere nuovamente; Si accorse finalmente di avere un altro gusto in comune con Jennett. In un primo momento cercò di non manifestare la sua troppa felicità, perché sapeva che agli occhi della sua crush questo sarebbe diventato nuovamente oggetto di scherno, a causa delle reazioni 'da passiva' che si sarebbero presentate da parte sua.
Così, portando nella sua grande mano destra la bottiglia di limoncello, Jennett riprese a parlare con la compagna presente.
«Che noia, domani ho la verifica di fisica e non ho studiato praticamente nulla»
«Perché non vieni al Serao?»
«Scherzi!? Neanche se mi mettessero cinquanta vagine in bocca accetterei la tua proposta. Terry, vai a farti fottere da qualche attiva» disse con un tono abbastanza scherzoso e provocatorio.
Alla risposta abbastanza maligna di Jennett, gli occhi di Terry si fecero più strani che mai, voleva tanto poter 'vincere' per una volta con Jennett, desiderava ovvero cercare di avere la meglio su di lei, così da dominare la situazione e spiegarle finalmente come ci si deve comportare con lei.
Inutile dire che dalla bocca di Terry non uscì nulla di combattente, come accadeva di solito con la ragazza in questione.
«Quanta acidità in una sola frase…» rispose infine la ragazza
«Un po di zucchero ci vorrebbe»
«Già Jennett… vorrei davvero un po' di zucchero adesso.»
«Una zolletta nell'ano, magari»
«Ma cosa…!»
Le due ragazze lesbiche continuarono a scherzare tra di loro, inserendo nella conversazione talvolta anche argomenti o temi prettamente legati alla sfera sessuale. Fin quando, durante la loro camminata serale di coppia, non incontrarono da lontano un gruppo di ragazzi che le avevano oramai 'puntate' da un bel po. L'acconciatura di Terry fu la cosa che più presero di mira i giovani ragazzi, così che cominciarono ad avvicinarsi a passo svelto alle due povere ragazze in questione. Le due, alla vista di quei ragazzacci, frettarono a correre via, cercando di seminarli nel più breve tempo possibile. Decisero infine di accedere nuovamente all'interno della villa, preferendo però sostare nelle vicinanze del noto 'Burrone', luogo più nascosto e riservato di tutta la grande villa di Pomigliano, noto soprattutto per le scene di sesso che spesso nascono tra i cespugli bagnati dall'acqua piovana.
Le due ragazze si accorsero infine di essere sfuggite al gruppo di ragazzi teppisti, ponendo così fine alla strategica fuga.
«Come odio quando prendono in giro la mia acconciatura» sentenziò d'improvviso Terry
«A te non deve importare ciò che pensano gli altri, devi mostrare il tuo vero essere, senza dare importanza ai giudizi altrui»
In quel momento, ci fu uno dei momenti decisivi della serata. Jennett aprì finalmente la bottiglia di limoncello che intanto aveva portato con sé durante la corsa avvenuta pochi minuti prima.
«Caspita quanto avevo voglia di aprirne una, non hai idea» E così fece, aprendo la sua grande bocca, mettendo in risalto le sue labbra carnose, pronta ad assaporare tutto il contenuto.
Terry intanto riprese a riflettere. Come era possibile che una ragazza così tanto debole come lei, fosse riuscita ad uscire con con la ragazza che tanto più desiderava e amava? D'un tratto le si addolcì il viso, ma nonostante ciò, Jennett preferì non farci effettivamente caso. Fu inevitabile comprendere inoltre come Terry avesse la testa fra le nuvole in quel momento. Era infatti intenta ad osservare il viso chiaro della sua amata.
D'un tratto le balenò in testa il sogno che vide protagonista la giovane Jennett. Entrambe si trovarono al chiaro di luna, durante una serata come quella che stavano appena trascorrendo. E da un minuto a un altro le labbra di Terry si ritrovarono magicamente su quelle di Jennett. Ella lo ricordava ancora quel sogno, proprio come se lo avesse appena vissuto.
Fu proprio in quell'istante che la luna nel cielo si mise nuovamente in mostra, nel gran cielo costellato di stelle.

Jennett intanto beveva ancora, sognando di essere su un'isola tropicale.
«Pensavo di berne un po' anche io, che ne dici»? Fece d'improvviso Terry, acquistando sempre più coraggio nei confronti della ragazza che le era accanto.
«Certo, prendine un po»
Fu proprio in quei pochi secondi che Terry scorse le labbra bagnate di Jennett, erano davvero carine. Ella non capiva se era più eccitata alla vista della bocca dell'altra ragazza che ingoiava il limoncello, o all'idea di stare per bere dallo stesso lato della bottiglia di Jennett.
Una cosa fu certa: di quella bottiglia non ne restò ormai più traccia.
Finalmente la giovane Terry riuscì per la prima volta a sorprendere la sua amica. Jennett infatti rimase con cura ad osservare la sua compagna ad ingoiare il liquido da quella bottiglia così dannatamente piccolina.
«Lo hai davvero finito tutto» riaprì il discorso Jennett con la faccia ancora più stranita, mentre intanto osservava la camicia nera sexy della compagna.
«Sì»
«Pensavo che volessi solamente assaggiarne un pò»
«Mi piace tantissimo il limoncello, è una delle cose che più adoro»

La notte oramai era giunta del tutto in quella giornata, e il vento riprese a muovere le foglioline per terra, rendendo la situazione abbastanza agitante. Era come se tutti quei cespugli moventi volessero scatenare ancora di più quella piccola curiosità di Jennett che stava cominciando a fiorire in quel momento. Era davvero rimasta sbalordita da quella ragazza che era accanto a lei.
«Certo che quando si tratta di bere limoncello ti riprendi subito dall'agitazione e dall'ansia...» fece Jennett cominciando a ridere come era solita, e facendole capire di aver notato la sua paura provata dall'inizio della serata.
Così cominciò a sorridere anche Terry.
«Perché adesso stai sorridendo?» fece Jennett
«Non mi fare queste domande...»
«Dai, dai, voglio sapere!»
«Mi piace un sacco la tua risata, è così strana»
«Ah, si? E della tua allora ne vogliamo parlare? Fece nuovamente mostrandole l'audio dal cellulare riguardo alle sue risate da femminuccia.
«Non sono nulla in confronto alle tue. Ti confesso che ne ho salvata una e l'ho messa come sveglia la mattina» disse, ridacchiando come era solita in quelle situazioni dove felicità e imbarazzo combaciavano perfettamente fra loro.
«Come, scusa? Adesso registri anche le mie risate? Sei proprio un maschiaccio» disse infine con tono ironico, riprendendo a ridacchiare.
Intanto Terry cominciò ad osservare i grandi occhiali indossati da Jennett, erano proprio belli, come d'altronde lo era lei. Quanto avrebbe voluto baciarle almeno le guance.
«Non sono una femminuccia. E comunque i-io»
«Terry, per favore, non riapriamo quel discorso» fece interropendola e osservandola con cura nei suoi occhi marroni.
«Come, scusa?»
«Inutile che fingi di essere attiva con me, so perfettamente quali sono le tue preferenze»
«Non le sai affatto», poi aggiunse con tono più alto «E comunque sei tu che apri quel discorso!»

D'un tratto quella situazione tanto allegra e spensierata che si era venuta a creare sembrava stesse svanendo, e il cuore di Terry riprese così a battere forte dall'ansia.
«Posso chiederti una cosa? Come mai hai fatto quello strano sogno?» domandò in maniera improvvisa Jennett.
Terry rimase incredula a quella domanda, e di più i suoi occhi, i quali non sapevano da che parte guardare per riuscire a sfuggire dalla domanda della ragazza, non si aspettava che le avesse prima o poi chiesto di parlare di quel fottuto sogno. Lei odiava ciò che aveva sognato, perché sapeva che quello era stato davvero un incubo per lei, d'altronde fu da quel momento che cominciò a provare dei sentimenti nei confronti dell'amica. Inoltre, si chiedeva soprattutto come facesse a sapere di quello che aveva sognato. '”Sicuro qualcuno a cui l'ho detto ha deciso di fare la spia, dannazione” pensò.
«Aspetta, a quale sogno ti riferisci»? Chiese lei infine dopo qualche secondo di silenzio, facendo finta di non sapere nulla al riguardo.
Alla domanda della ragazza, Jennett preferì non rispondere. Sapeva benissimo che oramai era in atto nuovamente la Terry debole, insicura e paurosa, e stava per fuoriuscire il suo animo più fragile che potesse esistere. «Lascia stare» disse infine Jennett, spostando lo sguardo su un misero tronco di albero tagliato nelle vicinanze, e creando una situazione prettamente angosciante.
Il viso di Jennett fu ricoperto d'improvviso da un velo di tristezza, che riuscì a catturare anche il viso della compagna, sempre più devastato dalla situazione che stava andando a peggiorare sempre più. Si era come creata una sorte di voragine, che avrebbe prima o poi rovinato tutto se Terry non avesse fatto qualcosa per tentare di salvare quella conversazione. Voleva agire, facendo così capire al suo grande amore di essere all'altezza delle situazioni, mostrandosi così una ragazza forte.
Ci fu un attimo di silenzio.

«JENNET» disse, tentando di far riprendere l'attenzione su di se.
«Cosa c'è?»
«Tu.. mi piaci»
Alle parole della povera ragazza, che per quanto fossero dolci e per quanto lei si mise d'impegno a farle uscire, non ebbe nessuna risposta dalla bocca di Jennett. La sua compagna sembrava fosse impassibile, era praticamente rimasta a fissare ancora quello stupido pezzo di tronco, che era effettivamente ai suoi occhi molto più di interesse a differenza dell'amica. Infondo Jennett era già a conoscenza dell'amore di Terry nei suoi confronti. Non era quindi una novità per lei udire quelle poche parole.
Dopodiché riprese a comunicare la più aggressiva della situazione «Terry… ma tu sei passiva...»
A quelle parole il volto di Terry si fece ancora più rosso di rabbia, voleva davvero che almeno la sua amica si sforzasse di farle un sorriso, anche banale. Ma niente.
La faccia della ragazza più fragile si fece sempre più triste e pieno di angoscia, fin quando non urlò ancora più forte, destando scalpore e facendo uscire finalmente il lato provocatorio della giovane e apparentemente buona ragazza.
«IO NON SONO PASSIVA» disse
«Dimostramelo allora»
Fu allora che, lasciando totalmente incredula la ragazza affianco, decise di avvicinarsi a lei ancora di più, baciandola.
Quello fu senz'altro il momento più dolce di tutta quella strana serata. Le loro lingue si toccarono l'una con l'altra, lasciando interdetti i propri io. Le loro labbra erano ancora una al contatto con l'altra, fin quando la povera Terry non decise di lasciar perdere e tentare di fuggire via.
Presa da un attacco di ansia, la ragazza 'debole' scappò frettolosamente mettendo in evidenza per l'ultima volta le sue gambe dal passo frettoloso.
«Terry, aspetta...» fece infine Jennet, mentre osservava per l'ultima volta quelle gambe che forse apprezzava più di quanto credeva.
Inutile dire che la ragazza era già in lontananza.

Villa Gervasio, ore 22:01

Dopo qualche minuto, la ragazza rimasta ancora sulla panchina si sentì vibrare il telefono cellulare dall'interno della tasca, era il suo migliore amico Louis. Sicuramente aveva appena terminato da poco il suo corso di danza della giornata. Così rispose.
«Jennett! Ti devo parlare, sono successe un sacco di cose qui»
«Non adesso, per favore»
«Cosa è successo? Perché adesso fai di nuovo l'apatica?»

«Louis… credo che mi piaccia Terry»

«Jennett… sei seria?»
 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: thetruthaboutfabri