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Autore: fannyswriting    26/01/2017    1 recensioni
Quando Ronan aveva cinque anni, Niall sognò un castello per lui.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ronan Lynch
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~ castle on the hill

Quando Ronan aveva cinque anni, Niall sognò un castello per lui.
Non si trattava in verità di un castello vero e proprio — enorme, antico, fiabesco — quanto di una sorta di fortezza in miniatura, a dimensioni di bambino. Era posta tra i fienili sull’erba, in mezzo al vento fischiante. Era fatta di legno, legno scuro ed impossibile da spezzare, incapace di marcire. Era ricca di travi che stavano in piedi senza essere rette da niente, e finestre scavate nel legno dai becchi dei corvi. In fin dei conti, forse, era un po’ una specie di vecchia stamberga.
Ma più di tutto, era Ronan.
Niall non avrebbe saputo descrivere o esprimere questo concetto, ma ogni scricchiolante asse della sgangherata fortezza urlava il nome di Ronan come una sinfonia delicata e dolce — incupita solo a tratti da qualche accordo scuro e dissonante. A Niall non piaceva affatto questo inspiegabile retrogusto oscuro. Avrebbe voluto riportarsela in sogno, a volte, disturbato d’improvviso dalla sensazione di dolore imminente che gli provocava avvicinarcisi.
Tuttavia Ronan l’adorava e Niall l’aveva sognata per lui, così rimase lì e rimase sua. E negli anni, Ronan continuò con impegno e costanza ad amare quel luogo incondizionatamente.
Quand’era bambino, difficilmente Ronan stava al castello da solo.
La maggior parte delle volte si portava dietro Matthew — aveva solo due anni quando la loro nuova, inaspettata dimora comparve tra le capre al pascolo, ma come ogni bambino piccolo aveva i suoi metodi di far comprendere quanto ne fosse entusiasta.
Talvolta anche Declan vi si avvicinava. Era meno irruento di Ronan e meno curioso di Matthew, ma a modo suo l’apprezzava. Declan era silenzioso, ad otto anni. Passava molto tempo coi suoi pensieri, molto davvero per la sua età.
Qualche volta, qualche rara volta, i fratelli Lynch passavano un pomeriggio intero al castello tutti insieme. Si volevano bene, profondamente e incondizionatamente, ma erano molto diversi e vederli condividere un interesse che non fosse la già radicata devozione cattolica era particolare.
Niall sosteneva che quando i suoi figli giocavano insieme, da qualche parte nel deserto del Sahara nevicava. Forse era vero. Niall credeva in tutto, e come avrebbe potuto fare altrimenti, in un mondo in cui i sogni divenivano reali?
Più di ogni cosa, quando lo vedeva giocare al coraggioso avventuriero in cima alla sua fortezza, Niall credeva in Ronan, e sperava che i sogni non lo spezzassero.



Ronan tornò al castello a diciassette anni.
Non era cambiato affatto. Ovviamente. L’effetto era straniante. Si girò verso Adam, con un filo di insicurezza. Quel luogo era casa sua, e mostrarlo a qualcuno era — strano.
« Parrish. Beh? »
Adam scrollò le spalle. Probabilmente stava riflettendo su cosa dire, o come dirlo. Ronan si prese il suo tempo per scrutarlo. Sovrapporre la sua immagine a quella delle assi del castello era quasi paradossale. E difficile.
« Non riesco a immaginarti qui a cinque anni. »
Ronan sbuffò. « Ero uguale a ora, solo coi capelli. » Sapeva benissimo che Adam era consapevole di quanto questo fosse falso, ma non si sentiva in grado di parlare di sè, men che meno di chi era stato quando Niall era vivo. D’altronde, sapeva benissimo anche che Adam era consapevole di quanto Ronan si esprimesse in ogni modo eccetto le parole, per cui andava bene così.
« Non credo che ci entreresti adesso », aggiunse, « ma se vuoi puoi dare un’occhiata dalla finestra. »
Adam gli sorrise, di sfuggita. Un gesto casuale, forzatamente casuale, quasi quanto le sue parole. Poi si avviò di fronte a quello che era stato il regno dei fratelli Lynch e si inginocchiò davanti alla finestra. « Questo posto è assurdo », mormorò. « Sembra nato ieri. »
« Mio padre l’ha sognato apposta per me. »
Non che Adam non l’avesse capito; ma Ronan voleva sforzarsi. Provare a farsi capire, anche solo in minima parte. « Lo so. »
Ronan annuì e non ne parlarono più. Rimasero in silenzio per un po’ a contemplare le travi di una vecchia fortezza ed il fischio del vento.
Era uno scenario semplice — ma uno che Ronan non avrebbe creduto di vedere. Non casa sua, non con Adam. Parte di sè pensava sinceramente che sarebbe comunque morto prima.
Sorrise nel sentire Chainsaw chiamarlo poco lontano. Forse era felice.
Forse i sogni degli ultimi anni non l’avevano spezzato del tutto.



NdA: Era tanto che non scrivevo in italiano. E’ la prima volta che provo a scrivere qualcosa dal punto di vista di Ronan, e in effetti è la prima volta che provo a scrivere qualcosa di pensato su Raven Cycle, dal momento che fin’ora ho a malapena buttato giù qualche fill veloce veloce per il pornfest.  In ogni caso è totalmente arrivato il momento di entrare a far parte del fandom sul serio. Questi libri mi stanno senza esagerazioni segnando e cambiando tantissimo, devo tantissimo a questa storia, e spero di riuscire a esprimere almeno un po’ di tutto questo piano piano e a forza di fanfiction. Non avrò mai una piena soddisfazione su questa perché è la prima e io sono perfezionista. Ma per ora va bene così. The Raven Cycle appartiene a Maggie Stiefvater, il titolo a Ed Sheeran.  Ronan al mio cuore. A presto.

   
 
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