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Autore: EllynPhilips    26/01/2017    0 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di iniziare il capitolo vorrei scusarmi per la lunga assenza. Spero ci siano ancora alcuni di voi che aspettavano il mio ritorno e la pubblicazione di un nuovo capitolo.
Sono mancata per diverso tempo, spero davvero possiate perdonarmi in qualche modo.

P.S il capitolo non è revisionato, perdonate eventuali errori.
Ellyn.


Quando Prisca aprì gli occhi, sentì una dolce melodia diffondersi nella stanza. Era così tranquilla e soave che per poco non si riaddormentò. Quando si accorse che era la seveglia, si era già spenta. Constant, ancora ad occhi chiusi, si era allungato dalla sua parte e, quasi spappolandola, in qualche modo era riuscito a spengerla, ed era tornato a dormire. Prisca lasciò riposare ancora un po Constant prima di svegliarlo per andare a scuola, prese lo spazzolino e andò in bagno. Quando ebbe fatto tutte le sue cose, incontrò Rey davanti alla sua porta, già vestita di tutto punto, visibilmente indecisa se bussare alla porta o no.
- Rey, giorno. - le disse.
La ragazza si figò sorpresa. - Prisca! Pensavo stessi ancora dormendo...-
- Figurati, non sono Constant, io! - disse ridendo.
- Lui stà ancora dormendo? - le domandò.
- Quando sono uscita si. - rispose alzando le spalle.
- Mmm...- disse continuando a guardare la porta. - Ero passata solo a vedere se eravate svegli per andare a scuola. -
La ragazza le sorrise e se ne andò, quando arrivò alle scale, Prisca la richiamò.
- Si? - le rispose.
- Io...So tutto riguardo a voi due. Non importa che continuate a fingere davanti a me. -
- ... Te l'ha detto lui? -
Prisca scosse la testa. - Vi ho visti l'altro giorno. -
- Ah.. -
- Mi dispiace solo non averlo saputo prima. Comunque sono felice per voi. - le disse veramente seria. E' vero che voleva Constan tutto per se, perchè era l'unica persona che le era rimasta, ma era felice che avesse trovato Rey. Dopo tanto tempo in cui era rimasto da solo, finalmente aveva incontrato delle persone a cui stava iniziando a volere bene, e che ricambiavano i suoi sentimenti.
La ragazza arrossì. - Grazie. -
- Senti...- disse avvicinandosi a lei. - Constant ha dormito con me, ma non c'è stato niente. Lo sai che siamo solo amici, vero? -
- Si, me lo ha detto. All'inizio ero un po gelosa, lo ammetto. Voi due avete un rapporto così stretto, intimo.- disse.
- Si, ma siamo solo amici. -
- Ero davvero gelosa...- ripetè. - Ma poi Constant mi ha ricordato del mio potere, e dell'altro filo. -
Sentì una fitta al petto, ma cercò si mostrarsi impassibile. - Sono felice che ora tu sia tranquilla. - Poi si girò, aprendo la porta della camera.
- Prisca...- la richiamò Rey. - Un giorno mi dirai a chi appartiene quel filo e la storia che c'è dietro? - le chiese esitante.
Alzò le spalle. - Chiedilo a Constant. Non mi piace parlarne. - disse guardando a terra.
- Sicura? -
- Si. Digli che ti ho detto di raccontartelo. -
- Vabene. -
- Vado a cambiarmi, ci metterò poco. Se aspetti qui fuori, quando esco puoi entrare a svegliare Constant.-
Come previsto, il ragazzo stava ancora dormendo nel suo letto. Per essere un vampiro che non necessitava in continuazione di dormire, dormiva eccome!
Prese un paio di leggins neri e una maglietta viola molto larga, che le scendeva fin sotto il fondoschiena. Afferrò di sfuggita la scarpe che aveva preparato la sera prima, ed uscì dalla stanza. Le scarpe che aveva preso erano le sue preferite tra quelle che le aveva fatto comprare Rey. Avevano il tacco, erano interamente nere, tutte chiuse fino alla caviglia. Se le infilò fuori dalla stanza, quando Rey la salutò con una mano ed entrò a svegliare Constant.
Scese le scale prducendo un ticchettio con i tacchi. Frits, che molto probabilmente l'aveva sentita, la chiamò dalla cucina.
- E' pronta la colazione! - le urlò dalla stanza.
Prisca non gli rispose, tirò diritto verso il portone, lo spalancò e, senza nemmeno salutarlo uscì di casa.
Non aveva dimenticato la loro conversazione del giorno prima. Era ancora arrabbiata con lui per come le aveva risposto, e su come aveva sputato sentenze sul fatto che lei non potesse capire quello che provava. Come se lei non fosse mai stata innamorata...

Andò a scuola a piedi, e fece una strada un po più lunga. Era in anticipo, quindi se la prese comoda.
Varcò la soglia della classe proprio nell'istante in cui suonò la campanella. La prima ora era di storia, e si sedette, come sempre in un posto a caso.
Il professore entrò pochi minuti dopo, tra gli sguardi adoranti delle ragazze presenti nella stanza. Non potè fare a meno di alzare gli occhi al cielo.
Interrogò una ragazza con i capelli rossi, e la secchiona della classe, o meglio, la ex secchiona. Ora era diventata Prisca la cocca del professore. La ragazza, ogni volta che la incontrava in classe, o per i corridoi, le indirizzava un occhiataccia. Ce l'aveva ancora con lei per il primo compito che aveva fatto, e al quale aveva preso il massimo punteggio, superandola. Non era colpa sua se quelle cose le aveva già studiate, anche se la ragazza avesse continuato a indirizzarle occhiatacce omicide, Prisca non sarebbe morta. Per sua sfortuna, aveva scelto di lanciare gli accidenti a un vampiro...
L'ora trascorse velocemente, e Prisca uscì per prima dalla stanza andando verso la torretta pronta per l'ora di chimica.
La classe era mezza vuota, così entrò e posò lo zaino su un banco in terza fila, e si sedette, scarabocchiando con il lapis su un quaderno.
- E' libero? - chiese una voce maschile.
Prisca annuì senza nemmeno voltarsi per vedere chi fosse. Andava bene chiunque, tranne Frits. Non aveva voglia di parlare o stare con lui.
- Sommer, tutto bene? - chiese la stessa voce di prima.
- Si certo, tu come stai? -
- Non c'è male. - rispose. - Il fidanzatino che fine ha fatto? - disse ridendo.
Prisca allora si voltò, per vedere con chi stesse parlando. Era così stupita di trovarsi accanto Lange, che per poco non lo guardò a bocca aperta.
- Tu che ci fai qui? - gli domandò infatti.
- Anche io seguo questo corso, se non l'hai notato. Il primo gioro ti ci ho anche accompagnato! -
- No, cioè..Lo so. Intendo dire che si fai seduto accanto a me. - precisò.
- Hai detto tu che era libero. Così mi sono seduto - disse alzando le saplle come se fosse ovvio. Beh, aveva ragione. Era stata lei a dirglielo.
- Non credo che sia una buona idea...-
- Guarda che non mangio. Lo giuro. - disse tirando indietro le mani. - No, aspetta...Ritiro tutto. - rise. - Mettiamola così, prometto di non mangiarti. -
La ragazza alzò gli occhi al cielo. - Non è per quello. Frits potrebbe arrabbiarsi. -
- Davvero permetti a Frits di controllare le tue amicizie? -
- No. E noi non siamo amici. - puntualizzò.
- Sommer senti, so che abbiamo iniziato col piede sbagliato, anche per la storia di Blenda. E mi dispiace anche per il modo poco rispettoso in cui ti ho guardato il primo giorno...- disse grattandosi la testa. - A mia discolpa dico che eri davvero troppo bella. Però...- continuò. - Vorrei davvero esserti amico. -
- Così puoi rubare un altra ragazza a Frits? - domandò ironica.
- No. Non lo farò più. Non metterò più l'amore prima dell'amicizia. Ho già sbagliato una volta e ne ho pagate le conseguenze perdendo il mio migliore amico. - Sembrava davvero sincero e dispiaciuto. Forse doveva dargli un'altra chance. Insomma, una seconda possibilità non si negava a nessuno.
- Mmmm....- disse indecisa.
- Perfavore, ricominciamo da capo. -
Sospirò. - Daccordo. -
- Io sono Lange, piacere. - disse allungandole la mano.
- Sommer. - disse stringendola e ridendo.
Proprio in quel momento Frits varcò la soglia, e puntò gli occhi su di loro. Non esitò nemmeno un istante e mise le mani sul banco di Lange, guardandolo duramente.
- Tu che ci fai accanto alla mia ragazza? -
- Ha detto che il posto era libero, così mi sono seduto. -
- Beh, non lo era. -
- Lei ha detto di si. -
- E io ti dico di no. -
- Tesoro, - le disse Frits - digli di alzarsi e levarsi, così posso sedermi accanto a te. -
Prisca socosse la testa. - No, ha ragione. Gli ho detto che era libero. -
- Che ti avevo detto? - ripetè Lange.
- Ho detto di spostarti. - continuò Frits.
- Frits smettila. - disse allora Prisca stufa. - E' solo un accidenti di posto. Vuoi sederti qui? -
Lui annuì.
- Bene, accomodati. - poi si alzò lei, lasciandogli il posto libero, e andandosi a sedere nell'unico posto che rimaneva, in prima fila, accanto ad una ragazza che non conosceva.
Per tutta l'ora Frits fu costretto a stare accanto al suo ex migliore amico, e per tutto quel tempo, Prisca sentì il suo sguardo sulla schiena.
Fino allora di pranzo, non vedè ne Rey, ne Constant, e non parlò con Frits. Ma quando suonò la campanella, Karlie si presentò di fronte alla porta dell'aula in cui si trovava.
- Sommer! - esclamò vedendola uscire. -
- Ehi. - disse sorridendole. Quel giorno, Karlie indossava un maglioncino blu scuro, e dei jeans. Prisca non potè fare a meno di notare il suo sorriso, più radioso del solito, il che era tutto dire. Karlie era la persona più sorridente che conoscesse, come se ogni giorno trovasse una ragione diversa per rendere bella anche quella giornata. Ma il suo sorriso, non era niente in confronto allo sguardo. Quello si che era splendente. Prisca sospettò che fosse successo qualcosa con Sash.
- Come mai qui? - gli chiese.
- Passavo di qui, e ho pensato di aspettarti. Almeno andiamo in mensa assieme. Sash è già li ad aspettarci. -
- A proposito di Sash...- disse mentre andavano alla mensa. - C'è qualcosa che ti va di raccontarmi? -
- Cioè? -
- Ammettilo, è successo qualcosa! -
La ragazza arrossì di botto. - Io..non è successo nulla..- provò a negare.
Prisca alzò un sopracciglio. - Davvero? Guarda che se non me lo dici tu, dovrò fare delle supposizioni. Anche se sono sicura di sapere di cosa si tratti..-
Sospirò. - E va bene... Noi, insomma...Abbiamo fatto l'amore. - disse tutto d'un fiato.
Si portò le mani alla bocca, eccitata per la sua amica, e per il fatto di averci azzeccato. - E' fantastico! -
- Si, lo so! -
- Com'è stato? -
- Mi vergognavo da morire e non la smettevo di coprirmi, puoi capire che figuraccia! Però lui è stato dolcissimo. Mi ha chiesto almeno dieci volte se fossi sicura di volerlo fare con lui per la prima volta. Come se avessi potuto voler qualcun'altro... E' stata la miglior prima volta del mondo. - disse sognante.
Prisca le mise un braccio sulle spalle, stringendola a se. - Sono felice che sia stato stupendo. -
- Anche io. Ero così nervosa...Ma mi ha tranquillizzato e non ho più avuto paura. -
- Sei fortuna ad aver trovato la tua anima gemella. Si vede che siete fatti l'uno per l'altra.-
- Invece, - disse guardandola. - Com'è stata la tua prima volta? - le disse maliziosa.
- Che cosa? - se avesse avuto dell'acqua in bocca, l'avrebbe sputata sicuramente tutta in faccia alla sua curiosa amica.
- Si, la tua prima volta. E' stata con Frits, o con uno prima di lui? -
- Non c'è stata. - disse semplicemente, guardando altrove. - Nessuna prima volta con Frits, ne con nessun'altro. -
- Sommer, non ci credo. Non puoi mentirmi in questo modo! -
- E' vero. Con Frits non è successo niente. E' prima di lui...non ho mai avuto nessun ragazzo. -
- Frits è il tuo primo ragazzo? - chiese con gli occhi fuori dalle orbite.
Prisca annuì.
- Com'è possibile? Mi sembra strano che nessuno si sia mai interessato a te. - continò veramente incredula.
- Se è capitato, non me l'hanno mai detto. -
- E tu non ti sei mai innamorata prima di Frits? -
- C'era un ragazzo. - disse guardando altrove. - Ma non provava niente per me. -
- Non sa che grand'errore che ha fatto a lasciarti scappare. - disse solidale. - E' stato veramente un gran coglione. Scommetto che se ne pente ogni giorno, ora che non ti può avere! -
Prisca ne  dubitava fortemente. Ma la sua amica non poteva sapere. Non conosceva la storia.
Quando Karlie inclinò la testa e le si scoprì la spalla, Prisca vide dei piccoli fori sulla pelle. Un umano, se non sapeva che fossero li, non li notava nemmeno. Ma Prisca li vide eccome. - E questi? - domandò indicando i due fori.
- Oh! - disse lei coprendosi un punto tra collo e spalla. - Mentre...- disse schiarendosi la gola. - Mentre lo facevamo mi ha chiesto se poteva...marchiarmi. Ha usato questo termine. Così mi ha dato un morso...Dio, non puoi immaginare come sia stato eccitante.. - disse sovrappensiero. - Tu sai per caso cosa intendesse dire? -
Prisca annuì, guardando il morso. - Ora sei sua. - disse semplicemente. - Nessun vampiro, per rispetto, ti si avvicinerà con l'intento di provarci con te e cose simili. Sei sua...per sempre. Lui ha fatto la sua scelta e non tornerà indietro. Mai più. Ti amerà per sempre, e sarà totalmente e unicamente tuo per l'eternità. - Le due ragazze entrarono nella mensa affollata. Prisca individuò subito il loro tavolo. C'erano già tutti. Sash, Constant e Rey, e Frits. Non aveva ancora voglia di parlarci. Forse stava esagerando a prendersela in quel modo, ma lui aveva toccato proprio i suo tasti più sensibili senza saperlo.
- Karlie. - la richiamò. - Io prendo un succo di mirtillo e scappo, devo finire di studiare una cosa per il compito in classe! -
L'amica mise il broncio. - Devi proprio? -
- Mi tocca. Salutami gli altri, ok? -
- Daccordo. Devo dire qualcosa di preciso a Frits? - chiese pensando di farle un favore.
- Niente di speciale. - poi si mise in coda per prendere da bere.
Vide Karlie andare al tavolo e sedersi accanto a Sash, schioccandogli un bel bacio sulla guancia. Poi disse qualcosa agli altri. Prisca prese in fretta il succo e si dileguò prima che potessero intercettarla in qualche modo.
Non doveva davvero studiare, quindi fece un giro per il cortile della scuola e trovò un posto su un muretto nel giardino posteriore della scuola. C'era parecchia gente, ma nessuno fece particolar modo a lei.
Quando si sentì picchiettare, restò stupita di vedere Constant.
- Che ci fai qui? - chiese infatti.
- Non eri tu quella che doveva studiare? -
- Karlie avrà capito male. -
- Si, certo. -
- Comunque non mi hai risposto. Che ci fai qui? - ripetè - Non dovresti essere in mensa con gli altri? O con Rey? -
Constant scosse la testa, sedendosi accanto a lei. - Frits mi ha raccontato quello che è successo ieri. Perchè non me l'hai detto? -
- Non era niente di importante. -
- Lo era se lo stai evitando. -
- Me la sono solo presa perchè mi ha detto che non potevo capire quello che provava per Blanda. Io più di tutti posso capirlo. Mi ha solo dato fastidio che mi abbia risposto così... Mi ha fatto ripensare a Cam...-
- Prisca lui non poteva saperlo, non puoi fargliene una colpa. -
- Visto che non sa niente del mio passato, dovrebbe proporio evitare di dire certe cose.-
- Frits ha detto che non le pensava davvero quelle cose. -
- Allora perchè non è venuto lui a dirmelo? -
- Perchè lo stai evitando. -
Prisca sbuffò, - Dettagli. -
Constant alzò gli occhi al cielo. - Cambiando argomento...Rey mi ha chiesto di raccontarle la tua storia...Ha detto che le hai detto che se voleva saperla doveva chiederla a me...-
- Si. Non avevo voglia di parlarne. -
- Allora non ti dispiace che l'abbia fatto. -
- No. Prima o poi doveva saperlo... Forse dovevamo dirglielo prima. Prima di invitarci in casa loro dovevano sapere il pericolo che correvano - disse. - Che ti ha  detto? Ha urlato e ha detto che che dobbiamo prendere le nostre cose e andarcene? -
- Assolutamente no! Ha detto che prima di passare sul tuo corpo e uccidere te e me, dovranno prima vedersela con lei e suo fratello. -
- Non sa che lo farebbero sul serio. - sussurrò abbassando lo sguardo. - Ucciderebbero lei e Frits, e poi passerebbero a noi. -
- Sei davvero sicura che lui lo farebbe davvero? - chiese dopo un po.
- Suo padre sicuramente si. Lui...non lo so. Fa sempre come gli pare. Una volta segue le regole, due no. E' imprevedibile. -
- Quando ci ha trovati in Francia però era da solo e non ti ha attaccato. - puntualizzò lui, ricordando quella notte.
- Magari era tutta una falsa, un inganno per poi portarmi dalla sua famiglia e uccidermi. Come puoi saperlo? -
Constant non rispose. Non lo sapeva.
Nemmeno lei sapeva cose le avrebbe potuto fare Camron. Il Camron bambino non l'avrebbe mai fatto. Il Camron che aveva imparato a conoscere dai 10 anni in su l'aveva distrutta dentro, ma arrivare davvero a farle del male fisicamente? Nuocerle gravemente in qualche modo...Ne era davvero capace? Prisca non lo riteneva così cattivo, ma la legge era la legge. Perchè avrebbe dovuto rischiare la sua vita, andare contro la sua famiglia, tutta la città, infrangere le regole... Perchè avrebbe dovuto scegliere lei al di sopra di tutto e tutti? Prisca non aveva una risposta sensata a questa domanda. Ecco perchè non si fidava. Lui non poteva fare una cosa del genere,  e non l'avrebbe fatta.
Per Prisca fu facile evitare Frits per il resto della mattinata, ma quando tornarono a casa non ebbe scampo. Constant e Rey non sarebbero tornati fino a sera, e Frits, che arrivò a casa cinque minuti dopo di lei, non la salutò nemmeno e prima che lei potesse andarsene in qualche modo, la prese per un braccio e la intrappolò.
- Ma che accidenti fai?!?! - esclamò sopresa, fissandolo ad occhi spalancati.
- Sei impazzito? -
- Smettila di evitarmi. -
- Io non ti stò evitanto...-
- No, certo. E immagino tu non sia nemmeno arrabbiata con me. Infatti la scena di oggi a scuola con Lange non centra nulla, vero? -
- E' lui che si è messo accanto a me. -
- Dovevi mandarlo via! -
- Senti mi spieghi qual'è il problema? -
- Il problema è che tutti a scuola  pensano che ci siamo lasciati e Blanda va a dire in giro che mi hai lasciato perchè l'ho baciata! -
- Potrebbe essere anche vero. -
- Prisca! Ma che dici?!? Io non l'ho baciata, e noi non ci siamo lasciati. - puntualizzò.
- Si, ok. Ora puoi lasciarmi, così posso andarmene? -
- E continuare ad evitarmi? - disse scuotendo la testa. - Non credo proprio. Dobbiamo parlare. -
- E di cosa? -
- Di quello che ti ho detto ieri sera. - rispose. - Mi dispiace, non avrei dovuto dirlo. E nemmeno prendermela con te. Stavi cercando solo di aiutarmi e io ti ho dato contro in quel modo...Perdonami. Non potevo sapere che tu...- iniziò. - Che io cosa? -

- Che tu eri quella che poteva capirmi più di tutti. - disse incontrando il suo sguardo. - Non sapevo che eri scappata dal tuo paese perchè i tuoi genitori ti avevano obbligato a legarti con un ragazzo che stava con la tua migliore amica...E che lui deve ucciderti.-
- Te l'ha detto Rey o Constant? -
- Rey, dopo averlo saputo da lui. -
- Quindi ora che lo sapete, non volete cacciarci? Constant ha detto di no, ma sapendo che ci stanno cercando...I rischi che potete correre sono enormi...-
- Non ti lascerò andar via nemmeno per tutto l'oro del mondo. Come ha detto Rey, prima di arrivare a te, a voi, dovranno passare sul nostro cadavere. - disse abbracciandola.
- Frits...Questo non è un gioco. Siete sicuri di volerlo fare? - chiese appoggiandogli la testa sulla spalla.
- Ormai siamo una famiglia, non permetterò a nessuno di farvi del male. -
Prisca credeva che le sue intenzioni fossero buone, ma come avrebbe potuto lui, proteggerla da Camron? Era Prisca l'unica che si poteva proteggere da sola. Era lei che avrebbe dovuto proteggere tutti loro, non il contrario. Ma questo Frits non era necessario lo sapesse.
- Prisca, - disse dopo un po, ancora tenendola tra le sue braccia. - Da che posto sei scappata? Che paese può essere così orribile da impartire una legge del genere? Di obbligare il promesso a uccidere la ragazza...solo perchè si è tirata indietro all'unione? E' disumano! Nessuno dovrebbe essere obbligato a legarsi ad una persona contro il suo volere. Morire per questo, poi... - Si staccò, guardandola negli occhi. - Da che posto sei scappata? - ripetè scuotendole le spalle.
- La città da cui vengo - rispose, - si chiama Azalea. -
Frits si immobilizzò, poi sussurrò - La città perduta. - come se non credesse fosse possibile.
- La città perduta? - chiese lei confusa.
- Tutti i vampiri ne hanno sentito parlare, ma nessuno c'è mai stato davvero. Credevamo tutti fosse una leggenda. -
- E' che dice questa leggenda? -
- Che è come il paradiso dei vampiri. Un altro mondo, altre regole...  -
- Altro che paradiso...- disse ironica. - Che altro sapete sulla città? -
- Si dice fosse abitata dai vampiri più potenti del mondo, e che non può essere trovata se non sai il punto esatto in cui si trova. Nessuno l'ha mai scoperto. -
- Oh, la prima cosa è vera, ne sono sicura. La seconda credevo valesse solo per gli umani... -
- Non lo so. Ma tutti quelli che hanno provato a cercarla hanno fallito. -
- Non si sono persi nulla. Nessuno entra nella città, se non è accompagnato da un vampiro che abita li. -
- Davvero esiste? -
- Dove saremo nati io e Constant, altrimenti? - disse ridendo.
- E com'è? -
- Non ti basta sapere che schifo di leggi ci sono? - disse scuotendo la testa.
- Ma apparte le leggi non è male. Era solo...casa. - disse alzando le spalle. A dire la verità le mancava da morire, anche dopo tutto quello che era successo con Azura, i litigi con le persone che abitavano li... Un giorno avrebbe voluto svegliarsi e  rendersi conto che quello che aveva creduto fosse la realtà era stato solo un sogno. Avrebbe voluto svegliarsi ed avere ancora 10 anni, e impedire a Camron di allontanarsi da lei. Solo che non era un sogno. Era la pura realtà e lei non sarebbe mai tornata li. Azalea per lei, da quando era scappata significava solo una cosa.
Morte.
   
 
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