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Autore: MizuiroTv    28/01/2017    0 recensioni
Tic, tac , tic , tac…. 

 Le lancette dell’orologio mi stanno invitando ad uscire, ne sono più che sicuro, ma non ho la forza di vestirmi, prendere l’autobus e fare allenamento. Non so neanche con quale faccia vado dopo due settimane che salto la scuola, Iwaizumi, come minimo, abbaierà, come suo solito e no, non ho voglia di sentirlo. 
Non ho voglia di sentire l’oppressione di una imminente partita, non ho voglia di sentirmi il ‘’Gran Re“. 

Tic, tac , tic , tac….
Oh, un nuovo messaggio, chi sarà mai?

Mittente: Ushijima Wakatoshi.

Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Tooru Oikawa, Wakatoshi Ushijima
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Autist!Ushijima
 PTSD!Oikawa

 

 

Siamo come foglie.





Oikawa’s P.O.V

 

Non sono più andato a scuola dopo quella volta.
Era avvenuto tutto così di fretta.
Mi ero chiuso in bagno, dopo l’ennesima crisi e sono rimasto a piangere per ore.

In verità, vorrei dimenticarmene.
Vorrei dimenticare la mia debolezza.
Se vedo una pistola, finta o vera, o anche solo qualcuno che mi punta un dito addosso, io, io mi ricordo.
Mi ricordo di come ho sparato a quel figlio di puttana, usando la sua stessa arma.
Ricordo quegli istante che hanno salvato la vita a me, a mia madre, a mia sorella e alla commessa di quel mini market adiacente a casa.

Tic, tac , tic , tac….

 Le lancette dell’orologio mi stanno invitando ad uscire, ne sono più che sicuro, ma non ho la forza di vestirmi, prendere l’autobus e fare allenamento. Non so neanche con quale faccia vado dopo due settimane che salto la scuola, Iwaizumi, come minimo, abbaierà, come suo solito e no, non ho voglia di sentirlo.
Non ho voglia di sentire l’oppressione di una imminente partita, non ho voglia di sentirmi il ‘’Gran Re“.

Tic, tac , tic , tac…. 

 

Oh, un nuovo messaggio, chi sarà mai?

Mittente: Ushijima Wakatoshi.

Feci crollare il telefonino dalle mani.

“Non lo sopporto, non lo sopporto, non lo sopporto!“ Ripetevo sbattendo la testa contro il pallone da volleyball.

“Lo odio. Lo odio! Perché deve essere così fottutamente nel giusto!“.

Io non sopportavo l’idea che il mio acerrimo rivale si rivelasse così: sapeva - ed io non so proprio spiegarmelo - sempre quando saltavo gli allenamenti o la scuola.

Quel messaggio recitava: ‘’Oikawa, so che sei a casa da scuola. Se rimani in casa, non riuscirai mai a battermi.“


So solo che dopo quel messaggio, mi sono cambiato, mi son messo davanti alla porta, ho sospirato e ho cercato di lasciare alle spalle il mio passato e ho aperto la porta.

Ushijima’s POV.

Il telefono squilla per troppe volte, sarà Tendo che mi chiede di andare con lui a vedere chissà quale film di fantascienza.

Sbuffo e decido di rispondergli alla quarta chiamata, dicendogli una scusa.
Non voglio vedere nessuno, al di fuori degli allenamenti.

Non saprei come comportarmi in mezzo a situazioni informali come un’uscita tra amici, potrei rovinare tutto.

Io non ho l’opportunità di farmi un’amico.

Sbuffo mentre finisco di scrivere i compiti di letteratura giapponese, domani ci sarebbe stato il test, ma grazie ad alcuni compagni eravamo salvi, però, per portarmi avanti, decisi di cominciare a studiare. Avrei avuto più tempo per rilassarmi nel week end avvenire.


Tic,tac,tic,tac...


 

L’orologio scandiva il susseguirsi dei minuti, era sempre più stressante e il mio silenzio non aiutava.

“Oikawa non sarà andato neanche oggi a scuola.“

Parlai dopo quelle ore di silenzio.

Come lo sapevo?
Avevo visto un suo accesso a “Line“ durante la mattinata, quando avevo un’ora dedicata allo studio individuale.
Quando era a casa, era solito connettersi sui social network, se fosse stato un giorno normale non lo avrebbe mai fatto.

“Voglio scrivergli un messaggio“
Continuai, ma, nel momento stesso in cui premevo i tasti sul touch screen, sudavo, sudavo freddo per la paura.

Odiavo la mia lieve forma di Autismo.
Tutti mi stavano alla larga e io stavo alla larga a tutti e sopratutto, nessuno sapeva di questo mio handicap. Nessuno mi avrebbe più preso sul serio.

La crisi passò in fretta, ormai ero abituato e il messaggio venne spedito.
Non ci volle tanto per ricevere una risposta dal capitano della Seijo.

“Sto andando. No, non ad allenarmi. Sto venendo a casa tua a farti un bel discorsetto.“
Lessi il messaggio di Tōru a fondo.

Cosa avrà da dirmi di tanto urgente?

Mi vestii rapidamente: dovevo solo mettermi la giacca dell’Accademia e aspettai fuori casa.


Il vento mi spettinava i capelli: autunno, finalmente, era arrivato.

Guardavo qua e là e vedevo le foglie, leggere, cadere.
Feci un lieve sorriso: le foglie, ah, splendide, sono leggere, fragili e cadono, sono leggere e fragili, come io e te, Oikawa.
Noi siamo fragili, io sono fragile ma anche tu lo sei.
Il tuo bisogno di essere il numero uno, come me, mi fa capire che hai bisogno di attenzioni perchè dentro non ti senti degno.
Io penso di capirti. Ma non riesco a fartelo capire.
O forse è la mia malattia a parlare, forse io ti odio e non riesco a capire perchè tu assomigli ad una foglia come me.

Ma i miei pensieri furono interrotti da Oikawa che era davanti a me e mi guardava.

“Tu! Tu! Perché? Perché devi starmi addosso così??“ Urlò quest’ultimo puntandomi il dito addosso.

Impassibile. Ecco, com’ero. Ero impassibile.


“Perchè tu sei fragile, fragile come una foglia.“ Risposi e senza accorgermi avevo stretto il corpo di Oikawa al mio.

   
 
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