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Autore: BeRRy_aPPle    31/05/2009    1 recensioni
"Hai paura di morire?" In varie occasioni mi hanno posto questa domanda. Seriamente, per scherzo, o per pura curiosità, molto spesso questa domanda si ripresentava di tanto in tanto a scombussolare i miei pensieri. Io, ovviamente, risposi sempre di no. In fondo, perché avrei dovuto avere paura? Ogni volta che ci pensavo, convincevo me stessa che queste cose erano troppo premature per i miei appena 16 anni e che più avanti avrei avuto tutto il tempo per interrogarmi sui misteri della vita. Errore, errore, errore….stupida sedicenne ingenua, pensavi forse di rimandare in eterno? È ora che inizi a pensare. E anche in fretta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L, Light e compagnia bella verranno fuori dopo e .....abbiate pietà, è la prima che scrivo!! Commentate please ^^”


Hai paura di morire?

In varie occasioni mi hanno posto questa domanda.
Seriamente, per scherzo, o per pura curiosità, molto spesso questa domanda si ripresentava di tanto in tanto a scombussolare i miei pensieri.
Io, ovviamente, risposi sempre di no. In fondo, perché avrei dovuto avere paura? Ogni volta che ci pensavo, convincevo me stessa che queste cose erano troppo premature per i miei appena 16 anni e che più avanti avrei avuto tutto il tempo per interrogarmi sui misteri della vita.
Errore, errore, errore….stupida sedicenne ingenua, pensavi forse di rimandare in eterno?
È ora che inizi a pensare. E anche in fretta.


- hai visto che carino Seth? Secondo me è commestibile!-
Eveline, sempre a pensare ai ragazzi. Particolarmente a Seth. Dolce e spensierata…. non cambierà mai.
- Ma sei matta? È ….è….un ameba!! -
Cerise, testarda e diretta. Non si fa problemi a dire ciò che pensa.  
- Non è vero!!-
- Già, sennò sai che offesa per l’ameba-

Ormai tutti i sabati andavano in centro, a lustrarsi gl’occhi davanti alle vetrine e a parlare di ragazzi e quant’altro. Insomma, fin qui tutto normale.
Le ragazze decisero di andare a casa di Cerise, tanto per stazionare per il resto del pomeriggio sul computer. Per arrivare all’abitazione, bisognava attraversare una strada solitamente molto affollata, famosa per gli incidenti.
Quel giorno era stranamente deserta.
Eveline, in preda a pensieri rosei incentrati su Seth, il tipico figo da paura della porta accanto, si mise a volteggiare per la strada, iniziando a saltellare sulle strisce pedonali e canticchiando una canzoncina.
- ehi, guarda che se passa una macchina…-
- tranquilla!Vedi? non c’è nessuno! –
Nessuno si preoccupa di eventuali tragedie, fin quando non capitano a noi o a persone vicine.
Destino vuole che ognuno prima o poi impara, ma a caro prezzo.
 
Non feci in tempo a prenderla. Volevo buttarmi lì in mezzo, prenderla per un braccio e portarla in salvo da quel furgone.
 Ma non riuscivo a muovermi, mi sentivo tirare la maglietta dalla parte opposta. Forse ero impigliata, o forse era il mio buon senso a volermi salvare, ma nonostante tutto riuscii ad afferrare la mia migliore amica per un braccio e portarla verso di me. Ma non abbastanza da poterla salvare.
Se il conducente non fosse stato ubriaco…se fosse andato più piano…. ora non saremo qui. Tu su un lettino bianco, e io qui a piangere.

- è in coma – sentenziò il dottore che, a parer mio, aveva un’aria da becchino.
- ma si riprenderà?- i genitori non si davano pace, erano sempre in cerca di un misero cenno di speranza per il loro angelo addormentato.
- dalle analisi promette bene, ma non sappiamo dire con certezza quando si riprenderà…..però una cosa è certa: perderà l’uso delle gambe – chissà quante altre notizie simili a questa aveva dato.
Cerise, l’unica rimasta illesa da quel brutto incubo, nonostante lo shock, riusciva ancora a ragionare. Una miriade di perché la sommerse.
- Perché è accaduta una cosa del genere? E soprattutto, perché  proprio a noi? Com’è possibile? No..non può essere. È solo un incubo, tra poco passerà, ci sveglieremo e tornerà tutto come prima -
Parlava con Eveline nella speranza che sentisse le sue parole, che si convincesse della loro verità e che magari si svegliasse. Anzi, si svegliassero entrambe da questo oblio senza fine.
Stupida Cerise, sempre più infantile… cosa speri?! Che il mondo sia tutto rose e fiori, eh? Beh ti sbagli. Apri gli occhi Cerise.
Già… aprire gli occhi.. Se solo potessi fare qualcosa… Lei non se lo merita…si…non se lo merita…
Cerise scoppiò a piangere. Un pianto rotto, un pianto che ormai non conteneva più lacrime.
Ad un certo puntò la porta si aprì. Come se non bastasse tutto questo, ecco che da quella schifosa porta di quello schifoso posto appare una sagoma, la sagoma di qualcuno che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
- Seth! Che ci fai qui?- disse cercando di non tradire il suo pensiero pieno di disgusto.
- Ho sentito cosa le è successo e sono corso subito qui. Volevo vederla. Non avrei sopportato di starmene a casa in attesa di qualche informazione-.
Falso, lurido ipocrita che non sei altro! Di lei non te ne è mai fregato niente…
-Beh ora l’hai vista, puoi anche andartene. Siamo già troppi in questa stanza-
-Se non ti dispiace vorrei poter fare quel cavolo che mi pare-
Seth, un ragazzo gentile e premuroso, era insolito vederlo rispondere in malo modo.
-Come vuoi. Me ne vado, ho bisogno di un po’ d’aria fresca sennò rischio di vomitare- con gli occhi lucidi dalla rabbia uscì sbattendo la porta.  
Attraversava i corridoi quasi correndo, fregandosene di andare a sbattere addosso alle persone.
Uscendo in cortile un’ondata d’aria fresca le accarezzò il viso. Già meglio.
- basta, non lo sopporto più….-  sospirò sedendosi sulla panchina.
Il cellulare vibrò, era appena arrivato un messaggio.
- il numero è sconosciuto…..chissà chi lo manda..-

~ Allora perché non lo uccidi? ~

Era sbiancata, diventata praticamente un lenzuolo.
- chi cazzo….- si guardò intorno.
La paura aumentava. Chi poteva averle risposto?
Dall’alto scese qualcosa: un oggetto nero cadde ai piedi di Cerise, alzando un po’ di polvere.
Era un piccolo quaderno nero, per niente voluminoso.
La ragazza si chinò per raccoglierlo, chiedendosi cosa ci facesse lì un quaderno, ma si fermò di colpo appena si accorse della scritta sulla copertina.

Che cos’è un Death Note?

***

Lo sapevo. Questa mattina sarei dovuta  rimanere a letto.


Quel quaderno non prometteva niente di buono, e lei lo sapeva bene.
E allora, perché cavolo l’ho preso?
Teneva in mano quel quaderno come se si potesse sgretolare da un momento all’altro.
Non le pareva fosse cambiato nulla, a parte la perenne sensazione di essere osservata, però aveva paura di aprirlo.
Fifona che non sei altro, perché non ti decidi ad aprirlo?
- Non sono fifona….- aprì il libro di scatto, quasi trattenendo il respiro.
Devo dartene atto, non sei così paurosa come pensavo. Continua così e farai strada, bella mia.
Iniziò a sfogliare le pagine, scoprendo che era praticamente un comune quaderno dal titolo inquietante. Nulla di più, nulla di meno.

- Questo è quello che credi tu-

Cerise si voltò lentamente, sapeva che la voce veniva da dietro di lei.
C’era una donna. Molto strana e bizzarra, ma pur sempre una donna. Almeno era quello che sembrava.
- Chi sei? – stava per strillare, se lo sentiva.
- Come? Non urli?.....così mi togli ogni soddisfazione, sai?-

La donna fece un ampio sorriso, mostrando i denti. Una dentatura simile era paragonabile forse a quelle mostrate su “lo squalo”.

- Non mi sembrerebbe opportuno, c’è troppa gente- non gli veniva in mente altro, si sentiva la testa svuotata.
- Non ti facevo così risoluta. Se c’è una cosa che ho imparato seguendoti, è che sei abbastanza emotiva. Ma mai quanto tua sorella Coraline –
- Come fai a conoscere mia sorella..?- rifletté un attimo, soffermandosi sulla seconda frase.
- Da quanto mi segui? -
- Da quando sei nata, Cerise –
Cosa voleva dire? Si, insomma, se l’avesse sempre seguita se ne sarebbe accorta…no?
- Tu..tu non sei umana….vero?- più la guardava, e più se ne convinceva.
- Plin plon, risposta esatta –
Aveva uno sguardo tetro, le iridi di un viola chiaro….no, decisamente non era umana.
I capelli poi, erano di un bianco candido, come la pelle del resto, e le arrivavano si e no fino alle caviglie. No, arrivavano più giù.
Troppo strana per essere un’ umana, troppo “normale” per essere un mostro. Ma allora cosa sei, Miss “non sono ne carne ne pesce”?
- Quello non è Seth? –  disse la donna indicando la porta principale dell’ospedale.
Ecco, ora siamo veramente a posto.
Seth si diresse verso Cerise, leggermente rosso in viso.
Oddio, se vede la tipa bizzarra sono fritta!!

- Senti, volevo scusarmi per prima…sono stato molto sgarbato…-
- Ma figurati…anzi sono io che mi devo scusare-
- Ma come sei falsa- si sentì bisbigliare da dietro.
Cerise stava diventando paonazza, sicura che Seth l’avesse sentita.
- Secondo te si sveglierà presto? – i suoi occhi chiari quasi brillarono.
- Si spera…-
Cosa vuoi che ti dica? Non sono mica un’indovina!
- proprio ieri le avevo chiesto se domani usciva con me…ha ha….ho proprio una gran fortuna –
- oh…ehm…già….-
Cerise, sei proprio una grande oratrice sai? Datti alla politica.
- Beh, allora ci si vede…- disse il ragazzo con un cenno della mano.
- Già, chi non muore si rivede…- Cerise azzardò un sorriso.
- Infatti ho l’impressione che non ti rivedremo più caro protozoo –
Quando Seth fu abbastanza lontano da non poter sentire, Cerise espose, iniziando a sparare domande a raffica.
- Ehi! Perché non ti ha visto? Perché non ti ha sentito? E come fai a conoscere pure lui? Sei così strana, dimmi COSA diamine sei! Queste cose non sono normali, lo diceva il mio oroscopo che oggi non era giornata, ma non pensavo fino a questo punto!!Cavolo, ma cos’è, la pubertà? Una crisi premestruale? DITEMI COS’HO CHE NON VA!!-
La donna le tappo la bocca con una mano incredibilmente fredda, mettendo fine a quel baccano.
- Shh…non vedi che tutti ti guardano? -
Infatti era vero: tutti si erano fermati a fissarla.
- Perché mi guardano? Insomma, sto parlando con te...- questa volta parlò piano, sicura di non essere sentita.
- Questo è quello che credi tu…ma per gli altri penso non sia normale parlare da soli-
Tutti ripresero a fare quello che stavano facendo, ormai nessuno la badava più.
- Perché posso vederti solo io? -
- Pensaci –
- Vedo che hai molta fiducia in me – raccolse la borsa, dove aveva messo quello strano quadernetto nero.
Ma certo! Ho iniziato a vederla dopo aver preso il quaderno!
- Centra qualcosa il quaderno?- domandò, rimanendo sul vago.
- Te l’avevo detto che ci saresti arrivata da sola-
Ormai era tardi, l’orario delle visite era scaduto e a casa c’era chi l’aspettava. Cerise si incamminò verso casa seguita da quella strana donna.
- Una curiosità….ce l’hai un nome?-
- Il mio nome è Merily –
- Allora Merily….perché mi stai seguendo? –
- Beh, ti ho sempre seguita…e poi ora sei tu la proprietaria del quaderno quindi sono obbligata a rincorrerti ovunque –
- E questo è dovuto a….? –  
- Semplice: quel quaderno era mio, ma dopo che l’hai toccato è diventato tuo-
- Ma scusa…..a cosa serve quel quaderno? Il titolo…-
- Quel quaderno serve a uccidere le persone. E non pensare che sia così facile, perché ci sono delle regole da rispettare –
- Perché dovresti aver bisogno di uccidere la gente? –
- Diciamo che mi ci guadagno da vivere -
- Sei uno shinigami, vero?-
- Mi chiamano anche così -
  
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