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Autore: alby4ever    31/05/2009    2 recensioni
nobu è a pezzi perchè ormai ha capito che hachi non tornerà più...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nobuo Terashima, Shinichi Okazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capriccio da bambino

-Shin, uomini e donne sono schiavi del desiderio sessuale, giusto? Tu pensi che tra loro possa esistere davvero l’amore?-
-…Mi dispiace, questo non lo so nemmeno io-


Questa parte della conversazione con Shin non se ne vuole andare. È rimasta impressa nella mia mente, incancellabile.
È sera. Guardo l’orologio alla parete che costantemente batte il tempo. Le dieci.
Shin è appena uscito di casa per andare a lavorare. Mi sfugge una risatina sarcastica. Sempre se si può chiamare lavoro, il suo. Sono disteso sul mio letto e guardo fuori dalla finestra la luna. È una luna crescente , la stessa di quando sono arrivato a Tokyo, la luna che ha fatto da riflettore mentre io e Nana suonavamo la nostra prima, nuova canzone.
Tu Hachi eri lì. Timida, dolce, spensierata. Con il tuo sorriso e la tua risata cristallina, sei riuscita perfino ad illuminare l’animo di Nana, la nostra regina dei ghiacci con gli occhi da gatto. È per questo che mi piaci. È per questo che adoro guardare la tua esile figura che scorrazza come un cagnolino quando sei con noi. Ma tu sei anche cattiva. Sei cattiva e perfida. Pur sapendo che mi piacevi, hai preferito andare a letto con Takumi, il bassista del gruppo Trapnest, i nostri antagonisti in primis. E ora dimmi: sei soddisfatta, vero? Sei soddisfatta di esserti scopata quel lurido, quel… quel… non ce la faccio neanche a finire la frase. Non ce la faccio più in niente.
Le lacrime hanno incominciato a sbiadirmi la vista di una luna ormai tremolante, che sembra piangere con me. Voglio scappare in un mondo tutto mio, dove Hachi e Takumi non esistono, dove anche io posso essere felice…
Lentamente i miei occhi si chiudono e scivolo in un sonno superficiale e agitato.
Cammino lungo un sentiero di terra battuta che costeggia un lungo fiume. Dall’altra parte del sentiero si estende un prato incolto, fresco e verde di pioggia appena terminata. Poi capisco: sono sulla strada che porta a casa di Hachi! Il sole splende e le nuvole sono ormai lontane all’orizzonte. Si preannuncia una bella giornata. Cammino lungo il sentiero ancora per qualche metro, poi da lontano scorgo una bambina: ha spettinati capelli neri che si muovono lenti alla carezza del vento. Indossa una maglietta bianca e dei pantaloncini di jeans scoloriti che le scendono al di sotto del ginocchio, tanto sono larghi. Non sembra avere più di sei anni. Corre spensierata inseguendo una farfalla e nel frattempo ride divertita. Ha una risata meravigliosa, pura e limpida come migliaia di cristalli che risuonavano tra di loro. Sorrido a mia volta nel guardare quel piccolo miracolo di vita davanti a me.
-Satsuki!-
Mi giro verso la voce che ha chiamato la bambina e poi la scorgo. Hachi. Tu. Con il sorriso sulle labbra e la mano al vento, chiami quella che sembra tua figlia. Sei ancora più bella di quanto sembri nella realtà.
-Mamma!-
La piccola Satsuki corre verso di te e ti abbraccia felice. Tu le accarezzi la testa con affetto.
-Papà!-
La piccola Satsuki si stacca da te, Hachi, e si aggrappa alle gambe di un uomo comparso dietro di te. Ha lunghi capelli neri e uno sguardo da bel tenebroso. Takumi.
Mi sveglio di soprassalto e con gli occhi umidi. Maledetto Takumi e maledetta Hachi. Maledetti!
Sento la porta di casa aprirsi e Shin entra, dopo essere stato fuori casa per chissà quanto tempo. Guardo l’orologio. Le tre del mattino. -allora Nobu, ancora sveglio?-
Ha una sigaretta accesa alle labbra, una Black Stone. I capelli turchini sono impastati di gel, come al solito, e il suo puzzle di piercing era al completo. I suoi occhi azzurri sono semichiusi, in tralice, e mi guardano quasi in malo modo. Ha un’aria stanca e sembra non voglia altro che andare a letto.
- si può sapere dove sei stato fino a quest’ora Shin? Ero preoccupato!-
Non capivo perché, ma mi ero alzato di scatto dal letto e gli avevo sbraitato contro.
Shin mi guarda con aria di sufficienza poi, con un pacato movimento, si toglie la sigaretta dalle labbra e mi soffia il fumo addosso. -cosa vuoi Nobu? Hai detto che non vuoi sapere cosa faccio quando esco da questa porta…-
Rimango senza parole da pronunciare, muto.
-comunque è inutile che fai il paparino preoccupato. Lo so che in realtà non hai pensato minimamente a me-
Si dirige verso la finestra e la apre. La città, sotto di noi, si stava piano piano addormentando.
-immagino che tu sia stato tutto il tempo a crogiolarti per il tuo struggente amore nei confronti di Hachiko… sei così prevedibile…-
Scatto verso di lui e lo afferro dalla maglietta tutta strappata da cui si intravede la sua pelle d’avorio alla luce della lampada. Lo inchiodo al muro, rischiando di fargli sbattere la testa.
-smettila di giudicarmi come se fossi il re del mondo. Tu non sei nessuno per puntarmi il dito addosso e dire quello che pensi! Tu non sai niente di quello che sto passando, di quello che sto sentendo dentro di me!-
Ormai non mi tengo più. Le lacrime che avevo cercato di cacciare dentro ormai sgorgano di nuovo fuori, lucide e amare.
-dici che mi crogiolo per il mio struggente amore. Allora prova tu ad innamorarti e vedi come poi soffri, se la persona che ami se la fa con un puttaniere della peggior specie!-
Lo lascio andare e mi siedo nell’ angolo del letto. Raccolgo le gambe al petto e nascondo la testa tra di esse. Mi viene da piangere più forte. Ma più di ogni altra cosa piango per come ho trattato Shin. In fondo lui non c’entra niente…
Avverto una mano che mi accarezza i capelli. Leggera, dolce, delicata. Alzo lo sguardo e Shin e accanto a me, in silenzio. Tra i suoi occhi di zaffiro, cadono una dopo l’altra lacrime di perla.
-scusa Nobu, non volevo dirti quelle cose. Non credere che io non comprenda il tuo dolore. È straziante, lo so. Lo so che avverti tutto il tuo corpo trafitto da mille lame, e il tuo cuore che brucia più del fuoco dell’inferno. Lo so, Nobu. Perdona ogni mia parola, ogni mia sillaba pronunciata. Perdona questo mio Capriccio da bambino-
Improvvisamente mi viene una voglia irrefrenabile di abbracciarlo. E lo abbraccio. Lo abbraccio e comincio a singhiozzare. Shin mi accoglie nel suo petto e, con le sue braccia, mi avvolge nel suo calore e nel suo profumo.
-non ti preoccupare Nobu. Ci sono io per te, e ci sarò sempre…-
Confortato da quelle parole, smetto di piangere e mi addormento tra le sue braccia, cullato dalla ninnananna del suo respiro.


Ascolta Shin, ti ricordi quella sera? Quando tu tornasti alle tre del mattino e io m’infuriai? Quello fu l’inizio. Tu, piccolo quindicenne con i capelli tinti e impastati di gel, gli occhi di zaffiro e un sorriso da mozzare il fiato, mi hai ricordato dov’era la mia anima, dove l’avevo perduta. Angioletto dispettoso che correvi da una parte all’altra della città per riuscire a vivere. Mi hai donato le tue ali. E ora voliamo insieme. Voliamo su questo mondo senza mai separarci, sapendo che nulla ci dividerà mai.
E anche ora, a distanza di anni, so per certo che se ti rivolgessi di nuovo quella domanda, mi risponderesti che l’amore può esistere…
   
 
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