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Autore: luna nueva 96    28/01/2017    1 recensioni
[Post 8x10]
Non ho la minima idea di come la Pleccona abbia intenzione di far finire la storia.
Non sono una sceneggiatrice di sicuro, ma ho resistito fino alla fine della serie pur con buchi di trama evidenti e cose senza senso, quindi merito di sognare almeno uno dei finali strappalacrime che tanto ci piacciono. Io tento!
Prima però delle premesse:
-I nostri eroi hanno sconfitto Cade, pur con un sacrificio.
-Stefan e Damon sono completamente ritornati lucidi e Stefan e Caroline hanno avuto il loro June Wedding.
-Enzo ha preso la cura e lui e Bonnie vivono felici la loro storia d'amore.
In tutto ciò ho provato ad immaginare quello che dovrebbe essere uno dei momenti clou della serie: l'ultimissimo saluto di Damon e Bonnie, propedeutico al risveglio di Elena.
[BamonFriendship] [Accenni: Bonenzo, Delena] [Damon-centric]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Enzo, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie/Damon, Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cosa dire? Questa ottava stagione mi sta dando davvero soddisfazioni. Non mi veniva la voglia di scrivere su TVD da davvero molto tempo, e invece eccomi di nuovo qui, chi l'avrebbe mai detto. Nell'attesa e nella speranza che i produttori ci daranno il giusto finale strappalacrime che meritiamo, ho provato ad immaginare io qualcosa. Non sarò brava a scrivere quanto uno sceneggiatore professionista, ma qualcosa di questi personaggi in otto anni spero di averla capita. Volevo concentrarmi  su un momento in particolare: quello che sarà l'ultimo addio tra Damon e Bonnie, e che sarà poi propedeutico al risveglio di Elena. Dovrebbe essere il momento di massima tensione della serie, il momento che fondamentalmente stiamo ormai aspettando tutti.  Adoro l'amicizia che si è creata per i Bamon; e si, un tempo li shippavo come romance, ma poi ho capito che in fondo è stato meglio così. Sono perfetti così come sono, e poi grazie a questa presa di posizione è nata un'altra ship che amo, cioè il Bonenzo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate
Baci





Le urla di Bonnie risuonarono ancora una volta all’interno dell’ospedale.

In una sala d’aspetto Damon, Stefan e Caroline aspettavano impazienti ed emozionati, qualcosa che per una volta diceva loro che sarebbe andato tutto bene.

“Ho gridato così durante il parto?” chiese Caroline a Stefan
“Oh eri molto peggio! Bonnie tutto sommato si sta contenendo”

Ci fu l’ennesimo urlo accompagnato da un sovraccarico di corrente e tutte le luci a neon traballarono pericolosamente.

“Pessima idea far partorire una strega Bennett in un ospedale babbano” affermò Damon
“Babbano?” lo riprese il fratello
“Ma sì, babbano, non hai mai visto Harry Potter? Un ospedale non magico! Credete che esistano davvero ospedali per streghe?”

Stefan e Caroline risero.

“Ma perché la mamma non può far uscire la sorellina con la magia?”

Il piccolo Matt Bennett- Enzo aveva insistito affinchè i suoi figli conservassero l’illustre cognome della stirpe di streghe più potete del mondo- era un bambino formidabile. Con la stessa mascella del padre ma con la curiosità e l’arguzia tipica di sua madre. La testardaggine soprattutto: in quello assomigliavano davvero moltissimo.

Caroline gli diede un buffetto sulla guancia.

“Non è così semplice partorire un bambino, tesoro, ma di queste cose ne parleremo quando sarai più grande”

Matt alzò gli occhi al cielo e “non capirò mai perché dobbiamo fare le cose come gli umani quando abbiamo la magia”

Aveva dimostrato notevoli capacità magiche fin da subito e Bonnie non gli aveva impedito di svilupparle. Non voleva che la verità rimanesse nascosta a suo figlio come era stata nascosta a lei per tanti anni della sua vita. Matt stava crescendo considerando la magia una parte non separata ma naturalmente legata alla sua persona, assolutamente a suo agio nella sua vera natura suscitando l’orgoglio immenso dei suoi genitori e della sua madrina.

Caroline infatti lo coccolava più che poteva. Non perdeva occasione di fargli regali, di passare del tempo con lui soprattutto ora che le sue gemelle stavano pian piano crescendo e prenderle entrambe in braccio non era già più semplice come prima. Il piccolo Matt era risultato una boccata d’aria per lo spirito entusiasta di Caroline, sempre pronto a tuffarsi in una nuova avventura. Una parte di Damon in più era convinto che parte dell’affetto della bionda fosse legato proprio al nome di quel bambino.

Matt Donovan alla fine si era rivelato il forte tra tutti loro. Non appena  aveva capito di essere l’unico a poter sconfiggere Cade, grazie ai cimeli della famiglia Maxwell, non aveva esitato un secondo ad agire, pur sapendo che avrebbe sacrificato la sua vita. Aveva dedicato la sua esistenza in onore della giustizia e dell’onestà e nel momento in cui si era trovato nella situazione di salvare i propri amici non aveva auto nemmeno un attimo di incertezza.
Era stato il vero eroe di cui Mystic Falls aveva bisogno e nessuno di loro si era mai perdonato davvero per quella morte. Era davvero necessari? Avrebbero potuto trovare un altro modo? Anche Damon, doveva ammetterlo, ci aveva più volte di quanto riuscisse ad ammettere. Ed Enzo? Enzo ormai aveva iniziato a considerare quell’umano un amico fedele, ormai. Ne avevano passate tante loro due.
Quando a lui e a Bonnie era stato detto di aspettare un maschietto, si erano guardati negli occhi e come sempre si erano capiti al volo. Matt, sarebbe tornato, in un modo o nell’altro. E Damon non poteva che vedere una parte di Matt Donovan in quel bambino che ora giocava entusiasta sulle gambe di suo fratello Stefan.

“Signori” intervenne un’infermiera “la vostra amica è pronta a ricevervi, però non trattenetevi troppo nella stanza. Ha bisogno di riposare dopo il parto”

Quanto tempo aveva passato a pensare? Non si era nemmeno accorto che il parto era ormai giunto a termine.

Bonnie emanava un’aura luminosa. Era esausta, ma quando Damon era entrato nella stanza e lei aveva alzato gli occhi dal fagottino che stringeva tra le braccia per posarli su di lui, si era sentito pervadere da un’immensa felicità. Come se in qualche modo lo riguardasse in prima persona.

Enzo prese tra le braccia la bambina e poi la porse a Damon. Il vampiro lo guardò accigliato. Lui? Un bambino così piccolo tra le sue braccia? Quando era nato Matt all’inizio si era rifiutato anche solo di sfiorarlo per non fargli del male; aveva preso confidenza fisica con lui solo in un secondo momento. Un bambino così piccolo non dovrebbe mai stare in braccio ad un vampiro.  Eppure eccolo lì, Enzo, che gli porgeva tra le braccia ciò che di più prezioso aveva nella vita. Chi era lui per rifiutare una simile generosità?

Quando la bambina aprì gli occhi e lo guardò, Damon non potè fare a meno di mettersi a ridere.

“Per la miseria!” esclamò, perché gli venisse un colpo in quel momento se quella non era una Bonnie Bennett in miniatura. Gli occhietti verdi e vispi, il faccino a forma di cuore, già se la vedeva qualche anno dopo a dettare legge su tutti loro ed affatturare chiunque osasse metterle i piedi in testa.

“Come si chiama?” chiese
“Sheila” rispose Bonnie, commossa.

E Damon rise ancora. Ma quanto stava ridendo quel giorno? Da dove veniva quel tuffo al cuore?

“In effetti mi sembra già tutta la sua bisnonna. Preparati super papà Enzo, sono sicuro che ti darà un bel daffare questo scricciolo tra qualche anno. Già ti vedo a fare gli appostamenti per seguire tutti i maschietti che vorranno arrivare alle sue grazie”

“Beh allora vuol dire che gli appostamenti non li farò da solo”

Damon continuò a cullare la bambina mentre gli chiedeva distrattamente  “Come?”

 Quanto  poteva  essere perfetto quell’esserino? E da quando aveva iniziato a cullarla come se fosse la cosa di naturale del mondo?

E poi Enzo sganciò la bomba.

“In realtà io e Bonnie avevamo pensato che tu potresti essere il suo padrino”

I vampiri potevano morire d’infarto?

***

Enzo era spirato qualche ora prima, in una lunga agonia. Lui e Bonnie si erano tenuti la mano fino alla fine, stringendola strenuamente pur senza forze e con il respiro corto; si erano sussurrati parole d’amore e di eternità e Damon si era sentito semplicemente di troppo. Aveva sentito il cuore di Enzo spegnersi mano a mano, aveva ascoltato le lacrime silenziose di Matt e Sheila rivolte al loro amato padre, e infine le parole di Bonnie.

“Ti raggiungo presto. Aspettami lì, arrivo subito. Ho bisogno di dirgli addio”

Damon sapeva che si stesse riferendo a lui. Perché Bonnie gli voleva bene, gliene voleva sul serio. Gli voleva così bene da sacrificare qualche minuto di beatitudine e pace eterna con la sua anima gemella e rimanere ancora in quel mondo mortale segnato dai tormenti solo per lasciargli un ultimo e degno ricordo.

Era bella Bonnie, anche nella morte. Anziana, con la pelle rugosa, il colorito pallido e l’aria esausta non gli era comunque mai sembrata così splendida.  

“Sei bellissima”
Non era riuscito a trattenersi e non se ne pentiva neanche un po’. Bonnie gli rivolse un sorriso stanco e protese a fatica un braccio verso di lui; senza farselo ripetere il vampiro si sedette al suo capezzale a intrecciò le loro mani. Una promessa. Insieme, come era sempre stato.

“Sei bellissima” le disse ancora

“Smettila di ripeterlo sfigatello, non uscirò con te”

Damon rise, una risata amara. Quella donna riusciva a fregarlo sempre, anche nella morte.

Poi la strega sospirò, ed entrambi seppero che era arrivato il momento di dirsi addio.

“Grazie” disse Bonnie

Una lacrima solcò silenziosa il volto di Damon. Non l’avrebbe più rivista, non l’avrebbe davvero più rivista.
All’improvviso aveva voglia di mettersi a frignare come un bambino.

“Grazie per aver protetto la mia stirpe per molti anni. Grazie per avermi sempre considerata speciale, nel bene o nel male. Grazie per esserci stato, nel mio cuore c’è un posto che è sempre stato solo tuo; grazie anche per non esserci stato, perché ogni volta quella parte del mio cuore si spezzava e ogni volta si ricomponeva, più forte di prima, quando riuscivo a perdonarti. Grazie per essere stato leale e sincero fino alla fine,  grazie per avermi voluta bene, grazie per esserti preso cura dei miei figli e dei miei nipoti. Di me. Ti sei preso cura di me”

Lui si era preso cura di Bonnie? Era stato piuttosto il contrario. Lei era sempre stata lì, a tirarlo fuori a due mani da quell’abisso di oscurità in cui rischiava di sprofondare ogni volta. Era lì a dagli un motivo per andare avanti anche quando tutto sembrava perduto. Gli aveva dato un’amica fedele, gli aveva Sheila, la sua figlioccia, che aveva rallegrato le sue giornate negli ultimi anni. L’aveva vista crescere e le era stato affianco, l’aveva vista diventare una splendida adulta, l’aveva accompagnata all’altare insieme a suo padre Enzo- perché si, lei li aveva voluti entrambi al suo fianco- e l’aveva vista diventare una fantastica madre. Ne era estremamente orgoglioso.

 “Non avrei desiderato di meglio nella vita” continuò la strega “Grazie per avermi scelta quel giorno, grazie per aver rinunciato ad una parte della tua felicità per darla a me. So che pensi di essere una persona egoista, ma quella volta Damon, quella volta hai fatto la scelta più altruista del mondo e l’hai fatta per me. Sai quanto mi senta onorata per questo?”

E Damon ci stava provando davvero, a trattenere le lacrime e le confessioni, ma quel giorno ogni minima barriera che aveva costruito nel corso della sua esistenza era magicamente sparita.

“La scelta migliore che potessi fare” confessò tra i singhiozzi “Ti darei tutto altre mille volte”

“Lo so” gli rispose Bonnie.

Passò il pollice sul viso del vampiro per asciugargli le lacrime. Gli sarebbe mancato davvero.

“Mi mancherai anche tu, Bonnie”

Probabilmente era così stanca che anche i sui poteri da strega ormai avevano ceduto. La sua mente era totalmente alla mercè di quella del vampiro, ma andava bene così, ne era felice. Dopotutto lei per Damon era un libro aperto da molto tempo ormai.

“Non dimenticarmi”

“Mai”

“Ed ogni volta che stai per fare qualche stronzata pensa a quello che ti direi io”

“La tua noiosa voce da streghetta  bacchettona mi perseguiterà per il resto della mia esistenza, promesso”

Risero entrambi.

Poi Bonnie si lasciò sfuggire una lacrima, solo una. Una sola come l’unico rimpianto che si sarebbe portata nella tomba.

Salutamela” gli chiese, e Damon annuì convinto.

Elena, a breve l’avrebbe davvero riabbracciata. Ma non Bonnie, lei non avrebbe avuto lo stesso privilegio.

“Salutamela e dille che le voglio bene. Che mi è dispiaciuto non rivederla neanche un’ultima volta e che mi è mancata tanto in questi anni. Le ho scritto centinaia di lettere sparse qua e là in casa, mi piacerebbe che le leggesse, che avesse un ultimo ricordo di me. Presentale i miei figli e i miei nipoti, sono sicura che le farebbe piacere. Cercate di non mettervi contro creature sovrannaturali originarie, sirene mistiche o sette di stregoni pazzi. E soprattutto, Damon: siate felici. Ve lo meritate, altrochè se ve lo meritate”

Una morsa sembrava aver racchiuso il cuore di Damon. Migliaia di pietre si frantumarono in un secondo. Il dolore esplose tutto insieme. Era preparato a tutto questo, al fatto che prima o poi Bonnie avrebbe dovuto morire; la sua streghetta era mortale e in più era anche l’unico modo per far tornare Elena. Perché doveva scegliere? Perché non poteva semplicemente averle entrambe, insieme? Non era certo di essere pronto a rinunciare a Bonnie, alla sua ancora, alla voce della sua ragione. Si sentì di colpo un uccellino che non ha ancora imparato a volare e che viene messo di colpo davanti ad un precipizio. Senza Bonnie a sorreggerlo se la sarebbe cavata d’ora in poi?

“BonBon, io-”

“Andrà bene, Damon” lo rassicurò. Bonnie non aveva i poteri di un vampiro ma come sempre sapeva leggergli nel pensiero “Andrà tutto bene, te lo prometto. Non sei più la stessa persona di un tempo; aggrappati alla parte più luminosa della tua anima, come sempre hai fatto in questi ultimi sessant’anni”

“La parte più luminosa della mia anima siete tu, Stefan ed Elena”

“Un motivo in più per fidarti allora. Noi ci crediamo, è ora di crederci anche tu. Guarda quanta strada hai fatto”

E la verità si parò davanti a Damon su una strada bianca. Cos’era fino a settant’anni prima? Un vampiro senza cuore e disilluso che voleva solo risvegliare una donna che aveva amato duecento anni prima e che si era solo presa gioco di lui. Poi le cose erano cambiate: Elena gli aveva insegnato ad amare, Stefan e Caroline ad accettare sia la sua parte buona sia quella cattiva e scegliere a quale tenersi aggrappato, Bonnie a non smettere mai di sperare in qualcosa di migliore e a lottare fino alla fine. Si era ritrovato ad essere un bravo fidanzato, un bravo fratello, un bravo amico, persino un bravo padrino. Per la prima volta si sentiva finalmente degno di questa vita e in pace con se stesso.

Bonnie gli strinse le mani un’ultima volta.

“Credo sia ora di andare. Ho promesso ad Enzo che non avrei tardato”

Damon sorrise e annuì, anche se non potè evitare all’ultima lacrima di solcare il suo volto.

“Salutami quel babbeo. E Matt Donovan, se riesci a trovarlo e scusati con lui per tutte le volte in cui l’ho preso in giro o gli ho fatto de male. E Alaric, digli che mi manca bere con lui.  E Bonnie? Ora lo so: sono certo che un giorno ci rincontreremo in un posto migliore. Questa storia non finisce qui”

La strega stava già chiudendo gli occhi. Damon si chinò su di lei e gli diede un bacio sulla fronte. Come quella volta. Come quando aveva fatto finta di abbandonarla a morire a Kai, solo per tornare un secondo dopo per salvarla. Questa volta non era un bluff, questa volta le stava davvero dicendo addio.

“Grazie” le sussurrò

Il cuore di Bonnie smise di battere.
Un altro cuore riprese a funzionare dopo sessant’anni.
 
E una bara si aprì. 
  
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