Libri > Altro
Segui la storia  |      
Autore: LGDragon    29/01/2017    0 recensioni
[Adolescenza]
Come un numero dispari.
Davide un'anima tormentata dagli sfortunati eventi della vita.
Genere: Drammatico, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
<< Clara. E' tornato. >> a quelle parole, pronunciate dal fratello Davide, un brivido percorse la spina dorsale di Clara, come se un cubetto di ghiaccio scivolasse su una schiena ardente. Una sensazione fastidiosa ma allo stesso tempo piacevole. << Clara non sei costretta a farlo, possiamo fermarlo >> << No Davide. Devo farlo per il bene di mamma >> Il volto di Davide divenne sempre più cupo e senza dire altro andò nella stanza della madre. Quando aprì la porta, Clara scorse il viso della madre. Era pallido e cadaverico, aveva le labbra secche e i capelli sporchi. Guardandola le salì un groppo alla gola, ma poi si voltò e davanti a sè , lo vide. << Sbrighiamoci, ho da fare >> e prendendola per il braccio destro la portò in camera sua. La camera di Clara era piccola quanto un ripostiglio, in realtà ne aveva anche l'odore, l'odore di muffa impregnava tutta la stanza , persino i vestiti non ne erano immuni. Il letto era appassionato alla scrivania, dove un tempo trascorreva le giornate incurvata  a studiare i make - up e le acconciature più in voga. Quelle giornate non furono più le stesse da quando sedici candele furono spente. Ora c'erano solo lei e lui , e a Clara questo lo trovava sublime. A Clara piaceva, anzi ne godeva, si eccitava al sapore della sua bocca sulla sua, la bocca di quell'uomo che poteva essere suo padre. Ma non lo era, lui veniva da una terra lontana, aveva anche un' altra famiglia in un luogo così diverso dal piccolo paese dove abitava. In realtà il suo vero padre di cui Clara non ne ricorda neanche il volto, nè l'odore, nè il suono della sua voce. Quell'uomo l'aveva abbandonata, aveva divorziata dalla madre di Clara quando lei era ancora in fasce. Non meritava di essere ricordato. L'unico volto, l'unico odore, l'unica voce che lei ricorda da sempre è quella di Salid. Salid che la sovrasta, che la ricopre dai capelli non lavati da giorni fino alle unghie dei piedi che Clara si era promessa di tagliare da un mese. Il colore della pelle di Salid si fondeva con quello di Clara, entrambi di carnagione scura, entrambi erano intrinsi di un'anima grigia. Grigia come la polvere di tre mesi prima sulla credenza, grigia come il maglione sgualcito della madre, grigio come l'iride dell'occhio sinistro di Clara prima che si lasciasse andare. D'improvviso un tonfo, un telefono che cadde e un urlo dalla stanza della madre. Il nome di Clara veniva gridato dal fratello che tremante cadde a terra in ginocchio. Clara riaprì gli occhi e corse nel corridoio, Davide era a terra , pietrificato ma non era lui che continuava ad urlare. << CLARA >> di nuovo quell'urlo piangente. Era sua madre. Clara si avvicinò e lentamente aprì la porta come se avesse timore di quello che avrebbe potuto vedere,come se sapesse che la fine dell'agonia fosse giunta. Quando vide la madre rivolgerle lo sguardo, si precipitò come una brava figlia preoccupata farebbe e accarezzandole la mano, le sussurò :<< Sono qui madre. Sono Clara. >> . Con la voce strozzata dalla malattia , la madre le disse: << Fammi morire. Ora >> Clara era certa di ciò che aveva appena udito ma ignorando la richiesta della madre le disse : << Anche io lo voglio >> Lasciò la mano della madre che chiuse gli occhi e sorridendo si allontanò da lei chiudendo la porta dietro di sè. Quando rientrò nel corridoio Davide la guardò e le chiese << Che ti ha detto? >> Davide sembrava essersi ripreso. << Ci credi se ti dico che mi ha detto che mi vuole bene? Urlare in quel modo, solo per dirmi questo >> << Credo se ne voglia andare, ci vuole lasciare >> << Davide, non ci lascerebbe mai lo sai. Lei è l'unica cosa che ci rimane >> << Lo so >> si disse << Davide il cellullare >> << Che c'è? >> << Il tuo telefono è per terra >> Con fare sorpreso Davide lo raccolse e poi guardò la sorella . << Che volevi fare con il cellullare? Chiamare il pronto soccorso? >> << Se fosse stato necessario, non avrei chiamato solo l'ambulanza ma anche papà >> << Papà , papà è nell'altra stanza >> Clara sembrava non comprendere << Clara, papà, il nostro vero padre >> << Stavi provando a chiamarlo? Perchè hai il suo numero? Come hai il suo numero? E non mi hai mai detto nulla? >> amareggiata Clara attendeva una risposta dal fratello ma lui tacque. All'omertà del fratello Clara rispose con un'altra domanda, gli chiese se sarebbe dovuto uscire e Davide chinando il capo rispose di se. Mentre gli chiedeva questo dalla stanza di Clara, Salid uscì alzandosi la cerniera dei pantaloni. Quel gesto, quel modo di fare imbestiallirono Davide che gli si scaraventò addosso afferrandolo per il colletto della camicia e anche se era più basso di lui, Davide non era intimorito, invece Clara stava cominciando a tremare come una foglia. Davide se ne rese conto e le mani che tremavano per la rabbia lasciarono il colletto. << Te la sei cavata. Oggi. Domani non la passerai liscia >> disse Davide mentre gli voltava le spalle per andarsene . << Non penso proprio, figlio di puttana >> dicendo questo Salid lo raggiunse e quando Davide se ne accorse e si voltò, il buio gli si presentò. Quando si risvegliò era legato a mani e piedi, era nel rispostiglio, nel vero rispostiglio che a differenza della stanza di Clara era grande quanro un piano cottura. Aveva tutte le articolazioni indolenzite non aveva idea di cosa fosse successo, il buio era intorno a lui, ma non gli serviva di certo la luce per capire che quel liquido ormai secco sotto al naso fosse sangue. Un pugno, pensò. Un misero lo aveva steso. Come poteva pretendere di difendere la sorella da quel mostro se lui non riusciva neanche a proteggere se stesso. Poi si ricordò : Giorgio. Doveva incontrare Giorgio . Era alle cinque, doveva incontrarlo al municipio.  Gli aveva promesso che questa volta ci sarebbe andaro, lo avrebbe incontrato. Il pensiero lo tormentava e l'amaro del sangue si confondeva con quello salato delle lacrime. Il suo pensiero fu interrotto da un miscuglio di voci e dalla sirena di un'ambulanza. << Che cosa sta succedendo? >> sussurò << Che cosa succede? >> gridò << Aprite, aprite, liberatemi, VI PREGO >> le grida divennero ancora più forti. L'udito di Davide venne bruscamente deflorato dal cigolio della porta e i suoi occhi furono acceccati dalla luce quando la porta si aprì. Gli ci vollero un paio di secondi per rendere nitida la figura davanti a sè. Scosse il capo e si accorse della donna che gli stava di fronte, gli tendeva la mano, forse perchè non si era resa conto delle cinture che gli legavano mani e piedi. Resosi conto dell'impossibilità di muoversi del ragazzo chiamò un collega e lo spostarono. Lo fecero sedere nell'ambulanza che si trovava sotto casa sua. Davide aveva ancora le idee confuse, i ricordi di quello che era successo prima che svenisse stavano raffiorando nella sua mente ma ogni fotogramma di ricordo gli provocava una fitta alla tempi. Cercava di smettere di ricordare, pensare per un attimo, pensò anche di smettere di respirare. La luce nell'ambulanza diventava sempre più sopportabile, le cinture invece erano sempre più strette. Non le avevano ancora tolte. Cosa stavano aspettando? Cercò di liberarsi almeno i piedi grazie alle caviglie piccole , mentre ci provò il ginocchio urtò contro una lastra di ferro. Il dolore si eprcepiva in tutte le articolazioni, ma un dolore ancora più profondo e viscerale lo pervase completamente quando vide che la sbarra di ferro era quello di una barella e su quella barella c'era : Clara.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: LGDragon