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Autore: Miyuri_96    29/01/2017    3 recensioni
A Kenma piacciono i gatti per come sono eleganti nei movimenti e sicuri di ciò che vogliono, ma in particolar modo lui sa benissimo che la caratteristica più importante che questi animali possiedono è la loro libertà, che siano randagi o domestici. Proprio per questo, la sua ammirazione è anche una gelosia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi piacciono i gatti.
Hanno una bellezza particolare, molta grazia e anche un alone di mistero che li circonda.
Fra te e un gatto, non si sa mai fino in fondo chi è il vero padrone.
Si rimane come sperando che, a poco a poco, lui ti conceda delle attenzioni, che la sua fiducia nei tuoi riguardi cresca, giorno dopo giorno.
Con loro si condividono gli stessi spazi, ma senza invadere l'uno quello dell'altro. E non è vero che sono indifferenti alla persona che gli è accanto, perché anche loro si affezionano e provano amore. Apprezzano la compagnia altrui, ma mantengono la loro indipendenza.
E' soprattutto questo che mi piace, la loro libertà.

Quello che posso dire di me, di certo, è che non sono libero.
Non da quando sono con lui...
«Ehi Kenma, ti ho portato qualcosa da bere. Ti sarai stancato oggi, hai fatto un buon lavoro con quelle alzate.»
Eccolo che mi sorride di nuovo e si prende cura di me.
E'... Imbarazzante.

Sin da piccolo sono sempre stato introverso. Non mi piace stare in mezzo a tanta gente, preferisco la quiete della mia camera, magari davanti ad un bel libro o un videogame.
Odio uscire, odio fare attività fisica e odio parlare del più e del meno, ma... Quando si tratta di lui, tutte queste cose sono come piacevoli.
Kuroo riesce a farmi fare sempre tutto ciò che in realtà non mi va di fare. Ormai non so nemmeno chi sono, quando sono accanto a lui.

«Grazie, non dovevi disturbarti.» prendo il succo e inizio a berlo, guardando dalla parte opposta alla sua.
Siamo amici di infanzia, tra noi è sempre stato così.
Io sono sempre stato così, a causa sua.
Lui, invece, non ha mai avuto di questi problemi. E' così con tutti.

«Mi chiedevo, ti dispiace se oggi facciamo un giro più lungo per tornare a casa? Devo passare in libreria.»
Mi giro d'istinto verso di lui e metto su un broncio.
Un giro più lungo? Dopo tutto l'allenamento in più che ci ha costretti a fare oggi? Assolutamente no!
«Avanti, non guardarmi così! Prometto che mi farò perdonare.»
Lo vedo avvicinarsi al mio viso, col suo solito sorriso da jolly.
Sa che non riesco a dirgli di no, ogni volta.

Sento le mie guance farsi più calde e mi giro di nuovo, guardando altrove.
«Come ti pare, tanto comandi sempre tu, capitano.»
E' proprio di questo che parlavo... Riuscirò mai a dirgli di no?
Se dovessi immaginare il nostro rapporto come quello che un uomo ha col suo gatto, non so proprio chi dei due intepreta chi.

Mi accarezza in modo energico la testa, sicuramente continuando a sorridere come un bambino.
Sospiro e ci incamminiamo verso gli spogliatoi.
Finito di sistemarci, ci dirigiamo verso l'edicola.
Cammino tenendo in mano la mia console, a volte sento Kuroo dirmi qualcosa come "C'è un sasso" o "Attento a quel palo".
E' davvero imbarazzante...

«Stamattina hai sentito il tuo amico della Karasuno, non è così?»
«Intendi Hinata? Sì, alla fine si è fatto anche consigliare un gioco.»
«Davvero? E quale?»
«Calcolando che è un tipo vivace e pieno di energie, gli ho proposto di scaricare Pokémon GO. Di certo a lui sarebbe piaciuto.»
«Mmh, sarebbe quello che, dopo aver scoperto che si dovevano fisicamente andare a cercare quegli esseri per strada, l'hai subito disinstallato?»
«Sì.»
Lo sento scoppiare a ridere e lo guardo di traverso.
«Che ho detto?»
«No, niente. E' che voi due siete proprio diversi. Mi chiedo come possiate andare d'accordo.»
«Mmh...»
Torno a guardare lo schermo della console e a riprendere il gioco.

Non mi sono mai chiesto come mai vado d'accordo con le persone. Dopotutto, mi piace stare da solo e non parlo molto.
I miei compagni di squadra mi apprezzano per come gioco a pallavolo, mentre quelli di scuola non mi considerano più di tanto.
Hinata è un'eccezione - per modo di dire - ma credo lo sia in generale.
Kuroo invece... Lui è diverso.

Involontariamente inizio a fissarlo e a ripercorrere con la memoria i momenti passati assieme.
E' la persona più vicina a me, da sempre. Ma perché...?
Senza di lui, chi sono io?
E senza di me, lui è lo stesso?

Mi capita, ormai troppo spesso, di farmi queste domande.
Su di me, su di lui, su noi due insieme.
Non capisco perché, a che scopo poi?
Che io stesso abbia paura di perderlo, un giorno?

«....-ma....-enma..... Ehi, Kenma!»
Un brivido mi percorre per tutto il corpo; la voce di Kuroo mi riporta alla realtà.
«Tutto a posto? Ti sei fermato all'improvviso in mezzo alla strada.»
Poggia la sua mano sul mio viso e mi guarda preoccupato.
«E-Eh? No, scusami! Stavo pensando a... Uhm, non ricordo. Mi dispiace, sto bene!»
Scuoto la testa, cercando di riprendermi.
E' tutto così imbarazzante. Perché devo essere solo io a sentirmi tanto instabile?
Ormai, che io sia vicino a lui o che non ci sia, mi sento sempre allo stesso modo: come se non avessi il controllo di me.

Sento le sue dita sfiorarmi delicatamente la mano e poi stringerla.
«Non voglio perderti, quindi non fare storie. Andiamo o lo troveremo chiuso.»
Inizia a camminare e mi sento trascinare, per via della stretta di mano.
Deve vedermi davvero come un bambino.
Tutto questo è decisamente imbarazzante.

Arrivati al negozio, entra ed esce in pochi minuti.
Quando è deciso su cosa acquistare, nulla lo può fermare o sconcentrare.
Io, invece, non so mai decidermi. Un'altra differenza tra noi due.
«Possiamo andare.» vedo la sua mano allungarsi verso di me, come se pretendesse che la prenda.
Faccio un'espressione un po' seccata e vado avanti, lasciandolo insoddisfatto; non può pretendere che faccia sempre quello che gli pare.
Faccio qualche altro passo e dopo mi fermo, guardando dietro di me.
E' ancora fisso davanti alla libreria, nella stessa posizione, e mi guarda con la sua solita aria da sufficienza.
Non lo sopporto!

Mi guardo intorno, c'è tanta gente e quindi non posso gridargli di seguirmi. Perché deve essere così ostile?
Sospiro e torno indietro, prendendo la sua mano.
«Sei proprio antipatico.»
Si mette a ridere e la stringe, iniziando a camminare.
«Perché fai così?», chiesi.
«Te l'ho detto, non voglio perderti.»
«No, perché.. Perché ti comporti così con me? Ti piace prendermi in giro?»
«Affatto.»
«Ma con gli altri non lo fai. Metti solo me in imbarazzo.»
Mi guarda, un po' incredulo.
«Ti senti in imbarazzo?»
«C-Certo! Mi stai sempre appiccicato, ti prendi cura di me come fossi una madre e io il tuo bambino. Mi incoraggi o costringi a fare cose che non mi vanno, mettendomi sempre alla prova. Mi sento.. Sottomesso! E-Ed è imbarazzante!»
Lo guardo, sta sorridendo.
Che ha da sorridere? Si sta divertendo?
E' davvero il peggiore!

«Io.. Ti considero davvero speciale, invece.»
Si passa una mano tra i capelli ed inizia a guardare il cielo, continuando a camminare e a stringermi la mano.
Ora sono io a guardarlo in modo incredulo.
«..Speciale, dici? Perché sono diverso da tutti gli altri?»
«Diciamo pure così.» sorride e poi aggiunge «Mi piace prendermi cura di te. Nella mia testa, questo starti continuamente dietro e aiutarti, fa sì che tu non possa fare a meno di me, in qualche modo. So bene che ti piace stare da solo e che odi fare molte cose. Rifiuti tutti categoricamente, ma col tempo io mi sono fatto "accettare", diciamo.»
«Fosse solo una questione di accettazione, tu proprio pretendi considerazione.»
Ricomincia a ridere e mi guarda dolcemente.
«Hai ragione, la pretendo.» si ferma e mi prende anche l'altra mano.
Questa conversazione sta prendendo una piega strana.
Mi sento molto più nervoso di prima.
«Te lo dirò una volta sola, quindi ascoltami bene. Ho fatto di tutto per entrare a far parte della tua vita. Molte volte l'ho fatto con prepotenza, ma sempre con un secondo fine giusto. Già da piccolo, quando ti vedevo giocare o leggere da solo, mi immaginavo al tuo fianco. Ero incuriosito da quel ragazzino che non aveva bisogno di nulla, a parte la... Tranquillità. Io volevo essere la persona a distruggere quella quiete. Volevo sconvolgere la tua vita, in modo che non riuscissi più a stare bene da solo. In modo che... Potessi stare bene solo con me.»

Sento il mio cuore battere all'impazzata.
Cerco di guardarlo, ma la sua figura inizia a farsi meno chiara.
Ho gli occhi colmi di lacrime e quasi non riesco più ad ascoltarlo.
Perché, perché voleva una cosa simile?
Perché sottostare alla sua presenza, alle sue dipendenze?
Sono solo una sfida?!

Cerco di farmi lasciare le mani, ma la sua stretta è molto più forte e mi avvicina ancora di più a sé.
Mi abbraccia, stringendomi. E' la prima volta che lo fa.
Sono confuso, sono sconcertato. Che diavolo sta succedendo?
«Kenma-»
«Non voglio ascoltarti! Io... Io è da tanto, troppo tempo che mi chiedo perché sei così con me. Sei l'unico che mi fa sentire diverso , strano. L'unico che riesce a farmi dubitare su chi io sia. Mi sono anche chiesto cosa avrei fatto se mai mi avessi lasciato e-e ora scopro che per te era tutto un gioco? Che volevi solo...» non riesco più a trattenere le lacrime, che mi rigano il viso.
Stringo la sua giacca, mordendomi un labbro.
Non riesco a parlare...

Delicatamente, inizia a stringermi più dolcemente, ma con meno forza. Mi accarezza la testa e appoggia il viso ad essa.
Lo sento chiaramente sorridere.
«Idiota, mi hai frainteso.»
Che sta dicendo ancora?
«Volevo non potessi far più a meno di me, non per gioco, ma perché sin dal primo momento che ti ho visto, tu sei riuscito a rubarmi il cuore. Facevi già parte della mia vita e.. Neanche ti conoscevo, in realtà.», fa una pausa.
«Kenma, sono innamorato di te. Sei davvero speciale e non perché gli altri sono diversi da te, ma perché... Io sono diverso con te.»
Lentamente mi lascia andare e poggia delicatamente le sue mani sul mio viso, asciugando le tracce delle lacrime.
Lo guardo negli occhi, pieno di imbarazzo e confusione.
E' difficile reggere il suo sguardo in un momento simile, ma non voglio perdermi nulla di questo momento.
«Ho preteso di far parte della tua vita. Ho preteso di essere il tuo migliore amico e di riuscire a farti fare cose, anche contro voglia, solo perché si trattava di me. Ma quello che più desideravo... Era farti innamorare di me, anche con prepotenza! Bastava che ci riuscissi... E questo perché io sono pazzo di te.»
Lo vedo socchiudere gli occhi, un po' imbarazzato.
E' la prima volta che vedo questa espressione sul suo viso.
Non la dimenticherò mai.
«Non sei tu alle mie dipendenze, ma io alle tue. Perché, anche se riesco a stare in mezzo alla gente, anche se riesco ad essere un leader, senza di te... Mi sento vuoto. Mi sento inutile. Kenma, tu sei l'unica persona che da' un senso alla mia vita.»

Non l'ho mai visto così serio, così intraprendente e titubante allo stesso tempo.
Non riesco più a percepire una sola sua parola. Vedo le sue labbra muoversi, ma non sento realmente cosa dice.
Noto che, lentamente, le mie mani lasciano la sua giacca e si poggiano sulle sue spalle.
Leggermente mi alzo sulle punte dei piedi, avvicinandomi sempre di più al suo viso.
Sono io a muovermi in questo modo, ma allo stesso tempo non sono io.
E' come se il mio corpo facesse tutto da solo.
Sono troppo confuso per poter riprendere il controllo e, sinceramente, dopo tutto quello che è successo, non voglio affatto riprenderlo.

Lo vedo guardarmi sorpreso e, più mi avvicino a lui, più le mie braccia gli avvolgono il collo in un abbraccio.
Lo avvicino e lo bacio dolcemente, chiudendo gli occhi.
Questo bacio ha un sapore dolciastro, ma anche nostalgico.
Forse perché volevo farlo involontariamente da tanto tempo?
La cosa importante è che mi stia ricambiando.
Sento le sue braccia circondare i miei fianchi e stringermi contro di lui.
Non avrei mai pensato che avere qualcuno tanto vicino fosse così bello.

Dopo qualche minuto, il tempo di aver ripreso il controllo del mio corpo, mi allontano chiaramente imbarazzato e continuo a stringerlo, guardando dalla parte opposta alla sua.
«Ti.. Ti amo anche io.»
Mi guarda e mi sorride felice, stringendomi ancora più energicamente.

Se era lui alla ricerca di attenzione, allora io sono il gatto?
Sorrido all'idea, in fondo mi piace questa posizione.
Sono felice. 




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Grazie a tutti per essere arrivati fino alla fine!
Spero che questa breve storia vi sia piaciuta :3
Se avete dei consigli da darmi, che ben vengano! ^^
  
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