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Autore: Alice 83    29/01/2017    4 recensioni
Eccomi di nuovo qui a scrivere la mia seconda shot sugli Olicity: un finale alternativo della 5*10...diciamo che Oliver protettivo e premuroso nei confronti della sua Felicity scatena la mia fantasia e ho immaginato questa possibile scena che mi sarebbe piaciuto molto vedere sullo schermo. Spero possa piacere anche a voi!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Oliver la vide nel covo…era super orgoglioso di lei, di come aveva seguito il suo piccolo suggerimento…di come lo ascoltasse nonostante tutto.... era stata davvero forte quel pugno a Black Siren era stato davvero incredibile!
Prima di palesare la sua presenza decise di osservarla in silenzio…e vide che in una bacinella aveva messo del ghiaccio…cavolo si era fatta male…doveva intervenire!!
“Ehi…tutto bene?”
“Sì insomma.. ecco perché lascio a voi prendere a pugni i cattivi…”
“E’ stato un pugno memorabile! Dai vieni qui fammi vedere….posso aiutarti” disse avvicinandosi e coprendo la distanza tra loro.
“Oliver….” Felicity lo vide avvicinarsi e fece un passo indietro e per Oliver fu una sofferenza…ogni volta che si allontanava da lui…ogni volta  riaffiorava il ricordo del suo fallimento…di quanto lui l’avesse delusa, ma stavolta non glielo avrebbe permesso…lei aveva bisogno di lui…era ferita e lui doveva aiutarla che lei lo volesse o no.
“Felicity ti prego sono piuttosto bravo a curare lividi, contusioni e botte e poi sai quanto siano preziose le tue dita… per tutti noi!!”
Vide che lei stava valutando la cosa e con immensa gioia la vide fare qualche passo verso di lui porgendogli la mano destra.
Lui la prese delicatamente per cercare di non farle male…non sopportava l’idea che lei potesse soffrire..stava intanto cercando di valutare se ci fosse qualcosa di più serio della probabile semplice contusione data dal pugno..
“Riesci a muovere le dita? Piano una per volta…”
Lei le mosse delicatamente su e giù nella sua mano quelle dita così piccole e affusolate che lo avevano accarezzato così tante volte…quanto gli mancavano…quanto gli mancava non sentirle più sul suo corpo, sulla sua schiena..sul suo petto…sulle sue cicatrici…sul suo viso….erano come balsamo per lui.
Basta fermò i pensieri…si stava distraendo troppo e questo non andava per niente bene….
“Ok sembra che alle dita sia tutto a posto ora controlliamo il polso…dimmi se e quando ti faccio male ok?”
Felicity fece un sorriso e disse: “Oltre alla laurea in psicologia hai per caso preso una laurea in medicina negli ultimi mesi?”
Lui si aprì in quel sorriso che riservava solo a lei e a lei soltanto e disse: “ Eh quella l’ho presa già nei miei 5 anni via e osservando John rattopparmi e ricucirmi lo sai!!”
Cominciò a tastarle delicatamente il polso massaggiandoglielo e saggiando che non ci fosse qualche osso rotto o incrinato… lei sembrava tranquilla…ogni tanto quando le toccava qualche punto in particolare alzava lo sguardo per vedere se davvero non avesse male  o se stesse solo cercando di fare la dura…come stava facendo più del solito in questi ultimi tempi.
Arrivò a toccare la parte inferiore del polso quella che sicuramente era stata sollecitata di più dal pugno che aveva dato e Felicity scattò ritraendo istintivamente la mano… “Ahi” disse…sul suo volto la smorfia del dolore che non avrebbe mai voluto vedere….
“Un attimo di pazienza Fel…fammi vedere se c’è qualcosa di rotto qui o è solo una brutta slogatura come penso…”
Erano rimasti in piedi per tutto il tempo, ma ora era venuto il momento di farla sedere…e anche a lui di poter constatare i danni un po’ più attentamente.
“Vieni andiamo nella zona infermeria…” disse prendendole il braccio sotto il gomito delicatamente…sentiva che lei era restia…aveva paura di quella zona…paura del dolore e di tutte le volte che aveva visto disteso lui o qualche altro membro del team sofferente e malconcio su quel tavolo…
Oliver avvicino’ i due sgabelli alti al tavolo, accese la lampada chirurgica posizionata sopra di esso, avvicinò il carrello che conteneva tutto quello che potesse servire per le emergenze mediche più o meno gravi che avevano dovuto fronteggiare
“Dai Felicity siediti e stai tranquilla…” fece battendo la mano sullo sgabello vicino al suo.
Lei fece come gli aveva detto, ma lui che la conosceva come nessun altro notò l’impercettibile tremito alle gambe che aveva e utilizzò il tono che sapeva che l’avrebbe calmata e rilassata, il suo tono basso e rassicurante che usava solo con lei.
“Felicity guardami…non è niente di grave fai un bel respiro profondo ..rilassa la mente…e concentrati sulla mia voce ok? Il pensiero di provare dolore è quasi sempre molto più doloroso del dolore stesso”.
Le prese la mano le girò il polso individuò subito il punto che l’aveva fatta sobbalzare….tastò con le dita in profondità..doveva capire e valutare bene se non ci fossero fratture..lo rigirò più e più volte glielo fece ruotare con calma in un senso e in un altro..sicuramente le dava fastidio ed era dolente, ma arrivò alla conclusione che non era rotto, era solo come aveva ipotizzato una brutta slogatura.
Le lasciò un attimo la mano e aprì uno dei cassetti dove erano contenute diverse pomate antinfiammatorie, ne mise un po’ sulle sue dita e poi con estrema delicatezza si mise a massaggiarle il polso con movimenti lenti e circolari per far penetrare e far assorbire bene la crema.
Alzò un attimo gli occhi e vide che Felicity li teneva chiusi, si stava rilassando segno che il massaggio le stava dando il sollievo sperato.
Prese poi la bacinella poggiata sul tavolo…andò a prendere dal frigorifero della zona cucina dei cubetti di ghiaccio e tornò a sedersi accanto a lei.
“Ora diamo un po’ di sollievo anche alle dita prima di procedere con la fasciatura ok? Il peggio è passato “ le disse.
Le fece immergere le dita nel ghiaccio, gliele fece tenere immerse per 30sec poi sollevare e poi immergere nuovamente per altri 30.
Infine prese un panno morbido e dolcemente gliele asciugò. Sentiva lo sguardo di lei addosso che seguiva ogni suo movimento e pensò a quanto fosse bello stare lì con lei da soli nel covo come ormai succedeva sempre più raramente.
Poi prese le bende e con abilità e maestria le fasciò il polso della mano destra.
Avrebbe voluto che quel momento durasse per sempre…perchè quel contatto…quegli attimi erano stati solo loro come non capitava da tempo…dopo quello che era successo aveva avuto paura che lei si allontanasse sempre più da lui…e invece durante questi ultimi giorni la sentiva più vicina come non accadeva da un po’.
“Sei libera..puoi andare ora….mi raccomando cerca di non bagnare le bende stanotte e di non fare sforzi…vuoi che ti accompagni a casa?” In cuor suo sperava così tanto che lei gli dicesse di sì.
“Grazie…davvero..per tutto…no non preoccuparti chiamo un taxi…Ci si vede domani allora”
Prima di andarsene lei si girò e disse “Mi dispiace non fosse lei…”
“Lo so. Mi spiace per Billy. Era un brav’uomo”
“Come te.”
Quel come te gli fece riaccendere la speranza…chissà se un giorno lei lo avrebbe perdonato…chissà se ci sarebbe stata un’altra possibilità per lui. Tutto orgoglioso e fiero di lei la guardò fino a che l’ascensore del covo non si chiuse oscurandogli la vista.
Nonostante l’ora tarda non aveva sonno aveva ancora bisogno di scaricarsi Prometheus gli era scappato ancora una volta e qualche giro sullla Salmon Ladder era decisamente quello che ci voleva per allontanare i pensieri e liberare la mente.

 

  
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