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Autore: Oducchan    30/01/2017    0 recensioni
Il suono dello sparo riverbera nell’aria come il colpo di una frusta.
Grazie a Dio Nice lo ama abbastanza.
[Murasaki - Nice]
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Murasaki, Nice
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Nick autore: Oducchan
Titolo: Don't dream it's over
Fandom: Hamatora
Personaggi: Murasaki, Nice
Pairing: Murasaki/Nike
Genere:  angst, sentimentale, fluff perché sono carini
Avvisi: NN
Rating: rosso
Conteggio parole: 641
Note:
Scritta per il COW-T 7, prompt "paura".
(Also la mia capacità di intitolare le cose sta drasticamente estinguendosi)


 
Don't dream it's over

Il suono dello sparo riverbera nell’aria come il colpo di una frusta. Murasaki corre, corre più veloce che può, ignorando il dolore, ignorando i muscoli che non ne vogliono sapere, le ossa che non lo riescono a sostenere, il corpo che tenta di cedere nonostante la sua disperazione. Corre, e stringe i denti, e urla. Ma quando riesce ad abbattere l’ultima porta, quando Art gli punta la pistola addosso e lo denigra, quando riesce a disarmarlo, a renderlo inerme… Nice se n’è già andato. Se n’è andato in un luogo in cui Murasaki non può seguirlo, in un posto da cui non può riportarlo indietro. C’è sangue dappertutto, e i suoi occhi sono fissi e vuoti, e Art ride, ride, ride, e Murasaki non respira, quando capisce, quando comprende che Nice è morto, che Nice non c’è più, che l’ha lasciato da solo, che gli ha definitivamente spezzato il cuore.
E le urla con cui prende a pugni le mura, con cui si stringe a quel corpo spezzato che pare una bambola troppo colorata e rotta, con cui si avventa sul responsabile di quel dolore lancinante, non sono più di sola rabbia, non è più solo dolore.
È il vuoto che gli si apre dentro, è la propria anima che va in frantumi e si lacera.
 
Si sveglia di soprassalto continuando a urlare, e ci impiega diversi secondi a rendersi conto che si trattava di un sogno, che non è successo, che Nice non è morto e che vive e respira e che si trova nel letto della propria casa.
Nice, al suo fianco, scatta a sedere con un po’ meno prontezza, stropicciandosi gli occhi assonnati e mugugnando parole impastate di sonno che Murasaki non riesce a capire, assordato dal frastuono con cui il cuore continua a scalpitargli nel petto. Annaspa, stringendo le lenzuola.
-…Che succe-YAWN-de?- chiede, l’altro, non provando neppure a mascherare lo sbadiglio. Murasaki non gli risponde. Fissa il vuoto con occhi sbarrati, poi si volta di scatto e lo afferra per le spalle, poi per i polsi. Gli prende il viso tra le mani, costringendolo a reclinarlo per poterlo guardare negli occhi.
-Sei vivo- rantola senza fiato –Sei vivo- ripete, e la sua voce risuona sia d’incredulità, sia di sollievo.
Nice batte le palpebre, sconcertato. Poi, riconoscendo un pattern che da quei tre mesi gli è divenuto famigliare, sorride, dando un buffetto sul naso del suo partner.
-Certo che sono vivo, baaaaka- chioccia. Murasaki deglutisce, sopraffatto da quel nugolo di terrore e angoscia che proprio non vuole andarsene dall’addome, e Nice gli strizza un occhiolino, prima di prendere una delle sue mani tra le sue per posarsela sul petto, sul cuore –Senti? Non mi faccio eliminare tanto facilmente-
L’altro rimane rigido ancora qualche istante, però annuisce, mentre pian piano il proprio battito inizia a rallentare per adeguarsi a quello, calmo e cadenzato, che percepisce sotto le dita. Nice è vivo. Nice non è morto.
-Sei così stupido, Murasaki- mormora Nice con uno sbuffo e una scrollata della sua zazzera castana, prima di scivolare in ginocchio e allungare il collo per baciarlo, per leccargli le labbra e costringerlo a schiuderle, per invadergli la bocca e le braccia e ogni singolo pensiero. Gli si avvolge addosso e Murasaki si rilassa, abbandonandosi piano al suo abbraccio, chiudendo gli occhi, gemendo appena.
Si addormenta di nuovo senza quasi accorgersene, e Nice si scosta da lui con uno schiocco di labbra e un’espressione indignata, quando si accorge che il ragazzo è tornato nel mondo dei sogni e l’ha lasciato lì come un ebete. Poi sorride, sistemandosi meglio tra le lenzuola e coprendo entrambi come una coperta.
-Veramente stupido- sussurra, con un ultimo bacio sulla tempia –Sei fortunato che ti ami così tanto-
 
L’indomani, le paure di Murasaki sono completamente dimenticate. Almeno fino al prossimo incubo, da cui però ci sarà Nice a salvarlo.
   
 
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