Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: amnisya    31/01/2017    8 recensioni
"Quanto può essere profondo l'oblio?
Non lo so, ma di certo l'ho raggiunto anni fa quando il mio mondo si ruppe come un vaso di cristallo scagliato contro un muro."
E' un viaggio oscuro dentro l'anima di Usagi.
Avviso: tratta tematiche delicate
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna serie
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao,

questo testo contiene tematiche delicate. È un viaggio psicologico dentro l'anima di una persona che, a causa di varie delusioni, giunge al punto di non ritorno.

Dedicato a tutti coloro che nonostante le difficoltà della vita, combattono senza mai arrendersi.



Oblio.

 

Quanto può essere profondo l'oblio?

Non lo so, ma di certo l'ho raggiunto anni fa quando il mio mondo si ruppe come un vaso di cristallo scagliato contro un muro.

Sono sempre stata una ragazza semplice, sognatrice, romantica e ingenua. Nella mia ingenuità, credevo di vivere in un mondo roseo e sempre in fiore dove il bene trionfava e il male poteva essere sconfitto con la bontà d'animo e la sincerità.
La realtà fatata fu spazzata via da ostacoli insormontabili che non credevo potessi mai incontrare nella mia vita.
Colui che amavo più di me stessa giocava con la mia anima, manovrava la mia esistenza con promesse solide come un castello di carta in balia del vento. I baci e le carezze che ricevevo erano trappole silenziose pronte a colpirmi il cuore in qualsiasi momento.
E quel giorno decise di scoccare la prima freccia.
Il primo colpo mi colpì al petto non appena sentii quelle due fatidiche parole.
"Dobbiamo parlare".
Sentii il mio cuore fermarsi per un attimo, le lacrime riempirono i miei occhi e con la vista appannata mi voltai verso Seiya. La sua espressione affranta fu la conferma dell'incubo che mi ha accompagnato per un lungo e difficile anno. Il mio sogno d'amore era giunto al capolinea.
Ricordo di non aver mai provato un dolore così forte, ho trascorso tre giorni reclusa nella mia stanza a piangere soffocando le mie urla premendo la bocca contro il cuscino. La mente era vuota, un ronzio aveva preso violentemente posto nella mia testa e la mente...non ricordo più i miei pensieri, la mia attività cerebrale era totalmente confusa.
Mi sentivo colpevole, credevo nell'avergli donato troppo poco amore o di averlo dimostrato male.

Le mie giornate senza di lui erano prive di significato, cercavo di reagire ma le forze avevano abbandonato il mio corpo.
Fu allora che Seiya cominciò il suo macabro gioco. Come il burattinaio di Saw l'enigmista, cominciò a muovere i fili del mio corpo trasformato ormai in una marionetta.
Ogni mattina ricevevo sul cellulare un sms dolce e romantico che mi donavano una speranza illusoria.

Buongiorno piccina.

Come stai, principessa?

Perchè hai tardato a rispondere? Non mi vuoi più bene?


Quei messaggini dolci erano spilli che penetravano nella mia carne come una bambola di pezza per un rito Voodoo. Più le illusioni aumentavano e più mi avvicinavo all'inferno.
Seiya era diventato la mia droga quotidiana, la dose di eroina che mi dava una forza minima per sopravvivere. Ho cercato di disintossicarmi, ho osservato più volte la mia immagine allo specchio e mi ripetevo "Usagi, reagisci! Troverai un ragazzo che ti ama, che non ti tradirà" ma puntualmente pensavo al blu profondo dei suoi occhi, alle parole zuccherine intrise nell'arsenico che mi sussurrava nelle lunghe telefonate notturne.
Seiya ascoltava i miei singhiozzi, le mie suppliche per ricucire il nostro rapporto e mi addossavo colpe che non avevo mai avuto mentre lui mi rispondeva con amore, con dolcezza e con frasi di incoraggiamento.

"Se mi ami dimostramelo. Riprendi a mangiare, stai dimagrendo a vista d'occhio. Tutti noi ti vogliamo bene e io per primo. Sei la persona più importante della mia vita. Se lo farai tornerò da te."

Ho ripreso a nutrirmi con enorme fatica, inizialmente vomitavo parte del pasto ma la forza di riconquistare il mio amore perduto era tale da superare quell'ostacolo. Fiera di me stessa, ero felice di aver fatto un passo in avanti verso la mia felicità ignara di percorrere l'oscura strada dell'abisso.
Mantenevo le promesse che mi estorceva Seiya: se volevo riconquistarlo dovevo riprendere a mangiare, dovevo riprendere i miei hobby, curare la mia persona.
Una persona estranea ai fatti poteva fraintendere il suo operato vedendo in lui un ex fidanzato premuroso nei confronti della ragazza che aveva amato in passato ignorando la mente malata di Seiya.
I giorni diventarono settimane, poi mesi e le mie promesse mantenute fino in fondo non diedero frutti, ma solo un odore acro. Era la terra bruciata che si era formata attorno alla mia persona, erba e fiori divorati da fiamme alimentate da Seiya.
Da ragazza ingenua e innamorata, ero divenuta una pazza senza controllo ossessionata dal mio ex compagno, o almeno era questa l'immagine che lui divulgava tra i nostri amici.
Amici... Rei, Ami, Makoto insieme ai loro compagni avevano cominciato ad odiarmi e divulgare voci infondate sulla mia persona sgretolando la mia già debole autostima.
Qualsiasi cosa io dicessi veniva parafrasata dalle loro bocche al vetriolo, ogni mio post su Facebook era oggetto di scherno.
Più cercavo di allontanarmi da Seiya e più lui si avvicinava.

“non ti sento da due giorni, allora non è vero che mi ami come dici!”

Sensi di colpa. Seiya si nutriva del mio malessere e della profonda depressione causatami da lui stesso.

“non è vero che mangi, sei una bugiarda. Sei dimagrita”

“guardati, non ti fai pena?”

“nessuno ti vuole bene ed è per colpa tua.”


Naru, l'unica amica rimasta al mio fianco, ascoltava i miei sfoghi e asciugava le mie lacrime. Nutriva la mia anima con dolci parole, caldi abbracci e pacche sulla spalla.
Stupida ed ingenua: raccoglieva i miei sfoghi trasformandoli in souvenir da distribuire ai miei carnefici.
Le mie lacrime furono usate come armi per trafiggere ulteriormente la mia anima. Seiya tendeva l'arco, Naru gli consegnava le frecce.
Dicono che la malvagità umana sia sconfinata. Non so se sia vero, ma di certo loro non conoscevano limiti.
I mesi scorrevano veloci, le pugnalate ormai erano quotidiane e il mio corpo si muoveva per inerzia, per spirito di sopravvivenza. Ogni mattina aprivo il mio armadio e sceglievo quale maschera indossare. Un sorriso finto come una banconota fotocopiata, uno sguardo severo ma deciso, un'espressione frivola.
Coprivo le occhiaie con il trucco, inventavo strane allergie per mascherare gli occhi rossi e gonfi dai miei pianti notturni, indossavo i miei vestiti larghi di due taglie per nascondere quell'impiegabile magrezza.
Uno, due, cinque, dieci. Furono quasi quindici i chili che persi nel giro di soli tre mesi nonostante mi nutrissi più del dovuto anche se, inutile dirlo, non venivo creduta.
Sopravvivevo anche se il mio cuore sperava di non svegliarsi più la mattina.
La vita decise di giocare ulteriormente con la mia anima e lo fece tramite la telefonata di un ospedale. Mi contattarono d'urgenza per aggiornarmi sugli esiti di una biopsia effettuata per un semplice controllo.
Ho vissuto settimane con la voglia di morire e inspiegabilmente volevo vivere e combattere contro quella malattia che porta lo stesso nome del mio segno zodiacale.

Il lato ancora ingenuo del mio animo mi spinse a comunicare la notizia a Seiya solo per dovere di cronaca, gesto che lui usò per deridermi insieme alle ragazze, e in particolar modo con Minako.
Solo una voce giunse alle mie orecchie infondendo quel calore e amicizia che da tempo non provai.
Mamoru, quel ragazzo che conobbi al matrimonio di Rei e Yuichiro, mi tese una mano per aiutarmi ad uscire dall'oblio in cui ero caduta da oltre un anno.

“Come stai? Raccontami tutto.”

Gli aprii il mio cuore, usai l'ultima briciola della mia dignità sfogando tutto il dolore e l'oscurità che albergavano nel mio petto. Lui ascoltò senza proferire alcuna parola come un prete confessore con un peccatore pentito.

“Devi essere forte ma per te stessa. Fottitene di loro, non gliene frega un cazzo se muori lo vuoi capire? Rimettiti in forze per domani, voglio che tu superi l'intervento, Usa!”

Non ricordo con quale stato d'animo entrai in sala operatoria, volevo vivere ma lo volevo per me stessa o per dimostrare qualcosa al mondo? I miei pensieri si offuscarono per effetto dell'anestesia totale, uno stato in bilico tra la vita e la morte.

Buio, un'intensa luce bianca accecante e voci ovattate di medici in allarme.
Respira Usagi! Respira, respira!”.
Urla soffocate, la sensazione di un oggetto sfilato dalla mia gola e ancora buio.

Non voglio ricordare le ore successive al risveglio ma l'impellente bisogno di usare il bagno cambiò la visione totale della mia esistenza.
Mi guardai allo specchio e vidi il fantasma di me stessa. Una ragazza cadaverica, i capelli scompigliati e il tubo del drenaggio attaccato al mio corpo. Furono i miei occhi a spaventarmi.
Non ero io, non potevano essere miei quegli occhi privi di vita che trasmettevano un dolore profondo e intenso come un buco nero.
Non volevo altre cicatrici oltre a quella ancora aperta sulla mia pelle.

Non volevo essere l'ombra di me stessa.

Risvegliai in me una guerriera che non sapevo fosse sopita nel mio cuore, iniziai una lunga e silenziosa guerra per riconquistare il mio ego, la dignità e orgoglio.
Per ricostruire la mia vita.

Fu un percorso lento, difficile e doloroso.
Seiya, con Minako che si rivelò essere poi la sua amante e causa della nostra rottura, continuarono a infierire contro la mia anima. Nemmeno la malattia fermò il loro sadico gioco ma quella volta non ero più da sola.
Mamoru, il mio unico e vero amico era al mio fianco.
Il mio cuore riprese a battere quando me lo ritrovai sul pianerottolo del mio condominio con un enorme mazzo di rose bianche e uno splendido sorriso.
Piansi lacrime di gioia per una festa a sorpresa in mio onore, per aver superato l'intervento.
Provo ancora il calore del suo abbraccio quando mi disse che lui e tutti i presenti mi volevano bene.
Sento ancora il sapore delle sue labbra quando, due settimane dopo, ci ritrovammo abbracciati per poi unirci in quel bacio dando inizio ad una semplice relazione.
Un'infatuazione nata nel dolore maturata in un profondo amore.
Un sentimento che ha resistito alle cattiverie e vessazioni di Seiya e Minako, un amore che mi ha donato la forza di superare terapie e altri interventi.
Un legame profondo che, inaspettatamente, mi ha donato un'emozione unica e immensa.: un minuscolo cuore pulsante dentro di me, una nuova vita in attesa di venire al mondo a pochi giorni dal mio compleanno.

Un amore indescrivibile che rivoluziona completamente la propria esistenza, mia e di Mamoru. Paura, smarrimento, timore di non essere pronti e voglia di accelerare lo scorrere del tempo per abbracciare quell'esserino.
Per conoscere quel fagiolino che hai visto muoversi tramite un monitor.
Per stringere al petto tuo figlio.

Una gioia sconfinata azzerata da una breve ma pesante frase: “non c'è più battito”.

In pochi istanti pensai agli anni bui del mio passato: la depressione e la malattia erano niente rispetto al dolore di perdere un figlio al terzo mese di gravidanza.
Ci si sente derubati, un pezzo di vita strappato via con violenza dal proprio cuore.
Tanti interrogativi, sensi di colpa. Tanti perché che non avranno mai risposte.

“Usako, non colpevolizzarti ti prego.”
“Amore, devi reagire. Fallo per noi.”
“Non ti meritavi un dolore così grande. Non tu, amore mio.”

Credevo di non vivere più nel dolore e nel buio della depressione. La vita è un campo di battaglia minato e senza che possiamo accorgercene ci mette di nuovo alla prova.

Anche se ora sono di nuovo sul fondo del baratro so che ritroverò la forza per rialzarmi. Mi arrampicherò sulle pareti rocciose e non mi importa se impiegherò mesi, se mi si spezzeranno le unghie fino a sanguinare. Riemergerò dalle tenebre.
Per me, per Mamoru e per la speranza di riaprire in futuro quella scatola che custodisce tutine e scarpine ricevute in dono per Natale.
Per dare forza al mio corpo e alla mia anima.

Quanto può essere profondo l'oblio?

Non lo so ma per quante volte io ci cada, mi rialzerò e combatterò perché finalmente ho capito chi sono.

Una guerriera.
 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: amnisya