Sono di nuovo qui, eh Professore?
Di nuovo con un foglio bianco sotto il naso, di nuovo con la mente confusa che si domanda "che cos'è l'Amore?", proprio come ci chiese Lei tanti anni fa.
A quel tempo non avevo voglia di pensarci, perché tanto sapevo che non avrei trovato una risposta. Ho solo scritto "ti amo", Professore, si ricorda?
Era vero, io la amavo, amavo i suoi modi gentili, e il suo trattarmi come tutti gli altri, lasciandomi però libera di essere me stessa, e rispettandomi per questo.
Ho incontrato molti uomini, in questi anni. Tutti, ancora adesso, mi guardano camminare per la strada, e mi fischiano, e mi applaudiscono, come se fossi quel fenomeno da baraccone che mio padre mi rimproverava sempre di essere.
Ma quando mi vedono in faccia, questi uomini, quando capiscono chi sono realmente, sono solo curiosi di sapere cosa c'era sotto, cosa nascondo sotto quelle mutande che mi urlano di volermi strappare con i denti.
Sono uomini, questi, Professore? È questo l'Amore? Voler a tutti i costi giacere insieme, senza che ci sia nulla prima e che niente duri dopo?
Ma quando questi maschi mi guardano con gli occhi brillanti ed i denti scoperti come fossi una belva da azzannare, e mi chiedono come mi chiamo, io sorrido, e semplicemente rispondo "Mery. Mery per sempre".
E quando dico così, la mia mente si dimentica di tutto lo schifo in cui è immersa, e corre sempre a Lei, Professore, ed a quei (nostri) giorni a Malaspina, i più felici di tutta la mia vita.
Io non so cos'è l'Amore, non so dove inizi, e nemmeno dove finisca. Non ne so nulla, non mi è mai stato insegnato, e mai l'ho imparato.
Una cosa però la so, ed è la certezza più assoluta che io possegga.
Lei, Professore, è l'unico vero uomo che io abbia mai incontrato.