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Autore: Asami_Ryuzaki    31/01/2017    1 recensioni
-Beh, era divertente prima che…- si bloccò, il suo sguardo era cambiato: non aveva più gli occhi scintillanti di prima, ora erano bui, vuoti.
-Riccardo, se non vuoi rispondermi non devi preoccuparti- gli posai una mano sulla spalla con uno sguardo comprensivo e sorrisi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aurora pov.
-Aurora svegliati che è tardi! - la voce di mia madre mi svegliò dal dolce tepore mattutino che mi aveva accompagnata per tutte le vacanze estive. Ora era diverso. Ora dovevo andare a scuola. Mi alzai in fretta e mi lanciai in bagno. Mi feci una doccia e mi infilai l’uniforme che avevo comprato per il secondo anno alla “Raimon Junior High”: una camicia bianca, una gonna e un fiocco all’altezza del collo rosa-fucsia e delle parigine nere. Corsi al piano di sotto a fare colazione. Enrico e Stefano litigavano, come sempre. Sorrisi.
-Ben arrivata, Aury - mi salutò Enrico.
-Ciao a tutti! - esclamai affondando il viso nel latte.
-Contenta che inizia la scuola? - chiese Stefano.
-Nah - risi pulendomi i baffi di latte -Io vado!!! Io e le ragazze ci incontreremo davanti a scuola -
-Okay, ciao! - mi salutò mia madre.
Uscii di casa e mi avviai verso la scuola. Per strada incontrai alcuni miei vecchi amici che avevo conosciuto il primo anno, ma non proseguimmo insieme: avevo scelto di stare un po’ da sola.
A un certo punto vidi un gruppo si ragazzine che stavano fissando un ragazzo, aveva i capelli mossi, castani e lunghi quasi fino alle spalle. Era abbastanza carino visto da lontano, ma come mai quelle ragazzine erano così estasiate solo vedendolo? Alzai le spalle e ridacchiai divertita dalle loro espressioni adoranti e dalla nonchalance con cui il ragazzo attraversava il cortile, quasi non notandole.
Per pensare ad altro presi in mano un quaderno dalla mia borsa e iniziai a guardare la copertina sorridendo, l'avevo disegnata io tanto tempo prima. Passai le dita delicatamente sul foglio, c'erano ancora le incavature lasciate dalla matita, nei punti bianchi dove avevo cancellato il disegno diverse volte c'erano dei tratti molto sfocati. Un moto di nostalgia mi colse di sorpresa spegnendo il mio sorriso. Sarei voluta tornare indietro, anche solo per rivedere il sorriso spensierato delle mie amiche mentre correvamo sul campo da calcio..
Ovviamente non stavo guardando dove andavo, quindi andai a sbattere contro qualcuno, facendo cadere il quaderno.

-Scusami tanto…- sussurrai imbarazzata a testa bassa. "Ma posso mai essere così imbranata?" pensai tra me e me.
-No scusami tu- rispose lui e mettendomi una mano sulla spalla, alzai la testa e vidi chi era: il ragazzo si prima, quello che le ragazze guardavano -Ti sei fatta male?-
Mi limitai a scuotere la testa in tutta risposta
-Il mio quaderno…- sussurrai e mi chinai a terra a raccoglierlo, il ragazzo fece lo stesso. Allungai la mano per prendere ciò che era mi caduto, ma lui ci arrivò prima. Gli sfiorai per sbaglio le dita e ritirai subito il braccio arrossendo. ero sempre stata una abbastanza indifferente ai ragazzi e, anche se carini, non suscitavano mai grande interesse da parte mia. Ci alzammo entrambi e lui mi porse il quaderno. Lo guardai per qualche microsecondo. Manco fosse rimasto chiuso: era aperto in una pagina in cui c’erano un disegno e una frase scritta da una mia cara amica del tempo, lo avevo fatto io al 5° anno di elementari il disegno raffigurava me con una divisa da calcio, insieme ad alcune mi amiche, stavamo correndo sul campo, e la frase diceva: “Buon viaggio capitano”. 

Me lo ricordo ancora: io e il mio migliore amico eravamo seduti a guardare il campo da calcio e, chiacchierando, mi è venuto fuori questo disegno. Invece il "Buon viaggio capitano" l'aveva scritto una mia amica l'ultimo giorno di elementari, era il suo modo di salutarmi.
-Bello! - si complimentò guardando il disegno.
-Ehm, grazie- risposi sorridendo. Presi il quaderno e lo rimisi nella borsa, abbastanza impacciata.
-Come ti chiami? - chiese con un sorriso Già mi era simpatico!



Riccardo pov.
-Aurora Evans- disse lei -E tu? -
-Io sono Riccardo Di Rigo- risposi sorridendo.
-Ah, ho capito chi sei! Il capitano della nostra squadra di calcio! - sfoggiò un sorrisorideva con la bocca e con gli occhi, a mio parere le piaceva molto il calcio, poi rivolse uno sguardo alle ragazze che prima mi seguivano -Ehm, loro chi sono? -
-Nessuno, lascia stare- minimizzai, non so perché, non la conoscevo neanche eppure mi infastidiva che pensasse chissà cosa.
-Sicuro? Sai che se gli sguardi potessero uccidere io sari già sotto terra? - considerò lei alzando un sopracciglio.
-Non penso che sarebbero sopravvissute fino ad ora nel caso! - risi io facendola scoppiare a ridere, quando smise gli occhi le scintillavano. “Com’è bella” fu il mio pensiero appena la vidi sorridere.
-Hai proprio ragione! - sorrise mentre le ragazze la guardavano verdi d’invidia - Ma se sono tue fans non ti danno fastidio? -
-No, basta ignorarle- risposi
-Oh, ok! Ti piace molto il calcio? - forse non sapeva come continuare il discorso.
-Sì, è lo sport più bello di tutti! -
-Come ti capisco- la guardai stupito -Sai, quella frase: Buon viaggio capitano, sotto al disegno era per il capitano della nostra squadra-
-Di calcio? - chiesi e lei annuì abbassando lo sguardo.
-Alle elementari giocavo a calcio nella prima squadra con dei miei amici ed ero il capitano- arrossì leggermente, come se parlarne la imbarazzasse.
-Sei brava? - chiesi, ma me ne pentii subito: se la metteva a disagio parlare del fatto che era capitano, magari a una domanda così non avrebbe risposto, e invece…
-Me la cavo, e tu? Sei bravo tu? - aveva risposto, adesso però devo rispondere io.
-Diciamo di sì, ma non molto. Solo ci ho preso la mano- risposi. Lei sorrise.
-Dev’essere bello giocare nella prima squadra- un’ombra calò sul mio volto.



Aurora pov.
-Io…- sussurrò, sembrava a disagio
-Scusa, se non dovevo chiederlo dillo-
-Beh, era divertente prima che…- si bloccò, il suo sguardo era cambiato: non aveva più gli occhi scintillanti di prima, ora erano bui, vuoti.
-Riccardo, se non vuoi rispondermi non devi preoccuparti- gli posai una mano sulla spalla con uno sguardo comprensivo e sorrisi.
-Scusa, è che è difficile parlarne- si scusò, in quegli occhi così bui si era accesa una luce non appena dissi:
-Il quinto settore- lasciandolo a bocca aperta -Stupito? - chiesi poi con un sorriso.
-Ehm, sì in verità. Conosci il quinto settore? - chiese.
-Sì, me ne hanno parlato degli amici. Sarebbe bello che il calcio tornasse libero, no? - gli strappai un sorriso.
In quel momento sentii una voce familiare chiamarmi: - Lola!!- solo due persone mi chiamavano Lola: Martina e Ludovica. Mi voltai verso il punto dal quale proveniva quella voce: le mie cinque migliori amiche (sì cinque). Mi girai verso Riccardo e lo salutai.
-Beh, è stato un piacere Riccardo. Ci vediamo- e mi avviai verso le mie amiche.
-Alla prossima, Aurora- salutò e se ne andò.
Le ragazze mi assalirono con domande del tipo chi fosse, come si chiamasse, come ci fossimo conosciuti, di cosa avessimo parlato… Risposi in modo vago.
A un certo punto due ragazze ci passarono di fianco e una disse: - La squadra di calcio è alla sede, pare che qualcuno li abbia sfidati e stanno anche perdendo-.
La prima persona che mi venne in mente faceva parte di quella squadra e sussurrai preoccupata un nome: -Riccardo…-.



Angolo dell'autrice che non sa più cosa inventarsi:
Ciao a tutte. Questa è la mia prima fan fiction Per ora ho scritto solo questo primo capitolo, dato che l'ispirazione ha deciso di passare da me a qualcun altro e non tornare più. Beh, spero che questo "qualcuno" ne faccia buon uso! Non sono una grande fan degli yaoi, per questo se dovrò mettere una di queste coppie in uno dei capitoli, sarà in un'altra storia, chissà... Ora che ci penso ho dimenticato il gatto nel microonde... *si alza dalla sedia di sctto* meglio che mi sbrighi ad andarlo a prendere, CIAUZ!
 
   
 
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