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Autore: Ellery    31/01/2017    2 recensioni
[Heaven’s Door Yaoi GDR]
Un triste giorno, tuttavia, il re si ammalò ed Iye fu convocato immediatamente al suo capezzale.
Giunto nella stanza, ordinò ai servitori di lasciarli soli e si inginocchiò accanto allo sfarzoso letto, tendendo la mano per afferrare quella del padre:
“Eccomi. Mi avete fatto chiamare?” disse solo, sentendo le dita ossute intrecciarsi alle proprie.
Storia (ridicola) di una principessa da salvare e di un gruppo di avventurieri disposti a tutto per riuscire nell'eroica impresa di riportare la pace e, forse, la giustizia... sempre che avanzi tempo!
“Figlio diletto, i miei giorni stanno per finire” la voce del sovrano era spenta ed apatica “Ben presto, il regno passerà nelle tue mani. Tu diventerai il nuovo re, Iye”
“Preferirei di no, grazie. Declino l'offerta”
“Nessuna offerta! È un obbligo, un impegno morale che devi onorare. Tuttavia, non puoi diventare re senza una adeguata consorte ed un curriculum degno di nota”
Genere: Avventura, Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I. Una grande e nobile impresa

 

C'era una volta, un po' di tempo fa, un regno governato da un re molto saggio. Stronzo, ma molto saggio. Il re, rimasto vedovo ormai da anni, non aveva altro sostegno che il figlio, ultimo erede della casata degli Ezhno. La cosa, naturalmente, non era fonte di stupore: con un cognome tanto impronunciabile, i sudditi non vedevano l'ora che si instaurasse una nuova famiglia reggente – possibilmente qualcuno che si chiamasse Giorgio o Giovanni o Luciano, sì che fosse facile rammentarlo.

Come detto, il re aveva un solo figlio: a trent'anni, però, il baldo giovane non era ancora sposato. Oltre a non ricevere adeguate avance dalle nobildonne, il suo stile sciatto e trasandato scoraggiava anche le affabili donzelle della borghesia. Si ostinava a tenere i capelli smodatamente lunghi, con un taglio che a noi ricorderebbe quello degli Indiani d'America; inoltre, si era fatto dipingere, tramite speciali tinte alchemiche, alcuni complicati disegni sul corpo: a detta sua, negli altri Stati andavano parecchio di moda ed erano simbolo di intelligenza e forza.

Non che il principe mancasse di queste caratteristiche: era alto, muscoloso e con un fisico ben proporzionato. Di bell'aspetto, senza dubbio, ma con un carattere troppo strano per interessare al gentil sesso: anziché dilettarsi in tenzoni medioevali, Iye preferiva passare il tempo nel suo laboratorio, a sperimentare e costruire. L'idea di buttarsi in politica e governare, ovviamente, non gli interessava affatto; al contrario, impegnava tutte le proprie risorse per diventare un ottimo inventore ed un bravo alchimista, come il suo vecchio mentore.

Un triste giorno, tuttavia, il re si ammalò ed Iye fu convocato immediatamente al suo capezzale.

Giunto nella stanza, ordinò ai servitori di lasciarli soli e si inginocchiò accanto allo sfarzoso letto, tendendo la mano per afferrare quella del padre:

“Eccomi. Mi avete fatto chiamare?” disse solo, sentendo le dita ossute intrecciarsi alle proprie.

“Figlio diletto, i miei giorni stanno per finire” la voce del sovrano era spenta ed apatica “Ben presto, il regno passerà nelle tue mani. Tu diventerai il nuovo re, Iye”

“Preferirei di no, grazie. Declino l'offerta”

“Nessuna offerta! È un obbligo, un impegno morale che devi onorare. Tuttavia, non puoi diventare re senza una adeguata consorte ed un curriculum degno di nota” il re tossì e sputò un fiotto di saliva sulle vicine coperte “Ah, vedi come sono ridotto? Figlio, ecco la mia ultima volontà: nella mia vita ho fatto tanti sbagli e desidero che tu vi ponga rimedio. Ho allontanato il nostro regno, cacciando i Kemonomimi dalle nostre terre. Ho impedito agli ambasciatori della Repubblica degli Androidi di chiedermi udienza, perché temevo che la loro forma di governo avrebbe distrutto la nostra felice Monarchia Assoluta Dove Nessuno Può Pensarla Diversamente” una pausa, come a racimolare le ultime forze “Ho esiliato gli storpi e gli invalidi, cacciandoli nei bassifondi e nelle periferie, impedendo loro di turbare la quiete degli onesti cittadini. Ora però, ad un passo dalla morte, mi rendo conto d'essere stato un sovrano egoista e vile; vorrei che tu rimediassi ai miei sbagli”

“Desiderate che riapra le porte della città ai poveri? Che consenta loro di vivere in armonia con il resto della popolazione, donando un lavoro ai disoccupati, riducendo le tasse, aprendo scuole pubbliche e bonificando i ghetti?” Iye sentì che quella era la strada giusta: il suo ingegno lo avrebbe aiutato a rimodernare la società, a riparare ogni torto e ristabilire l'equilibrio “Volete che accetti le idee democratiche degli Androidi? Che ristabilisca la pace con il regno dei Kemo e portare l'armonia nel continente di Narita?”

“Che scemenze! Certo che no!” il re spense immediatamente il suo entusiasmo “Voglio solo che ti sposi e che tu compia un viaggio”

“Un viaggio?”

“Come sai... il nostro mondo si compone di tre stati: il Regno degli Uomini, a ovest, prospero e florido e di cui sarai presto il monarca. La repubblica degli Androidi, a nord... un posto che nessuno di noi ha mai visitato perché non c'era motivo di visitarlo; insomma... chissenefrega di quello che pensano delle fottute macchine con sembianze umane”

“A me interessa! E... padre, perdonatemi, ma temo che fottuto non sia un termine appropriato ad un nobile come voi”

“Hai ragione, ma speravo mi fosse concesso almeno un turpiloquio in punto di morte!” il re si strinse nelle spalle, riprendendo poi “A est, infine, dopo le Brulle Regioni Inesplorate si estende l'Impero dei Kemo, ora governato dal perfido Ukuko”

“Credo si chiami Ukoku, ma non ne sono sicuro”

“Non è importante! Ecco quello che devi sapere: il malvagio Ukoko ha preso il potere con l'inganno e si è fatto proclamare imperatore. In realtà, ha instaurato una forma di dittatura, dove vige il terrore e la censura. Chi non la pensa come lui, viene imprigionato oppure bandito. Ma... prima di lui, vi era una famiglia reale retta e di sani principi: la stirpe degli Ash. Di questi, tuttavia, rimane soltanto un discendente, che Okuko tiene in vita per fingere che la sua presa di potere sia legale agli occhi della popolazione. Teme che uccidendo la giovane e prosperosa principessa, i sudditi si ribellerebbero e lui perderebbe ogni potere; per cui, la bella Kacey è prigioniera in una torre, sorvegliata giorno e notte da orribili scagnozzi, i membri della Yakuza”

“E dove sarebbe questa torre?”

“Sul monte Sasha , in cima ad un sentiero irto di pericoli. Si dice che molti prodi abbiano tentato di salvare la graziosa dama, ma senza successo. Tutti sono caduti e solo un menestrello è tornato per cantarne le gesta”

“Quindi, desiderate che io parta per salvare la principessa e poi la sposi?”

“Esatto. Inoltre, dovrai sconfiggere il malvagio Ubelardo e riportare la pace tra i nostri regni”

“Sono quasi sicuro che si chiami Ukoku” Iye trasse un profondo sospiro, sconfortato da quei continui errori. “In ogni caso, padre.. non vedo perchè tutto questo sbattimento! Potrei ottenere lo stesso effetto guadagnandomi il rispetto della nostra gente attraverso la diffusione della cultura, ridistribuendo le ricchezze, favorendo piani di igiene personale e...”

“I grandi re vengono ricordati per le grandi battaglie. Hai trent'anni e non hai neppure ucciso un cane a tre teste!”

“Perchè non esistono, padre.”

“Certo che esistono. Sul monte Sasha! È uno dei pericoli che dovrai affrontare per salvare la tua fidanzata” il re sollevò una mano, toccando la fronte del principe “Ora va, figlio mio! Prendi con te i migliori cavalieri e trotta verso il tuo destino! È la mia ultima volontà”

“Ma padre...”

Il re non rispose; dopo aver emesso un ultimo rantolo, chiuse gli occhi e, nel silenzio dell'austera camera, spirò.

 

Iye rimase al capezzale del genitore tutta la notte, trovando le forze per alzarsi soltanto al mattino. Il peso che gli gravava sulle spalle era immenso: non poteva sottrarsi alle ultime richieste di un moribondo, né fingere di non averle udite. A Prometheus, la capitale del Regno degli Uomini, la notizia della scomparsa del re si era diffusa immediatamente; il popolo mormorava inquieto, timoroso per il proprio avvenire: il principe Iye sarebbe stato in grado di guidarlo? O si sarebbe rivelato un tiranno? Probabilmente era un inetto incapace di gestire qualunque cosa: non era ancora sposato, né aveva mai mostrato interesse per il matrimonio! Inoltre, non aveva mai preso parte a guerre, conquiste, gesta eroiche. Sarebbe caduto preda delle trame dell'aristocrazia, che da troppo tempo sognava di prendere il potere? Oppure si sarebbe sistemato, avrebbe trovato moglie e generato un nuovo erede? Magari sarebbe partito per qualche epica battaglia, ma … se non avesse fatto ritorno, a chi sarebbe andato il governo del reame?

Tutti quegli interrogativi attanagliavano tanto le menti dei cittadini quanto quella del nuovo signore. Iye, dopo una notte insonne, si era ritrovato immediatamente preda della burocrazia: per le esequie del re, preferiva una pira funeraria o un corteo? La bara la voleva in legno di noce o di castagno? Maniglie dorate o argentate? Desiderava celebrare il rito in forma privata? Gradiva appoggiarsi alla gilda dei Druidi, a quella degli Oscuri Necromanti oppure ai Prescelti dei Sacri Eremiti? In tutto questo, doveva pensare anche all'incoronazione: non poteva procedere, perché il suo curriculum da paladino faceva acqua da tutte le parti! Era necessario che portasse a compimento una missione, prima di poter accedere al trono.

“Mio signore”

Sentì una mano bussare alla porta delle proprie stanze e vide una testa del menestrello di corte fare capolino oltre l'uscio.

Genji era un bravo ragazzo, ma dall'aspetto piuttosto bizzarro: i lunghi capelli castani erano nascosti da berrettini colorati, intonati a delle orribili camicie e bermuda attillate; gli occhi argentati spesso marcati da pesante trucco per sottolineare il suo essere trasgressivo. Inoltre, possedeva una passione sfrenata per la musica alternativa. Aveva ideato un genere innovativo, molto gradito tra gli adolescenti: anziché suonare il mandolino come di consueto, lo aveva girato e percosso, riducendolo ad una sorta di tamburo. Con delle ossa di pollo - quelle avanzate dai banchetti che era solito intrattenere – aveva creato dei piccoli e ruvidi plettri con cui pizzicare arditamente le corde degli strumenti. In breve, violini, arpe, cetre... erano diventati protagonisti di una musica alternativa e giovane.

“Accomodati” Iye gli indicò una poltrona accanto alla propria scrivania.

“Ho sentito che il re vi ha affidato una grande missione. È vero?”

“Purtroppo sì, amico mio. Devo recarmi a Kemolandia per s sconfiggere il malvagio Ukoku, salvare la principessa e sposarla.”

“Sembra un'impresa perigliosa. Dite, vi occorre mica un menestrello che canti le vostre gesta?”

“In fede, mi piacerebbe, ma non saprei a chi affidare il regno in mia assenza. Avevo pensato a te”

Genji lo guardò stupito:

“A me? Ma sono solo un cantante, un giullare. Non so nulla di come si governa!”

“Lo so, ma non posso lasciarlo a nessun altro.”

“Vi prego! Desidero venire. Il mio cuore batte d'ardore || Ho un'impresa da declamare || Non abbandonate un fedele servitore || Le vostre gesta potrei cantare

Era normale che Genji si lasciasse andare ad improvvisazioni, ma quell'abitudine si stava facendo sempre più frequente e seccante. Iye la trovava originale, mentre a palazzo si mormorava già di che gran scocciatura fosse un bardo capace di parlare solo in versi.

Il principe sospirò, sforzandosi di ragionare a mente lucida: Genji era un fido compagno e non se la sentiva di scacciarlo o, peggio, obbligarlo a rimanere a palazzo. Si massaggiò la fronte, come in cerca di una soluzione: avrebbe potuto nominarlo Sovrintendete ed ordinargli di regnare temporaneamente al posto suo. Oppure assecondare quel suo desiderio di avventura. IN questo caso, tuttavia, non avrebbe saputo a chi consegnare il reame.

Genji riprese la parola, quasi gli avesse letto nella mente:

“Potreste lasciarlo a Rin Walker!”

“Rin?” era un giovane aristocratico, dai modi affabili e ben voluto. Aveva collaborato più volte con Genji, nella stesura di poemi e sonetti: entrambi possedevano un udito invidiabile ed un talento per le composizioni artistiche. Malgrado la famiglia Walker osteggiasse tali passatempi, il promettente Rin si era costruito una carriera da bardo di successo: era l'idolo delle damigelle, il poeta più in voga del momento e tutti a Prometheus lo adoravano. “Ottima idea!” Iye annuì soddisfatto “è deciso. Verrai con me e lasceremo il regno a Rin. Convocalo immediatamente e, già che ci sei, riunisci tutti i cavalieri nella Sala della Tavola Rotonda. Dobbiamo prepararli alla missione”

 

***

 

La Tavola Rotonda, in realtà, era rettangolare. Era un normalissimo tavolo dove sedevano dodici dei migliori guerrieri del regno.

Messer Nasolungo, così chiamato per la prominente appendice nasale che non mancava mai di esplorare, gettò una occhiata agli altri presenti. Erano tutti uomini robusti, con i visi coperti da barbe ricce e baffi all'insù; indossavano le loro migliori armature ed alla cinta portavano spade tempestate di pietre preziose e riccamente lavorate. Ognuno recava, ricamato sul mantello, lo stemma della propria casata.

“Mi domando perché l'abbiano chiamata Sala della Tavola Rotonda” Messer Nasolungo si sporse verso il proprio vicino, un signore dall'aria accigliata e perennemente imbronciata “Messer Brontoloso, voi che ne pensate?”

“Semplicemente, il nome Sala della Tavola Rettangolare era troppo brutto per poter essere utilizzato” uno sbuffò completò quelle parole “Mi domando perché il principe ci abbia convocati qui”

“Beh, credo sia per via di una importante missione” Messer Chiacchieratroppo si intromise nella conversazione “Si dice che il re l'abbia affidata al principe, prima di morire”

“E si sa nulla in merito?”

“Niente di niente, solo...” lo schiudersi dell'alta porta interruppe quella conversazione.

Nella sala scese il silenzio ed Iye si affrettò a raggiungere il proprio scranno, a capotavola. Si mosse a disagio sulla seggiola, consapevole d'essere osservato: quegli uomini riponevano in lui ogni speranza ed ambizione. Forse, scegliere il completo color prugna non era stata una grande mossa.

Genji gli fu subito accanto, intonando delle note leggere con il suo strumento:

“Sottofondo” fu l'unica spiegazione che concesse.

“Signori, ben trovati” Iye attaccò, congiungendo le mani al petto, in un rispettabile saluto “Perdonate per l'urgente convocazione, ma devo mettervi al corrente di alcuni sviluppi”.

Uno schianto secco lo bloccò: l'ingresso si era nuovamente spalancato ed una figura snella e ben vestita attraversò in fretta la sala.

“Oh, scusate il ritardo!” Rin Walker prese alla sua destra, rivolgendogli un sorriso affabile “Iye! Come andiamo? Mi dispiace, sono rimasto bloccato all'incrocio tra la quinta e la sesta. Un ingorgo, come al solito... troppe carrozze e strade strette.”

“Tranquillo! Son cose che capitano” il principe riprese, come se nulla fosse “Tornando a noi” lasciò spaziare lo sguardo sugli astanti “Il mio augusto padre – che gli Dei lo abbiano in gloria – prima di morire mi ha affidato un compito a cui non posso sottrarmi. Richiedo, quindi, il vostro aiuto per poter adempiere a questa promessa”

“Diteci di che si tratta, Vostra Maestà!” Messer Cuordileone si alzò di scatto, battendosi il pugno sul cuore “Saremo pronti a seguirvi ovunque!”

“Ebbene, mio padre desiderava che mi sposassi e che riscattassi l'onore del nostro regno in una grande impresa: sconfiggere Ukoku dell'Impero Kemo e salvare la principessa Kacey, sì da poter ristabilire la pace tra i due regni con uno schifoso matrimonio combinato. So che sarà un'avventura pericolosa, complicata e che molti potrebbero non fare ritorno, ma...”

“Aspettate! Ci state chiedendo di seguirvi sino all'Impero Kemo, di batterci con Ukoku, di salire sul Monte Sasha e sconfiggere il sadico cane a tre teste per salvare una principessa e farvi convolare a nozze con ella?”

“Sì, è esattamente così” Iye finse di non notare lo sbigottimento correre sui volti dei cavalieri “In mia assenza, lascerò le redini del regno a Rin Walker”

Un pallido e poco convinto applauso si levò dall'assemblea, subito coperto dallo sbottare di Messer Brontoloso:

“Io temo di dover rinunciare, Vostra Maestà. Come saprete, diventerò presto zio e non posso abbandonare mio nipote in fasce”

Iye aggrottò la fronte:

“Voi non avete né fratelli, né sorelle...”

“Ed io sto per convolare a nozze. Non vorrete privarmi della mia luna di miele, vero?”

“Siete già sposato, Messer Nasolungo”

“Il mio cavallo si è azzoppato ed ho appuntamento con il maniscalco. Che disdetta non poter partecipare ad un atto così eroico”

“Tuttavia...”

“Mi sono fatto fare un certificato dal mio cerusico di fiducia! Ho la gotta!”

Nessuno, evidentemente, sembrava propenso ad accompagnarlo. Iye nascose il viso sconfortato: non vi era nulla che potesse convincere quegli uomini? Eppure erano i più coraggiosi del regno! A chi altro avrebbe potuto rivolgersi, se persino i suoi cavalieri gli voltavano le spalle? Pian piano, i guerrieri si alzarono e, dopo un cortese cenno di saluto, abbandonarono la sala.

Il cavaliere si finge coraggioso || Ma il suo cuore arde di viltà || Pensava d'essere forte e generoso || Dinanzi al pericolo lui fuggirà!

“Genji, capisco il tuo zelo, ma non è il momento” Iye risollevò il capo, spiando la stanza ormai deserta. Chi rimaneva, oltre a lui ed al menestrello? “Qualche idea?” domandò verso Rin, l'unico ancora seduto.

“In realtà... sì! Ho conosciuto un gruppo di mercenari, mentre facevo il tour nei bassifondi. Sai, quel paio di concerti che ho tenuto in periferia? Un grandissimo successo.” Rin applaudì da solo, visibilmente soddisfatto “Dovevate sentire le ammiratrici come urlavano. Una mi ha persino tirato un corpetto!”

“Si, emh.. non per interromperti, ma... questi mercenari?”

“Ah, si! Uno di loro è un mio grande fan. È venuto a chiedermi l'autografo e... niente, parlando mi ha raccontato che lavora in questo ambiente di disadattati: sono un po' cari, ma hanno fama di lanciarsi anche nelle imprese disperate”

Iye si fece immediatamente attento:

“Sapresti dove trovarli?”

“Naturalmente! Ti darò tutte le indicazioni a cena”
 

Il sovrano non si arrende a niente || Pur di salvare la sua regina bella || Si mette in affari con brutta gente

 



Angolino: buonasera! Mi butto in questa cosa, anche se questa cosa  un senso non ce l'ha.
é una ff che si rifà all'universo di Heavens Door's Yaoi - gioco di ruolo by chat - ed ai personaggi in esso contenuti.
Nello specifico, Iye (per gentile concessione della player) sarà il protagonista della storia. Perchè? Boh, forse perché questa ff nasce come parodia della sua XD
Pian piano introdurrò anche gli altri personaggi. Ad ora, abbiamo incontrato:
- Iye
- Genji
- Rin
- Kacey (che rimarrà la fugace visione di una donzella in difficoltà per tutto il tempo XD)

Nella speranza vi sia piaciuta,

E'ry / Shin

 

  
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